giovedì 1 marzo 2012
Louis Even e la favola del naufragio nel mare tempestoso del debito pubblico.. - Storie di signoraggio bancario ed altri imbrogli...
UNA DIVERTENTE FAVOLA, PER COMPRENDERE FACILMENTE IL "MISTERO" DEL DENARO
di Louis Even
1. Salvati dal naufragio
Un'esplosione ha distrutto la loro nave. Ognuno si aggrappava ai primi pezzi flottanti che gli capitano sotto le mani. Cinque sono riusciti a trovarsi riuniti sullo stesso relitto che le onde spinge a loro volontà. Degli altri compagni del naufragio alcuna notizia.
Da ore, lunghe ore, scrutano l'orizonte: qualche nave in viaggio li vedrà? La loro zattera di fortuna approderà su qualche riva ospitale?
Ad un tratto, un grido si sente: Terra! Terra laggiù! Guardate! Proprio nella direzione che le onde ci spingono!
Ed in misura in cui si disegna, in effetti, la linea d'una riva, i visi si rallegrano.
Essi sono cinque:
-Francesco, il grande e forte carpentiere, che per prima ha gridato: Terra!
-Paolo, coltivatore, è quello che voi vedete avanti a sinistra, inginocchiato, una mano a terra e con l'altra si tiene aggrappato al palo del relitto.
-Giacomo, specialista per l'allevamento di animali; è l'uomo con i pantaloni a righe, il quale, inginocchiato guarda verso la direzione indicata.
-Enrico, dottore in agraria, un pò grassotto, seduto su una valigia salvata dal naufragio.
-Tommaso, ingegnere mineralogista, è il pezzo d'uomo in piede, indietro, con la mano sulla spalla del carpentiere.
2. Un'isola provvidenziale
Rimettere i piedi su una terra ferma, per i nostri uomini è un ritorno alla vita.
Una volta asciugati e riscaldati, il loro primo pensiero è di fare conoscenza con quest'isola dove sono stati spinti lontani dalla civilizzazione. Quest'isola la battezzano col nome: L'Isola dei Naufraghi.
Un rapido giro sull'isola colma le loro speranze. L'isola non è un deserto arido: essi sono i soli uomini ad abitarla attualmente ma altri hanno dovuto viverci prima di loro dal fatto che hanno incontrato quà e là sull'isola greggi semi selvaggi.
Giacomo, l'allevatore, afferma che potrà migliorarli e trarne un buon rendimento.
In quanto al suolo dell'Isola, Paolo lo trova in gran parte assai propizio alla cultura.
Enrico ha scoperto alberi fruttiferi e spera poter ottenerne grande profitto.
Francesco vi ha notato soprattutto le belle distese forestali, ricche in legno di ogni specie: sarà molto facile abbattere alberi e costruire ricoveri per la piccola colonia.
In quanto a Tommaso, l'ingegnere, ciò che lo ha interessato è la parte la più rocciosa dell'Isola. Egli vi ha notato molti segni indicando un sottosuolo molto ricco di minerali.
Nonostante la macanza di attrezzi perfezionati, Tommaso crede avere abbastanza iniziativa e scaltrezza per trasformare il minerale in metalli utili.
Ognuno potrà dunque occuparsi alle sue opere favorite per il bene di tutti. Tutti sono unanimi a lodare la Provvidenza per lo scioglimento relativamente felice d'una grande tragedia.
Appena Francesco aveva alzato l'accetta, e il banchiere scappò verso la foresta a tutta velocità.
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DALLA PARABOLA ALLA REALTA' - SISTEMA DI DENARO-DEBITO
Louis Even
[ Louis Even riporta la parabola al Canada, ma lo stesso diabolico meccanismo coinvolge il mondo intero (ndr) ]
Il sistema di denaro-debito introdotto da Martin sull'Isola dei Naufraghi, produceva l'indebitamento finanziario progressivo della piccola comunità, in tal misura che per il suo lavoro essa sviluppava ed arricchiva l'Isola.
Non è esattamente questo che avviene nei nostri paesi civilizzati?
