sabato 28 febbraio 2015

Come attuare il bioregionalismo e l'ecologia profonda



Ognuno vive la Vita con la sua sensibilità e seguendo quelle che, in quel momento sono le sue proprie tendenze, propensioni, affinità (si cambia nella vita, soprattutto a livello manifestativo, il Sé è sempre lo stesso in ogni tempo e in ogni luogo). Le esperienze di ognuno, se condivise, arricchiscono il genere umano nel suo complesso. Ognuno é tenuto, volendo, ad esprimere queste attitudini e propensioni, rispettando le propensioni altrui, anche se non condivise.
 
Scrivevo un po' di tempo fa: "l'esempio e non le parole, per quanto profonde esse siano, è fondamentale per mostrare a chi ancora non se n'è accorto, che si può vivere bene (anzi, sicuramente meglio) rispettando la Natura, di cui noi siamo, ancora, una parte, che ci da tutto quel che ci necessita per vivere, a noi e ai nostri discendenti, purché la amiamo e la rispettiamo come desidereremmo essere amati noi.
 
Questa per me è l'ecologia profonda: "amore per la vita, per la natura, per gli esseri viventi, solidarietà umana, ognuno secondo la propria natura e le proprie possibilità: una tendenza a.... nei limiti del possibile".


In mezzo a queste tendenze ci possiamo mettere quello che, per ognuno di noi, è in sintonia con l'evoluzione della specie umana quale tutti noi che ci riteniamo "ecologisti" o "amanti della vita" ci auguriamo: ritrovare quell'armonia con la Natura (Dio, Dea Madre, Natura) che ci ha dato la vita.
 
Siamo 6 miliardi di esseri umani, viviamo in situazioni ambientali le più disparate sia dal punto di vista ambientale, sociale, economico, civile, storico, ma cos'é che ci accomuna? Non ci accomuna forse quella cosa che c'è quando siamo vivi e non c'é più quando siamo morti? Come la/lo vogliamo chiamare questa "cosa"? Io posso anche non chiamarla in nessun modo, ma so che c'é e quando sono da sola con me stessa, la sento dentro di me.
 
C'é chi la chiama spirito, chi la chiama anima, chi la chiama coscienza, chi la chiama Dio. Chi segue qualche religione la può chiamare col nome che quella religione le attribuisce, chi non segue nessuna religione in particolare, ma accetta tutte le forme di spiritualità, la può chiamare "spiritualità laica". Io nel discorso dell'ecologia profonda ci vedo, per chi la sente, anche questo discorso.
 
Rifiutarlo vuol dire un po' come rifiutare che si parli dei problemi economici del mondo (e non parlo solo della crisi dell'euro, del dollaro e della finanza, ma anche dello sfruttamento dei paesi ricchi nei confronti di quelli del terzo mondo) o rifiutare di parlare della possibilità di seguire un'alimentazione naturale (sempre secondo le proprie tendenze e possibilità) fino ad arrivare al vegetarismo, al veganesimo, al crudismo, ecc. ecc.
 
L'era ecozoica è un'era a cui noi tutti aspiriamo e che cerchiamo con la pratica  di rappresentare.
 
Caterina Regazzi - Rete Bioregionale Italiana


venerdì 27 febbraio 2015

Monsanto - Gira e rigira la colpa è sempre sua...




Recentemente, dai risultati emersi in alcuni studi, sembrerebbe che 
l’allergia al grano non dipenda dal grano stesso ma dal modo in cui 
esso viene coltivato. Non sembra una coincidenza, infatti, che uno dei 
maggiori pesticidi utilizzati nelle coltivazioni di questo importante 
cereale sia proprio il Roundup, erbicida prodotto dal colosso Monsanto, 
un prodotto da anni sotto accusa in quanto ricco di glifosato.

Il Roundup non solo uccide tutte le "erbacce", ma si fissa sul terreno 
in cui viene utilizzato rendendolo sterile. Intanto i livelli di 
contaminazione di glifosato sono in continuo aumento. Le erbe
infestanti sono diventate più resistenti agli erbicidi, rendendo 
necessario un loro utilizzo più massiccio, con conseguente accumulo di 
sostanze tossiche nelle piante; inoltre gli agricoltori si sono resi 
conto che spruzzando Roundup sulle coltivazioni di grano aumenta la 
produzione. Il risultato è che questo erbicida viene utilizzato molto 
più frequentemente e liberamente e gli Americani consumano tracce 
della sostanza chimica ogni volta che mangiano prodotti a base di grano.

