martedì 31 marzo 2020

Libertà... la vera vittima del Covid-19


 Coronavirus, Trump: "Pronto a usare pieni poteri federali". La ...

A causa del Covid-19  più di mezzo miliardo di persone, in tutto il mondo, si trovano private delle più basilari libertà individuali, inclusa quella di fare una passeggiata o di poter fare la spesa senza mascherina, guanti e certificato. 

La speranza fino a qualche giorno fa era che nella prima settimana di aprile  il problema iniziasse a finire, purtroppo diversi analisti ci informano che non è così, la pandemia potrebbe addirittura arrivane fino a luglio prossimo, non solo ma dopo la pausa estiva ritornare in autunno più minacciosa di prima. 

Si troverà un  vaccino? Gli esperti ci dicono che ci vorranno ancora dei mesi, ma poi per renderlo usufruibile da tutti i cittadini del mondo non meno di un anno, un anno e mezzo. Periodo entro il quale le nostre abitudini risulteranno stravolte in ogni settore, dal lavoro all’educazione, dai rapporti sociali e affettivi ai tradizionali comportamenti come andare al cinema, al teatro, fare le vacanze, prendere gli aerei, ecc. 

Tutto ciò con inevitabili costi umani, economici e psicologici mai affrontati prima. Giorni fa su un autorevole quotidiano il giornalista Francesco Costa scriveva: “Uno scenario che soltanto un mese fa avremmo considerato lunare – le code ai supermercati, la polizia per le strade a controllare chi esce di casa, le scuole chiuse, le rivolte e i morti nelle carceri, i treni che non partono, l’impossibilità di vedere i propri cari – oggi è la nostra vita quotidiana”. 

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Dal Governo ci è stato detto che questo nostro disagio nel restare “agli arresti domiciliari” sarebbe durato fino al 3 aprile, ma oggi sappiamo che i termini per riprendere la nostra libertà è rimandata ancora nel tempo e non sappiamo fino a quando. 

E quando finirà? A questa nostra più che legittima domanda risponde Gordon Lichfield , direttore di Technology Review, magazine del MIT (Massachusetts Institute of Technology) “La maggior parte di noi non ha ancora capito, ma lo farà presto, che le cose non torneranno alla normalità dopo qualche settimana, o addirittura dopo qualche mese. Alcune cose non torneranno mai più“ Sempre Gordon Lichfield ci ricorda, ahimè, che dovremmo riprogrammare e spostare nel tempo molti dei nostri progetti come acquisto di case, auto, fare viaggi, matrimoni dei figli, cambio di lavoro, ecc. 

Alla ripresa della normalità noteremo che è iniziato un nuovo stile di vita e di consumo. Per diverso tempo saremo diffidenti ad entrare nei ristoranti, nei bar, nei mezzi di trasporto e, come stiamo già facendo ora, continueremo ad optare per gli acquisti online, penalizzando così quelli diretti nei negozi delle nostre città. 

Potrebbe essere un colpo mortale, o almeno un forte ridimensionamento, per molti centri commerciali che negli ultimi anni sono sorti come funghi un po’ ovunque. Sempre Gordon Lichfield parla di una nuova economia, una sorta di “economia rinchiusa o del confinamento” e cioè legata a tutto ciò che è on demand, ordinabile da casa, chiesto e usufruito online. Tutto ciò potrà fare da apripista ad una nuova forma di democrazia quella che sancisce il rapporto Stato cittadino. Lo stiamo vivendo in questi giorni di forzata limitazione di movimenti dovuti per un evento eccezionale come la pandemia da covid-19. 

E’ senz’altro un disagio necessario, ma che alla fine pone qualche riflessione, ad esempio quello che sta capitando ad Hong Kong è per alcuni molto preoccupante perché i movimenti delle persone in quarantena vengono monitorati con braccialetti telematici intelligenti. Lo stesso Israele, sta pensando di mettere in essere una capillare rete di sorveglianza tramite Gps, e questo per tracciare i cellulari dei potenziali cittadini infetti. Quest’ultima idea è già sul tavolo dei nostri ministri. 

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Quello che stiamo vivendo in questi giorni si chiama tecnicamente lockdown (x), ma dopo questo “isolamento forzato” potrebbe avviarsi una fase successiva a cui anche le migliori democrazie occidentali, compresa la nostra, potrebbero farci un pensierino. Con la scusa di future nuove minacce alla  sicurezza dei cittadini questo sistema da “grande fratello” potrebbe diventare un metodo da applicare regolarmente, consentito anche dalle stesse forze sociali e politiche dei vari Paesi democratici del pianeta. 

A tal proposito 35 anni fa in uno dei giornali di Kronos 1991, apparve un articolo che allora sembrava dettato dai romanzi di fantascienza, ma che oggi va rivisto in chiave profetica. Il titolo dell’articolo era: Ecologia e deriva autoritaria “…..l’uomo nei Paesi civili è libero di vivere, agire, muoversi liberamente, ma quando seri problemi ecologici metteranno a rischio la stessa sopravvivenza dell’umanità, allora non dovremo lamentarci se tutto ciò che oggi e libero, domani sarà vietato….” 

Sono certamente, almeno per l’Italia, preoccupazioni lontane dalla realtà, tuttavia pensare che in futuro ciò possa, anche lontanamente, realizzarsi, ci mette in condizione di stare “con gli occhi aperti” per non cadere in qualche trappola antidemocratica. Ora comunque pensiamo a superare questa difficile situazione, poi, finita la tempesta, torneremo a parlare delle sottili formule che potrebbero in futuro ridurre le nostre legittime libertà. 

