lunedì 31 luglio 2017

Caos poetico bioregionale remix di Ferdinando Renzetti


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caos  poetico bioregionale remix
la magia del riordino
in ordine sparso

luce del sud
primizia estiva
passione vera
terra in quiete
motore di vita

ventilazione naturale
respiro dunque sono
om

circonferenza ex[o]terica
il flusso desiderante
determina la realta
radianza luminosa
pensiero di luce

propulsori psichici
arancio giallo
celeste azzurro
cromatici aromatici
bioenergetici

una danza una poesia
una parola un suono
un gesto un bacio

motore di vita
che si riscopre
nella percezione
dei sentimenti
nelle meraviglie
del viaggio psichico

ytalia: vocabolo coniato da cimabue intorno al 1280

ci mettiamo l oblò della lavatrice
sentieri contemporanei: la citta e’ di tutti

la creatività trova spazio nel vuoto
very ip ippp

e’ arrivata la droga? ho decifrato?
beato te, io sono passata alle sintetiche da tempo!
non mandarmi virus Haker che non sei altro!

sono così aperta che oramai colloquio con me stessa!
un po ci somigliamo, geni incomprensibili.

somiglio a tutto cio che di incomprensibile c e’.

le stagioni si susseguono il sangue circola
i batteri si moltiplicano e mutano
tutto cambia e si muove
vivo in un piccolo angolo di mondo
ci sono parecchie situazioni
da curare e sviluppare, qui.
faccio difficoltà a tenere e innaffiare
le aiuole lontane Kilometricamente

la grande solitudine che mi ama
mi ricorda che sono sempre avanti.
ora il mio tempo e’ al settimo livello.
peccato per quello che lascio alle spalle.
ora fa parte del passato.
mi aspetta un futuro
di grande saggezza
con cambio Look

finalmente un po di poesia e affetto da parte tua.

fiore di rosa sono bloccato a pescara
batterie scariche bioritmi bassi
mi sento svuotato e privo di energia
il mio corpo detta ed esige tempi più tranquilli
almeno questa volta intendo assecondarlo

mi puoi inviare pillole di energia? mi mancano!!!
spargi la voce ovunque tu sia e poi continua a riempire
i tuoi GG di profumi di gioia

Ortho: corretto, giusto
bio: vita, natura
homy: norma, legge
ortho-bionomy: applicazione corretta delle leggi della natura

mi traducibile?
aspetto con tutta tranquillità
ballando pizziche specchiate cosi siamo2

mi abbraccio da solo
felice del tuo essere on line
ti immagino sempre on life più che on line
stasera mi pppiaccio
nello scrivere più che nel ballare
o impercorribili distanze
ci segregano al di la dello specchio
spiegamitici! puoi, tu? forse!
solo che tu, io, posso tutto.


maga mago ancora non so per la maga circe
tanto da raccontare poco da scrivere
essere vicini, questo solo, e sempre.

andiamo al succo dell armonia lirica cosmo planetaria
perche tutto cambi c e’ bisogno che nulla cambi
mutatis mutandis, si, stavolta mollo tutto
e cambio vita

stringo frutti dell'orto figli e succo
in perenne trasformazione
che vita indossi?

indosso quel che indosso,
pantaloncini blu scolorito
una maglietta pure blu scolorito
con una piccola scritta bianca
colore umore
Hue Mood


