sabato 30 giugno 2018

Oceani di plastica (e senza pesci) - Il futuro che ci attende!


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Nell’Oceano Pacifico esiste una discarica fluttuante chiamata Great Pacific Garbage Patch (Grande chiazza di rifiuti del Pacifico) che ha l’estensione del Canada. Non si tratta di una montagna di rifiuti e nemmeno di un’isola piena di spazzatura, bensì di una “zuppa” di plastica dispersa in mare, una vastissima massa galleggiante costituita perlopiù da pezzi sminuzzati in piccoli frammenti a causa dell’erosione meccanica dovuta all’acqua e al vento oltre all’azione di degrado della radiazione solare. Le dimensioni di questo fenomeno sono impressionanti e sono state ampiamente descritte da Charles Moore, scienziato, navigatore e ambientalista nel suo libro “L’oceano di plastica – la lotta per salvare il mare dai rifiuti della nostra civiltà”. 

L’isola di plastica è una porzione di oceano di alcuni milioni di km quadrati, compresa nell’anello delle correnti del Pacifico, nella quale galleggiano milioni di tonnellate di rifiuti, di cui circa l’80% sono di materiale plastico. Questo accumulo si è formato a partire dagli anni ’80, con la dispersione nell’ambiente di detriti plastici che sono finiti nelle correnti oceaniche del Vortice subtropicale del Nord Pacifico, una vasta porzione di oceano nella quale i rifiuti galleggianti si aggregano tra loro rimanendo intrappolati in un movimento a spirale. 

Ma questa non è la sola isola di plastica, sono cinque i grossi vortici subtropicali presenti negli oceani del mondo (nord e sud pacifico, nord e sud atlantico e oceano indiano) nei quali si stanno accumulando enormi quantità di rifiuti plastici, e una sesta isola di detriti galleggianti sembra essere in formazione nel mare di Barents, in prossimità del circolo polare artico. 

I rifiuti di origine biologica si degradano spontaneamente, invece la plastica, che non è biodegradabile, subisce un processo di fotodegradazione che la riduce progressivamente in pezzi sempre più piccoli, sino a dare origine ad una “zuppa”, estremamente dannosa per gli uccelli marini che si nutrono sulla superficie del mare, e naturalmente per i pesci. Questi animali si cibano di questa brodaglia sintetica scambiandola per cibo, con effetti allarmanti sulla catena alimentare, e quindi anche sull’uomo. 

In un’intervista a Repubblica (settembre 2017) il navigatore Giovanni Soldini racconta il suo incontro con una di queste isole di plastica a largo del Pacifico e ad un certo punto dice “Anche volando sull’acqua a trenta nodi di velocità si vede chiaramente che ormai siamo a arrivati a un punto critico. Il mare è pieno di quella roba, nel 2050 ci sarà più plastica che pesci.”  

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Fonte: Accademia Kronos Informa

giovedì 28 giugno 2018

Mondeggi , 29, 30 e 1 luglio 2018 - Festa ecologica e contadina di compleanno



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29-30 giugno e 1 luglio, compleanno di Mondeggi


Sono passati 4 anni da quando abbiamo organizzato la prima manifestazione ed è iniziato il presidio contadino per fermare la privatizzazione di questo enorme bene lasciato in abbandono dalla provincia di Firenze.


Di strada ne abbiamo fatta tanta e oggi Mondeggi è un esempio di Bene Comune gestito con il metodo del consenso da un'assemblea plurale e una rigogliosa fattoria senza padroni. E’ una comunità in lotta che cerca giorno dopo giorno di costruire mondi altri fuori dalle logiche del capitale riappropriandosi della capacità ancestrale dell’uomo di potersi autodeterminare attraverso la produzione di cibo, la costruzione di comunità, la resistenza. Nonostante il sostegno di centinaia e centinaia di cittadini, docenti, accademici, realtà autogestite, agricoltori locali e 
delle varie reti nazionali, Mondeggi è ancora un'esperienza ILLEGALE e a rischio sgombero.


Nel maggio 2017 è stato protocollato il progetto "Gestione
del bene comune Mondeggi" che è stato sottoscritto dai più
autorevoli giuristi italiani insieme a 350 accademici e rende-
rebbe possibile legalizzare questa esperienza, ma le istituzio-
ni persistono nell'idea di alienare il bene giocandosi l'unica
carta che gli è rimasta: la legalità.
Una legalità che scricchiola pensando a come hanno gestito il
bene e al tentativo disperato di vendere alla multinazionale
americana "Constellation Brand" proprietaria del marchio
Chianti Ruffino.
E’ così che i solerti amministratori chiusi nei loro palazzi dai
grandi bastioni intendono soffocare la voce di chi crede in
altri mondi possibili. Non sanno che chi lotta non muore mai!