Filippo Mariani  - (A.K. Informa N. 13)
1 aprile 2020

AK NEWS – Accademia Kronos


 (x) Lockdown è una parola inglese che possiamo tradurre in italiano con la parola “isolamento”. Attualmente la parola lockdown è usata per indicare le misure di contenimento messe in atto sia dall’Italia, ma anche dal resto dei paesi nel mondo, per fronteggiare l’emergenza. Queste misure prevedono, infatti, un isolamento, una limitazione delle entrate e delle uscite da una delimitata zona, una chiusura delle attività non considerate primarie. 

domenica 29 marzo 2020

"Bioregionalismo. Stati generali dell'ecologia profonda", in programma a Tivoli il 20 e 21 giugno 2020 - Breve introduzione di Paolo D'Arpini



Comincio dal discorso sul bioregionalismo:

L’idea bioregionale consiste essenzialmente nel riprendere il proprio ruolo all’interno della più ampia comunità di viventi e nell’agire come parte e non a parte di essa, correggendo i comportamenti indotti dall’affermarsi di un sistema economico e politico globale, che si è posto al di fuori delle leggi della natura e sta devastando, ad un tempo, la natura stessa e l’essere umano.
Il bioregionalismo è una forma attuativa dell’ecologia profonda. Nel senso che l’ecologia profonda analizza il funzionamento delle componenti vitali e geomorfologiche ed il bioregionalismo riconosce gli ambiti territoriali in cui tali componenti si manifestano.

Per fare un esempio concreto: il funzionamento generale dell’organismo vivente viene compreso attraverso il riconoscimento e lo studio delle sue funzioni vitali e dei modi in cui tali funzioni si manifestano ed il bioregionalismo individua gli organi specifici che provvedono a tale funzionamento e le correlazioni fra l’organismo e l’insieme degli organi che lo compongono, descrivendone le caratteristiche e la loro compartecipazione al funzionamento globale. 

Per cui non c’è assolutamente alcuna differenza fra ecologia profonda e bioregionalismo, sono solo due modi, due approfondimenti, per comprendere e descrivere l’evento vita.

Scriveva Italo Carrarini nel  2018: "Ai fini della “tutela” del patrimonio forestale nazionale come bene di rilevante interesse pubblico, si vuole introdurre in maniera generalizzata la “gestione attiva” da attuarsi attraverso la selvicoltura. Non è riconosciuto dallo stato il carattere autonomo degli ecosistemi forestali, la loro evoluzione naturale e complessità e, con l’attenzione rivolta al solo sfruttamento economico industriale immediato, si apre così la strada ad un processo di speculazione sul legname, foriero di artificializzazione, fragilità, semplificazione e bruttezza dei boschi e delle foreste italiane."

Il continuo depauperamento dell'eco-sistema silvestre avrebbe, com'è logico, una conseguenza sui suoli, sulla purezza dell'aria, sulla qualità della vita e sulla salute  di tutti i viventi.
 
Il problema inoltre non riguarda solo il taglio di legname  nelle residue foreste ma anche i continui abbattimenti di alberi nelle aree urbane e lungo le strade statali, provinciali e comunali, con la scusa di ipotetici danni alla circolazione o per necessità edilizie.  Il pianeta respira attraverso la vegetazione  che, riprendendo l'esempio di cui sopra,  rappresenta il polmone della Terra. 

In seguito alla sintonia creatasi su questo importante tema ambientale, è iniziata tra Italo Carrarini e me una sinergia d'intenti. Italo mi propose di contribuire con le mie esperienze personali ad un'intervista-articolo sul bioregionalismo, che apparve   sul giornale "La piazza di Castel Madama"  nel 2018. (Vedi: https://bioregionalismo-treia.blogspot.com/2018/04/bioregionalismo-unapplicazione-locale.html)  e  da allora continuammo a collaborare proficuamente. 

In seguito Italo, l'8 dicembre del 2019, venne in visita a Treia, dove attualmente risiedo, e decidemmo così di  collaborare a  questa manifestazione  "Bioregionalismo. Stati generali  dell'ecologia profonda" che si tiene a Tivoli, il 20 e 21 giugno 2020,  presso il Casale Anio Novus, un contesto naturalistico ed archeologico.  Italo, propose questo luogo, molto vicino al luogo in cui egli risiede, poiché conta di installarvi una "stele" commemorativa da lui realizzata con l'iscrizione di alcuni dei precursori del bioregionalismo in Italia;  tale opera è posizionata in una aiuola con erbe  ed arbusti dedicati anche  ad altri ecologisti. L'inaugurazione di questo "giardino profondo"  è il clou della manifestazione solstiziale in programma. (Vedi:  https://bioregionalismo-treia.blogspot.com/2020/03/bioregionalismo-stati-generali.html).

Partecipando io a questo evento, anche in veste di relatore, avrò  l'occasione, assieme alla  mia compagna Caterina Regazzi e ad altri amici treiesi,  di ricambiare la visita che Italo  ci fece a Treia e rivedere Tivoli per la seconda volta dopo 65 anni (la prima volta ci andai in visita scolastica all'età di 11 anni).

Mi farebbe piacere che all'incontro del 20 e 21 giugno partecipassero anche gli amici di Roma e del Lazio che non vedo più da  diversi anni. Una rimpatriata tra vecchi ecologisti delle prime ore, quando si ha quasi un piede nella fossa, non guasta...  


Paolo D'Arpini: Alberi selvatici ed alberi addomesticati... e la ...