Ferdinando Renzetti

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domenica 30 luglio 2017

Canto la Bioregione del fiume Nocella


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Gravità.
Questo siamo. Questo è il nostro pianeta.
Energia potenziale ed energia cinetica.
Questo siamo. Questo è il nostro pianeta.
Energia solare che ci raggiunge ogni giorno e nutre e attiva tutti i sistemi grazie anche ad un evento incredibile che si chiama Fotosintesi Clorofilliana.
Questo siamo. Questo è il nostro pianeta.
Acqua in tutti gli stati, ma soprattutto in quello liquido, e in una quantità tale da rendere insignificante quella presente sugli altri pianeti del sistema.
Questo siamo. Questo è il nostro pianeta.
Un pianeta vivo con un cuore incandescente che rimescola in continuazione se stesso.
Questo siamo. Questo è il nostro pianeta.
Questa è la nostra casa.
E nella nostra casa ogni uomo ha avuto in dono una culla.
I bordi della culla sono i monti che il pianeta ha innalzato per proteggerla, per catturare l’umidità dell’aria, per determinarne il confine naturale, per insegnare la fatica e la meraviglia della relazione con “l’altro”. Sui monti crescono le foreste e più in altro si respira dell’alito di Dio, e li che pochi intrepidi costruiscono santuari. Vi abitano gli orsi, e lo Yeti, su di essi fiorisce a volte la genziana altre la nipitella, e sempre leggende. Oltre le montagne vanno solo i più coraggiosi, disposti all’incontro con l’altro.
Le sponde della culla sono le colline che l’acqua del disgelo ha modellato, sulle quali ha deposto il suolo bastevole perché vi crescano i frutteti, il cui suolo gli alberi trattengono perché non finisca in mare. Sulle colline si spingono le greggi al pascolo, si costruiscono i muri a secco, si fanno i falò durante le notti estive.
Poi c’è il fondo della culla e quello è la pianura nella quale l’acqua ha depositato tutto il frutto del suo faticoso erodere. La pianura fertile dove cresce il seme del pane quotidiano, dove puoi godere dell’erba agitata dal vento nei giorni di primavera. La pianura la cui pelle liscia gli uccelli amano sfiorare nei loro voli radenti, la pianura che è buona per i vecchi, buona per generare e fare crescere i bambini. La pianura buona.
Infine c’è la struttura della culla, la sua spina dorsale: quello è il fiume. Nella culla che c’è stata donata a volte c’è un solo fiume, a volte due, altre tanti. Ma ce ne è sempre almeno uno. Il fiume nasce esiguo dalle cime più alte, gorgoglia fra le rocce poco sotto le creste, compie salti vaporosi ad incontrare le colline più alte, si curva desideroso di abbracciare la pianura e, dopo un lungo e sinuoso attraversamento come a volere prolungare il bacio con la pianura il più a lungo possibile, sfocia nel mare “di tutti”.
Il fiume è il senso. E’ gravita. E’ energia cinetica e potenziale. E’ energia solare. E acqua in tutti i suoi stati. E’ il pianeta in continua trasformazione. E’, infine, mare.
Io chiamo questo luogo, questa culla: “bioregione”, io la chiamo “bacino fluviale”.
Chi fra noi conosce la bioregione nella quale vive? Chi ha condotto i propri figli, le persone che maggiormente ama, sui bordi della culla per vedere dall’alto la propria bioregione? Chi ha percorso tutto il bordo per capire cosa c’è oltre, per cogliere nella sua interezza lo svolgersi di forze e sistemi, per godere del proprio posto, per contemplarlo. Chi scendendo dai monti impervi e scoscesi, attraversando le dolci colline, conducendo il proprio corpo attraverso la fertile pianura, e ogni volta, ad ogni cascata, ad ogni ansa, ad ogni sorgente, bagnandosi e bevendo, bagnandosi e bevendo, bagnandosi e bevendo, è tornato a casa e ha celebrato la propria bioregione, il proprio bacino fluviale, raccontando una storia?
Io credo che 4 siano gli imperativi di questo tempo, sicuramente 4 sono per me.
Pregare la divinità.
Prendermi cura della propria famiglia, grande per quanto il nostro cuore può contenere.
Accogliere e proteggere coloro che migrano.
Conoscere, proteggere, contemplare e, infine, celebrare, il proprio bacino fluviale, la propria bioregione
La mia bioregione si chiama: Bioregione del Fiume Nocella e del Torrente Ciachea.
E io voglio celebrarla. 