Quest’anno il focus della “Tre Giorni di Mondeggi” verterà
su mutualismo e creazione di comunità partendo proprio dal
lavoro collettivo , cardine principe di un territorio che
attraverso la partecipazione di tutti/e e per tutti/e
custodisce i beni comuni.

Un altro tentativo di questa tre giorni sarà quello di creare
connessioni più forti e legami più saldi con i comitati locali,
con l’intento di custodire e difendere il territorio da
speculazioni ed abusi ambientali.

Senza la gente non si decide niente!


VENERDì 29
ore 15:00 accoglienza
ore 17:30 lavori collettivi (migliorie per la fattoria)
Ore 18:00 "Beni Comuni, Comunità, Democrazia: Tavola Rotonda sulle sfide 
della partecipazione"
ore 18:00 "Theatrical Tribe" Laboratorio di teatro sociale
ore 20:30 cenza sociale
ore 22:30 concerti
- "Le Figliole" (musiche popolari dal mondo)
- "Causa" (Ska Punk)

SABATO 30
ore 8:00 lavori collettivi (vangatura frutteto, canaline strade, 
raccolta legna)
ore 10:30 tavoli politici (mutualismo, beni comuni, territori in 
resistenza)
ore 13:00 pranzo
ore 15:00 tavoli politici
ore 17:30 lavori collettivi (acconciatura vigna)
ore 17:30 "Theatrical Tribe" Laboratorio di teatro sociale
ore 20:30 cena sociale
ore 22:00 spettacolo teatrale itinerante con il "Teatro Contadino 
Libertario"
ore 22:30 concerti:
- "Bleah" (dub electro strumentale)
- "43 Factory "(elettronica a bpm variabile dalla dub all'happycore)

DOMENICA 1
ore 9.30 pulizia bosco di mondeggi
ore 13:00 pranzo
ore 15:00 "Theatrical Tribe" Laboratorio di teatro sociale

E PER I PIU' PICCOLI..
Sabato ore 15: "Ti massaggio una storia" con operatrice Tuina
a seguire "Danza creativa"
Domenica pomeriggio: Parco giochi di Mondeggi

E durante i tre giorni ci sarà il Cocchiere del Chianti che porterà a 
giro in carrozza grandi e piccini!
Informazioni utili:
-Durante tutti e tre i giorni sarà attiva l'area bambini
-Come tutti gli anni sarà allestita un'area campeggio con docce e bagni
- si prega di non portare cani
- area parcheggio indicata zona rusciano e cerreto
- ingresso gratis, pasti e bevute a prezzi popolari con prodotti di 
mondeggi o della rete genuino clandestino locale
- tutto il ricavato servirà a sostenere il progetto
- Daje ti apettiamo!


Descrizione tavoli di lavoro:

1- Tavola Rotonda dal Titolo: “Beni Comuni, Comunità, Democrazia: le 
nuove sfide della Partecipazione”

Sono ormai molti i ricercatori che studiano il fenomeno dei beni comuni: 
esperienze
pratiche in questo senso stanno nascendo in varie parti del territorio 
nazionale e non solo.
Questo è un segnale positivo ma – come mostrano le ricerche più 
approfondite – in
questo campo non ha senso studiare la teoria slegata dalla pratica.
E la pratica dei beni comuni sta assumendo forme molto diverse: usi 
collettivi di
spazi urbani e rurali, gestione diretta costruita attraverso pratiche 
formali e informali, atti di
rottura con l'ordinamento, creazione di nuove istituzioni.
Questa incredibile ricchezza va articolata, compresa e discussa insieme, 
da
prospettive diverse: politologi, urbanisti, filosofi, giuristi, 
contadini, attivisti, etc etc

La tavola rotonda proposta è un tentativo che vuole andare in questa 
direzione: ci vediamo venerdì 20 giugno alle ore 18 a Mondeggi, presso 
Casa Cuculia.

2- Tavolo di lavoro “Verso una Rete Nazionale dei Beni Comuni”

Nel corso delle numerose occasioni di incontro e confronto alle quali 
molti di noi hanno partecipato negli anni scorsi sul tema dei beni 
comuni e della loro gestione, sono sempre emersi i seguenti elementi che 
è necessario tenere nella giusta considerazione:

1. le esperienze che stanno rivendicando la gestione come bene comune di 
una parte del patrimonio pubblico sono molte e stanno aumentando in 
tutto il territorio nazionale

2. le difficoltà – sia interne che esterne – che tali esperienze 
incontrano nel loro percorso di lotta sono comuni a tutti

