I 16
membri dell'equipaggio del laboratorio russo di ricerca North Pole 40 sono minacciati dalla rottura
del lastrone di ghiaccio nel Mar glaciale artico su cui la struttura si erge.
L'anomalo
scioglimento dei ghiacci preoccupa la Russia. Il ministro per l'Ambiente Sergei
Donskoi, ha chiesto la definizione di un piano di evacuazione per i 16 membri dell'equipaggio
della stazione di ricerca North Pole 40, minacciati dalla rottura del lastrone
di ghiaccio nel Mar glaciale artico su cui il laboratorio si erge.
A preoccupare il ministro non è solo la sorte dei 16 scienziati che dagli inizi
di ottobre lavorano nella stazione, ma anche la possibilità che la deriva della
banchisa di ghiaccio provochi un serio danno ambientale nell'area non molto
lontana dal Canada.
Secondo quanto riferisce Vladimir Sokolo,
il capo delle spedizioni artiche russe citato dall'agenzia Ria Novosti, le
autorità hanno già
disposto l'invio, entro il prossimo 10 giugno di un rompighiaccio a propulsione
nucleare denominato Ns Yamal, dall'autonomia molto superiore
rispetto alla norma.
"C'è già un piano. Lo Yamal lascerà il porto di
Murmansk, il 31 maggio e impiegherà circa 10 giorni di navigazione per
raggiungere la posizione della stazione polare", ha spiegato Sokolo.
La stazione avrebbe dovuto proseguire le
attività di ricerca fino a settembre di quest'anno, mentre ora "il
lastrone di ghiaccio della stazione ha delle crepe e si è deciso di
smantellarla per evitare una situazione di emergenza", ha concluso
l'esperto di spedizioni artiche.
Non è la prima volta che la Russia , che ha aperto la
sua prima stazione artica, la
SP-1 , nel 1937, ordina un'evacuazione: già nel 2012 e nel
2010 due stazioni polari erano state smantellate per lo stesso motivo.
(Adnkronos)
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