Francesco Picciotto
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giovedì 27 luglio 2017

Vita bioregionale nei villaggi del Tamil Nadu (India) - "Change is happening now in Tamil Villages" by Richard Clarke


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Tamil Nadu - Arunachala Mountain

Ante Scriptum: "Caro Paolo, t'invio questo articolo di carattere bioregionale,  dell'amico Richard, veramente toccante. Sarà interessante poterlo pubblicare sul  blog del Bioregionalismo, se vuoi, perché  adatto all'argomento trattato. Richard ci narra, per esperienza personale, la scomparsa di piccoli villaggi dediti da lunghi anni all'agricoltura e fa un paragone con la sua terra nativa l'Oklaoma, in cui si viveva come in questi villaggi e come è diventata oggi. Avranno le nuove generazioni un 'buon' posto in cui vivere? Un abbraccio, Simona"

Tamil Villages – The Ancient Spiritual Heart of Tamil Nadu


The Tamils are an ancient people, called by the BBC, “The oldest living classical civilization.” We have shown village traditions that include gods, goddesses, and guardians that were here before the Brahmanist Vedic Hindu ideas and culture arrived in South India, more than 2000 years ago. We have also looked at some ancient family traditions, including a series of rites of passage over the life of each person in the village that give each person a clear idea of their family and their own place within this family.
This village and family structure are linked to another ancient tradition, that of the Tamil joint family farm, where many generations of the family live under one roof, share food, and together work the farm. All the male members of this joint family are blood relatives, and all the women are either mothers, wives, unmarried daughters, or widowed relatives.  They are all together in this joint family.  There farms are usually pretty small, and are near to the village.
You can see people today using the same farming methods. Below is a photo of women planting rice, taken from our home near Tiruvannamalai.

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A man plowing behind a bullock, also taken from our home.
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This farm life has not changed much since the introduction of iron, more than 2,000 years ago, though now you will see some farm machines in use: tractors, often small, and rice harvesters. Change has started to come to these villages as India moves into her place in the modern world. I feel that the culture in these villages today is a precious human and cultural resource for the world, and needs to be preserved, recorded, protected and nourished. Lessons learned from this culture need to be shared with other developing countries around the world who have the capability to preserve their own native family farms and farming families.

Change is happening now in Tamil Villages

In the almost 70 years since Indian self-government began with the expulsion of the British, changes have been happening at a significant pace in these villages.
They include:
  • Public school, where children are removed from the family for education, and taught about India and the world.
  • Family Planning, leading to a reduction in the number of children. This change has been rapid, and has decreased the number of children per woman in Tamil Nadu by more than half. So this generation of children is relatively much smaller than the families at the time of Independence. 
  • “Green Revolution” agriculture, with purchased seeds and chemicals. Farming methods, which were unchanged for two millennia, underwent a big change in the 1960s with the “Green Revolution.” The Green Revolution improved farm productivity, but at a dire cost. The cost was for farm chemicals – chemical fertilizers and weed suppressants, and special seeds that did well under this chemical regime. Where before a farmer could start the new season and use seeds he had saved, now each year’s crop has to be financed, borrowing money for the chemicals and seeds that must be purchased. This changes farming, and introduces a financial risk that is ruinous to farmers during bad years, when the debt cannot be repaid. It also has introduced chemicals into the environment that are not healthy for humans and other animals.
  • Electricity and TV have been brought into most villages now. While having an electric light by which the children can study helps their education, when the children see life beyond the village and are subjected to advertising that makes them want these things, this can pull them away from the village and family.
    A common site is this village house with satellite TV antenna.

  • Mobile Phones are in pretty much every village now. These bring modernity closer to every village.
  • Movement into cities for economic reasons has been draining the life out of the village as sons (and daughters) move to the city to find work and “make a better life” for themselves. The villages are already facing a smaller generation of children, and many of the next generation leave for the city. Family ties remain when they move to the city, but they are weaker, and the traditional life of the family is limited.
  • Abandonment of elders, due to children moving to cities and other family problems, such as alcoholism, has become a big issue in villages. The oldest son of the family is supposed to take care of his parents when they get old. But what happens when he moves away, or if he is an alcoholic, or they do not have a son (in their smaller family)? We see old people living on the street because of this. This is widespread.
  • Two new challenges will add further risks
    • Smart Phones are bringing the Internet to the young people of the world. It is particularly hard for them to resist that allure of video and of relationship systems, like Facebook. The costs for these phones is dropping fast, and as they arrive in the villages, they bring the attention of the young people out of the village, into cities, “where everything is happening.”
    • Global Warming brings further risk, with pressure from changing weather and rising oceans. It is not clear to me how this will affect farming in South India. There is already great pressure on water systems, where wells must be dug much deeper due to falling water tables. Agriculture as currently practiced uses about 70% of the available water, with human and manufacturing use comprising the other 30%. What affect Global Warming will have in South India, I have no idea.