Il Canada attuale è certamente più ricco, di ricchezze reali, che 50 o 100 anni fa, o che ai tempi dei pionieri. Ora, comparate il debito pubblico, la somma di tutti i debiti
pubblici del Canada di oggi con quella che era questa somma 50 anni fa, 100 anni fa, tre secoli fa!
Esiste però la popolazione canadese stessa che, nel corso degli anni, ha prodotto l'arricchimento con il proprio duro lavoro. Perché dunque tenerla indebitata per il risultato del suo lavoro?
Considerate, per esempio, il caso delle scuole, degli acquedotti municipali, dei ponti, delle strade, ed altre costruzioni di carattere pubblico. Chi le costruisce? Alcuni costruttori del paese. Chi fornisce i materiali? Alcuni manifatturieri del paese. E perché essi possono così impiegarsi a svolgere dei lavori pubblici? Perché ci sono altri lavoratori che producono alimenti, vestiti, scarpe, o forniscono dei servizi che servono e vengono utilizzati dai costruttori e dai fabbricanti di materiali.
È dunque esclusivamente la popolazione, nel suo complesso, che con il suo lavoro di ogni genere produce tutte queste ricchezze. Se essa importa prodotti dall'estero, è per contropartita dei prodotti che essa stessa esporta all'estero.
Ora, cosa si constata? Dappertutto, si tassano i cittadini per pagare queste scuole, questi ospedali, questi ponti, queste strade ed altri lavori pubblici. Si fa dunque pagare collettivamente ed individualmente alla popolazione quello che la popolazione stessa, collettivamente ed individualmente, ha prodotto.
Pagare più del prezzo
E questo non si ferma lì. Si fa pagare la popolazione più del valore reale di quello che essa stessa ha prodotto. La sua produzione, arricchimento reale, diviene per essa un debito caricato di interessi. Con gli anni, la somma degli interessi puo uguagliare, o anche superare, l'importo del debito imposto dal sistema. Avviene cosi che si fa pagare la popolazione due volte, tre volte, il prezzo di quello che essa stessa ha prodotto.
Oltre i debiti pubblici, vi sono anche i debiti industriali, anche questi caricati di interessi. Essi forzano l'industriale, l'imprenditore, ad aumentare i suoi prezzi al di là del costo di produzione, al fine di poter rimborsare capitale ed interessi, altrimenti farebbe bancarotta.
Debiti pubblici o debiti industriali, è sempre la popolazione che deve pagare tutto questo al sistema finanziario. Pagare in tasse quando si tratta di debiti pubblici, pagare in prezzi quando si tratta di debiti industriali. I prezzi gonfiano mentre le tasse schiacciano il portamonete.
Sistema tirannico
Tutto questo e molte altre cose smascherano bene un sistema di denaro, un sistema di finanza, che comanda invece di servire, e che tiene la popolazione sotto la sua dominazione, come Martin manteneva gli uomini dell'Isola sotto il suo controllo e potere, prima che essi si rivoltassero.
E se i controllori del denaro rifiutano di prestare, o se ci mettono delle condizioni troppo difficili per gli Enti Pubblici o per gli industriali, cosa succede? Succede che gli Enti pubblici rinunciano a dei progetti che sono però urgenti; succede che gli industriali rinunciano a degli sviluppi o delle produzioni che risponderebbero però a dei bisogni. E ciò è causa di disoccupazione. Ed addirittura per impedire ai disoccupati di morire, bisogna tassare quelli che hanno ancora qualcosa o che guadagnano ancora un salario.
Si può immaginare un sistema più tirannico, i cui malefici si fanno sentire fra tutta la popolazione?
Ostacolo alla distribuzione
E questo non è tutto. A parte l'indebitare la produzione che finanzia, il paralizzare quella che rifiuta di finanziare, il sistema monetario è un cattivo strumento finanziario di distribuzione dei prodotti.
E' bello avere dei negozi e dei depositi pieni, è bello avere tutto ciò che occorre per una produzione anche più abbondante, ma la distribuzione dei prodotti è razionata.
Per ottenere i prodotti, in effetti, è necessario pagarli. Dinanzi ai prodotti abbondanti, necessiterebbe un'abbondanza di denaro nel portamonete. Ma questo non è ciò che accade nella realtà. Il sistema aumenta sempre più i prezzi dei prodotti, piuttosto che il denaro nei portamonete dei cittadini che hanno bisogno di questi prodotti.