Referente della Rete Bioregionale Italiana  


Per coloro che metterebbero in pericolo la foresta
Gli spiriti degli alberi abbattuti,
gli spiriti delle piante, gli spiriti del muschio, gli spiriti della roccia
ti affidano un inferno
senza uccelli, un arido inferno di scorta dove
il tuo nome non sarà noto –
sarai conosciuto come desolazione,
distruttore di pianeti, anima solitaria che
vive senza l’amicizia della vita,
senza il conforto delle specie –
i fantasmi di coloro che hai
messo da parte ti seguiranno appena
ti muoverai verso aridità, polvere
e cieli vuoti –
di sicuro la bontà e la pietà
lasceranno intatta la tua vita miserabile,
come se tu abitassi per sempre in
una terra senza vita,
cercando di ricordare il suono
degli uccelli, il suono del vento,
il suono del tuo cuore.
(Gary Lawless)

Amazon.it: Selvatico E Coltivato - Rete bioregionale italiana - Libri

Ecologia profonda. Idee di base...

(Fiume Treja - Rudere di un antico ponte)
Sono idee di base dell’Ecologia Profonda:
  • La posizione dell’uomo in Natura come specie animale, parte di un Tutto, che è più della somma delle parti;
  • Il diritto ad una vita degna e all’autorealizzazione di tutti gli esseri senzienti (animali – piante - esseri collettivi – ecosistemi - Gaia);
  • Una visione sistemica-olistica della Terra e di tutti i suoi sottosistemi;
  • La spiritualità e sacralità della Natura.
Quest’ultimo punto, anche se molto importante, è assente in un’ala “materialista” dell’Ecologia Profonda, perché la situazione globale del Pianeta e la possibilità di rimediare ai disastri attuali possono essere esaminate anche con una visione sistemica-olistica del Tutto senza implicazioni spirituali. Personalmente, penso che l’assenza di un solido sottofondo spirituale (se preferite, “panteista”) renda meno accettabile l’Ecologia Profonda, in accordo con il punto 4 della seguente sintesi di Michael Asher, ecologista profondo inglese (www.deep-ecology.com).
Secondo Asher, l’Ecologia Profonda è:
  • una filosofia, cioè un sistema coerente eco-centrato;
  • una visione del mondo, cioè un paradigma che intende sostituire la visione tecnologica-industriale;
  • un movimento, in quanto chiama all’azione;
  • in via facoltativa, una specie di religione, in quanto considera la Natura dotata di valore in sé, cioè sacra.
In pratica, per aderire all’Ecologia Profonda dobbiamo prendere coscienza che:
  • La situazione stazionaria è il modo di vivere del Pianeta. Tutti i processi devono essere ciclici e quindi non comportare il consumo di “risorse” e l’accumulo di “rifiuti”;
  • Lo sviluppo economico, anomalia nata in una cultura umana e che ha invaso tutto il mondo, è una grave patologia della Terra;
  • L’incremento indefinito dei beni materiali non è un desiderio naturale dell’umanità: ha portato anche malessere e gravi infelicità.
Vediamo infine quali sono attualmente i grossi guai del Pianeta, cui non si potrà rimediare senza un pensiero basato sull’Ecologia Profonda:
  • Spaventosa sovrappopolazione umana e crescita continua: 7 miliardi di umani che crescono di 90 milioni all’anno (tre bambini in più ogni secondo);
  • Perdita della biodiversità: scompaiono circa venti specie al giorno;
  • Distruzione delle foreste e di altri ecosistemi (paludi, praterie, ecosistemi acquatici);
  • Enorme consumo di territorio in atto in tutto il mondo (passaggio da terreno naturale a terreno urbano, strade, costruzioni, impianti);
  • Alterazione dell’atmosfera terrestre, con gravi conseguenze climatiche, perché le modifiche sono troppo veloci per la scala dei tempi della Terra.
La causa principale che ha portato ai guai sopra elencati è la filosofia completamente antropocentrica che sta alla base della civiltà occidentale, che è la cultura oggi dominante.
Questi i punti fondamentali dell’Ecologia Profonda, in accordo con il Manifesto per la Terra di Mosquin e Rowe (www.ecospherics.net) e con la Piattaforma in otto punti di Naess e Sessions.

Guido Dalla Casa  


(Intervento originale per il libro "Riciclaggio della Memoria. Ecologia profonda, bioregionalismo, spiritualità laica" a cura di Paolo D'Arpini, Edizioni Tracce: http://www.tracce.org/D'Arpini.htm)


P.S. Chi fosse interessato a ricevere il libro può farne richiesta al curatore editoriale Michele Meomartino:  meomartinomichele@gmail.com - 393.2362091

sabato 28 marzo 2020

Il giovane favoloso, poetico sociale e cinematografico, descritto da Ferdinando Renzetti


SEMPRE CARO MI FU QUEST'ERMO COLLE, - ppt video online scaricare

I politici parlano tanto di felicità delle masse, il mio piccolo cervello concepisce solo masse felici composte di individui infelici. desidero fare come gli orientali che si contentano di sedere tutto il giorno sulle loro gambe a guardare in viso stupidamente questa ridicola esistenza. parole vuote, pessimismo - ottimismo, siete solo voi che potete dimostrare che il mondo non sia il peggiore dei possibili, io non lo sostengo affatto. chi conosce i limiti della possibilità può immaginarlo come il pensiero di un filosofo antico indiano. Il giovane favoloso (M. Martone)

Dalle finestre di questa casa si vede il nulla. la montagna scompare, il cielo e la pianura diventano un tutto indistinto, c’è solo il niente.

A Napoli, Leopardi non ha più illusioni di amore e di gloria e si abbandona finalmente alla sua dimensione sensuale. Recanati per lui è l’alfa, Napoli invece l’omega, la porta d’Oriente che lo libera dalle catene della ‘dipinta gabbia’. Napoli muove tutto, Napoli è un pezzo di tutti. 

Evidente appare l’intento di avvicinare lo spettatore odierno a Leopardi, dalla scelta accattivante del titolo mutuata da uno scritto di Anna Maria Ortese, alla contaminatio realizzata nella colonna sonora tra musica classica e moderna.

