giovedì 16 aprile 2020

Pandemia Covid-19... o creazione di panico pretestuoso?

La pandemia di Covid-19 e la fiera dei negazionisti

Analisi del Rapporto Ufficiale "Andamento della Mortalità Giornaliera (SISMG - ISTAT) nelle città italiane in relazione all’epidemia di Covid-19 Report 1 Febbraio - 21 Marzo" e delle eventuali concause aggravantihttp://www.epiprev.it/sites/default/files/SISMG_COVID19_28032020-2.pdf 

Analizziamo i dati Ufficiali Istat.

Il coronavirus resta l’ultima causa di morte nel mondo (1. Fame 2. Cancro 3. malattie cardiocircolatorie 4. fumo 5. Inquinamenti e avvelenamenti, suicidi, incidenti… ecc. …10. Covid e influenze). 

Dall'analisi dei documenti ufficiali ISTAT, molto chiari, rispetto agli anni passati si evidenzia solo uno scostamento del picco dei decessi durante il periodo annuale di epidemie influenzali, picco concentrato quest'anno a Marzo 2020 durante i mesi a maggior rischio (fig. 4, nel rapporto Andamento della Mortalità Giornaliera (SiSMG) nelle città italiane in relazione all’epidemia di Covid-19 Report 1 Febbraio - 21 Marzo), invece di "diluirsi" durante tutti i mesi a maggior rischio. 
Ciò a causa anche dell'andamento stagionale, sempre più soggetto ai cambiamenti climatici, con inverno mite che ha avuto minor impatto sulla mortalità complessiva, nei mesi precedenti di maggior rischio influenzale stagionale.

Pertanto, il picco di mortalità "concausale" da influenza si è concentrato quest'anno a marzo, soprattutto a causa di un "naturale recupero di mortalità" (che colpisce le persone anziane o ammalate), in corrispondenza degli abbassamenti termici improvvisi di marzo. Ciò a causa (come citato nel report Istat)...
..."dell'incremento del pool dei soggetti più fragili, con una ridotta capacità di difesa dell’organismo dovuta a fattori individuali (età avanzata, malattie croniche) che si sono trovati esposti all’epidemia di COVID-19 a partire dalla fine del mese di febbraio e questo fenomeno, come osservato anche in periodi precedenti può aver aumentato l’impatto dell’epidemia nella popolazione anziana"... 

In sostanza, nei mesi precedenti si è avuta una minore mortalità complessiva a causa di condizioni favorevoli ambientali, per cui successivamente più persone già gravemente ammalate o in età avanzata sono state esposte al virus "mutante" nel periodo di febbraio-marzo, incrementando i casi di mortalità "con" Covid 19, ma con diverse patologie pregresse preponderanti; e con rarissime eccezioni "da" Covid 19, senz'altre concause apparenti (senza indagare, in questi casi eccezionali, i protocolli terapeutici attivati sui deceduti).

Pertanto non si comprende l'emergenza Nazionale in atto nei confronti del nuovo ceppo virale Covid 19, se non in casi concentrati in aree particolari della Lombardia, Veneto, Emilia. Dati che vanno ricercati su base Regionale e Comunale, con necessità di indagare tutte le "concause incidenti ed aggravanti di pericolo per la salute". Tra queste, in ordine di presumibile importanza: 
- concentrazioni elevate di pm 2.5 e pm10 da combustibili fossili e pellets addizionati chimici, in grado di veicolare virus e batteri fino al livello polmonare. Non sarà il caso anche di rivedere la legislazione sui filtri per diesel e benzina - troppo fini - e gli additivi antidetonanti nelle benzine che possano sostituiscano il benzene, tra cui il migliore è l'acqua? Al fine di dare precedenza al diritto sulla salute preventiva e magari evitare di bloccare le nazioni, vista l'esperienza drammatica in corso...
- inquinamento da ammoniaca e ossidi d'azoto da allevamenti industriali fortemente concentrati nelle zone padane (un milione e seicentomila bovini e a quattro milioni e mezzo di suini allevati sul territorio), che contribuiscono ad aumentare il particolato producendo solfati e nitrati irritanti, come ci ricorda anche il noto climatologo Luca Mercalli  “Le polveri sottili non calano a causa dell’allevamento di bovini e suini” Link: https://www.vegolosi.it/homepage/luca-mercalli-le-polveri-sottili-non-calano-a-causa-dellallevamento-di-bovini-e-suini/
- polmoniti atipiche da batteri resistenti (evidenziatesi da alcuni anni, anche a fine 2019 nelle zone del nord) derivanti, tra l'altro, dalla zootecnia industriale o da antibiotico-resistenza ospedaliera, che possono aver compromesso i delicati equilibri delle persone più sensibili, over 65 e con patologie pregresse)
- livelli di inquinamento da pesticidi e residui industriali nelle acque e negli alimenti, che provocano danni e alterazioni genetiche, anche nel microbiota simbionte umano e virus intestinali oltre a scompensi ormonali.
- il tasso di patologie cronico-degenerative concomitanti, conseguenti ai precedenti punti e i farmaci terapeutici adottati comunemente per diabete, persone alta, problemi cardiocircolatori, tumori, ecc. ecc.  
 - test localizzati sulle alterazioni di frequenze delle nuove tecnologie 5G per le comunicazioni cellulari e il controllo di massa, che possono provocare scompensi elettromagnetici con ricadute cardiocircolatorie (anche acute) e polmonari (vedasi svenimenti stradali a Wuhan), per interferenze sul metabolismo dell'ossigeno
-  vaccinazioni massicce per meningite e influenza realizzate poco prima nella zona lombarda (con rischi da mutanti e/o sub-infezioni croniche con conseguenze autoimmuni, in bibliografia scientifica - Relazioni della Dr.ssa Bolgan CORVELVA), 
 - alterazioni dei gas atmosferici con elevata presenza di gas serra e altri inquinanti con conseguente interferenza sul metabolismo generale umano, ecc. ecc. 