La capacità di pagare non è equivalente alla capacità di produrre. La finanza non è in accordo con la realtà. La realtà rappresenta un'abbondanza di prodotti, facili da ottenere. La finanza, rappresenta la moneta razionata e difficile ad ottenere.
Correggere ciò che è vizioso
Il sistema monetario attuale è dunque veramente un sistema punitivo, invece di essere un sistema di servizio.
Questo non vuol dire che bisogna sopprimerlo, ma correggerlo. È questo che farebbe magnificamente l'applicazione dei principi finanziari conosciuti sotto il nome di CREDITO SOCIALE (da non confondere col partito politico che prende falsamente lo stesso nome).
Il Credito Sociale
Il denaro conforme al reale.
Il denaro di Martin, sull'Isola dei Naufraghi, non avrebbe avuto alcun valore se non vi fosse stato alcun prodotto sull'Isola. Anche se il suo barile fosse stato realmente pieno d'oro, che cosa quest'oro avrebbe potuto comprare in un'Isola senza prodotti? Oro, o denaro di carta, o qualsiasi cifra nel libro dei conti di Martin, non avrebbero potuto nutrire nessuno se non vi fossero stato dei prodotti alimentari. La stessa cosa per i vestiti. E così per tutto il resto.
Ma c'erano dei prodotti sull'Isola. Questi prodotti provenivano dalle risorse naturali dell'Isola e dal lavoro della piccola comunità. Questa ricchezza reale, che da sola dava valore al denaro, era la proprietà degli abitanti dell'Isola e non la proprietà esclusiva del banchiere Martin.
Martin li indebitava per ciò che ad essi apparteneva. Essi l'hanno compreso quando hanno conosciuto il Credito Sociale. Essi hanno compreso che ogni denaro, ogni credito finanziario, è basato sul credito della società stessa e non sull'operazione del banchiere. Hanno compreso che il denaro doveva dunque essere di loro proprietà al momento che esso viene emesso; dunque, essere consegnato a loro, diviso tra loro, pronto a circolare tra di loro, secondo il trasferimento dei prodotti dagli uni agli altri.
La questione del denaro diventava da quel momento per loro quello che è essenzialmente: una questione di contabilità.
La prima cosa che si esige da una contabilità è di essere esatta, conforme alla cose che essa esprime. Il denaro deve essere conforme alla produzione o alla distruzione di ricchezza. Seguire il movimento della ricchezza: produzione abbondante, denaro abbondante; produzione facile, denaro facile; produzione automatica, denaro automatico; gratuite nella produzione, gratuite nel denaro.
Il denaro per la produzione
Il denaro deve essere al servizio dei produttori, nella misura di cui necessitano per mobilizzare i mezzi di produzione.
Questo è possibile, poiché è già avvenuto, dall'oggi al domani, non appena venne dichiarata la guerra. Il denaro, che mancava dappertutto da dieci anni è apparso tutto ad un tratto; e durante i sei anni di guerra, non vi è più stato alcun problema di denaro per finanziare tutta la produzione possibile e richiesta.
Il denaro può dunque essere, e deve essere, al servizio della produzione pubblica e della produzione privata, con la stessa fedeltà che fu al servizio della produzione di guerra. Tutto ciò che è fisicamente possibile per rispondere ai bisogni legittimi della popolazione deve essere reso finanziariamente possibile.
Ciò sarebbe la fine degli incubi degli Enti Pubblici. E sarebbe la fine della disoccupazione e delle sue privazioni, finché restano delle cose da fare per rispondere ai bisogni, pubblici o privati, della popolazione.
Tutti capitalisti — Dividendi ad ognuno
Il Credito Sociale preconizza la distribuzione di un dividendo periodico a tutti. Una somma di denaro che, diciamo, sarà versata ogni mese ad ogni persona, indipendentemente del suo impiego — esattamente come il dividendo versato al capitalista, anche quando egli non lavora personalmente.