Il film si dipana essenzialmente tra quattro città – Recanati, Firenze, Roma, Napoli – ma la vera polarità oppositiva è tra Recanati e Napoli.

Dall’universo freddo e claustrofobico di Palazzo Leopardi (e anche i mattoni monocromatici della città sono – secondo Martone – proiezione all’esterno dello spazio librario) al ‘ventre’ del film nella sezione napoletana; il soddisfacimento delle pulsioni è comunque sempre negato a Leopardi, come risulta sancito inesorabilmente nell’inserzione straniante dell’episodio del postribolo (ispirato a un passo di Partitura di Enzo Moscato) con un fugace riferimento queer.

Non trascurabile è la valenza ctonia della parte finale del film ambientata a Napoli (in particolar modo nella città notturna), una vera e propria catabasi di un Leopardi flâneur dove si fondono eros thànatos, il piacere del gioco e quello dei sensi, la pulitura dei teschi e l’erompere del colera insieme ad una ‘spettacolarizzata’ eruzione del Vesuvio che giganteggia sulla debolezza del corpo malato del poeta.

Tra inizio e fine del film vi è una circolarità quasi perfetta con diverse corrispondenze e simmetrie; i passi controversi in lingua greca da decriptare negli esercizi di traduzione (a proposito della resa del termine omphalòs con «umbilico») si ripresentano in chiave antifrastica non tanto nella figura del padrone di casa di origine greca, quanto soprattutto nella ripetizione ecoica e irridente dell’espressione «s’agapò» da parte di prostitute e scugnizzi napoletani.

Francesco de Sanctis scrive: “Leopardi produce l’effetto  contrario a quello che si propone, è un mistero. Non crede al progresso, e te lo fa desiderare; non  crede alla libertà, e te la fa amare. Chiama illusioni l’amore, la gloria, la virtù, e te ne accende in  petto un desiderio inesausto… È scettico, e ti fa credente.

Ferdinando Renzetti  

La Rete delle Reti: Land: la terra dell'abbastanza... di ...

ferdinandorenzetti@libero.it

giovedì 26 marzo 2020

Agroecologia bioregionale. Canapa, pianta disinquinante, fonte alimentare e tessile e per la produzione di biomassa.. insomma un toccasana per la natura e per l'uomo!

Ufficialmente non risulta, ma negli accordi fra "vincitori" ed Italia, alla fine della seconda guerra mondiale, l'Italia fu obbligata ad interrompere la produzione di canapa (le sementi furono cedute alla Francia o distrutte), con la scusa "dichiarata" di attuare il proibizionismo contro le droghe. Ma non risulta nel trattato di pace… Avvenne “di fatto” -in seguito alla visita di Alcide De Gasperi negli Usa ed all’entrata dell’Italia nella Nato- che il governo italiano all’inizio degli anni ’50 proibisse la coltivazione. 
Altro particolare che fa riflettere è la contemporanea invenzione e commercializzazione  delle fibre sintetiche (ricavate dal petrolio) che avvenne in quel periodo e che poteva affermarsi solo con l’eliminazione della canapa. Oltre al fatto che i petrolieri USA erano totalmente contrari al possibile uso combustibile di questa pianta miracolosa. 
Ovviamente la cosa fu ordita in forma mascherata, alla base (ufficiosamente) c’era la pressione politica americana, in chiave proibizionista, contraria alla produzione di elementi vegetali che potessero avere usi narcotici.

In effetti c'è da considerare che la canapa in se stessa è una sola pianta, non vi sono differenze sostanziali fra le piante denominate: sativa, marijuana, ganja, cannabis, etc. La specie è unica e si feconda tranquillamente con qualsiasi consimile di qualsiasi provenienza… La sola differenza sta nella selezione che viene fatta: o in funzione della produzione di fibra tessile o alimentare o in funzione della produzione di cannabinolo.

Il luogo di coltivazione ovviamente a tali fini è importante, più si scende verso l’equatore e maggiore è la quantità di cannabinolo mentre molto minore è nelle zone temperate e fredde. Dal punto di vista del cannabinolo faccio un esempio con gli zuccheri presenti nei grappoli della vite. In Sicilia, Grecia, etc. si produce vino a forte tasso alcolico mentre in Germania, Inghilterra, etc. a malapena si raggiungono i 6/7 gradi, tant’è che in passato la Guerra dei Cent’anni fra Inghilterra e Francia in realtà nascondeva la volontà di accaparrarsi le piane della Bretagna e del Midì in cui si produceva buon vino, che era molto ricercato in Inghilterra… soprattutto da nobili e dalla “corona”, mentre il volgo si accontentava della birra…  Questo, ritornando alla canapa, spiega anche come mai in Germania ci sono forti aiuti per la coltivazione della canapa invece in Italia sono quasi assenti.
Ad esempio nella Tuscia, ritornando al periodo pre-bellico, esistevano paesi che specificatamente vivevano di questa coltivazione (vedi Canepina..), Calcata era uno di questi, i contadini chiamavano la canapa il “tabacco dei poveri” (sino a quarant’anni fa in Africa essa veniva chiamata “tabac africaine”). Ovviamente veniva usata anche per fumigagioni  e tisane oltre che per farci lenzuola, braghe e corde, allo stesso modo in cui si faceva con il tasso barbasso o la vitalba,  anche per ragioni salutistiche e curative (il sistema medicinale europeo era basato sull'uso della canapa come additivo fisso). 
Dalla fine della guerra, quando subentrò la proibizione della coltivazione, tutte le sementi furono bruciate. Questa è storia, sia pur  manipolata ed oscurata (tante di queste notizie mica sono riprese negli annali ufficiali, sono tramandate a voce e basta).

