Se dobbiamo alla Rivoluzione francese l’avventura degli
stati-nazione, ora assistiamo alla loro irrimediabile agonia. Dovremo
all’epoca del Grande Ovest il tentativo di riforma del mondo. Se
prima ci si era mossi motivati da energie culturali, ora si tratta di
moventi economici e di controllo. Se prima l’individuo era attore
primario della democrazia, ora è agente superfluo e sostituibile. Se
prima l’umanesimo permeava il fare, ora è la tecnologia a dirci la
via. Con il beneplacito di chi ancora crede in questo genere di
progresso.
L’esigenza di riduzione della spesa pubblica ha assunto nel tempo
la medesima forza che ha l’acqua alla gola. In quel tipo di
situazione ci è imposto afferrare qualunque cosa galleggi pur di non
annegare. Lo fa l’individuo e lo fa lo Stato. Così, sotto il
capestro di una spesa pubblica via via più insostenibile a fronte di
una resa di servizi intellettuali e materiali, di una inefficiente
burocrazia pachidermica albergata in strutture fatiscenti, lo stato
si è trovato obbligato ad afferrare la mano che gli veniva tesa. Era
un buon affare. Avrebbe potuto recuperare la sua identità, sebbene
falsificata e controllata, ma incredibilmente ancora credibile, agli
occhi della maggioranza, opportunamente istruita dai media collusi e
obbligatoriamente interessati a stare a galla per la medesima acqua
alla gola. Un epilogo ineludibile dopo essersi venduti, dopo essersi
preoccupati della nostra sensibilità per mostrare innocui video
preceduti da offensiva, invadente, vergognosa pubblicità dei loro
padroni. Così pure per i suoi funzionari e i suoi politici.
Burocrati con la potenza di deviare il corso della politica e
politici deviati dagli interessi di una miopia tanto inutile al
sociale quanto indispensabile per stare a galla.
La mano tesa ce la porge il Big West. Un’entità latente, fondata
sull’individualismo indelimitato e indelimitabile, che all’uopo
si aggrega per interesse comune. La deriva economico-finanziaria
della cultura occidentale, quella che avrebbe dovuto far piovere
ricchezza fino alle lande estreme dei poveracci, ha spianato la
strada a persone geniali che hanno saputo navigare tra le bonacce e
le burrasche mai sotto il controllo della cosiddetta democrazia e
delle sue leggi.
Società private, seconda generazione steroidizzata delle
multinazionali, ora più forti di molti stati del mondo. Ora capaci
di controllarne la politica. Sembra una boutade ma non lo è. Se il
solo piano di riferimento è quello economico, se ora possono
distribuire ricchezza, seppur in forma individualizzata e non
sociale, tenere per il naso tutti quelli che vogliono la Ferrari in
giardino non è difficile. Come potrebbe. Hanno più potenza dei Pil,
destinata a crescere. Hanno la comunicazione, ponti sui quali fanno
passare – leggi esistere – ciò che vogliono, magli ai quali solo
una minoranza occasionalmente resiste. Disponiamo di schiere di
idonei a dimostrarlo. Moltitudini in permanente libidine pur di avere
qualcosa in più per sottrarsi alla miseria di un solo televisore, di
una sola auto.
Ci si trova così davanti a parlamenti genuflessi, a governi piovuti
dal cielo stellato in campo azzurro, a elezioni tendenti al
facoltativo, a presidenti intra partes, a politiche economiche
polarizzate, a politiche interne piuttosto energumene, a politiche
estere allineate e coperte, a un’informazione da dimenticare... per
non disperarsi, per non cadere nell’ossessiva, ridondante domanda
che ognuno pone a se stesso: “Come hanno potuto? Come hanno
potuto?”.
Come hanno potuto affermare con sicumera che il vaccino era sicuro
salvo poi, obbligati dagli effetti collaterali e dalle morti, le
poche che sono stati costretti ad ammettere, sostenere con
altrettanta sicumera che “è logico, ogni farmaco ha le sue
controindicazioni, anche l’aspirina”. Come è possibile che le
autorità si siano ben guardate dall’intervenire a favore di
libertà di parola censurate con risibili motivazioni dai governatori
delle piattaforme, anche nei confronti di articoli o video innocui?
