Un pomeriggio a Calcata - Foto di Armando
Eccomi qui, ancora una volta seduta davanti al pc, questa volta a Treia, per fare un piccolo resoconto di questo breve ma molto intenso viaggio con Paolo....
Ma la vita non è tutta un viaggio verso l'ignoto? Quando si parte, di solito, le nostre tendenze mentali, ci fanno prefigurare già ciò che si dovrà vivere, ciò che le circostanze in cui ci andremo a trovare ci presenteranno sul palcoscenico della recita: gli attori, la scenografia, le battute da dire, le movenze in cui atteggiarci ed in cui gli altri attori si atteggeranno, persino i costumi (cosa mi metterò addosso per fare questo o quello?).
Osservando Paolo, ho notato in diverse occasioni, che in lui non "funziona" questo sistema: in ogni momento vive quel che sta vivendo senza mai o quasi "prepararsi" per il momento successivo.
Non nascondo che a volte questo suo modo di essere mi ha alquanto urtato: io, preparandomi a fare una certa cosa, un incontro, una passeggiata, una cena, un viaggio, giro come una trottola (combinando poco o niente) affannandomi in forse inutili preparativi. Lui se ne sta lì, bello e tranquillo come il sole, a fare le sue cose, il suo Giornaletto, a leggere un libro in terrazza e cose simili. All'ultimo momento, poi, quando è realmente il momento, lui è lì pronto ancora prima di me, sorridente, sereno, lui è.
In questo viaggio, forse prima di tutto ho assorbito, almeno un po', così senza intenzione, questo suo modo di vivere il momento presente, che altro non si può definire che come "libertà", che è la stessa cosa di essere sé stessi, di essere tutt'uno con il Tutto.
E così in questi tre giorni abbiamo vissuto vari momenti: il primo giorno, il viaggio da Spilamberto a Nepi, a casa di Luisa, l'incontro con lei, il riposino, il giro a Calcata con l'incontro con Felix, Sofia e i nipotini Sava, Mila e Teo, cresciuti dall'ultima volta e sempre deliziosi, ognuno a suo modo, la pizza al paese vecchio, il ritorno da Luisa e la notte con i tre dolci cani di Luisa, bravi, tranquilli e per nulla invadenti (anzi, eravamo noi ad invadere il loro spazio).
Una nota: il viaggio di prima andata, lungo, circa quattro ore sull'autostrada del sole, memorabile, anche se non ne ho più memoria. Non saprei ripetere un parola di quel che ci siamo detti, di quel che lui ha detto se non una parola sempre presente sulle nostre bocche come è sempre presente: Sé.
E questa parola è ritornata, come sta ritornando spesso nell'aria e nei discorsi nostri e altrui in questi giorni, anche il pomeriggio successivo, a casa di Luisa, che chiedeva spiegazioni ed io dicevo che non so dire se ho memoria di quell'esperienza, perché quell'esperienza è sempre presente. Può essere sempre presente. E allora non serve più chiedersi se o se non ....
Il giorno successivo siamo tornati a Calcata vecchia e con Felix, Sofia e i bambini siamo stati un po' al paese vecchio, la giornata era splendida, tutto era lì al posto giusto, c'era persino il vice-parroco, Don Henry, sulla soglia della chiesetta sui cui gradini ci eravamo seduti. Sofia ci ha mostrato con orgoglio e modestia il suo negozietto pieno di cose meravigliose, è una vera artista ed anche Felix sembrava un po' "ammorbidito" rispetto alla sera precedente.
Poi a pranzo da Ilaria e Paul, a Ronciglione. Ilaria è una ottima "padrona di casa", ci ha fatto mangiare a crepapelle e nel (purtroppo) poco tempo che abbiamo trascorso con loro abbiamo respirato l'Amore che regna e che si vive in quella casa e che essi provano anche per noi. Ilaria merita tutta la nostra gratitudine poi, per aver contribuito al nostro Amore, mio e di Paolo, facendo in modo da sciogliere un nodo che sarebbe stato difficile risolvere altrimenti (quello del primo "spostamento" da Calcata, accompagnando Paolo in macchina a Spilamberto).
Riposino pomeridiano da Luisa e partenza per Bracciano, fiancheggiando il lungolago passando da Anguillara. Arrivo alla Zuccallegra e incontro con vari vecchi amici e amiche di Paolo. C'era anche la solare Noemi, al nostro primo incontro, un'amica “telematica”, venuta da Roma in treno, che purtroppo ci ha dovuto lasciare presto, assieme ai due ragazzi indiani che tornavano a Palestrina.
Mentre prima della partenza da Spilamberto ero un po' intimidita dalla prospettiva di questo incontro (a parte Luisa non conoscevo nessuno), ma come scrivevo, al momento, tutto è filato liscio e non c'è stata nessuna situazione di imbarazzo (ivi comprese le risatine ed i gridolini di Massimo un nipotino di Paolo). Forse è superfluo rimarcarlo, ma sono i miei piccoli progressi e mi piace condividerli con chi leggerà....
Dopo un po' di saluti, baci, abbracci, Paolo ha detto alcune parole sul significato della giornata del 2 ottobre, che era l'anniversario di Gandhi e la giornata mondiale della non violenza... nonché la pre-vigilia della festa di san Francesco d'Assisi.
L'incontro a Zuccallegra si è concluso con la lettura di alcuni brani (lettere) dal nostro libro "Vita senza Tempo", con una condivisione di pensieri tra i presenti: Caterina (la figlia di Paolo), Paola, Lidia, Giorgio Vitali, Orazio Fergnani, Maria Grazia, Roberto, Afra, Clotilde, Luigino, ... e con una buona cenetta vegetariana preparata dalla esperta cuoca del centro.
Che possiamo dire? Aspettiamo, se arriveranno, commenti e pensieri sui temi di queste letture (amore, ma anche ecologia, natura, alimentazione, stili di vita).
E' stato bello esserci. Alla prossima!
Caterina Regazzi
Caterina nella vecchia sede del Circolo di Calcata
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Commento di Paolo D'Arpini:
Non serve aggiungere nulla a questo bellissimo e vivo racconto di Caterina.. solo una mia sensazione personale.. all'arrivo nella piazza esterna di Calcata, ho sentito un abbaiare, la cagna bianca randagia del paese, mi aveva riconosciuto e mi è venuta incontro...
Durante la gita a Calcata, per la prima volta, mentre ciondolavo nella piazzetta del paese salutando amici di vecchia data, mi sono sentito un turista.. Non più Paolo D'Arpini, il controverso guru vegetariano di Calcata, ma un signore un po' attempato, in visita al paese dove vivono i suoi nipotini... Ho dimenticato le ragioni, i torti, le bellezze, i templi, le litigate, gli abbracci, le compagnie, le bevute, le meditazioni, i buoni consigli, etc. Tutto nel calderone di una "vita senza tempo"...
Ciò che resta di me a Calcata
Ne sono divenuto perfettamente consapevole nel momento in cui, assieme a Caterina, siamo giunti alle porte di Treia, il terzo giorno...
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