Nel 2013, uno studio pubblicato su Interdisciplinary Toxicology ha 
evidenziato una relazione diretta tra l’aumento della presenza di 
glifosato nel grano e l’aumento della celiachia, con un andamento 
quasi identico. Sempre attraverso tale studio si è evidenziato come 
l’effetto più dannoso sia proprio a carico dell’apparato digerente: il 
glifosato va a colpire i batteri “buoni” del nostro organismo, ovvero 
quelli utili per la produzione di amminoacidi essenziali per la 
digestione.

Il glifosato, insomma, è molto più tossico di quanto si pensasse 
originariamente e se, da una parte, le sperimentazioni del colosso 
biotech continuano indisturbate (per esempio a Molokai sta 
sperimentando nuove qualità di grano in grado di resistere 
maggiormente ai pesticidi), dall’altra fortunatamente, alcuni Paesi 
stanno intervenendo per porre freno alla potente multinazionale: 
l’Olanda ha detto ’No alla Monsanto’. Il parlamento olandese, infatti, 
ha recentemente deciso di vietare la vendita di erbicidi a base di 
glifosato ai privati, a partire dal 2015.

Potrebbe interessare: Gli OGM hanno fatto aumentare l’impiego di 
pesticidi negli USA

Nell’attesa che anche gli altri Paesi prendano esempio dall’Olanda, 
ogni persona dovrebbe tutelare la propria salute acquistando grano di 
qualità come il triticum monococcum: ha un basso tenore di glutine, un 
alto contenuto proteico, è adatto ai terreni poveri e aridi, ha un 
basso impatto ambientale, si presta facilmente all’agricoltura 
biologica e, soprattutto, non è modificato dalla Monsanto!


(Giusi Deiana - Lista European Consumers)

giovedì 26 febbraio 2015

Messaggio bioregionale in bottiglia, da ascoltare, annusare, toccare...

"Due uomini occupavano la stessa stanza d'ospedale, uno dei due riusciva a mettersi seduto sul letto e guardare fuori dalla finestra descrivendo quello che vedeva all'altro costretto alla degenza. Raccontava di piazze giardini uccelli bambini e altro della vita quotidiana della città. Un giorno l'uomo che stava vicino alla finestra andò via e l'altro chiese di essere spostato nel letto vicino e quando molto faticosamente riuscì a guardare fuori vide solo un enorme muro bianco che chiudeva la vista ad ogni cosa, quando chiese informazioni alle infermiere sull'uomo venne a sapere che era cieco e tutto quel che raccontava era frutto della fantasia. Al di là della facile retorica del vero cieco della storia, spesso nella convivenza siamo oltre che ciechi, sordi un po' pigri e anche distratti e non ci accorgiamo quando il nostro vicino lo è veramente e ha bisogno di ascolto cura e attenzione."


Un'amica mi ha scritto: "esci dal guscio che ti sei creato dalla scatola dorata che non ti appartiene. Grida agli stupidi la loro ignoranza…. ESCI!"

Io le ho chiesto: "come fai a sapere che sto in una scatola, come fai a sapere che è dorata, come fai a sapere che non mi appartiene, anche se volessi come riconosco gli stupidi ed a che tipo di ignoranza ti riferisci, e se poi gli stupidi gridano la loro ignoranza
più forte della mia che faccio? Va bene se esco più tardi, ora sto scrivendo?"

Naturalmente non mi ha più risposto!

Al di là della facile retorica sulla mancanza di ascolto manca anche la capacita di mettersi in gioco con ironia sarcasmo e umorismo.
Nella storia della portatrice d'acqua cinese mi sono immedesimato sempre nel vaso di terracotta rotto rigonfio d'acqua e gocciolante lungo il cammino ma quando mi giro a guardare indietro invece della scia verde e fiorita, come nella storia, trovo sempre più spesso solo desolazione!

Ora mi chiedo come ho fatto a seminare tanta aridità? Gli altri esistono veramente? Sono io che non esisto?

Sono indeciso se mettere questo messaggio in una bottiglia e mandarla a navigare nel mare della telematica, ma a che pro?

