Dipinto di Franco Farina
Sulla faccenda del contagio e del virus si continua a sentire gente che parla in continuazione di contagio e di sterilizzazione, come si trattasse di pane e marmellata, di cose cioè esistenti davvero.
Vi figurate l’effetto che può avere una frase del tipo Non è giusto parlare di virus vivo e di contagio, perché non esistono.(…) La paura e l’isteria sono contagiosi. In quel senso sì che esiste il contagio, innescato da un virus che si chiama ignoranza ed imbecillità, demenza scientifica. (…)
Sta circolando su Internet la Teoria dell’origine virale delle malattie (Theory about the viral origin of disease) che il College of Practical Homeopathy ha estratto nel 2005 dal testo Exposing the Myth of Germ Theory (Il mito svelato della teoria dei germi) di Arthur M. Baker.
L’articolo nella versione italiana ha per titolo Vaccini contro il nulla, ed è stato tradotto e firmato brillantemente da Gianluca Freda. Lo ha pure ripreso un’altra firma importante di Internet, quella di Medicinanon di Luciano Gianazza, pure impegnata nel campo virologico in questi tempi di assurde invenzioni epidemiche.(…)
Nei virus non ci sono enzimi e non c’è vita, proprio come nei cibi cotti(…)
I virus non sono altro se non molecole di Dna e proteine, prive totalmente di enzimi.
Sappiamo che, dove non ci sono enzimi non c’è vita, né speranza di vita.(…)
Non essendo vivi, i virus non possono agire in nessuno dei modi loro attribuiti dalle autorità mediche.
I mitocondri, piccoli forni che bruciano glucosio e ci regalano ATP
Chiunque abbia studiato la struttura della cellula, in citologia, sa bene che la stragrande maggioranza delle forme di vita presenti al suo interno è rappresentata dai mitocondri, i piccoli forni erogatori della nostra energia, i quali metabolizzano e bruciano glucosio e riconsegnano al corpo molecole di ATP (adenosina trifosfato), che formano una riserva energetico-calorica dalla quale il corpo attinge in continuazione in un processo costante ed ininterrotto che dura fino alla nostra morte corporale.(…)
In ogni cellula ci sono dai 1000 ai 30 mila ed oltre mitocontri.
Visto che l’intero corpo umano è dotato di 75-100 trilioni di cellule, risulta che abbiamo in tutto quadrilioni o quintilioni di mitocondri.
Interessante vedere dunque cosa succede alla morte di ogni cellula, dal momento che ce ne muoiono in continuazione da 300 milioni ad oltre 500 miliardi al giorno, a seconda del nostro grado di tossicità e dei nostri sprechi emotivi ed energetici, a seconda delle nostre leucocitosi e dei nostri avvelenamenti da carne e da proteine animali.
Quando le cellule muoiono, vengono distrutte dai lisozomi, potenti enzimi intracellulari autodistruggenti ed auto digerenti, che frammentano i componenti cellulari in particelle ultraminute, affinché il corpo possa prontamente riciclarle (recuperando il ferro, ad esempio) o espellerle come scarti virali-cellulari.(…)
Ma i nuclei ed i genomi dei mitocondri sono difesi assai meglio rispetto ad altri organelli e protoplasmi cellulari, per cui non si decompongono completamente.
Nuclei e genomi si presentano come microscopici contenitori di informazioni genetiche, consistenti di acidi nucleici Dna (a doppia elica) e Rna (a singola elica), protetti da una guaina proteica detta capside, a doppi lipidi e doppie membrane.
Un virus può dunque definirsi come una parte minima di materiale genetico (detto genoma) le cui dimensioni equivalgono a circa un miliardesimo di cellula.
Virus dunque come resto cadaverale di materiale vivente, come residuo di cellule esauste, come detrito cellulare, o ancora più specificamente pulviscolo mitocondriale.
La reticenza e l’omertà scientifica, la paura dei biologi di essere chiari e dettagliati.
E’ sorprendente, scandaloso, incredibile, che i ricercatori non riescano, o non vogliano, o non possano, dire e scrivere tutto questo in piena libertà e chiarezza, riconoscendo questi corpi per ciò che sono nella realtà, cioè generico materiale mitocondriale azzerato ed esausto, ovvero frammenti innocui di Dna e Rna.
In effetti, i microbiologi non hanno timore a sottoscrivere quanto sopra, e a riconoscere che i virus sono polvere cadaverica di Dna rivestita da membrane lipido-proteiche, anche se spesso non possiedono l’illuminazione e la coerenza indispensabili a fare un passetto più avanti, che è quello di comprendere e spiegare la loro origine.
Qui subentra una sorta di reticenza, di timore di essere smentiti, di omertà scientifica.