Oggi la canapa potrebbe sostituire non solo le fibre sintetiche ma addirittura essere una valente fonte alimentare, energetica e di disinquinamento ecologico, soprattutto per rivitalizzare i campi sfibrati e desertificati dalla coltivazione intensiva del tabacco (questa sì che è una vera droga e nociva al massimo) o da altre coltivazioni intensive, infatti non è un mistero che la canapa (come l’ortica) è capace di riequilibrare le qualità organolettiche dei terreni.

Paolo D’Arpini

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Rete Bioregionale Italiana

Appello al premier Giuseppe Conte per un Decreto Agroecologico Bioregionale


Politica bioregionale, economia, ecologia e spiritualità laica ...

Abbiamo già tutti gli strumenti finanziari, politici e legislativi a disposizione da 25 anni, per riconvertirci a una "crescita felice"… agroecologica e bioregionale.
E' solo una questione di rispetto delle norme (troppo spesso illegittimamente interpretate) e dei principi costituzionali prioritari di tutela inviolabile della salute ambientale. 

Nel libro "FATTORE 4" (pubblicato 30 anni fa da scienziati autorevoli) si dimostra che possiamo vivere tranquillamente in 10 miliardi nel pianeta, dimezzando i consumi !

Riconvertendo gli allevamenti e le coltivazioni al biologico, ripiantando le foreste dove sono state devastate per produrre ogm per allevamenti e biocombustibili o bioplastiche, non strettamente necessari.  Eliminando la plastica dove non serve, così risanando Mare e terreni da pesticidi e inquinanti vari... Riconvertendo i sistemi energetici e i trasporti alle rinnovabili energie.

In sostanza possiamo dimezzare i consumi raddoppiando le disponibilità per tutti (Fattore 4) ...recuperando l'equilibrio planetario.

BASTA RIDURRE GLI SPRECHI E FAR RISPETTARE LE LEGGI

Ora che è già tropo tardi per non fare nulla…  dobbiamo solo accelerare un po' e, purtroppo, contare molti morti  di cancro, patologie degenerative e pediatriche, alterazioni della fertilità... e influenze stagionali.

Resistiamo, a partire dai Popoli Italici e Greci… Mediterranei come di tutto il mondo.

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Questa è la mia lettera appello al premier Giuseppe Conte 
in merito all'emergenza inquinamento mondiale e nazionale in atto, 
con conseguenza drammatiche scatenate dalle influenze stagionali…

ovviamente è un appello anche al popolo italiano e mondiale

e alle "forze dell'ordine" contro il "nuovo disordine mondiale".

Altrimenti, 
ci penseranno le Forze dell'Ordine di Madre Natura,

che agiscono da miliardi di anni

coi loro motori (e servizi) segreti...
a mettere a posto le cose

Se vogliamo salvare il Genere Umano 
questa è l'Ultima occasione che ci rimane 
per un'immediata riconversione ECOLOGICA GLOBALE. 


Giuseppe Conte dichiara oltre un milione di euro: è il più ricco ...

APPELLO AL PREMIER G. CONTE PER UN DECRETO ECOLOGICO GENERALE IMMEDIATO: STOP AL PM 2.5  (e altri inquinanti)

Agire subito sulle concause aggravanti di grave pericolo attuale per la salute. 

I valori sono a livelli record in Padania, da dicembre. Particelle inquinanti sottili (PM 2.5) e nano particelle entrano nei polmoni veicolando virus e batteri, che possono scatenare polmoniti.

Per salvare più persone possibile dalle influenze  ma, soprattutto, da cancri, malattie cardio-circolatorie e degenerative, Parkinson Alzheimer, allergie, ecc. (almeno 500.000 cause di decesso ogni anno in Italia), sui cui malati l'influenza può essere letale, dobbiamo in primis FERMARE IMMEDIATAMENTE il PM 2.5, ovvero Gasolio e Benzina (con benzene cancerogeno), imponendo la riconversione a metano o elettrica (da rinnovabili, ndr) di tutti i trasporti, fabbriche, riscaldamenti (con attenzione al Pellet, buono solo se ultra certificato "esente da additivi"). Attraverso incentivi adeguati, in gran parte disponibili (conto termico, fotovoltaico/solare, rottamazioni, riconversioni) e aumentando il recupero fiscale decennale.  



Bloccando il 5G (molto sviluppato in Cina, ndr) come ha fatto la Svizzera, sulla base del Principio di Precauzione, per i rischi sul sistema immunitario e neuro-psico-fisiologico generale, puntando sulla banda ultra-larga a fibre ottiche.

Riconvertendo immediatamente al biologico tutti gli allevamenti intensivi, spaventosamente concentrati nella Padania, produttori di Ossidi d'Azoto e Ammoniaca che aumentano le infiammazioni polmonari (anche negli animali) ed altri GAS serra (Metano, CO2, Vapore acqueo) che stanno alterando il clima. Allevamenti che consumano spesso OGM, prodotti con frammenti virali e batterici contenenti resistenze agli antibiotici e alti residui di Glifosate, tutti fattori che alterano il microbiota intestinale e dei terreni, con formazione possibile di nuovo patogeni e proteine sconosciute (ricordiamo tutti i prioni della mucca pazza). Entità che nei nostri intestini e in quelli degli animali, come nei terreni, si scambiano continuamente frammenti genetici "pericolosi". Su cui sarebbe bene indagare eventuali correlazioni con epidemie, passate e presenti derivate da salti di specie dei microbi e dei virus (Aviaria, Suina, SARS, Covid 19). 

Dobbiamo fermare l'uso di pesticidi, mutageni e cancerogeni, con pericoli ulteriori di squilibri e alterazioni genetiche nel microbiota intestinale e nelle nostre cellule. Pesticidi spesso distruttori ormonali e dannosi alle cellule riproduttive (effetti teratogeni), con drammatiche ripercussioni sui nostri figli, sempre più ammalati di "nuove patologie", spesso sconosciute (Telethon docet). Interrompendo nel contempo l'impiego agricolo di reflui industriali di non sicura provenienza e compostaggio. 