In conseguenza di ciò, la Comunità di Mondeggi ritiene che sia maturo il 
tempo per spendersi al fine di creare una rete che metta in contatto 
concreto tutto l'arcipelago delle singole esperienze, nella convinzione 
che tale passaggio potrà costituire un elemento rafforzativo per ogni 
singola realtà. A mero titolo esemplificativo, in questo modo sarà 
possibile:

• ricercare soluzioni comuni a problematiche comuni a tutti
• organizzare gruppi di aiuto/supporto comuni a cui tutti – in caso di 
necessità – potranno attingere
• creare occasioni periodiche di incontro e approfondimento delle 
singole tematiche che risulteranno di volta in volta più urgenti
• avere - come rete organizzata – una maggiore efficacia 
nell'interlocuzione con gli enti gestori/proprietari

Per poter iniziare questo tipo di percorso, il tavolo proposto vuole 
avere un taglio molto concreto e verrà finalizzato alla creazione delle 
premesse per l'inizio della costruzione di una rete efficace.
Il tavolo si terrà sabato 30 giugno, a partire dalle 10,30 presso Casa 
Cuculia a Mondeggi.

3- Tavolo di Lavoro: “Mutualismo e Autogestione”

Al partecipato convegno sul Mutualismo tenutosi il 7 e 8 aprile a Scup a  Roma erastato proposto di avviare un percorso di scrittura collettiva di un  "Manifesto dei diritti del mutualismo e dell'autogestione" con un primo incontro alla Festa di 
Mondeggi Fattoria senza padroni di fine giugno.


Lo scopo è quello di redigere un documento in grado di dare obiettivi  comuni ai
movimenti che lavorano per l’autodeterminazione dei territori, nelle  campagne e nelle città, nella costruzione di un’economia diversa e giusta e nel conflitto  sindacale, nell’opposizione alle grandi opere e nella difesa e autogestione dei beni comuni. Un  manifesto che sia cornice politica condivisa per chi pratica mutualismo ma anche piattaforma  rivendicativa di opposizione sociale nel nuovo scenario politico che abbiamo di fronte.


Vogliamo che la scrittura sia realmente collettiva e partecipata e per  questo procederemo a tappe e in forma condivisa. Sulla base di una bozza di 
manifesto disponibile sul sito fuorimercato.com faremo una prima discussione collettiva sabato  30 giugno, durante la tre giorni della Fattoria, per poi proseguire nella discussione da  rilanciare in forma pubblica a fine settembre nel corso dell'incontro nazionale della Rete  Fuori Mercato che si terrà a Milano.


Il tavolo si terrà sabato 30 giugno, a partire dalle 10,30 presso Casa 
Cuculia a Mondeggi.

4- Tavolo di lavoro “Incontro e confronto con i comitati del territorio”

Come tutto il territorio italiano, anche quello di Bagno a Ripoli è da 
tempo afflitto da speculazioni edilizie e ambientali, nonchè da 
trasformazioni infrastrutturali che hanno stravolto e stravolgono sia 
l'aspetto del paesaggio che la qualità della vita di parte della 
popolazione.


Per contrastare – o perlomeno monitorare – queste operazioni si sono 
autorganizzati gruppi di cittadini che hanno dato vita ad azioni più o 
meno forti di contrasto a tutto ciò.


La Comunità di Mondeggi – opponendosi da più di 4 anni alla (s)vendita 
di un enorme patrimonio immobiliare e fondiario – può essere ben 
iscritta all'interno di questa casistica. Proprio per tale motivo, in 
occasione della prossima 3 Giorni, viene promosso un tavolo di 
incontro/riflessione con tutte le associazioni / comitati che si stanno 
occupando di una o più vertenze territoriali all'interno del Comune.
Lo scopo di tale tavolo vuole essere – oltre alla necessaria conoscenza 
reciproca – quello di ricostruire un quadro organico delle vulnerabilità 
del territorio ripolese e, in conseguenza di ciò, esplorare la 
possibilità di intraprendere strade di reciproca collaborazione, in modo 
da dare maggiore efficacia alle vertenze al momento promosse da singole 
entità. Il tavolo si terrà sabato 30 giugno, a partire dalle 15,30, presso Casa 
Cuculia a Mondeggi.


https://mondeggibenecomune.noblogs.org/

https://it-it.facebook.com/mondeggi.benecomune/
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Info: cir.informa@gmail.com

Riciclaggio delle salme e sepoltura ed incenerimento ecologici - Le proposte della Rete Bioregionale Italiana


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Ricordo che anni addietro inviammo una petizione al Parlamento per chiedere  un provvedimento legislativo per la libertà di sepoltura e cremazione ecologica …
www.camera.it/_dati/leg13/lavori/stenografici/sed579/s020.htm – 4k –  Anche il quotidiano La Repubblica  diede risalto alla nostra richiesta, pubblicandola  il 5 dicembre 1995 (pag. 21).  Purtroppo la proposta  non passò per la solita opposizione ecclesiastica, che vuole mantenere il primato e l'esclusiva sullo smaltimento dei cadaveri, nel modo religiosamente consentito, ed anche  a causa dell'opposizione della lobby mortuaria che "vive" sulla "morte".