Can the Tamil heritage be protected?

In the USA, the farm houses and villages from my own childhood have vanished. My grandfather was a farmer in Oklahoma. He survived the Oklahoma “Dustbowl” of the 1930s, and when I visited him in the late 1940s he lived in a big farm house, in a situation not unlike the Tamil farmer’s family. He lived there also with some of his children and grandchildren. He had farmworkers who lived on his farm, too. I moved from Oklahoma to California as a child in 1953. When I returned to Oklahoma in the 1980s I tried to visit the old farm. When I got to the place there was no house. All the trees had been cleared. There was only farmland from horizon to horizon, cleared of all obstacles that might slow down the farm machines. The farm machines did most of the work, so they did not need all the people to farm the land. Where are all the families now? The families were the life of the country when I was a boy. Now they have vanished in many places in America, This can happen in Tamil Nadu, too. All it takes is for businesses or large land owners to take over farming, and and “invest” in “Green Revolution” farming and to invest money in farm machines to replace the farmworkers.  Then the quality of the food gets worse, and life in the villages becomes even harder, and more children who will become the next generation move away to the city. The family pretty much dies as the functioning unit, and as the families die, so does the village. 
Here is a photo of farmland that this typical of that seen in much of the USA now: (from nicholsonrealtyfarms.com)

USA farmland

Where are the people? Where are the families?
I have made the case in these articles that Tamil culture and an ancient way of life is preserved in Tamil villages. This way of life brought with it a culture that has withstood the test of two thousand years, and produced many generations of people who feel good about themselves, and live with a deep kind of personal emotional security, always knowing their place in the world. This kind of personal emotional security is something that has been largely lost in many places in the world. It certainly is no longer there in my homeland in America.
In America, the families are much more fragmented; the result of generations of moving to the new places of opportunity (usually leaving much of their family behind). In the American situation, traditions have died, families are weaker, and there is a kind of personal insecurity faced by many people. This personal insecurity is different from what is felt by the children of Tamil villages. Tamil children face physical insecurity due to deep poverty, but their personal security is enough that you usually see their smiling, happy faces. This is not nearly so much the case with children in the USA.
Again, this could be what is in store of Tamil Nadu. This is a picture of harvesting the wheat crop now in much of the USA (from heplerphoto.com):

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A harvesting team of men and equipment starts working in the spring in the Southern areas of the wheat-growing areas of the USA central plains, like in Oklahoma. The team works its way north, harvesting wheat as it ripens as they go farther and farther north, finally into Canada.
This “agribusiness farming” is a high user of investment capital, petrochemicals (gas and oil), and agricultural chemicals (fertilizers, insecticides and herbicides). In most places it is also the main user of water supplies. In India about half of all water goes to support justrice farming, alone. This kind of farming also is not good for the soil, and over the long time depletes it to where it may no longer be viable for farming – unless even more chemicals are used.
Is this the future we want for Tamil Nadu? Tamil Nadu now has a population of about 75 million, and even though Tamil Nadu is one of the Indian states that is the most industrialized, more than half (56%) of the population lives in villages.  So unless we want the Tamil Nadu cities to double in their size, we have to find ways to keep the villages alive, and as a good place for the next generation to live.

Need to study and protect Tamil villages

The need now is to study, document, publish , protect and preserve the ancient culture of the Tamil Villages. Otherwise they might become like farms in the USA.
It is important to record and catalogue Tamil village traditions. This is best done by Tamil researchers, since they have a closer ability to understand the language and traditions of the villagers. A central site updated with this research, maybe something like www.en..tamilwiki.org, could publish this material and provide access to collogues and the English speaking world.