Più disinvolti e divertenti i medici, incapaci di guarire una singola malattia, ma capacissimi di resuscitare i morti(…), trasformano in piena allegria i “virus” morti e sepolti in mostriciattoli viventi(…); non hanno difficoltà ad attribuire erroneamente a questi inerti residui cellulari il carattere della vitalità e della malignità.
Ma i genomi, oltre che essere morti, sono ex-meccanismi di controllo disintegrati, e non microrganismi completi. E’ pertanto doppiamente assurdo e doppiamente demenziale che possano causare delle malattie, a meno che essi non si accumulino come impurità capaci di intasare, impedire, inquinare, interrompere il lavoro delle cellule e della circolazione.
I presunti virus-killer non sono altro che cellule in fase appropriativa.
Le fotografie dei presunti virus-killer che si vorrebbero far credere in fase iniettativa nei confronti di altrettante cellule-sacrificali, sono in realtà dei clamorosi falsi interpretativi.
Esse mostrano in realtà la cellula che sta letteralmente inghiottendo il virus o meglio la scoria proteinacea. Si forma allora un’incavatura, detta invaginario, e il materiale organico viene circondato dalla sostanza cellulare che poi si rinchiude, formando una protuberanza improvvisata in cui il virus scompare.
Lo stomaco si riempie allora di potenti enzimi lisozomici che digeriscono il materiale organico, frantumandolo in aminoacidi ovvero in acidi grassi adatti al riciclaggio e all’eliminazione.(…)
Questo processo è una caratteristica della fisiologia cellulare nota come fagocitosi (ovvero cannibalismo cellulare), ed è un normale processo di ingestione cellulare e digestione enzimatica di batteri, scorie di tessuti ed altre cellule erratiche.
Le foto nelle quali si asserisce di mostrare dei virus in azione sono dunque vere e proprie frodi per bambini scemi, come quelle usate per l’Aids (vedi ad esempio foto del retrovirus Hiv al http://it.wikipedia.org/wiki/Retrovirus).
Ciò che mostrano in realtà è un ordinario processo fisiologico di fagocitosi che avviene miliardi di volte ogni giorno all’interno del corpo umano.(…)
Occorre dunque ricordare che:
I virus non possiedono metabolismo (non mangiano, non orinano e non defecano)
I virus non possiedono capacità di movimento o di trasporto (…)
I virus non possiedono capacità di replicazione o riproduzione (…).
I virus allora, per riprodursi, dovrebbero ricorrere alla moltiplicazione attraverso un organismo ospite, ma questa è una cosa assurda ed inaudita in campo biologico.
Non esiste in natura un solo esempio di un organismo vivente costretto a riprodurre un UFO esterno
I medici, nelle loro fantasiose spiegazioni sulle malattie virali, ci chiedono di credere alla riproduzione obbligata, dove un organismo (la cellula) è costretta a riprodurre un organismo alieno (un UFO chiamato virus). Ma essi ignorano o dimenticano che in natura non esiste alcun esempio di essere vivente che riproduca qualcosa di esterno e non appartenente alla propria specie.
Senza poi contare che il rapporto dimensionale tra il virus e la cellula non è di un decimo o di un millesimo o di un milionesimo, ma di un miliardesimo.
L’utilizzo di farmaci e di vaccini scassa il sistema immunitario dandogli triplo lavoro.
L’eliminazione delle nuove sostanze dannose ingerite assume la precedenza su quella delle sostanze che stanno alla base della crisi in atto.
In pratica, dare un farmaco o iniettare un vaccino significa sospendere la crisi espulsiva in atto, guidata intelligentemente dal sistema immunitario. Triplo lavoro per quest’ultimo che, prima deve spazzar via le porcherie pericolose dei vaccini, e poi riprendere il suo compito dove l’aveva lasciato, faticando come un cane bastonato e triplicando i tempi di recupero salute.
La prassi medica di uccidere i germi con farmaci, antibiotici, antinfiammatori, o di sopprimerne l’attività con appositi sieri, è solo causa di crescente degenerazione umana e di malattie iatrogeniche.
Il lavoro condotto dai batteri-spazzini durante il processo di malattia è debilitante e faticoso, ma rimane di vitale importanza per la preservazione della vita e della salute.
L’invenzione scimunita del contagio
Le molecole contagiose sono tutte una barbara invenzione.
Nessuno al mondo può passare ad altri la sua malattia, non più di quanto può passare ad altri la propria salute. Non siamo dei vasi comunicanti.
Qualcosa di simile al contagio sembra avvenire quando una persona, in condizioni gravemente tossiche, viene messa in contatto con un’altra che si trovi all’incirca nelle medesime condizioni, attivando con effetto grilletto una crisi comunque risanante ed utile.
Ma anche qui niente contagio e solo attivazione, dove ognuno si tiene il suo.
Il contagio è scientificamente impossibile.
Nessuno al mondo è in grado di provare una corbelleria di quel genere.