Nel frattempo, in minima parte accogliendo le nostre proposte,  è passata una legge, recepita parzialmente dalle Regioni, in cui si acconsente alla dispersioni delle ceneri residuate della cremazione. Intanto  anche la  chiesa ha  accettato che la cremazione possa effettuarsi ma non accetta la dispersione delle ceneri che debbono essere riposte in urne cinerarie cimiteriali. 

Comunque nella nostra petizione, oltre alla libertà di inumazione del defunto nella nuda terra nel proprio terreno o nel luogo prescelto (parchi, riserve, immersione in acque, esibizione su alture, etc.), facevamo specifica menzione alla possibilità di incenerimento con sistemi ecologici, in particolare con l'uso di specchi ustori, etc. Questo per evitare sprechi energetici ed inquinamento ambientale. 

Questa battaglia rientra nelle libertà espressive della morte. Libertà, che implicando una scelta laica anche per il post.mortem, sono di attualità e di grande valore sociale, soprattutto per sottrarre il cadavere alle “speculazioni mortuarie” sia religiose che civili.  Ma  ancora non si vedono risultati concreti, anzi abbiamo riscontrato una ritrosia permanente a trattare questo tema. Ci rendiamo conto che gli interessi smossi dalla morte sono tanti ma questo voluto silenzio, su un argomento che tocca i sentimenti (e le saccocce) di buona parte della popolazione, appare una forma di evidente censura. Nella laicità dello Stato è necessaria una normativa più liberale e democratica sulla gestione mortuaria. Non è giusto che la gerenza del cadavere pesi quanto una esosa tassa di ’successione’ (anche in forma di ricatto sociale): pompe funebri, cerimonie religiose, bare, tombe e loculi a prezzi stratosferici, una vera e propria imposta sul decesso. 

In termini estremamente pratici la Rete Bioregionale Italiana continua  a portare avanti la battaglia della libertà di esprimere un commiato laico, della libertà di cremazione e dispersione delle ceneri e della libertà di astenersi dall’accanimento terapeutico. 

In tal senso, recentemente avevamo anche proposto che le salme potessero venire utilizzate allo scopo di recuperare sostanze utili, sia per la produzione energetica che per il riciclaggio organico, in modo da evitare lo spreco attuale, in cui i corpi vengo chiusi in cassette stagne e la natura non può avvantaggiarsi delle sostanze residue... Come avviene ad esempio nel caso di recupero di carcasse animali per produzione energetica e di fertilizzanti.

Paolo D'Arpini 

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Commento di Vincenzo Zamboni: 
"I cadaveri sono oggetti completamente inutili, depreco la loro conservazione, che a mio avviso rasenta la psciopatologia, ritengo che andrebbero tutti bruciati e le loro ceneri disperse al vento, disapprovo i cimiteri, e penso che chi vuole lasciare un ricordo di sè farebbe bene a scrivere diari e cronache da trasmettere ai posteri, invece che una tomba.
Ma sono in controtendenza con il comune sentire di un mondo che ai cadaveri dedica molto tempo ed energia.
Sicché è accaduto che il governo di Mosca abbia trasmesso all'Italia le salme di un centinaio di soldati italiani, rimaste in Russia fin dalla seconda guerra mondiale.
Un bel gesto.
Che non avrebbe attirato la mia attenzione se Giorgia Meloni fosse stata zitta, magari occupando il tempo a studiare la storia, in modo da evitare di dire scemenze in pubblico.
Perché la giorgina nazionale ha voluto celebrare il rientro della salme glorificando i soldati che difesero la patria, e qualcuno dovrebbe spiegarle una buona volta che quei poveretti non hanno difeso nessuna patria, visto che sono stati mandati ad aggredire la patria di qualcun altro, invadendo l'Unione Sovietica (che non ci aveva mai fatto niente di male, e, in particolare, non ci aveva mai aggrediti), e collaborando con ciò alla invasione nazista, che ha costretto i russi a difendersi al prezzo di 26 milioni di morti (per capirci, è come se l'Italia di oggi venisse dimezzata).
Visto che giorgina è rappresentante della Nazione, in quanto tale eletta dal popolo sovrano, sarebbe meglio che la storia della Nazione la studiasse e la conoscesse.
In modo da evitare brutte figure a sé ed all'Italia che per incarico si trova a rappresentare." (
Vincenzo Zamboni)

..................