Concause che, in sostanza, realizzano un indebolimento progressivo del sistema immunitario e fisco complessivo degli esseri umani, con particolare riguardo per gli anziani, prime vittime del Covid 19. I quali dovrebbero essere posti nelle migliori condizioni ambientali, ovvero con alimentazione biologica e vegetariana, 

Dai dati Istat, più che i morti per influenza, che è più difficile da attribuire come effettiva causa, conviene ricordare i certificati di morte per malattie respiratorie (polmoniti acute). Nel marzo 2019 sono state 15.189 e l’anno prima erano state 16.220. Incidentalmente si rileva che sono più del corrispondente numero di decessi con Covid (12.352) dichiarati nel mese di marzo 2020 (ISTAT-ADN Kronos).

Osservando gli Indicatori Demografici ISTAT relativi al 2019, al 1° gennaio 2020 il numero di residenti in Italia è pari a 60 milioni 317.000. La popolazione residente nel nostro Paese è in calo da 5 anni consecutivi (116.000 in meno su base annua). Considerando la mortalità media annuale di poco superiore all'1% della popolazione residente, il calo della popolazione incide poco sul calo della mortalità registrata nel primo trimestre 2020 (orientativamente sulle 300 unità). Allo stesso tempo è aumentato il divario tra nascite e decessi. Per 647mila morti totali in Italia nel 2019, ci sono stati 435.000 bambini nati vivi. In pratica per 100 persone morte sono nati solo 67 bambini (mentre 10 anni fa il rapporto era 100:96). Nel 2019 abbiamo toccato il livello più basso di ricambio naturale dal 1918. Secondo le statistiche, si è alzata anche l’età media degli italiani, che è di 45,7 anniPertanto ci si doveva aspettare semmai un aumento della mortalità trimestrale nel 2020, cosa che non è accaduta.

E' necessario indagare tutte le concause ambientali di pericolo per la salute (Pm 2.5, PM 10, G5, particolato da allevamenti industriali, pesticidi e altri residui chimici nell'alimentazione e nelle acque, infezioni da batteri resistenti, ecc.) che hanno sicuramente aggravato la situazione sanitaria in particolari aree del paese e soprattutto in quelle a maggior impatto riscontrato del Covid 19 (Nord Italia). 

Incluse le cure previste dai protocolli convenzionali, su cui molti medici hanno segnalato controindicazioni e integrazioni, (vitamine, fitoterapie, medicine tradizionali integrate, ecc, per la cura delle polmoniti, sempre più diffuse) e le profilassi, in particolare le vaccinazioni a tappeto, come quelle effettuate nelle aree lombarde e piemontesi (meningite ed influenza).
Le quali, a causa della comparsa dei mutanti virali, risultano in breve tempo inefficaci, prorogando solo tempo le sintomatologie influenzali. 

E potrebbero in tal modo "concentrare le esplosioni di complicanze acute" nelle persone più sensibili, invece di diluirle stagionalmente, favorendo una progressiva attenuazione dei virus o "immunità di gregge". 

In ultima analisi provocando emergenze nel sistema sanitario nazionale trovatosi impreparato, invece di prevenirle. Con panico nella popolazione e ulteriore aggravamento sanitario.

Riprendendo il rapporto i stat consultabile al link,  in evidenza, mostra l’andamento stagionale della mortalità giornaliera negli ultimi 5 anni, con valori massimi nel periodo invernale (dicembre-febbraio) e valori minimi nel periodo estivo (giugno-agosto), mesi durante i quali si osservano i picchi di mortalità associati alle ondate di calore. 

La stagionalità della mortalità è un fenomeno che si accentua con l’età. L’incremento della mortalità invernale è attribuibile alle basse temperature e alle epidemie influenzali che indipendentemente e con effetto sinergico, possono determinare un incremento della mortalità soprattutto nelle fasce di popolazione più anziane e nei pazienti con patologie croniche cardiovascolari e respiratorie (de’Donato et al. 2012;; Vestergaard et al. 2017).

L’epidemia influenzale dati flunews dell’ISS. L’ISS stima in Italia circa 8.000 decessi l’anno attribuibili all’epidemia influenzale, anche se il numero di morti attribuibili è molto variabile, fino a 20,000 decessi stimati nell’inverno 2016/17 (Rosano et al. 2019). 

Da rilevare che nell’inverno 2019-2020 la mortalità osservata (linea nera) nei mesi precedenti all’epidemia Covid-19 è stata inferiore al valore atteso (linea rossa) (Figura 4), con una riduzione rispetto all’atteso rispettivamente di -6% nelle città del nord e -3% nelle città del centro-sud, attribuibile al minore impatto dell’influenza stagionale e alle temperature particolarmente miti e al di sopra delle medie climatiche.

Variazioni stagionali della mortalità come quella osservata nell’inverno 2019-2020 hanno determinato un incremento del pool di soggetti più fragilicon una ridotta capacità di difesa dell’organismo dovuta a fattori individuali (età avanzata, malattie croniche) che si sono trovati esposti all’epidemia di COVID-19 a partire dalla fine del mese di febbraio e questo fenomeno, come osservato anche in periodi precedenti può aver aumentato l’impatto dell’epidemia nella popolazione anziana. 

Giuseppe Altieri, Agroecologo

Giuseppe Altieri - Foto | Facebook

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