What can be done to nourish and preserve today’s villages?

Agricultural revolution

Organic agriculture has been shown to improve the soil and to improve the crops. These approaches, such as natural composting, seed saving, and crop rotation, work to build the soil and create the natural environment to control pests. Organic agriculture produces better quality food and lowers the cost to the farmer for seeds, pesticides and fertilizers. This reduces the strain on the farmer by reducing his heed to borrow money each year to finance this year’s crops.
One example of a specific new technique of rice farming in Tamil Nadu is SRI, System of Rice (or Root), Intensification. SRI is an agro-ecological methodology for increasing the productivity of irrigated rice by changing the management of plants, soil, water and nutrients. It is proven to improve yields and profitability in Tamil farms. Here is a slide from the presentation that summarizes the key points of the now-proven SRI growing techniques:

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SRI was developed in 1983 by the French Jesuit Father Henri de Laulanié in Madagascar. SRI uses less water, about half. It also uses less seed, again about half. Harvests are improved  with increased yield by 10 – 100%. SRI uses less chemical fertilizer and weed-control chemicals. All of this greatly lowers cash investment for the farmer. Lower cash investment and improved yields mean improved profitability for the farmer.

Help marketing of crops

Village farmers’ co-ops are used around the world to improve the ability for small producers to join together to market crops. These co-ops share the tasks for storing, transporting and selling the crops. Combining all the village’s crop into one marketing organization gives the village much better power and ability to make agreements to sell their agricultural products.
Better roads to get fresh crops to market are key in this effort. Slow traffic is the case on roads that are too small and with unrepaired potholes and other road damage. This slow movement of fresh farm produce makes it hard to market and increases the problem with perishable items spoiling. With more than 12,000 villages in Tamil Nadu, having a good road to each village is a big task. Pressure must be applied to the Tamil Nadu state government to get this done. Current Tamil Nadu budget calls for 1364 road improvements per year. At that rate it will be a decade before the road improvement work is finished for the 12, 620 villages.

Strong laws to protect the villages

Maintain existing strong laws and ensure enforcement of these laws to protect farmland from developers and to encourage family farms in the villages.
There are three legal types of property in Tamil Nadu: Agricultural, Government, and Patta. Agricultural land is limited in use to farming. Patta can be privately owned, and the rest (including most temples, schools and hospitals) is Government land. These land rules are administered by the Tamil Nadu Revenue Department. Tamil Nadu has a strict Agricultural land holding law already, The Tamil Nadu Land Reforms (Fixation of Ceiling on Land) Act, 1961, that fixes that maximum size of a farm own by a family to 60 acres to begin with and later reduced to 30 acres. Industrial uses are restricted to 15 acres. This sounds good, but there are problems, as reported in the Times of India:
However, Section 37-A of the same act empowers the government to issue permission to industrial and commercial undertakings to hold excess land. As per Section 37-B, public trusts can apply to the government for permission to hold or acquire lands for educational or hospital purposes. It is because of these provisions that educational/medical institutions and industries hold thousands of acres of lands. (My bolding)

These problems are now in the hands of the High Court. I do not know how confident we can be in their solution. I know of a local land use issue, that of a building for an ashram built upon Government land on Arunachala where the HC ordered that it be removed and the local government was unable to execute the court order.
There is also a problem with misuse of Agricultural land. I have personally seen rental housing built on Agricultural land and rented out. This is illegal, but nothing seems to be done about it. Also there is a big issue with Agricultural land being converted to Patta, and thus to private development. I do not know for myself, but I have heard that real estate developers, with lots of money, are powerful, and can influence members of local governments to convert Agricultural land to Patta.