Si ammette che il capitalista, colui che investe denaro in un'impresa, ha diritto ad un reddito sul suo capitale, reddito che si chiama dividendo. Ci sono altri individui che mettono il proprio capitale in opera, e questi altri sono ricompensati per questo, in salari. Ma il capitalista trae un reddito dalla sola presenza del suo capitale nell'impresa. Se vi lavora personalmente, trae allora due redditi: un salario per il suo lavoro ed un dividendo per il suo capitale.
Ebbene, il Credito Sociale considera che tutti i membri della società sono capitalisti. Tutti possiedono in comune un capitale reale che concorre molto di più alla produzione moderna che il capitale-dollari, o che il lavoro individuale degli impiegati.
Quale è questo capitale comunitario?
Dapprima vi sono le risorse naturali del paese, che non sono state prodotte da nessuno, che sono una gratuità di Dio per tutti gli esseri umani.
Poi, vi è la somma delle conoscenze, delle invenzioni, delle scoperte, dei perfezionamenti nelle tecniche di produzione, di tutto questo progresso, acquisito, accumulato, ingrandito e trasmesso da una generazione all'altra. Questa è una eredità comune, guadagnata dalle generazioni passate, che la nostra generazione utilizza ed ingrandisce ancora per passarla alla seguente. Questa non è la proprietà esclusiva di nessuno, ma un bene comunitario per eccellenza.
E questo è senz'altro la più grande forza della produzione moderna. Eliminate solamente la forza motrice del vapore, dell'elettricità, del petrolio — invenzioni degli ultimi tre secoli — e dite cosa sarebbe la produzione totale, anche con molto più lavoro da parte di tutti i lavoratori del paese.
Senza dubbio, occorrono ancora dei produttori per mettere a frutto questo capitale, ed essi ne sono ricompensati con i loro salari. Ma, il capitale stesso deve riconoscere dei dividendi ai suoi proprietari, dunque a tutti i cittadini, tutti ugualmente co-eredi delle generazioni passate.
Poiché questo capitale comunitario è il più grande fattore di produzione moderna, il dividendo dovrebbe essere capace di procurare ad ognuno almeno quello che occorre per provvedere ai bisogni essenziali dell'esistenza. Poi nella misura in cui la meccanizzazione, la motorizzazione, l'automazione, acquisiscono un ruolo sempre più determinante nella produzione, consentendo la riduzione dell'impegno lavorativo umano, la parte distribuita dal dividendo dovrebbe diventare sempre più grande.
Ecco tutt'altra maniera di concepire la distribuzione della ricchezza rispetto a quella di oggi. Invece di lasciare delle persone e delle famiglie nella grande miseria o di tassare quelli che guadagnano per venire al soccorso di quelli che non sono più necessari alla produzione, si avrebbero tutti i cittadini garantiti da un reddito di base ottenuto dal dividendo.
Migliore ripartizione alla sorgente.
Sarebbe allo stesso tempo un mezzo ben appropriato alle grandi possibilità produttrici moderne di realizzare nella pratica il diritto di ogni essere umano all'uso dei beni materiali. Diritto che ogni persona acquisisce con il solo fatto della sua esistenza. Diritto fondamentale e imprescrittibile che Pio XII rammentava nel suo storico radio messaggio del 1 giugno 1941: “I beni creati da Dio lo sono stati per tutti gli uomini, e devono essere alla disposizione di tutti, secondo i principi della giustizia e della carità. Ogni uomo, come essere dotato di ragione, ottiene di fatto dalla natura il diritto fondamentale di usare dei beni materiali della terra... Un tale diritto individuale, non dovrebbe essere soppresso in alcuna maniera, nemmeno dall'esercizio di altri diritti sicuri e riconosciuti su dei beni materiali.”
Un dividendo a tutti ed a ognuno: ecco bene la formula economica e sociale la più radiosa che sia mai stata proposta ad un mondo di cui il problema non è produrre, ma di distribuire i prodotti.
Non da un partito politico
Numerosi, in parecchi paesi, quelli che vedono nel Credito Sociale di Douglas quanto di più perfetto mai proposto per servire l'economia moderna d'abbondanza, e per mettere i prodotti al servizio di tutti.
Rimane ora da far prevalere questa concezione dell'economia, affinché divenga un'attuazione nella pratica.