Se non hai potere nessuno ti ascolta e se ti hanno ascoltato diventi un po' più ricco, hai alimentato il tuo ego, "paventando" tutto sotto l'ottica della didattica e della comunicazione.

Ma che importanza hanno i percorsi, l'importante è provare emozioni, basta poco, un po' di semplicità per provare e dare emozioni e non serve, come dice De André, imparare la Treccani a memoria. E' sempre infinitamente più difficile essere semplici che fare i complicati. 

Potrei parlare per ore delle pietre del Salento, enormi orologi solari, calendari astronomici, geometria e geografia sacra, le due G tanto care ai templari. Sapevano già tutto i templari ma che te ne fai del sapere se non produce. Se non lo sai trasmettere è solo un enorme e ingombrante fardello che ti porti dietro, che ti pesa le spalle.

Non lo so dove voglio arrivare oggi, sto andando avanti a braccio. Quello che mi manca veramente è solo l’amore, finirò per morirne senza. Vado in giro con la mano tesa come i ragazzi balcanici chiedendo elemosina e ricevendo solo pesci in faccia! Soprattutto dalle persone più care e da cui ci si aspetta di più. Almeno ho da mangiare.. i pesci!

E quell'idea di gioia amore e armonia che intravedo in fondo al cuore è solo illusione o esiste veramente?

Ferdinando Renzetti

mercoledì 25 febbraio 2015

Eutrofizzazione, acque balneari e cianotossine - Bagnanti a rischio



Un gruppo di studiosi dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha da poco licenziato delle linee guida per la gestione delle fioriture di cianobatteri nelle acque di balneazione. Lo studio si pone l’obiettivo di affrontare al meglio la presenza di questi organismi, forieri di cianotossine e in grado di avere diversi effetti tossicologici sulla salute umana, la cui presenza sta aumentando costantemente grazie all’eutrofizzazione e ai cambiamento climatici.

Le linee guida sono finalizzate alla tutela della salute dei bagnanti e dei frequentatori delle spiagge rispetto alle possibili vie di esposizione (orale, cutanea, inalazione), tenendo conto della possibilità di produzione di cianotossine conosciute alle quali sono legati i rischi maggiori.


Gli autori danno grande importanza alla necessità di informazione i cittadini, non solo per proteggerne la salute in caso di eventi improvvisi, ma anche per avere un feedback che aiuti le istituzioni preposte ai controlli.

Il rapporto è suddiviso in tre parti:

Parte A: riassume lo stato dell’arte sulle conoscenze scientifiche riguardanti le caratteristiche chimiche, la distribuzione e la presenza nei laghi italiani, gli effetti sull’uomo e la valutazione del rischi presentando, inoltre, modelli matematici predittivi.


Parte B: presenta le linee guida che rappresentano un aggiornamento dell’Allegato B del DM 30 marzo 2010, basandosi sulle nuove conoscenza disponibili in letteratura. Le linee guida propongono il monitoraggio ambientale nelle aree a rischoi e una possibile procedura sanitaria.


Parte C: riporta le indicazioni tecniche rivolte alle strutture territoriali preposte alla sorveglianza delle fioriture di cianobatteri.

Nel rapporto si propone di uniformare, a livello nazionale, la raccolta dei dati del monitoraggio e della sorveglianza sanitaria in modo da consentire una conoscenza maggiore dell’estensione del fenomeno in Italia e, quindi, dei rischi che corrono i bagnanti.




(Fonte: http://www.arpat.toscana.it)