Commento di Daniele Bricchi: “Trovo molto interessante che si parli di questo tabù della gestione delle salme, del business che lo circonda, dell'impatto ambientale, della possibilità di libertà di scelta e di poter scegliere il riciclaggio differenziato invece che discarica e inceneritore ecc.  Trovo privo di senso il rinchiudere i corpi delle persone in scatole di metallo da depositare in quelle colate di cemento sempre in espansione chiamate cimiteri o il bruciarle. In India ti bruciano lo stesso giorno in cui sei stato trovato morto, il che significa che una parte di queste persone muore per effetto del fuoco in quanto la morte apparente e momentanea è un fatto conosciuto da tempo, non a caso in molti paesi non è consentita la sepoltura se non dopo un certo tempo. Si sprecano risorse e si interrompe un ciclo naturale. Il legno più stagionato e più secco, quando brucia inquina pure lui, figuriamoci del materiale cosi colmo di umidità...oltre al carburante che serve per incenerirlo. Da vivi combiniamo guai e da morti vogliano tenerci il vizio. La fertilità del suolo, che va sempre riducendosi, dipende anche dalle cellule morte di animali e insetti, dei loro escrementi e dai loro cadaveri che si decompongono e rimettono nel suolo le varie sostanze nutritive. Ci sono una infinità di posti dove sarebbe bene piantare un albero. Per mettere a dimora una pianta bisogna pur fare una bella buca e prima di richiuderla si può mettere il defunto. (se fatta la buca non c'è nessun defunto da depositare basta aspettare e prima o poi qualcuno si fa avanti) Così abbiamo fatto con la placenta quando è nato mio figlio...sotto un nocciolo. Così vedrei la mia sepoltura, senza bara, ma avvolto in un telo biodegradabile, come un lenzuolo di cotone e senza scarpe, col pigiama. Se vado a riposare...non a camminare, perché dovrei stare vestito e con le scarpe?” (Daniele Bricchi)

mercoledì 27 giugno 2018

Riannodiamo la Rete del MOVIMENTO ECOLOGISTA In Italia - Proposta di Michele Boato


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Carissimi/e ecologisti,  vi chiedo, se siete d'accordo, di sottoscrivere la proposta che segue, e/o di proporre delle modifiche al testo e alla lista di priorità, rispondendo a micheleboato@tin.it  - Visto l'estate che inizia, vi chiederei risposte rapide, in modo da farle girare presto,
ciao,  Michele Boato - Ecoistituto del Veneto


Riannodiamo la Rete del MOVIMENTO ECOLOGISTA
In Italia l'ecologismo vive frammentato, tra lotte pur esaltanti, come quelle concluse positivamente, contro il carbone a P.Tolle, il digiuno di 1000 giorni contro l'inceneritore a Trento, il presidio di 880 giorni contro la discarica di Buscate, l'epopea centenaria della Val Bormida, la marcia dei 100mila passi in difesa della valle di Schievenin-M.Grappa; lotte durissime ancora in corso (per la salute contro l'Ilva di Taranto, contro la TAV in Val di Susa, le Grandi Navi a Venezia, i roghi di rifiuti in Campania, l'inquinamento da Pfas in Veneto), e altre arrivate al capolinea della sconfitta, per ragioni da approfondire (contro il Mose, la base americana Dal Molin a Vicenza e le autostrade Pedemontane veneta e lombarda).
Negli ultimi anni, due grandi momenti hanno fatto vedere le potenzialità delle iniziative comuni: i Referendum vinti sull'Acqua pubblica e il nucleare bis nel 2011 e quelli (persi per mancato quorum) contro le Trivellazioni in mare nel 2016.
Ma, all'indomani di queste iniziative, la situazione si è di nuovo frammentata in mille rivoli, ognuno più o meno debole nel suo isolamento. Si sono indeboliti i coordinamenti più antichi (No Inc, Forum risorse e rifiuti, Rete Lilliput, ecc.) e quelli più recenti (AcquaBeneComune, No Triv).
Un notevole sforzo per far circolare a livello nazionale l'informazione sulle iniziative locali e nazionali lo sta compiendo la newsletter settimanale Rete Ambientalista; interessante anche l'inserto ambientalista Extra Terrestre (già Gambero verde), ogni giovedì nel Manifesto.

Ma occorre riaprire una discussione comune su presente e futuro della Terra, dell'acqua, dell'aria, della nostra salute e decidere assieme le principali iniziative da prendere.
Perciò in recenti riunioni (tra cui quella degli Ecoistituti di Veneto, Piemonte, Valle del Ticino, Genova e Reggio Emilia) è emersa la necessit di stringere più rapporti di collaborazione regionali e nazionali.