Utilizzando i miliardi di € a disposizione dai fondi europei agro-climatico-ambientali e per il benessere animale, che consentono agli agricoltori di coprire i mancati ricavi e maggiori costi, più un 30% per le azioni collettive, come quelle oggi IMMEDIATAMENTE NECESSARIE per proteggere la salute, diritto prioritario inviolabile ed immodificabile, costituzionalmente tutelato. 

Attivando una Politica di prevenzione sanitaria nella convergenza d'interessi di tutti gli attori della filiera agricola e zootecnica.

La Pianura Padana ha la massima concentrazione di inquinanti sottili e pesticidi invisibili che hanno indebolito la popolazione e trasportato microbi, ma tutta l'Italia è avvelenata dai pesticidi e bioaccumulo tossico generale nelle catene alimentari, con perdita di aspettativa di vita sana drammatica negli ultimi due decenni (Eurostat) e ripercussioni pedantissime sui Costi Sociali e Umani.
In Italia spendiamo un miliardo di € in pesticidi e oltre 100 miliardi per curare malattie degenerative, che in notevole percentuale sono imputabili all’uso dei pesticidi, come dimostrano le statistiche nei paesi che li hanno ridotti drasticamente, quali la Danimarca. Se spendessimo 12 miliardi di € annui, necessari per sostenere ed assicurare le riconversioni biologiche di tutte le filiere agricole, ne risparmieremmo almeno il doppio nella sanità, e altrettanti nella prevenzione del dissesto idrogeologico. 

A ciò si aggiungerebbe il "risparmio" di decine di migliaia di decessi annui, imputabili all'inquinamento dell'aria, cui contribuisce l'incenerimento dei rifiuti, che impone la celere fuoriuscita dalla plastica le cui "nanoparticelle" sono ormai diffuse ovunque, veicolando e concentrando pesticidi e altri inquinanti chimici nelle catene alimentari.

Decongestionando in tal modo la sanità nazionale dai rischi di future emergenze come quella attuale, che ci costerà centinaia di miliardi per il "fermo economico".

Salviamo la popolazione padana e italiana dagli inquinanti !

Che l'Italia sia da traino alla riconversione Agroeco-Biologica di tutta l'Europa e del mediterraneo, grazie alla sua eccellente capacità di trasformazione agroalimentare co-evolutasi in tradizioni secolari riconosciute in tutto il mondo. Oltre che un "faro ecologico" generale che sia da guida per l'intero Pianeta, che oggi "respira" mentre le attività economiche umane si fermano, chiedendoci la riconversione Econologica dei sistemi produttivi.

Meno animali allevati e pesticidi, chimica e gas tossici climalteranti (che Madre Terra non può più sopportare) ...e tutti più ricchi. 

Come ci ha indicato, saggiamente, anche Papa Francesco nella sua Enciclica "Laudato sì". Soprattutto, rispettando il diritto prioritario alla "sana e robusta Costituzione"… quella del Popolo Italiano. 

Come Lei meritevolmente ha fatto, avv. Giuseppe  Conte,  in questa emergenza mondiale, che va vista come l'ultima occasione da non perdere per salvare l'Umanità e la Biodiversità della Terra, nel suo "equilibrio biologico e microbiologico".

In Cina, scadute le incubazioni di tutti i contagi precedenti, ripulitasi l'atmosfera, come dimostrano i satelliti della NASA, miracolosamente si sono azzerati i nuovi contagi... ci vogliamo chiedere perché?

Giuseppe Altieri, agroecologo. Premio Padre Pio 2016 alla carriera.

Appello del prof. Giuseppe Altieri contro i pesticidi alle persone ...

mercoledì 25 marzo 2020

Bologna. Petizione per la riapertura dei mercati contadini


Risultato immagini per bologna mercato contadino vedi

Appello per l’istituzione di sbocchi di mercato per i PRODOTTI ALIMENTARI CONTADINI LOCALI a Bologna durante l’emergenza COVID-19
Egregio Sindaco Virginio Merola, Egregio Assessore Aitini, e, per conoscenza, Egregia Giunta del Comune di Bologna, 
Comprendiamo il momento critico che sta vivendo il nostro paese e sosteniamo le decisioni assunte dall’amministrazione nazionale, regionale e comunale. Siamo consapevoli di dover contenere drasticamente gli spostamenti ed i contatti per ridurre le possibilità di contagio. 
Come ben sapete, i prodotti alimentari sono generi di prima necessità, a cui nessuno può fare a meno. Chiudere i Mercati Contadini in città in questa ottica e in un contesto emergenziale ed imprevedibile significa pressoché annientare l’accesso diretto dei cittadini a prodotti alimentari locali e, di conseguenza, aiuta a compromettere la sicurezza alimentare della nostra comunità.
I mercati contadini riforniscono migliaia e migliaia di famiglie in città con prodotti alimentari freschi e locali; con la loro chiusura il rischio di aumentare la concentrazione di persone al chiuso dei supermercati si fa, purtroppo, concreto. I mercati contadini rappresentano un rapporto diretto fra campagna e città, una filiera corta antichissima, senza intermediazioni, trasporti e passaggi che aumentano a loro volta gli spostamenti umani ed i conseguenti rischi di contagio.
Per alcuni di noi si tratta di una esperienza quasi ventennale e, quindi, pensiamo di poter dire a ragion veduta che riteniamo possibile organizzare i nostri mercati garantendo le necessarie condizioni di tutela della salute pubblica, in pieno rispetto delle misure sanitarie straordinarie imposte dai DPCM vigenti in materia. 
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Ad esempio: 
-Limitando gli accessi al mercato per mantenere le distanze di almeno 1 mt tra i clienti.
-Prevedendo la presenza di un numero adeguato di facilitatori, oltre che di cartellonistica, che ricordino alla clientela di mantenere le distanze e rispettare le norme di sicurezza.
-Usando i numeri salva-coda per evitare assembramenti di persone davanti ai banchi.
-Utilizzando guanti ed altri presidi (mascherine) per ridurre i rischi di contatto diretto con i patogeni.
-Sospendendo ogni forma di animazione e di consumazione, anche solo in forma di assaggio dei prodotti in vendita e riducendo e/o modificando gli orari di apertura. 
Siamo anche disponibili ad attrezzarci per garantire il controllo degli accessi alle aree attualmente in uso (transennamento, recinzione con nastro da cantiere, ecc…) o, se ritenuto opportuno, ad utilizzare solo quelle aree mercatali che, strutturalmente, possono garantire un accesso regolamentato e controllato (ad esempio, via Azzo Gardino-Mercato Ritrovato, via Paolo Fabbri e via Tolmino – Campi Aperti) magari concedendo di ampliarne le giornate di apertura per poter accogliere i produttori affiliati normalmente afferenti ad aree mercatali considerate non idonee). 