martedì 24 febbraio 2015

Progetto agricolo bioregionale sul cammino di San Francesco




Siamo Michela e Roberto e viviamo in Umbria dal 2010, ma siamo,
rispettivamente emiliana e siciliano di provenienza. Abbiamo lasciato
i nostri lavori (cooperazione internazionale e produzione audiovisiva)
e mossi dalla voglia di prendere in mano la nostra vita e dirigerla
verso una scelta più consapevole, responsabile e attenta ai ritmi
della vita, abbiamo costituito un'associazione e preso in affitto un
casale con un pò di terra. Facciamo ospitalità rurale e cerchiamo di
produrre del cibo dalla terra mettendo in pratica i principi della
permacultura e dell'agricoltura naturale. Cosa ci ha portato a vivere
sul cammino di San Francesco (www.diquipassofrancesco.it)? Certamente
il desiderio di vivere un progetto di vita comunitaria aperto
all'accoglienza e allo scambio internazionale. Nel frattempo la
famiglia si è allargata, nel giugno 2010 è nata Antea con un
bellissimo parto in casa e nell'ottobre del 2014 sono arrivate le due
gemelle, Mia e Noa. Il cammino ci ha portato a conoscere strumenti di
comunicazione e di progettazione sostenibili ed efficaci come il
dragon dreaming o la comunicazione efficace che ci aiutano nelle
nostre scelte e relazioni. Da un anno abbiamo acquistato il terreno,
con annesso un casale, di circa 7 ettari, proprio di fronte alla casa
dove attualmente viviamo. Qui, vorremmo ampliare e consolidare
l'attività agri-turistica-sociale con l'avvio di un frutteto, un orto,
la coltivazione di piante officinali, l'allevamento di animali
(galline, maiali, capre, asini, api). Sogniamo un'attività di
gelateria e pasticceria con i nostri frutti, attività ludiche e
didattiche con gli animali, percorsi turistici e di trekking mirati
all'osservazione della natura, percorsi di riscoperta e di
avvicinamento al sé divino e profondo. Vorremmo cercare di
autoprodurci il più possibile. Le nostre attuali energie non ci
permettono di svolgere tutte le mansioni legate all'avvio ed alla
gestione di queste attività per questo siamo alla ricerca di qualcuno
con esperienza che abbia interesse e volontà di cimentarsi in questa
impresa. Il nostro obiettivo è quello di creare una realtà agricola il
più possibile auto sostenibile, partendo dalla produzione delle
energie (solare, eolico, legname, raccolta e riciclo delle acque), la
produzione di ortaggi e materie prime da trasformare (farine, derivati
animali) per l'autoconsumo e l'attività turistica in corso d'opera,
come anche per la vendita (nel medio/ lungo periodo). CHI CERCHIAMO
Una famiglia, preferibilmente con figli, che abbia già maturato un'
esperienza di convivialità e abbia un reale desiderio di avviare
un'attività nella produzione di ortaggi, alberi da frutto, gestione di
animali (tipo galline, capre, maiali, asini), nella prospettiva anche
della trasformazione, della vendita e dell'avvio di attività
didattiche e ludiche. E' necessario inoltre che la persona sia dotata
di:

- PREDILEZIONE PER UNO STILE DI VITA E DI LAVORO ATTENTA ALLA CURA E
SALVAGUARDIA DELLA TERRA, CON SCELTE INNOVATIVE E SOSTENIBILI; -
INTRAPRENDENZA E SPIRITO DI INIZIATIVA perché si tratta di essere
pionieri e imprenditori di se stessi. Nel medio termine, si potrebbe
ricavare un proprio reddito e svolgere l'attività agricola in maniera
autonoma. - CAPACITA' PRATICHE E MANUALI visto che i cantieri e le
strutture da avviare sono molti ed articolati. - SPIRITO DI
COLLABORAZIONE perché ogni singola scelta ed intervento sul campo deve
tenere conto dei bisogni del luogo e delle persone che già vi abitano
o vi vorrebbero abitare. - FLESSIBILITA' E CAPACITA' DI ADATTAMENTO
perché la progettazione del terreno e delle attività è ancora in corso
e in continua definizione e anche perché il luogo è sia spazio di
accoglienza di pellegrini sul cammino di San Francesco sia un
laboratorio permanente per la creazione di un eco villaggio. Per
questo vi è un notevole passaggio di persone con orientamenti e
caratteristiche culturali differenti con le quali è auspicabile
relazionarsi con curiosità e spirito di accoglienza autentico. -
ATTENZIONE ED INTERESSE verso percorsi educativi e di crescita
integrati ed olistici per sé e i propri figli. COSA OFFRIAMO - terreno
- spazio abitativo, essenziale ed ancora in via di definizione con
servizi e utenze da energie rinnovabili, - attrezzatura per il lavoro,
- forma contrattuale da concordare insieme con possibilità di definire
una "forma societaria", - possibilità per la persona di svolgere una
propria attività in autonomia, - canale commerciale già avviato,
legato al passaggio dei pellegrini sul cammino di San Francesco, -
Contesto di vita conviviale e non formale, DOVE SIAMO Ci troviamo in
Umbria, a 16 km da Città di Castello e altrettanti da Pietralunga,
località Candeggio. I mezzi pubblici non ci raggiungono, ma le strade
sono in ottimo stato e asfaltate. Viviamo in questo luogo dal 2010,
anno in cui abbiamo fondato con altri amici l'associazione Che Passo!
Cammino di pace, sentieri di grazia che promuove, oltre al progetto di
eco villaggio, anche dei seminari residenziali su pratiche di
autosostenibilità, comunicazione ecologica ed efficace, dragon
dreamimg, ect L'attività di accoglienza dei pellegrini che percorrono
il percorso di San Francesco è in continua crescita ed è una
caratteristica peculiare del luogo e del progetto. COSA FARE
Scriveteci per presentarvi e raccontarci il vostro vissuto attuale. Ci
piacerebbe un inserimento sin da subito con un periodo di conoscenza e
di prova da realizzare nel corso della primavera ed estate 2015.