Conclusion

We need to realize that Tamil villages are precious. We need to understand them, document their cultural elements, and publicize our findings. We need to preserve them and protect them, and find ways to nourish them for the future. The heart of this, to me, seems like the farms. Improved farms means more children will stay in the village as adults. It is easy to choose to stay with something that is successful.
What else can be done? I have made a few recommendations, primarily to improve the agricultural success of Tamil Nadu villages. I know there are other ideas. Some groups have started sourcing crafts items from villages. Others, like the Irula (see this post), have formed their own organizations to produce and market natural healing herbs and herbal mixtures.
Who is working on these issues? Are there colleges and universities that are providing leadership on these issues? The government is deeply involved. What leadership can be provided by the government? Are there private organizations and NGOs that are involved or that should be involved? I am just a private individual, and a retired foreigner as well. Indian leadership is needed. Who will step up? What can you do? IF you are interested in this, comment to this article. Maybe we can, together, work to effect changes that will insure the survival of Tamil Nadu’s ancient traditions.

Richard Clarke




Links to the rest of the series:
References
I used the following sources to help me with information I have included in this series:
http://en.wikipedia.org/wiki/Village_deities_of_Tamil_Nadu
http://en.wikipedia.org/wiki/Mariamman
http://en.wikipedia.org/wiki/Aiyanar
http://en.wikipedia.org/wiki/Madurai_Veeran
http://en.wikipedia.org/wiki/Periyachi
http://en.wikipedia.org/wiki/Sudalai_Maadan
http://en.wikipedia.org/wiki/Muniandi
http://www.karuppar.com/blog/arul-vaaku-secrets-is-trance-real/
http://www.astroved.com/karuppasamy_rituals.aspx
http://en.wikipedia.org/wiki/Karuppu_Sami
http://www.shaktikali.net/kateriamma.htm
http://en.wikipedia.org/wiki/Sacred_groves_of_India
http://www.fao.org/docrep/005/y9882e/y9882e14.htm
http://www.ecoheritage.cpreec.org/innerpageof.php?$mFJyBfKPkE6
http://genome.cshlp.org/content/13/10/2277.full
https://genographic.nationalgeographic.com/human-journey/
http://ces.iisc.ernet.in/hpg/cesmg/peopling.html
http://sri.ciifad.cornell.edu/index.html
http://www.philtar.ac.uk/encyclopedia/hindu/ascetic/mariam.html
http://en.wikipedia.org/wiki/Genographic_Project
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http://www.rkmp.co.in/general-domain/history-and-evolution/history-of-rice-cultivation-in-india
http://karkanirka.org/2008/05/11/murugan1-2/
http://karkanirka.org/2008/05/11/murugan2/
http://karkanirka.org/2008/05/11/murugan3/
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http://murugan.org/research/zvelebil-tamil_traditions-intro.htm
http://hindu.com/thehindu/thscrip/print.pl?file=2008050353942200.htm&date=2008/05/03/&prd=th&
http://www.scribd.com/doc/75164625/Indian-Diversity-genetic-study-Metspalu-Gyaneshwer-Chaubey-et-al-AJHG-Dec-9-2011
http://appiusforum.net/indusvalley.html
http://archaeology.up.nic.in/doc/ffsi_nbdf.pdf
http://www.britannica.com/EBchecked/topic/9647/origins-of-agriculture
http://archaeology.about.com/od/iterms/qt/indus.htm http://timesofindia.indiatimes.com/home/science/Climate-change-caused-Indus-Valley-civilization-collapse/articleshow/31133369.cms
http://www.britannica.com/EBchecked/topic/286837/Indus-civilization
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http://en.wikipedia.org/wiki/Indo-Aryan_peoples#Origins
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http://en.wiktionary.org/wiki/Transwiki:Multilingual_list_of_Indian_family_relation_names
http://www.ihsnet.org.in/HealthSystemsFactSheets/age@marriage.htm
ttps://www.census.gov/population/international/files/ib-9701.pdf
ttp://planningcommission.nic.in/reports/wrkpapers/wp_hwpaper.pdf
http://www.indiaonlinepages.com/population/tamil-nadu-population.html
http://www.tnrd.gov.in/panchayatraj_inst/village_panchayats.html
http://www.tnrd.gov.in/policynotes/R_D_and_Panch_Raj_2013_14_PNE.pdf
http://www.landreforms.tn.gov.in/LandReforms.html
http://timesofindia.indiatimes.com/city/chennai/HC-digs-deep-into-TN-land-ceiling-act/articleshow/11955194.cms
M. Amirthalingam, Sacred Groves of Tamil Nadu – A Survey, CPR Environmental Education Centre, Chennai, India, p. 191, 1998