Sfortunatamente, in Canada, dei politicanti hanno disonorato le due parole: “Credito Sociale” prendendole per designare un partito politico. Questo è il più grande torto, che mai è stato fatto alla comprensione ed all'espansione della dottrina di Douglas. Questa è diventata una sorgente di confusione ed una causa di diffidenza. Molta gente rifíuta a priori di sentire parlare del Credito Sociale, perché ci vedono un partito politico, ed essi hanno già dato la loro adesione ad un altro partito.
Pertanto, il Credito Sociale, autenticamente compreso, non è del tutto un partito politico. È esattamente il contrario. Il fondatore stesso della scuola creditista, C.H. Douglas, conosceva certamente meglio di quelle piccole teste gonfiate che vogliono servirsi dell'idea superficiale che ne hanno per cercare di soddisfare le loro ambizioni politiche.
Ora, Douglas, ha dichiarato nettamente che c'è incompatibilità tra Credito Sociale e politica elettorale. Partito politico e Credito Sociale sono due termini che si escludono l'uno l'altro, per la loro stessa natura, per il loro scopo, il loro motore, il loro spirito.
I principi del Credito Sociale riposano su una filosofia. E questa filosofia dà la precedenza alla persona sul gruppo, sulle istituzioni, sul governo stesso. Tutta l'attività, fatta in nome del Credito Sociale autentico, deve essere un'attività al servizio delle persone.
È tutto un altro motore che anima e orienta le attività di un partito politico.
Ogni partito politico, antico o nuovo, ha come primo scopo di conquistare o di conservare il potere, di diventare o di restare il gruppo che governerà il paese. E' la ricerca del potere per un gruppo.
Il Credito Sociale, al contrario, concepisce il potere ridistribuito a tutti: il potere economico, con un dividendo periodico, permettendo ad ogni individuo di dare delle direttive alla produzione del suo paese; il potere politico, facendo dello Stato, dei governi di ogni tipo, gli interessi della persona, e non le persone gli interessi dello Stato.
È il governo che interessa i partiti politici. Mentre è la persona, il fiorire, il benessere della persona che interessa il vero creditista.
La politica di partito incita i cittadini ad abdicare la loro responsabilità personale, il partito mettendo tutta l'importanza sul voto, su un atto di qualche secondo che il cittadino compie nascosto dietro un paravento, dopo essere stato servito di stufato elettorale in tutte le salse, durante quattro settimane.
Il Credito Sociale, al contrario, insegna ai cittadini ad assumersi le proprie responsabilità, in politica come in ogni altra cosa, ed in ogni tempo, applicando la sorveglianza e creando la coscienza dei governi, gridando la verità e denunciando le ingiustizie senza tregua ovunque dove si trovino.
Ogni partito politico contribuisce a dividere il popolo lottando gli uni contro gli altri, alla ricerca del potere. Ora, ogni divisione indebolisce. Un popolo diviso, indebolito, si fa mal servire.
La dottrina del Credito Sociale, al contrario, rende i cittadini coscienti delle aspirazioni fondamentali comuni ad ogni persona. Un movimento creditista autentico insegna ai cittadini ad unirsi per delle questioni sulle quali tutti si accordino, a fare al bisogno le pressioni dovute sui governanti, qualunque sia il gruppo al potere. È per questo che il giornale: “Vers Demain” da cui queste pagine sono tratte, raccomanda in politica: la pressione del popolo raggruppato fuori dei parlamenti, ma operante sui governi, al fine di far legiferare gli eletti dal Popolo nel senso del Credito Sociale.
Per fare prevalere delle grandi idee, come la bella concezione creditista dell'economia, si ha bisogno, non di politicanti avidi di vanagloria e di denaro ma degli apostoli che si danno senza calcolo, non avendo in vista che il trionfo della verità ed un mondo migliore per tutti; degli apostoli distaccati da tutta ricompensa quaggiù, facendo tutto il loro possibile per la causa abbracciata e, per il resto, rimettendosi nelle mani di Dio. Il giornale “Vers Demain” lavora per formare di questi apostoli. Il giornale “Vers Demain” presenta i loro obiettivi, le loro attività e le loro attuazioni.
Louis EVEN
I Pellegrini di S. Michele
http://www.michaeljournal.org/italiano.htm
Louis Even
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