Località Candeggio, 1/B - 06012 Città di Castello (PG)

info@chepasso.org 

lunedì 23 febbraio 2015

Percorrendo la via della luce



Fine settembre, di qualche anno fa

Quella notte avevo dormito a Cagnano Varano, un borgo dietro un’altura
sul lago di Varano, viuzze strette, scale, scalette, tutto bianco
calce. Mi avevano raccontato di quella strana storia dell’antica citta
di Uria sepolta da un maremoto quando il lago era ancora mare aperto,
così gli uri avevano ricostruito il paese dietro l’altura per
proteggersi, infatti non si vede il mare. Dopo la colazione al bar del
paese avevo intrapreso la strada fino alla grotta di san Michele, il
paesaggio secco di fine estate, sterpaglie, qualche ulivo, mandorlo,
fico, capre, pecore. I cagnanesi, un tempo pastori, costruttori con la
pietra morbida delle cave circostanti, pescatori sulle acque del lago.

La grotta grezza, ruvida, vera, sacra, scarna, umida, il custode
silenzioso mi cedette una candela da dedicare a san Michele. Sul
pavimento vi erano scavate le sagome dei piedi di antichi pellegrini
arrivati in chiesa chissà da dove; notai subito quella signora che
pregava appartata vicino all’altare di pietra. Rimasi nella grotta
parecchio tempo e lei sempre là ferma; uscii e rimasi la all’aperto,
una specie di gola con alberi e un po’ di fresco; dopo un po’ uscì
pure lei e ci mettemmo a parlare. Lei viaggiava a piedi come me, un
piccolo zaino il suo, un bagaglio leggero, così riprendemmo il nostro
cammino, seguimmo l’antico sentiero che costeggiava il lago fino alla
chiesetta di san Nicola dove sulla sponda c’è la base militare del
secolo scorso, abbandonata, con gli hangar, le palazzine liberty, la
banchina, tutto abbandonato nel più assoluto mistero. Mi ha colpito la
pietra miliare sulla strada, un 8, simbolo di infinito. Sicuramente
questo è un luogo con una energia particolare anche perché vi scorre
un ruscello di acqua dolce, cosa rara nel Gargano. Lungo il cammino
Clara mi raccontò che era devota di san Michele e che stava
percorrendo la via della luce dell’Arcangelo, detta pure “spada di san
Michele”. Dalla Frigia, passando per Monte Sant’Angelo fino a Mont
Saint Michel in Bretagna, i monasteri dedicati al santo sono tutti in
linea retta. Mi raccontò che il 29 settembre e l’8 maggio, date che
corrispondono alla comparsa in cielo della costellazione delle
Pleiadi, la proiezione a terra dell’arco del sole coincide con la
linea della luce di san Michele e che in quelle date una luce e
un’energia particolare mettono in contatto con gli Angeli e san
Michele. I pastori. devoti di san Michele percorrevano due volte
all’anno queste linee di energia, a settembre verso oriente e a maggio
verso occidente. Clara, per questioni di tempo e comodità, la stava
percorrendo verso occidente. Dopo san Nicola invece di prendere il
sentiero verso il monte Delio, proseguimmo raggiungendo la litoranea.
Il nastro caldo d’asfalto del pomeriggio di fine estate, la macchia
mediterranea prostrata dal vento, la luce fortissima e iperreale,
facevano sentire anche me in una dimensione spazio temporale diversa,
per così dire, sopra le righe. Su questa parte della costa d’estate il
sole albeggia e tramonta sul mare, quindi il pomeriggio, la luce
argentata riflessa dal mare è accecante e i corpi si illuminano in
modo irreale come se la luce provenisse da dentro. San Michele
rappresenta la luce, asthar sheran, come qualcuno lo chiama,
comandante della flotta celeste sempre in lotta contro le forze delle
tenebre. Clara ad un certo punto mi chiese come mai camminassi così
piano e le spiegai che seguivo la filosofia del deep walking,
camminare lento, profondo, consapevole, per aumentare il livello di
consapevolezza, per connettermi maggiormente con il paesaggio in cui
siamo immersi.