mercoledì 26 luglio 2017

La danza della natura... Bioregionalismo e spiritualità


La danza della natura... Bioregionalismo e spiritualità

I popoli arcaici, che si ispiravano al Mito dell’Origine eternamente attuale, interpretavano la vita e la morte quali aspetti inseparabili di un movimento che si ripete ininterrotto, pur senza mai ritornare all’identico. Tale concezione ciclica dell’esistenza si inabissò con l’emergere di una visione lineare, evolutiva, della vita: dal meno al più. Tuttavia essa non è del tutto sparita, giacché continua a vivere nella coscienza degli uomini che, non lasciandosi ingannare dai miraggi di una sedicente civiltà in preda all’illusione di un progresso od evoluzione illimitati, non si allontanano dai valori immutabili della Terra e del Cielo. Tra il 200 e il 1200 d.C. Tiruvalluvar, poeta del Tamil Nadu, scrisse: “Per quanto faccia, il mondo finisce sempre col tornare all’aratro perché l’agricoltura, benché faticosa, è la cosa essenziale” (“Tirukkural”, 1031).
Presso la Tradizione del Sanatana-dharma, la Via degli Avi, uno tra i due percorsi post mortem, vien detta Pitriyana; essa può essere riassunta nel modo che segue: il jiva (l’anima individuata) che sulla Terra abbia ottemperato al proprio dharma personale sale alla sfera della Luna, da dove, dopo aver beneficiato dei meriti accumulati, ritorna a questo mondo come pianta, animale o uomo. Si tratta di una Via che non disperde il jiva nella nescienza, ma nemmeno lo conduce alla Liberazione, poiché lo trattiene nell’ambito di nuovi stati di manifestazione individuati.
Il mondo della Luna (Candraloka) segna la distinzione tra gli stati superiori dell’Essere (non individuati) e quelli inferiori (individuati). La sfera della Luna ineriva quelli che presso il mondo ellenico venivano considerati i Piccoli Misteri. I Grandi Misteri riguardavano la Via del Sole (Devayana). Di ciò ci parla Apuleio nella sua celebre opera “L’asino d’oro”, in cui compare tra l’altro un bellissimo Inno alla Dea.
Il mondo storico, succeduto a quello mitico, ha però frainteso e deformato tale sapienza tradizionale, interpretandola nel senso che la terra-natura-donna va rigettata e capillarmente sfruttata se ci si vuole aprire alle esigenze di una perfettibilità illimitata: dall’ameba, all’anfibio, alla scimmia, all’uomo, al titano... al niente.
Nulla di più falso: soltanto se la Natura viene abbracciata, amata e compresa in quanto realtà inseparabile da noi stessi, essa ci permetterà di accedere agli stati sovraformali dell’Essere o, addirittura, al Risveglio nell’Ineffabile, da cui non c’è ricaduta cieca nella ruota del samsara.
Se ne evince un’enorme disponibilità a confrontarsi con la complessità delle interpretazioni dottrinali e con l’indefinita varietà delle forme. E dire che noi occidentali siamo andati in giro per il mondo per centinaia d’anni – e ancora lo stiamo facendo – ad esportare una civiltà che, nella pretesa di essere unica o, quanto meno, a tutte superiore, ha puntualmente lasciato dietro di sé una scia di distruzione, desolazione e morte.
Se è vero l’insegnamento secondo cui bisogna valutare dai frutti, che cosa ne dobbiamo dedurre? Probabilmente che dobbiamo tornare ad imparare i principi elementari della saggezza: l’Essere che anima questo individuo o che ispira questa lingua è lo stesso che anima la foglia, l’insetto, la stella e che suscita tutte le altre lingue. A livello formale vige la diversità ed una relativa gerarchia, dal punto di vista dell’Essenza, invece, Tutto è Uno.
Subramanyam

Immagine del post: "Dance of Nature" tratta da www.paintstudio.co.in

martedì 25 luglio 2017

Impatto dei flussi turistici sull'ambiente - Come affrontare il problema dell'incremento nella produzione di rifiuti solidi urbani. L'esempio della Toscana


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Il turismo è indiscutibilmente una risorsa economica importante per il nostro territorio  ma costituisce anche un’ulteriore fonte di pressione sull’ambiente urbano: aumento della produzione di rifiuti, del traffico e quindi delle emissioni acustiche e in atmosfera, dei reflui urbani da depurare e altro ancora.