Come hanno potuto sostenere la vigile attesa (della terapia
intensiva) quando ci sono stati medici del mondo e anche nostri che
affermavano, anzi, dimostravano, l’elevatissima percentuale di
successo a mezzo dell’impiego di certi farmaci o altro di
equipollente? Come possono vaccinare bambini, il cui rischio di
malattia ha una percentuale zero con diversi altri zero dopo la
virgola, per proteggere anziani vaccinati. Come hanno potuto mentire
sul numero dei decessi da Covid? E come possono farlo sulla durata
della pseudo immunità fornita dal protovaccino? Come possono
obbligare le persone a vaccinarsi nonostante Ippocrate, la libertà
di cure, la Costituzione? E come possono farlo per ragioni che
sanitarie non sono? Come possono determinare la durata della tessera
verde (perché chiamarla verde se non per imbambolare i più
sprovveduti? Ma quanti si stima siano?) in modo contraddittorio con
la presunta durata, comunque assai inferiore, dell’immunità da
vaccino? Come chiamare “casi” chiunque sia positivo al tampone,
su cui il suo stesso autore ha affermato non essere idoneo alla stima
del contagio? Come possono gli uomini della democrazia, i nostri
uomini, tradirci così tanto? Sanno che non reagiremo? Sanno di avere
armi seduco-convincenti a prova di critica polistrumentale della
gestione della falsa pandemia? Quanto siamo lontani dall’essere
altezza della situazione? Quanto stiamo andando a finire nella
tramoggia dalla quale usciremo ubbidienti pronti alla terza, quarta,
quinta dose di vaccino e di qualunque altro serva per essere buoni
cittadini, per lavorare, per non diventare d’emblée criminali?
Quanto presto e quanto è vero che resteremo sotto i cingoli del
carro che avanza sotto il vessillo del Grande Ovest?
Domanda idiota chiedersi come hanno potuto, purché invece dei
puntini in forma di diversivi, si riconosca il disegno che, nel loro
insieme, rappresentano. Hanno potuto perché hanno un progetto.
Consideravano quanto accadeva solo per tenerne il governo. Landini
abbracciato a Draghi, oltre che un dolore, ne è un buon emblema.
Ma la longa manus appartiene a gente perbene, intelligente,
che ha studiato e sta lavorando per noi, anzi, di più, per il
pianeta, con le sue menzogne in forma di sostenibilità, economia
circolare, impatto zero e con le segrete politiche
energetico-nucleari e sfacciate implementazioni di armi. Proprio
questa intellighentzia, alla faccia di quanto hanno sostenuto le
sprovvedute avanguardie della controcultura, ha avuto piena
consapevolezza che la crescita infinita era filosofia buona per i
babbei, che le risorse primarie si esauriranno, che l’inquinamento
crescente era un problema per la terra, l’aria, l’acqua e l’uomo,
che siamo troppi e in quantità sufficiente per impedire qualunque
soluzione ai problemi che abbiamo generato. Problemi, il cui riflesso
sociale è in attesa della scintilla giusta per coagularlo in
un’esplosione. Meglio agire in fretta per prevenirlo.
Se le ordinarie politiche in mano alle democrazie non erano riuscite
a produrre il necessario alla dimensione delle questioni
improcrastinabili – esiziali anche singolarmente prese –
giocoforza, la modalità del colpo di manus si ergeva sopra le
altre. Quale altra azione concedeva di essere efficace per agire otto
miliardi di persone, in particolare quelli più produttivi e
collegati? Gli altri, erano da considerare carnea zavorra
sacrificabile senza rischio di ritorsione.
A mezzo della pseudopandemia e dello pseudoambientalismo, cucinati
con il megafono del terrore e della responsabilizzazione, non è
stato difficile creare discordia sociale tra parigrado, ottenere
ubbidienza dalla maggioranza, distrarre dalle questioni più
importanti. In sostanza, diversivi affinché il passaggio di consegna
dal capitalismo storico a quello ordoliberista, dalle politiche
sovraniste prima maniera a quelle denazionalizzate, con tutto ciò
che comporta per ogni singola persona dall’infanzia in là,
restassero quanto più possibile sottotraccia, in attesa del momento
giusto per l’agguato.
L’attenzione alla questione di demolizione della stabilità
implicita nelle identità sessuali, famigliari, comunitarie, con
l’immigrazione incondizionata tornava utile allo scopo. In
particolare, a mezzo della seconda, si favorivano strategie per
ridurre il costo del lavoro e il sentimento di comunità tanto
locale, quanto nazionale. Ma anche impoverimento imposto da leggi
(più tasse, più costi, meno diritti), lavoro precarizzato,
disoccupazione retribuita da redditi di bromurizzazione.
Nel copione del grande spettacolo di cui non ci avvediamo,
scambiandolo così per realtà, la digitalizzazione maniacale, a
tappeto, per riduzione del costo del lavoro e capillarizzazione della
sorveglianza, la velocità della rete, le nanotecnologie, i test
sociali del vaccino e della tessera verde, partecipavano attivamente
alla realizzazione del transito. Come in ogni crisi, sarebbe servita
la manus ferma. Ed ecco gli idranti sui rosari. Ecco, da
prevedere, una polizia sanitaria, una finanza autorizzata ad
ispezionare ogni hard disk, una forestale pronta ad ammendare per una
plastica dal finestrino.
Queste politiche, destinate a tenere a galla il barcone e i suoi
Schettini, azzerano il valore della società civile, promuovono
l’unilinguislimo – un espediente non secondario per enclavizzare
i meno giovani i meno civilizzati – l’efficientismo e il
presidenzialismo
La democrazia è una dimensione storica superata. Il Grande Ovest la
sta sostituendo costi quel che costi, eventualmente anche miliardi di
euro, no, anzi, di uomini.
Lorenzo Merlo