Arrivammo a Torre Mileto al tramonto; sulla spiaggia incontrammo un
gruppo di coloratissimi ragazzi che ci raccontarono che nelle
vicinanze c’era un bellissimo ecovillaggio, “il giardino della gioia”,
dove avrebbero potuto ospitarci. Così percorremmo il sentiero
brecciato tra muri di lentisco, asparagi, fichi d’india, ulivi
millenari e insetti di ogni specie colore e varietà. Il monte Delio,
sulla cui sommità si trova l’antica chiesa romanica di Santa Maria di
monte Delio, forse reminiscenza di un antico culto solare, divide il
lago di Varano dalla laguna di Lesina. Arrivati al giardino conoscemmo
un po’ gli abitanti radice: Angela, Diego, Valeria, Bruno e altri che
non ricordo. La sera, dopo la cena vegana, un grande fuoco all’aperto,
per la luna piena, così ognuno di noi raccontò la sua storia. Clara ci
raccontò che era una curandera, una guaritrice, e che aveva ereditato
questa particolare energia da sua nonna. Il suo racconto suscitò
parecchio interesse e tutti volevano saperne di più, e farsi toccare
dalle sue mani magiche. Così a tarda notte ci dissero che c’era una
yurta dove avremmo potuto dormire quella notte e ci indicarono il
sentiero per raggiungerla. Ci avviammo nella notte, vuoi per la
stanchezza, vuoi per la bellezza del paesaggio metallico notturno,
alla luce della luna, vuoi perché inebriati di parole, doni del cielo
e spiritualità, ci perdemmo tra gli ulivi. Iniziammo a vagare nella
sterpaglie secca, dove conoscemmo la poeticità del nome dei “bacia
piedi”, spine che si attaccano ai piedi, dolorose; così vagammo nella
notte, tra un ahi e un ohi, per fortuna sorreggendoci l’un l’altro, il
buon umore non mancava, cosi ci prese una strana ridarella e quasi non
riuscivamo più a muoverci per il ridere. Ad un certo punto dissi: “dai
dormiamo qui sull’erba!” Ma lei rispose: “voglio arrivare alla yurta,
anche perché non ci ho mai dormito e mi piacerebbe questa notte!”
Così, faticosamente, dopo un lungo vagare, arrivammo alla meta, alla
mecca miraggio del rigiraggio. entrati, accendemmo la piccola candela
che qualcuno con premura aveva lasciato. eccoci nella chiara e calda
luminosità circolare della urta, odore di cera dapi e feltro, sul
pavimento in legno, solo un materasso, così dormimmo stretti, vicini
vicini. Io scherzando le dicevo: “ho un doloretto qui e un doloretto
là”. Lei ridendo mi toccava un po’ la parte dolorante, così mi
addormentai tra le braccia della curandera Clara, protetto come in una
bolla di cristallo, e tra le braccia più ampie, nella grande bolla
traboccante d’amore di san Michele Arcangelo.


Clara ha scritto numerosi libri tra i quali: “In viaggio, alla ricerca
dell’anima perduta”.


Io scherzosamente la chiamo “la patata sessantina”, un po’ per via
dell’età, un po’ perché frequenta il comitato scientifico del
“consorzio della patata quarantina”.


Nel pomeriggio, durante il cammino, urlavo spesso: “natura ti prego
dicci qualcosa”. E lei da lontano, con una vocina rispondeva:
“..qualcosaaa!!”.