Il contagio non esiste. Gli unici agenti in grado di produrre malattie sono le abitudini nocive e stressanti, come l’uso di alcol, caffè, sigarette, farmaci, vitamine sintetiche, integratori minerali, cibi-spazzatura, cibi-cotti, cibi inscatolati, bevande gassate e dolcificate, scarsità di riposo, mancanza di esercizio e di luce solare, mancanza di etica e di pensieri elevati, mancanza di spiritualità, mancanza di sesso, mancanza d’amore, mancanza di interessi per il prossimo e per gli animali.
L’esistenza di un ambiente inquinato, di un suolo suscettibile, è prerequisito affinché un’azione batterica avvenga.
Non è possibile trasmettere ad altri il proprio carico di tossicità, a meno che esso non venga pompato fuori e succhiato completamente dal nostro corpo e poi iniettato in massa ad altra persona, come potrebbe accadere solo in un’immaginaria trasfusione totale, degna dei migliori cartoni televisivi giapponesi.
Lo scienziato più esperto del settore rimane Robert Koch, che ha formulato leggi precise ed inequivocabili. Ma i monatti lo hanno insabbiato come spione di tutti i loro segreti.
Il concetto di contagio è strettamente collegato a quello, ugualmente erroneo, di predisposizione.
Non sono i germi a provocare le malattie. Se davvero così fosse, tutti si ammalerebbero.
In realtà, un soggetto predisposto non è altro che una persona che possiede un alto livello di tossicità nell’organismo, e che ha pure sufficiente vitalità per condurre un processo di malattia/purificazione. Tale persona può ammalarsi in qualsiasi momento, indipendentemente dalla situazione sanitaria esistente intorno a lei.
Le vere malattie contagiose sono quelle definite non-contagiose
Le vere epidemie sono quelle non-contagiose, come l’arteriosclerosi (oltre il 90%), l’obesità e la costipazione (1 su 3), i problemi oculari (2 su 3), le patologie dentarie (99%), i problemi cardiovascolari (1 su 3), la pressione sanguigna anormale, l’artrite, l’asma.
L’ultima, non contagiosa, è la sindrome cosiddetta Aids, che raccoglie diverse situazioni di esaurimento e che colpisce 1 su 10 mila persone, ma su cui si è fatto un baccano del diavolo da parte dei vampiri-monatti, per succhiare miliardi su miliardi alle casse statali dei vari paesi.
Il contagio è una bufala clamorosa smentita in continuazione.(…)
Anche le malattie veneree, incluso lo scolo e la sifilide, non sono per nulla contagiose, ma vengono mantenute ufficialmente tali dai sessuologi per pura convenienza economica. (…)
La Marina degli Stati Uniti ne sa qualcosa. Vennero prese venti prostitute infettate di sifilide dalla vagina agli occhi, e si tennero in convivenza pianificata con un gruppo di marines per diversi giorni, i quali con sorpresa generale non si ammalarono per niente.
Allo stesso modo inverso, molta gente casta sviluppa infezioni genitali a ripetizione (vedi bambini, vedi monache di clausura). Anche qui il concetto di contagio rimane medicalmente indimostrato, nonostante i pregiudizi e le apparenze. I fattori di contagio (batteri e virus) sono presenti in eccedenza solo in quanto effetto di precedente malattia avviata, senza esserne né causa, né presupposto, né complicazione. Tant’è che il 20% di coloro che soffrono di malattie veneree non rivelano presenza di gonococco, né degli spirocheti che dovrebbero provocarla. (…)
Fondamentalmente, l’accettazione della teoria del contagio presuppone l’accettazione della teoria dei germi come causa di malattia. Ma questa teoria dei germi è stata smentita regolarmente in continuazione da tutti i maggiori scienziati. Persino Pasteur ammise alla fine la sua insostenibilità.
In sostanza, la popolazione crede a ciò che l’establishment medico vuole che essa creda.
La teoria del contagio serve solo a tenere alta e calda la domanda di farmaci, di vaccini, di cure mediche ed ospedaliere.
La vera vaccinazione è di tipo etico e culturale.
Ribadiamo, con Rudolf Steiner, che la buona salute dipende dal rapporto armonico tra corpo fisico, eterico, spirituale ed egocentrico, una realtà concreta e sovrapposta di etere e di aurea, dove le inoculazioni non hanno nessuna funzione se non quella di arrecare disturbo. E ribadiamo con Leonardo che devi imparare a mantenere la salute, e non a curare la tua malattia.
Rispettare se stessi e il prossimo, rispettare i virus e i batteri, rispettare il sistema immunitario. Questa è la vera vaccinazione indispensabile, da operarsi esclusivamente con gli strumenti della cultura e dell’etica.
Il vuduismo e la superstizione lasciamoli pure ai luminari di un’inesistente scienza medica, e a tutte quelle autorità che sono ostaggio e serve dei peggiori criminali di alto lignaggio in circolazione.
Dr. Valdo Vaccaro
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