In estrema sintesi, la proposta è questa:
1. Dar vita ad una rete, anche partendo dai coordinamenti di Comitati ed Associazioni, regionali, locali e di settore, creando una mailing list nazionale (ed eventuali regionali) aperta a tutte le opinioni, purché riferite ai temi ecologisti della rete e con linguaggi nonviolenti;
2. Affiancare ad essa anche una rete di esperti che offrano gratuitamente le loro competenze al servizio delle iniziative ecologiste, anche valorizzando Forum tematici (nazionali e locali) già esistenti o da costruire;
3. Individuare progetti e lotte prioritarie; sostenerne le iniziative/lotte esemplari, applicando metodi nonviolenti, restando trasversali alle forze politiche, unendo cioè tutti i soggetti concordi sugli obiettivi individuati, senza discriminazioni di alcun tipo.

Michele Boato

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Firmano (al 24 giugno 2018):
Michele Boato Ecoistituto del Veneto(VE), Angelo Santin(BL), Anna Ippolito(VE),Giorgio Nebbia (RM), Vincenzo Salengo (S.Antonino di Susa TO), Aurora Tron(VE), Elena Macellari(PD),
Valentina Dovigo(VI), Roberto Papetti (RA), Beppe Marasso (TO), Emilia Costa(MI),
Gabriele Volpi(LI), Liza Binelli(CU), Marco Ciot (PN), Lino Balza e Barbara Tartaglione-Rete Ambientalista(AL), Cristiano Gasparetto(VE), Francesco Boato(VE-NY), Dianella Serafin(TV),
Mao Valpiana(VR), Toio de Savorgnani(TV), Moreno Baccichet(PN), Giancarlo Gazzola(TV), Roberta Radich(VI), Luca Trevisan-RadioGamma5(PD), Bepi Tattara(VE), Gino Scarsi-Canale Ecologia e Osservatorio per la tutela del Paesaggio di Langhe e Roero (CU),Titta Fazio e Donata Albiero- CiLLSA e Comitato Zero PFAS Agno Chiampo (VI), Ivaldo Vernelli-cons.com. M5S (RO), Livio Giuliani-fisico(RM), Federico Valerio-esperto in impatto ambientale(GE), Tiziana Vigni(RM), Gianni Monico(BL), Cristina Romieri(VE), Laura Latini(VE),


Ecco una prima lista di emergenze nazionali (parziale, per cominciare a ragionare sulle priorità):
Acqua Pubblica; Riduzione-riciclo vero-no incenerimento Rifiuti; riduzione drastica uso plastiche; no Triv: no Tap e Sostegno en.solare sul costruito: no mini-idroelettrico ed eolico in montagna: no Olimpiadi a Cortina e Roma con grandi opere inutili e dannose: no Ponte: no Grandi navi: Stop occupazione suolo; Sostegno agricoltura senza veleni: Xilella; Alpi Apuane; Ilva Taranto; no Tav; no a peggioramenti Legge sui Parchi; no presenza di bombe atomiche sul suolo italiano; Stop agli allevamenti intensivi e di animali "da pelliccia", alla caccia, ai circhi con animali, alla vivisezione e sviluppo delle alternative possibili;


Con l'adesione della Rete Bioregionale Italiana - Paolo D'Arpini

lunedì 25 giugno 2018

Treia. Resoconto del Collettivo Bioregionale Ecologista 2018


Treia, 24 giugno 2018 - Acqua santa di san Giovanni

Dal 2010, da quando io e Paolo stiamo assieme, cerchiamo di portare avanti un discorso sul bioregionalismo e sull'ecologia profonda, per indicare  un modo gentile di riabitare il Pianeta, nel possibile e nel nostro piccolo. Questo discorso si esprime, oltre che col sistema di vita, attraverso  incontri annuali di condivisione, che si sono svolti in varie parti di Italia, spesso in Emilia, ma anche nel Lazio, in Abruzzo, ecc. Il primo si svolse nelle Marche, a San Severino, a casa della compianta Lucilla Pavoni e ci sembrava ora di tornare nelle Marche, così, già da diversi mesi era stato programmato un Collettivo Bioregionale Ecologista proprio qui a Treia. E dato che recentemente c'è stato un recupero e un ravvivarsi della Campagna sull'Agricoltura Contadina, che avevamo discusso proprio nell'incontro da Lucilla, abbiamo pensato che fosse l'occasione giusta per parlarne anche qui, anche perché nel frattempo avevamo inviato alla Regione Marche una proposta in tal senso. Anche per la subentrata collaborazione con il Circolo Auser Treia  di cui Paolo è diventato nel frattempo presidente.   (vedi anche:  https://www.terranuova.it/Blog/Riconoscersi-in-cio-che-e/Collettivo-Bioregionale-Ecologista)


Il Collettivo ecologista  si è svolto il 23 e 24 giugno 2018. Il 23 giugno è stata una giornata tranquilla, all'insegna dell'accoglienza dell'unico partecipante  venuto da fuori regione, il nostro amico Giuseppe Finamore, con cui abbiamo pranzato, passeggiato, parlato. Nel pomeriggio, ci ha raggiunto, inaspettato ma gradito, Vincenzo Toccaceli, medico e uomo di grande cultura e passione, con cui c'è stato un bello scambio di informazioni e idee. Alla sera pizzata conviviale al forno di Treia a cui si sono aggiunti gli amici Simonetta e Fernando, giornalisti de La Rucola.