Cantavo a loop quella vecchia canzone dei Nomadi:

“una notte di settembre mi svegliai, il vento sulla pelle e sul mio
corpo il chiarore delle stelle, chissà dov’era casa mia, e quel
bambino che giocava in un cortile. Io, vagabondo che son io, vagabondo
che non sono altro, soldi in tasca non ne ho, ma lassù m e’ rimasto
dio…” chi canta prega due volte



Nota Bene
le rotte astronomiche sono da verificare, da ricerche fatte su
internet pare che il sole il 29 settembre fa una retta che coincide
perfettamente con asse est-ovest. mentre al solstizio d estate
coincide con linea di san michele, sorge a nord-est e tramonta a nord
ovest. con la precessione degli equinozi le osservazioni astronomiche
sono cambiate. i pastori per motivi pratici hanno seguito le pleiadi
sovrapponendo nel tempo il culto micaelico a quello di ercole delle
popolazioni italiche. le pleiadi non stanno più dove le vedevano i
pastori durante le loro migrazioni stagionali. cosi magari un tempo le
rotte dei pastori del 29 settembre e dell 8 maggio coincidevano con le
stesse direttive mentre oggi ce’ un notevole sfasamento tra le due
date. soprattutto se ho capito bene le due date erano ad egual
distanza dal solstizio, ora l 8 maggio dista 40 giorni mentre il 29
settembre dista 95 giorni se come si dice il solstizio si e’ spostato
circa di un mese, dalle osservazioni antiche togliendo trenta giorni
ai 95 e aggiungendoli ai 30 si ha un equidistanza delle due date dal
solstizio. san michele figura come ercole di un semidio mette in
comunicazione terra e cielo ambasciatore tra uomo e dio. krittika , i
tagliatori, il comandante celeste, dal sanscrito, cosi gli indiani
definiscono le pleiadi e secondo una antica leggenda nutrici e balie
di san michele.

Sebastian (Alias Ferdinando Renzetti) 

domenica 22 febbraio 2015

Turismo e bioregionalismo - Viaggio ecosostenibile da Treia a Macerata, a piedi



Rimane celebre nella storia degli incontri bioregionali la calata a Calcata di Etain Addey che verso la fine degli anni '90 del secolo scorso da Gubbio se ne venne a piedi  al Circolo vegetariano in  appena quattro giorni di viaggio...

Certo non tutti avrebbero quella forza e quel coraggio, c’è inoltre da dire che Etain si lamentò di non aver trovato nessuna locanda aperta nei paesini visitati, essendo ormai  gli alberghi solo  in  centri grandi  o lungo le strade di grande transito automobilistico. In verità le vecchie locande ed alberghetti nei vari centri periferici sono stati chiusi proprio con l’avvento del turismo veloce e di massa…

Qui si tratta di rilanciare  l’esperimento del turismo lento e sostenibile  che forse potrebbe anche inserirsi in un programma di finanziamento europeo destinato al turismo a basso impatto ambientale. 

Come primo esperimento vorrei  qui proporre una passeggiata lunga durante la consueta "vacanzetta agostana" che organizziamo a Treia, ogni anno durante il mese di agosto:   “Treia Macerata, tutto a piedi…” Magari, o la chiamerei anche “Viaggio alla riscoperta della antica marca centrale”.

Qui da noi, nelle Marche, possiamo pensare all'ospitalità casalinga, ai sentieri campestri, alle visite archeologiche, alla riscoperta dei prodotti locali, al ruolo multifunzionale dell'agricoltura e del turismo rurale.

Insomma un turismo autarchico, ad impatto zero ed  “a basso costo”.  

Perché andare a cercare turisti stranieri  all'altro capo del mondo quando c'è un bacino di turisti italiani  da coinvolgere? Turisti che magari se ne vanno a vedere colline, laghi, mari, monumenti all'altro capo del mondo  e non conoscono le bellezze di casa nostra.

Ed il  viaggio eco-sostenibile per arrivare nelle Marche  può anche questo essere eco-solidale, con la condivisione dei mezzi sia privati che pubblici (oggi esistono associazioni che si occupano anche di questo). Un viaggio che  potrà  essere comunitario e poco impattante.

