Il governo dei tecnici, a voce del ministro Clini, è tornato a proporre (sollecitato evidentemente dalle lobbyes trans-nazionali), l'introduzione delle coltivazioni OGM in Italia.
Questo mentre si fanno più evidenti i danni legati all'uso di OGM, per l'irrorazione di sostanze chimiche aggiunte e per l'impazzimento genetico naturale.
Il problema degli OGM è anche economico... Infatti trattandosi di sementi brevettate il loro acquisto deve avvenire tramite i produttori che ne detengono il copy right: Syngenta e Monsanto. Due multinazionali che sono viste come responsabili di fallimenti e suicidi di migliaia di piccoli contadini in varie parti del mondo. Gli OGM, infatti, non sono soltanto costosi ed inquinanti, sono pure anti etici e fonte di scollamento sociale, oltre che di perdita delle antiche varietà arboree locali.
Come dicevamo gli OGM non escludono l'uso dei veleni, per combattere le "malerbe", e mentre le piantine geneticamente modificate sono immuni a tali veleni le "malerbe" vengono seccate. Ma il fatto che gli OGM siano immuni non significa che non assorbono parte delle componenti chimiche, durante la loro crescita e maturazione, inoltre gli antipassitari ed i concimi di sintesi vanno a finire nell’aria e nelle falde acquifere, rovinandole irrimediabilmente.
(Andrebbero comunque riconsiderate le proprietà ed i possibili usi officinali ed alimentari delle cosidette "malerbe"... e di questo in particolare ne parleremo durante l'ecursione erboristica del 5 maggio 2012 a Treia)
Altro motivo di contrarietà agli Ogm è la globalizzazione della produzione ed incremento dell'agricoltura intensiva, che impone una concorrenza feroce e tecniche agronomiche che siano in grado di ridurre sempre più i costi di lavorazione. Anche in Italia vi è già la corsa ad una agricoltura monocolturale, che ha impedito la tipica rotazione agraria ed ha favorito l’insorgenza di malerbe infestanti e di parassiti resistenti. Da qui l’aumento nell'uso di veleni.
La tecnica degli Ogm non farebbe altro che confermare e consolidare questo tipo di agricoltura intensiva, che punta tutto alle rese ettaro, ma ci ha tolto i sapori e gli odori tipici dei nostri prodotti agricoli.
Le vacche degli allevamenti industriali sono nutrite con foraggi OGM ed il latte non sa più di niente, così pure i formaggi a pasta molle. Purtroppo la tecnica degli Ogm non serve solo ad ottenere un'ipotetica maggior resistenza, ma anche per avere patate con più amido, frutta di maggiore dimensione, ecc. Modificando la struttura interna delle piante si creano anche nuove sostanze che certamente non sono benefiche per l'organismo umano.
Noi chiediamo una politica che sostenga il mondo della piccola agricoltura e lo metta in condizione di sopravvivere dignitosamente alle sfide della grande distribuzione e della globalizzazione, permettendogli di dare il meglio di sé con pratiche agronomiche tradizionali. Per questo motivo va salvaguardato il prezzo dei prodotti agricoli italiani e va emessa una legge che dia trasparenza al mercato, mettendo in condizione il consumatore di riconoscere il prodotto bioregionale, la filiera di produzione e le qualità organolettiche.
Vanno semplificate le norme burocratiche relative alla trasformazione in casa di alcuni prodotti agricoli, e va ripensata l'imposizione dell'IMU (e di altre gabelle) sui fabbricati d'uso rurale. Infine andrebbe disincentivato l'allevamento industriale, causa di enorme inquinamento e spreco energetico, ed incentivato il ritorno al piccolo allevamento ed alla piccola agricoltura, con ripristino dei sistemi di tratturazione e lavorazione dei campi con forza animale, in modo di riproporre un ciclo naturale (concime, pulizia dei fondi, etc.).
È urgente tornare alle sane pratiche agricole della rotazione agraria, dove il contenimento delle malerbe e dei parassiti veniva fatto ruotando sullo stesso terreno varie colture, e nel contempo si salvaguardava la struttura e la sostanza organica del terreno, immettendo letame naturale e favorendo le migliaia di esseri viventi che popolano il sottosuolo e trasformano la sostanza organica in humus. L’uso massiccio di concimi chimici, di veleni, ed ora dei prospettati Ogm, ci ha portato e vieppiù ci porterà verso una precoce desertificazione dei nostri terreni e alla scomparsa dei sapori.
Paolo D'Arpini
Rete Bioregionale Italiana
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Di questo e simili argomenti se ne parlerà durante la Festa dei Precursori, che si tiene a Treia dal 5 al 13 maggio 2012. Programma: http://paolodarpini.blogspot.it/2012/03/treia-macerata-festa-dei-precursori.html
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