Benito Castorina
L’acqua, la terra e l’aria sono inquinate e di questo si fanno forti le grandi case farmaceutiche!
E’ innegabile che un prodotto farmaceutico confezionato in qualunque laboratorio del mondo possa presentare esattamente gli stessi componenti chimici, la stessa cosa non si può dire di una pianta che cresce in un terreno che contiene o può contenere diossina, piombo, arsenico, altro; irrigato con acqua che contiene alcuni di questi inquinanti o altri; soggetto a piogge acide o comunque tossiche a causa dei gas e delle sostanze presenti nell’aria inquinata e senza escludere altri inquinanti provenienti dal dilavamento del terreno.
Gli stessi problemi si
pongono per qualunque coltura, incluse quelle alimentari biologico
compreso, ma questo aspetto appare non essere notato e certamente non
saranno i produttori di concimi e pesticidi a renderlo di pubblico
dominio. Bonificando acqua terra ed aria si può avere un vero
biologico (naturalmente non utilizzando gli OGM). Andrebbero fatte
ricerche serie per verificare di quali sostanze una pianta ha
bisogno, della sua capacità di assorbire o meno sostanze non
necessarie o dannose al suo sviluppo e quanto gli effetti sulla
pianta derivanti da tale assorbimento possano essere dannosi o
addirittura benefici per la salute umana.
Una volta si trattava la
terra, oggi bisogna trattare con la terra e con l’acqua, bisogna
portare sulla terra e sull’acqua i laureati, i ricercatori in
questo grande laboratorio che è l’ambiente naturale, per
catalogare i microorganismi, le acque, per monitorare i comportamenti
di ogni organismo vivente di qualunque fenomeno indicatore di
squilibri negli ecosistemi per potere intervenire in tempo o meglio
prevenire. Sarebbe bene affrontare il mondo con la dovuta umiltà.
Se consideriamo che noi
esseri umani siamo incapaci di produrre i vegetali di cui ci nutriamo
tramite l’energia solare, cosa che qualunque pianta sa fare, e i
microrganismi che popolano il nostro corpo operano per farci
assimilare anche quelle piante, dandoci l’energia per la nostra
vita e non per manifestare la nostra presunzione che talvolta si
trasforma in violenza verso quella natura benefica, che ci stupisce
con la sua tolleranza, il suo amore materno e la sua capacità di
rigenerarsi.
Non abbiamo bisogno di
soddisfare i nostri bisogni sottraendo senza giudizio le riserve di
gas e petrolio alla madre terra, di pretendere di rivitalizzarla con
i concimi chimici, di violentarla con le intrusioni più
sconsiderate, perché i nostri bisogni possono essere soddisfatti
utilizzando le materie prime vegetali e le risorse animali (il
riferimento non è all’alimentazione o allo sfruttamento fisico
degli animali, ma al metodo di relazione e scambi nutrizionali e al
recupero di enzimi e batteri specifici utilizzabili per raggiungere
il nostro comfort).
Che dire poi dei concimi
chimici (di sintesi del testo completo che è forza vitale della
natura) che non contenendo o non avendo nelle giuste proporzioni le
sostanze di cui le piante hanno bisogno, derivano un prodotto
alimentare che obbliga chi lo utilizza a ricorrere ad integratori e
cure.
Abbiamo pochi laureati e diversi di quei pochi sono
disoccupati o occupati in campi non coerenti col titolo acquisito,
questa carenza va colmata, ma frattanto si rende necessario
utilizzare le opportunità che la natura generosamente ci
offre.
Paghiamo ogni giorno circa 3.850.000 euro per
l’inquinamento da gas serra. Potremmo liberarci da questo debito e
fare nascere cento imprese al giorno che producono vetiver in quanto
ogni pianta assorbe 3 kg di anidride carbonica, queste imprese si
potrebbero dedicare alla bonifica di terra aria ed acqua per ottenere
un vero biologico (l’attuale biologico è comunque superiore ai
sistemi che usano prodotti chimici per l’alimentazione e la difesa
delle piante in quanto non aggiunge sostanze inquinanti) e le piante
officinali avrebbero vita più facile.
Come noto il vetiver
bonifica acqua, terra ed aria e contribuisce al riequilibrio degli
ecosistemi, alla salvaguardia della biodiversità ed alla ricomparsa
di organismi viventi scomparsi a causa di attività
antropologiche o di eventi naturali straordinari. Esistono movimenti per l’Acqua, contro gli OGM, per il Biologico, contro il nucleare, per l’auto elettrica, contro i termovalorizzatori, per la differenziata.
antropologiche o di eventi naturali straordinari. Esistono movimenti per l’Acqua, contro gli OGM, per il Biologico, contro il nucleare, per l’auto elettrica, contro i termovalorizzatori, per la differenziata.
Uniamo
le forze e le competenze, non giochiamo ad essere i primi della
classe, rivolgiamoci con umiltà alla forza vitale che governa il
mondo e ci sostiene nonostante noi stessi.
La natura ci viene
incontro per risolvere i problemi e per guardare ad un futuro
sostenibile, possiamo affrontare l’argomento della evoluzione
agroindustriale, guardare alle soluzioni naturali a costi contenuti,
che talvolta non vengono considerate da chi si batte per risolvere i
problemi, come se la fine del problema decretasse la fine di chi l’ha
posto e sottoposto all’opinione pubblica e non la sua vittoria sul
problema.
Chi lavora in campagna coniuga i propri interessi con
quelli della comunità umana.
In sintesi, ritengo che raggiunta
una visione comune dobbiamo anche mettere insieme le competenze per
presentare progetti finanziabili che possono essere predisposti
insieme e adottati da giovani volenterosi e amanti della natura, per
dare anima e corpo al cambiamento di rotta.
Benito Castorina (Docente Universitario Università di Cassino)
Benito Castorina (Docente Universitario Università di Cassino)
Rete Bioregionale Italiana
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