Auroville
In un recente articolo
sul futuro dell'Italia, apparso in un giornale olandese, si vede
un'illustrazione che mostra una nave passeggeri, sgangherata con
bandiera italiana, che sta avvicinandosi pericolosamente ad un
gigantesco gorgo. Sotto l'illustrazione è riportata un'ipotetica
comunicazione tra il comandante della nave e i passeggeri: "Signori, abbiamo i motori fuori uso e abbiamo perso il timone, ma non
preoccupatevi è tutto sotto controllo!!!"
Questo è quanto
temono gli osservatori internazionali sul futuro del nostro Paese.
Questi giornalisti non sono condizionati come noi da caste politiche,
né da altre lobby, vedono le cose come sono realmente, con occhio
obbiettivo.
E se la nave finirà
veramente per essere inghiottita dal gorgo.... cosa possiamo fare per
salvarci? E' la domanda che da qualche tempo assilla molti di noi.
Due sono le opzioni:
mandare a casa tutti quei cialtroni, super pagati, che ci hanno
portato a queste condizioni, oppure fuggire, finché è possibile. Molti di noi di
Accademia Kronos, stanchi di lottare contro i mulini a vento o i muri
di gomma, pensano di scendere dalla nave e di chiedere ospitalità ad
altre imbarcazioni più solide e sicure.
Si è pensato di
chiedere ad altre nazioni, con le quali abbiamo rapporti di amicizia
e qualche sezione, di ospitarci in un loro territorio dove noi poter
costruire finalmente "Il Mondo che Vorremmo". In pratica
realizzare una seconda Auroville dove andare a viverci. Le nazioni
con le quali potemmo avviare i contatti sono: Argentina, Bolivia,
Costarica e Russia.
E' questa un'idea che
sta sempre di più prendendo posto dentro di noi, visto come stanno
andando le cose in Italia.
Abbiamo parlato di
Auroville perché la conosciamo bene ed anche perché abbiamo in
questa comunità alcuni amici. Già negli anni '70, a più riprese,
alcuni di noi parteciparono alla realizzazione di questo esperimento
di vita.
Quindi ora cercheremo
d'illustrare Auroville e poi di capire quanti di voi sono disposti ad
abbandonare la nave Italia per programmare insieme il futuro nostro e
dei nostri figli.
Auroville è un
insieme di piccoli villaggi nati nel 1968 nel sud dell'India ed
esattamente nel Tamil Nadu sotto Madras. Fu realizzata dai seguaci
del saggio Sri Aurobindo nel tentativo di creare la via dell'Essere e
non dell'Avere, come esempio alternativo alle società del consumismo
e dell'egoismo.
“Auroville
è una cittadina universale dove donne e uomini di ogni nazione del
pianeta vivono in pace ed armonia, al di sopra di ogni credo,
politica e nazionalità. L’obiettivo di Auroville è la
realizzazione dell’unità umana”.
La realizzazione di questo “laboratorio
di umanità” si deve alla
visione di due
asceti del secolo scorso:
l’indiano Sri Aurobindo e l'ebrea Mirra Alfassa (La Madre).
Auroville fu
fondata nel 1968 da gruppi di giovani sognatori e delusi delle
società consumistiche di allora, i quali, seguendo le direttive
della Madre, si misero letteralmente a scavare le fondamenta della
cittadina nel bel mezzo di un appezzamento di terra di 25 kmq,
semi-desertico. Allora nessuno volle credere che alla fine sarebbe
sorta una grande comunità costituita da persone provenienti da tutto
il mondo.
Oggi
l'esperimento Auroville, definita dagli storici “una
città in divenire”, dopo
quasi 50 anni dalla sua nascita è diventata una realtà. Il deserto
ha lasciato il posto a una vegetazione rigogliosa piantata dagli
stessi aurovilliani, e oggi questa apparentemente assurda comunità
alternativa conta 2500
abitanti provenienti da
oltre 50 nazioni diverse.
Sviluppata secondo una pianta “a
costellazione”, Auroville
è formata da una serie di “unità”
sparpagliate in mezzo alla giungla. Al centro sorge il Matrimandir,
una sorta di tempio a forma sferica ricoperto d’oro, luogo di pace
dove gli aurovilliani possono meditare e cercare, come dice la Madre,
“la risposta
all’aspirazione verso la perfezione dell’uomo”.
Le varie unità, dai nomi evocativi come Inspiration, Elevation,
Shanti e Sincerity, ospitano zone
residenziali avveniristiche,
laboratori di artigianato, campi per coltivazioni biologiche, scuole,
campi sportivi, atelier di artisti. Auroville dà da vivere a
centinaia di famiglie indiane le quali sono impiegate in molte
attività interne: dai laboratori per produrre incensi di alta
qualità, a oggetti per la meditazione, a giochi in legno per
bambini, ecc. fino alla gestione dei servizi primari della comunità.
Auroville esporta i propri prodotti in tutto il mondo, ricavando i
giusti proventi per mandare avanti l'apparato. Spesso accade che il
governo indiano si avvalga degli ingegneri e dei tecnici di Auroville
per importanti realizzazioni come costruire centrali idroelettriche,
ponti, strade ferrate e impianti per la produzione di energia da
fonti rinnovabili. Tutto ciò rimpingua la cassa comune e consente
alla comunità internazionale di vivere dignitosamente e di
progettare con serenità il futuro. La vicina cittadina di
Pondicherry beneficia delle scuole del futuro, molto vicine alla
filosofia della green economy, dove gli intellettuali e gli esperti
scientifici di Auroville fungono da docenti.
Ad Auroville non ci
sono leggi, non ci sono regole scritte, non c’è polizia e,
sostanzialmente, non ci sono doveri, ma regna – o almeno dovrebbe –
il buon senso e il “patto
morale” stipulato al
momento dell’entrata nella comunità. Niente
alcool, sigarette tollerate ma non incentivate, assolutamente niente
droghe.
Ogni aurovilliano
deve lavorare e
contribuire al sostentamento della comunità,
non si batte la fiacca.
All'interno di Auroville non esistono i
soldi, questi vengono usati esternamente per tenere rapporti
commerciali con il Mondo. Quindi non si sa cos'è lo Spread, né i
petrodollari, né i tassi di interesse delle banche (usuraie), né la
grande crisi finanziaria globale....
E' questo un sogno realizzato che
la "Grande Setta Satanica" della finanza mondiale ha
cercato più volte di distruggere perché teme che il benevolo "virus
Auroville" possa espandersi in tutto il pianeta, decretando
l'inizio della sua fine.
A questo punto sono aperte le adesioni al
nostro progetto, chi interessato scriva a: ak@accademiakronos.it
Ennio La Malfa
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