In sintonia con l'idea bioregionale si pone quindi il consiglio  del viaggio lento,  e spero  che alla Festa dei Precursori di Treia, del 25 e 26 aprile 2015, si possa parlare anche di questo (magari con gli amministratori locali) per meglio sviluppare questa idea.

Paolo D’Arpini 
Circolo Vegetariano VV.TT. di Treia


(Programma della Festa dei Precursori 2015 a Treia: 
https://circolovegetarianotreia.wordpress.com/2015/02/14/treia-festa-dei-precursori-31a-edizione-25-e-26-aprile-2015-presentazione/)

sabato 21 febbraio 2015

Marche. Potenza Picena ed Ancona - Incontri alternativi culturali



Desidero segnalarti due incontri APERTI A TUTTI
che considero opportunità positive, per la conoscenza, condivisione,
confronto ed interessante scambio di idee ed esperienze tra persone differenti
intorno al valore della vita e le sue colorate sfumature.
venerdì  27 febbraio ore 21.00   POTENZA PICENA (Mc)
Sala Boccabianca. Biblioteca.
attraverso il libro "Il valore nelle orme del cuore" di Maria Lampa
si porterà l'attenzione su:
"la vita diventa un "Evento" se noi lo vogliamo!"
"L'editoria è uno strumento di condivisione"
Interverrà Maria Grazia Barboni a sottolineare musicalmente la gioia di vivere,
rendendo la serata un Evento emozionante.
domenica  1 marzo dalle ore 15.45 alle ore 20.00     ANCONA
Hotel Europa (Torrette. davanti all'ospedale)
CONVEGNO E INCONTRO CONVIVIALE    "La costola di Adamo"
Interverranno:
Antonella Ciccarelli      sociologa criminologa
Walter La Gatta         psicoterapeuta sessuologo
Maria Lampa             autrice, organizzatrice di eventi culturali e sociali  "la dignità non ha sesso"
Giuliana Proietti         psicoterapeuta, sessuologa
Sara Scuppa             ginecologo
Lucia Tancredi           autrice
gli intervalli saranno curati musicalmente da Maria Grazia Barboni
Sarei felice di condividere con te questi momenti importanti.
Maria Lampa

335-8374212

venerdì 20 febbraio 2015

Ecologia profonda ed antispecismo per salvare la biodiversità "oltre la specie"

Resistere. In ordine: a cosa, perché, come, a chi?



Con Ornella (attivista di Oltrelaspecie, per i diritti umani e
animali)  passeremo martedì 24 febbraio 2015 -c/o gastronomia vegan
"Gusto Arsizio" di Busto Arsizio (VA), via Palestro 1/b. Inizio
incontro ore 20,30 – qualche ora all’insegna della complicità e
dell’intimità necessarie per riflettere insieme su quali e quanti
ostacoli al saper resistere dobbiamo affrontare in qualità di umani
resistenti.


Mostreremo sei spezzoni di video che introdurranno ogni singolo
argomento: focus su questioni poco dibattute ma che aleggiano nello
spirito indomito di molti di noi che non ci stanno.
Non ci stanno nell’allinearsi ai trend che le società antropocentriche
determinano, così come non ci stanno a rimanere ai margini perchè
soddisfatti di avere in mano qualche forma di ragione.


Resistere quindi al perpetuarsi della violenza sugli animali non
umani; resistere ad interpretare la lotta in chiave essenzialmente
antiumanista; resistere a ridurre il tutto ad una visione moralista e
sovra-socializzata che reclama un posto per tutti senza capire che il
progresso -così come è concepito- non lo prevede; resistere quindi
alle perdite e ai privilegi che necessariamente viviamo, con occhi e
cuore comunicanti verso chi non ha, alla ricerca di un altro senso
della vita; resistere all’idea di pacificare ogni passaggio verso il
cambiamento; resistere da uomini e donne che cercano di generare un
insieme tutto nuovo per tutte le specie animali oggi discriminate.
Altri mondi ci chiedono, manifestando esclusioni, angosce e dolori…di cambiare.
Modificare i riferimenti acquisiti comporta lo sforzo innanzitutto di
resistere alle convinzioni che si ha di sé.


Ci troviamo questa puntata anche per perderle.
Senza che diventi eccessiva la paura di perdersi minando la propria
identità resistente.

Oltre la Specie onlus - info@oltrelaspecie.org

Associazione antispecista per la liberazione animale