Parlando di turismo sostenibile, occorre analizzare  i criteri per misurare l’impatto dei flussi turistici sull'ambiente; alcuni sono pensati proprio per valutare l’incidenza del turismo sulla produzione di rifiuti, come, ad esempio, il calcolo dei rifiuti totali prodotti in un mese che andrebbe effettuato tenendo conto del numero dei residenti ma anche dei flussi turistici registrati nello stesso mese (arrivi/presenze); molto utile sarebbe anche effettuare dei monitoraggi specifici sulla raccolta differenziata nella zone turistiche con indicatori ad hoc (ad es. monitoraggio lattine).

cassonetto organico

Il tema dei rifiuti e l’impatto del turismo sulla produzione degli stessi è al centro del progetto URBAN-WASTE (#UrbanEasteEU). Il progetto, finanziato dalla Commissione Europea nell'ambito del programma Horizon 2020, affronta proprio il tema dei rifiuti nelle città turistiche con l’obiettivo finale di supportare i decisori politici nella definizione di strategie efficaci ed innovative di gestione dei rifiuti, mirate a ridurne la produzione e migliorarne la gestione.

cassonetto urbano con rifiuti

La comunità di pratica sarà un luogo spontaneo e volontario di partecipazione che coinvolge cittadini ed attori locali che operano nel settore della gestione dei rifiuti, del turismo e dell'associazionismo locale.

Qualche proposta in Toscana  è già stata avanzata, si tratta di :
  • azioni di riduzione dello spreco alimentare: coinvolgimento di ristoranti e alberghi con servizi di ristorazione nella realizzazione di azioni specifiche (es. doggy bag, prezzi maggiorati per avanzi da servizi a buffet) da promuovere attraverso la campagna di comunicazione del progetto;
  • introduzione di un marchio per la prevenzione e corretta gestione dei rifiuti: coinvolgimento di strutture ricettive, pubblici esercizi e esercizi commerciali nella realizzazione di buone pratiche di prevenzione e gestione dei rifiuti, con attribuzione di specifico marchio da promuovere attraverso la campagna di comunicazione del progetto;
  • promozione del consumo di acqua di rete: pubblicizzazione dei fontanelli di acqua di rete, costituzione di una rete di bar che offrono gratuitamente il servizio di «riempimento borracce» con acqua di rete da promuovere attraverso la campagna di comunicazione del progetto;
  • campagne di comunicazione mirate ad affrontare alcune criticità specifiche (es. informazione delle maestranze di esercizi commerciali e pubblici esercizi sulla corretta raccolta dei rifiuti, sensibilizzazione di affittacamere ecc).
cassonetti raccolta differenziata

Le molteplici modalità di raccolta dei rifiuti attive sul territorio regionale possono spiazzare un turista itinerante, pertanto all’interno del progetto URBAN-WASTE non poteva mancare un’APP dedicata, tramite la quale i fruitori possono ottenere gratuitamente informazioni sulla modalità di raccolta rifiuti nel territorio che li accoglie, sulla localizzazione dei contenitori per la raccolta oppure sulle altre azioni di progetto (ad esempio, la localizzazione dei fontanelli di distribuzione dell’acqua).

La APP è basata sul concetto di «gamification»: i turisti che realizzano alcune azioni virtuose sulla prevenzione e corretta raccolta dei rifiuti ottengono dei punti che corrispondono a premi, ad esempio biglietti gratuiti su mezzi pubblici o di ingresso a musei, gadget, sconti in bar, ristoranti o strutture ricettive. Gli operatori del settore turismo (hotel, bar, ristoranti, b&b, musei ed altri interessati ad offrire premi) vengono pubblicizzati attraverso la APP.