Nella ferma convinzione che i mercati di vendita diretta siano un’importante risorsa strategica a garanzia della sicurezza alimentare per la cittadinanza di Bologna, auspichiamo un ripensamento rispetto alla scelta di sospendere i mercati contadini di Bologna, ovviamente con la clausola che vengano rispettate rigorosamente le norme di cui sopra, ed eventualmente le altre che dovessero essere individuate come necessarie e attuabili nella circostanza.
Scriviamo dunque a voi nella certezza che si possa trovare, insieme, una forma che, pur garantendo le necessarie cautele per contrastare la diffusione del contagio da coronavirus, permetta di conservare la sostanza della presenza in città di canali di vendita di prodotti freschi e del territorio (ottimi anche per rinforzare le difese immunitarie), in alternativa ai prodotti industriali della grande distribuzione, per il bene di tutti.

Primi firmatari
Ass.ne Campi Aperti per la Sovranità Alimentare; Ass.ne Mercato Ritrovato; Mercato Terra Terra di Ozzano; Associazione Idee in Campo; Produttori e sostenitori Biomercato Villa Serena San Lazzaro di Savena (Bo); C.I.A. Confederazione Italiana Agricoltori; Camilla Emporio di Comunità 
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lunedì 23 marzo 2020

Bioregionalismo. "Stati Generali dell’Ecologia Profonda" - Tivoli, 20 e 21 giugno 2020


BIOREGIONALISMO

"Stati Generali dell’Ecologia Profonda"

nel

GIARDINO DELLA NATURA PROFONDA



Casale Anio Novus
Tivoli, Strada Provinciale Empolitana, km 3,630
20 – 21 Giugno 2020


Presentazione - invito di Italo Carrarini

Nello spirito che caratterizza il Bioregionalismo e l’Ecologia Profonda sabato 20 giugno, con proseguimento nella domenica 21 giugno 2020, presso l’area archeologica del “Casale Anio Novus” a Tivoli, inaugurerò una piccola aiuola dedicata all’Ecologia Profonda al cui interno, tra moduli in travertino (la tipica pietra di Tivoli conosciuta in tutto il mondo come “Lapis Tiburtinus”) con incisi i nomi di alcuni bioregionalisti ed ecologisti, andranno ad insinuarsi nel tempo le erbe spontanee del luogo ed altri arbusti dedicati.

Si tratta di un piccolo segno del 2003 tratto da un appunto risalente al periodo del mio trasferimento dalla città alla campagna: un traccia che nel tempo andrà a fondersi con un vasto prato manutenuto a ridosso delle imponenti arcate dell’
Anio Novus che, scavalcando la via Empolitana e il fosso di Empiglione, continuano a caratterizzare l’immagine del paesaggio tiburtino-trebulano. I resti dell’antico acquedotto costituiscono una delle affermazioni più alte delle avanzate tecniche ingegneristiche e del notevole livello di civilizzazione che il mondo romano esportò in tutto l’Impero, suscitando l’ammirazione non solo degli autori antichi ma anche di artisti e letterati che compirono il Grand Tour in Italia.

Già da tempo con diversi amici bioregionalisti, tra cui Paolo D'Arpini ed altri, pensavamo di inaugurare detta aiuola, denominata
Giardino della Natura Profonda, nell’ambito di un incontro di condivisione tra le varie anime del bioregionalismo e dell'ecologia profonda in concomitanza con il solstizio d’estate.

Per questa iniziativa, coorganizzata dalla Rete Bioregionale Italiana,  Auser Treia, Associazione Culturale L’Arca di Corrado e Slow Food Tivoli e Valle dell’Aniene, sono stati richiesti i patrocini morali ai Comuni di Tivoli, San Gregorio da Sassola e Castel Madama, Enti territorialmente competenti sull’area. A sua volta la Direzione del Casale Anio Novus, metterà a disposizione la sala conferenze per sabato 20, dalle ore 16.00 alle ore 19.00 circa, oltre agli spazi esterni prossimi ad un bio lago balneabile dove verrà svolto il programma di condivisione per l’intera giornata successiva di domenica 21 giugno, con inizio dalle ore 9.00 fino alle 19.00 circa.

Nell’attuale fase di redazione del programma, da definire non oltre il 30 aprile p.v. per consentirne la puntuale divulgazione, sia in forma cartacea (manifesti e pieghevoli), sia attraverso i canali web e mediatici, con la presente sono a richiedere conferma della tua / vostra adesione, ed in particolare se detta partecipazione potrà prevedere (come tutti auspichiamo) un tuo / vostro intervento verbale a cerchio, della durata massima di dieci minuti, nella prima giornata, o altro possibile inserimento nel programma della seconda giornata di incontro, da concordare, nei tempi e modi, in forma di  intervento di carattere esperienziale e/o creativo.