Il 24 giugno, alle 10 e 30 ci siamo recati , io, Paolo e Giuseppe, alla Cooperativa biodinamica La Talea a Santa Maria in Selva, dove c'erano già ad aspettarci Adriano Spoletini, il presidente della cooperativa,  Andrea, uno dei musicisti invitati per allietare l'evento, Giampaolo, uno dei nostri "fotografi ufficiali"  nonché socio dell'Auser, e Silvia, la cuoca, che aveva già predisposto un sacco di cibarie ed io ho solo aiutato a completare l'opera. Paolo, Giuseppe, il marito di Silvia  ed Andrea si sono dedicati invece alla sistemazione della sala: tavoli in fondo per gli espositori, qualche sedia per i visitatori, cartelli all'ingresso della cooperativa, etc.  Il tutto a me è parso ben fatto e accogliente. Il pranzo è stato a base di cibi sani,  quasi interamente vegani, prodotti con materie prime biologiche. Sono state usate solo un paio di uova delle galline del posto e qualche cucchiaio di parmigiano in una delle due torte salate a base di spinaci e di cime di rapa. Per il resto il pranzo era composto di penne con un intingolo di verdure stufate e tritate, un'insalata di ceci, avocado, pomodorini conditi con menta, olio e limone, un' insalata a base di verdura, pomodori e cetriolo, pane a lievito madre e bruschetta. Tutto ottimo e digeribile. 

Nel frattempo erano arrivati altri due musicisti, Carlo e Diego, ed una compagna, più una cagnetta. Un buon pranzo ed una bella compagnia. Mentre accompagnavo gli ospiti nella grande sala ci siamo soffermati ad ammirare un grande albero di gelso, carico di more bianche e dal tronco quasi completamente cavo: non si sa come faccia a rimanere in piedi col vento. Un incanto.

Poi io e Paolo ci siamo defilati per un'oretta per fare un riposino. Intanto però sentivamo voci e rumori di altre persone che arrivavano: Felice, Petra, Claudio Medei, Graziella Casarotta, Daniela ed Enzo Catani con la loro lavanda (tutti produttori ed espositori), Gigliola con le sue preparazioni crudiste, la assessora del Comune di Treia Alessia Savi e famiglia, in rappresentanza dell'amministrazione comunale, Antonio Marcucci dell'Auser di Macerata, Danizete e Donatello, Andrea e Barbara con l'acqua di San Giovanni, Simonetta ed altri amici, in tutto eravamo un paio di dozzine... come le uova che le nonne portavano in dono quando si faceva la festa del Solstizio estivo e della mietitura...



Nel frattempo era arrivata anche una troupe di Rai Marche che ha fatto riprese ed intervistato Paolo sul bioregionalismo. Poi, con un leggero ritardo rispetto al previsto, è iniziato il giro di condivisione. Prima ci siamo tutti presentati poi io ho fatto una breve relazione sulla proposta di legge (somma di 4 proposte di legge di gruppi politici diversi) sull'Agricoltura Contadina, partendo dalla lettura del primo articolo, che riguarda i motivi ispiratori: tutela del territorio, biodiversità, produzione di cibo sano, vivere sulla terra e dei frutti della propria terra, ecc. ed ho accennato alle eventuali facilitazioni in campo fiscale, dei controlli, edilizio, in materia di lavoro, che gli agricoltori contadini potrebbero avere. 

Certo, ci eravamo chiesti se queste proposte potessero interessare qualcuno dei presenti, tra gli operatori del settore: alcuni saranno stati agricoltori in piena regola, altri potevano essere semplici individui che vivono con i frutti della loro terra, ma che non ritengono necessario rientrare in un eventuale "elenco di agricoltori contadini" e comunque per questo soggetti ad una forma di "registrazione" e di controllo.

C'è stato qualche commento in tal senso, poi, Giuseppe Finamore ha parlato dell'incontro di coordinameto della campagna contadina, tenuto a  Mondeggi. Quella è però una situazione particolare in cui chi lavora quella terra (più di 100 ettari!) non è proprietario e quindi, per la legge, è abusivo. Lui ha suggerito di affiancare l'attività agricola ad una attività sociale nei confronti di persone svantaggiate, cosa che potrebbe comportare la mancanza di necessità di registrazione.