A tal fine, rimetto qui di seguito traccia embrionale di quanto ad oggi delineato, comunque suscettibile di variazioni da concordare nei limiti delle disponibilità complessive.
(Italo Carrarini)

TRACCIA DEL PROGRAMMA

Casale Anio Novus


Sabato 20 Giugno 2020

ore 16.00  ARRIVO E ACCREDITAMENTO DEI PARTECIPANTI

ore 16.30  SALUTI E PRESENTAZIONI

ore 17.00 TAVOLA ROTONDA, con interventi a giro  di non più di dieci minuti pro capite, alternati da brevi momenti musicali con Andrea Biondi e da letture di brani poetici con Antonio Francesco Perozzi


(Al momento  per la Tavola Rotonda, con  introduzione di Paolo D'Arpini della RBI  sul concetto di bioregionalismo ed ecologia profonda,  sono già stati confermati gli interventi:  del prof. Alessandro Camiz e della prof.ssa Ilaria Morini relativi agli aspetti archeologici del sito; di Lina Triebsch, Elisa Rami sulla Valle dell'Aniene; del prof. Luigi Tilia sul canto ed incanto di un fiume;  del prof. Eclario Barone su arte e bioregionalismo; di Marco Tiberi di European Consumers sui diritti dei consumatori. Seguiranno altri...)

ore 19.30  I GIGANTI DELL’ACQUA Visita guidata ai resti dell’acquedotto romano con l’arch. Francesco Pecchi e il dott. Stefano Del Priore dell’Associazione Archeo Tibur

ore 20.30  Inaugurazione del GIARDINO DELLA NATURA PROFONDA (installazione permanente di Italo Carrarini)

ore 20.45  Paula Caccavale cutART36

ore 21.00  CENA VEGETARIANA AL TRAMONTO con prodotti della Valle dell’Aniene, a cura della Condotta “Slow Food - Tivoli e Valle dell’Aniene”

ore 23.43  Solstizio d’Estate. Evento/Performance in via di definizione presso il “Giardino della Natura Profonda”




Domenica 21 Giugno 2020

ore 9.00  LA VIA DELLE ERBE E LA VIA DEL PANE NEL SOLSTIZIO D’ESTATE. Ritrovo al bio lago per il riconoscimento e raccolta di erbe selvatiche a cura di Maria Sonia Baldoni “La Sibilla delle Erbe”

(Le erbe raccolte saranno servite secondo la ritualità solstiziale in degustazione nel corso del buffet campestre)

ore 11.30 Laboratorio sulla Pasta Madre con vecchie varietà di grani coltivati nella Valle dell’Aniene e rugiada solstiziale a cura di Stella Schiavon (degustazione del pane di Kore con l’eptyrum di Circe)

ore 10.00/17.00 VIAGGIO NEL PAESAGGIO. Percorsi di-segni ‘dal vero’ degli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Roma nel Giardino della Natura Profonda con esposizione estemporanea delle opere realizzate

ore 13.00  PRANZO VEGETARIANO con prodotti della Valle dell’Aniene, a cura della Condotta “Slow Food - Tivoli e Valle dell’Aniene”

ore 15.30  CONDIVISIONE ESPERENZIALE A CERCHIO  accompagnata da momenti creativi a cura dei partecipanti. Interventi di  non più di 10 minuti ciascuno.  



(Per la Condivisione  Esperenziale  al momento hanno dato la loro adesione: il geologo Stefano Panzarasa della RBI, l'avv. Nicola Nardella sui diritti di Madre Natura, la prof.ssa Maria Castronovo sul senso di presenza nel luogo, la dr.ssa Caterina Regazzi sul rapporto uomo natura animali, il prof. Giuseppe Altieri su agricoltura ecologica, il dr. Ciro Aurigemma su alimentazione e salute. Seguiranno altri...)

  ore 19.00  SALUTI DI CONGEDO 



 
Notizie logistiche e sulla permanenza 

La partecipazione  alla manifestazione è  libera e gratuita. Per i pasti viene richiesto da parte di Slow Food un contributo di Euro 13 a persona. Riguardo agli eventuali pernottamenti, una volta confermata l’adesione (possibilmente non oltre  il 30 aprile per assicurarvi le prenotazioni) forniremo un elenco delle strutture convenzionate all’evento presenti tra Tivoli e Castel Madama. Sarà inoltre possibile allestire delle tende presso strutture amiche.

Il “Casale Anio Novus”, luogo di svolgimento delle due giornate dedicate agli Stati Generali dell'Ecologia Profonda, dista poco più di 3,5 km d Tivoli e circa 1,5 km dal Casello Autostradale della A24 “Roma - L’Aquila - Teramo”.


Per adesioni e comunicazioni:   
italo.carrarini53@gmail.com
cell. 334.5270299 


 Risultato immagini per italo carrarini

Post Scriptum 

In occasione  delle due giornate dell'evento in programma  si prevede la realizzazione di una brochure, cartacea ed in PDF,  dal titolo "Quaderni di Vita Bioregionale", nella quale vengono riportati gli abstract dei vari interventi dei partecipanti, che avranno fatto pervenire il loro scritto, entro il 30 aprile 2020, all'indirizzo:    spiritolaico@gmail.com  



Alcune immagini dei luoghi:





Esempio di Quaderni di vita bioregionale:
 https://drive.google.com/file/d/0Bw62obkFfDemT0pRRWs4blQtRmdfdDdLYzZ3MU1qTmpUYk1j/view?usp=sharing