Le poesie di Felice del Seminasogni e la musica di tanto in tanto ci allietavano: l'organetto di Luciano Carletti e gli hung drum di Carlo e Diego e il dijieritù di Andrea, bravissimi. Tutto molto suggestivo.

Gigliola, aiutata da Petra, intanto si dava da fare per preparare uno spuntino vegano-crudista. Purtroppo il tutto è stato pronto un po' in ritardo ed alcune persone mancavano, ma chi è rimasto si è potuto rifocillare con crepes a base di farina di ceci, germogli di vari semi, creme di verdure, insalata e altre crudità.

Alla spicciolata piano piano le persone se ne sono andate. Spero che a qualcuno sia rimasta in cuore la gioia della condivisione e la voglia di darsi da fare per un mondo migliore, più sano, più equo, più conviviale, più amorevole.


Caterina Regazzi


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RAI. Tg3 Marche - Al minuto 25 circa - http://www.rainews.it/dl/rainews/TGR/multimedia/ContentItem-e910d72e-30cd-465c-864d-2151faff7550.html - Servizio sul Collettivo Bioregionale Ecologista tenuto il 24 giugno 2018 a Treia



Album fotografico di Giampaolo Damiani:  https://www.facebook.com/giampaolo.damiani/media_set?set=a.1924252860946071.1073742160.100000841280049&type=3

sabato 23 giugno 2018

L'inquinamento dell’aria danneggia il cervello


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Nanoparticelle di magnetite trovate in abbondanza nel cervello di chi vive in aree trafficate. Provocano danno ossidativo e potrebbero essere collegate a malattie come quella di Alzheimer. Tracce altamente tossiche di inquinanti dell'aria sono state trovate nel cervello umano in quantità allarmanti, rivela uno studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences. Alcuni ricercatori dell'Università di Lancaster (UK) hanno individuato alte concentrazioni di magnetite, un ossido di ferro tipico delle aree ad alto tasso di inquinamento industriale o molto trafficate, nel cervello di 37 persone decedute, di età compresa tra i 3 e gli 85 anni e provenienti da Città del Messico e Manchester. 

L'inquinamento "restringe" il cervello. Quantità di rilievo. Si parla di milioni di nanoparticelle inquinanti per grammo di tessuto, una concentrazione impressionante, soprattutto se si pensa che la magnetite è una sostanza altamente bioreattiva, capace di creare un forte danno ossidativo alle cellule circostanti. Spazzatura pericolosa. 

La ricerca desta preoccupazione perché alte concentrazioni di magnetite sono state trovate tra le placche che si accumulano nel cervello delle persone con malattia di Alzheimer, e il legame tra inquinamento dell'area, stress ossidativo e rischio di malattie neurodegenerative è già supportato da diversi studi. Senza fretta. Lo studio è comunque ben lontano da dimostrare che le particelle inquinanti dell'aria siano la causa o possano esacerbare la malattia di Alzheimer (il cervello con la maggiore concentrazione di magnetite apparteneva a un 32enne vittima di incidente stradale).  

Particelle di magnetite si formano anche naturalmente nel cervello, ma in genere sono piccole e a forma di cristallo. Quelle trovate dal team hanno invece una caratteristica comune e inconfondibile: sono lisce e tondeggianti, perché derivanti dal metallo fuso prodotto dalla combustione, e si accompagnano in genere ad altre sostanze inquinanti come cobalto, platino e nickel. Per ogni particella di magnetite "naturale" identificata, ne sono state trovate 100 di origine industriale. Inspira... veleno. Ma come hanno fatto le nanosfere a inquinare il cervello? Queste particelle hanno un diametro inferiore a 200 nanometri (quello di un capello umano è di 50.000 nanometri): il naso non le blocca e si pensa riescano a filtrare attraverso il bulbo olfattivo, per poi arrivare facilmente alla corteccia frontale o all'ippocampo, aree danneggiate nei cervelli con Alzheimer. 

Proprio un ridotto senso dell'olfatto è tra i primi campanelli d'allarme di questa malattia, fa notare David Allsop, tra gli autori dello studio. I prossimi passi. La ricerca dimostra che le particelle inquinanti che respiriamo sono in grado di farsi largo fino al cervello, che contaminano in abbondanza. Non rivela molto sui danni che, una volta qui, possono causare, ma ulteriori studi dovranno approfondire questo aspetto. Nel frattempo, vale la pena ricordare che una dieta sana, l'attività fisica e il non fumare sono tutti comportamenti protettivi contro i danni neurodegenerativi.

Accademia Kronos 

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