Il
centro di ogni agglomerato urbano nell'ambito del proprio territorio
periferico, composto da prati, boschi, campagne e corsi d'acqua, si
caratterizza per la capacità di produrre calore proprio a differenza
di tutto ciò che di naturale lo circonda. Nell'ambito climatico
regionale le città, infatti, vengono chiamate "Isole di
Calore", e questo per due importanti fattori: il primo perché
la città è capace di produrre calore proprio in inverno per la
presenza dei riscaldamenti domestici e in estate per la presenza
sempre in aumento dei condizionatori. Mentre la combustione e il
rilascio di gas serra da parte dei motori dei mezzi pubblici e
privati incide al riscaldamento globale per tutto l'anno.
Il
secondo fattore è dato dal riscaldamento indiretto, ossia dalla
capacità di ampie strutture murarie ( fabbricati ) e stradali che
durante il giorno assorbono, accumulandolo, il calore sia solare che
quello prodotto dalla città stessa, rilasciandolo poi durante la
notte.
Questi
due fattori uniti fanno della città una vera e propria isola di
calore. Recentemente Accademia Kronos ha voluto sperimentare il
fenomeno dell'isola di calore. A Roma, in un giorno di agosto 2013,
in una giornata abbastanza calda, mentre al centro della città alle
ore 14 si registravano 39 gradi, alla periferia nord la temperatura
era scesa a 37,5° e a 29 Km dalla capitale, nei pressi del paese di
Monterosi sulla statale 2 Cassia, alla stessa ora, la temperatura
nell'aria era di 35 gradi. Una differenza, quindi, di ben 4 gradi.
Il
calore prodotto da una città rispetto all'ambiente esterno incide
profondamente sul clima regionale. Ciò vuol dire che anche le città
contribuiscono ad aumentare la temperatura terrestre.
QUALI
LE SOLUZIONI?
Alcuni
anni fa un team di scienziati giapponesi indicò una strada per
limitare l'effetto riscaldante delle città. Ecco alcune indicazioni:
1)
Dipingere di bianco rilucente tutti i tetti delle case, producendo in
questo modo l'effetto albedo, cioè la capacità di riflettere nello
spazio i raggi del Sole. Schiarire anche le strade, attualmente
grigie perché asfaltate.
2) Trasformare le case con ampi terrazzi in giardini pensili, dotandoli di piante verdi a forte capacità di assorbimento CO2;
3) Eliminare all'interno della città la mobilità veicolare che utilizza benzina o gasolio, prediligendo invece quella elettrica o all'idrogeno;
4) Aumentare gli spazi verdi pubblici nella città e aumentare le isole pedonali;
5) Disciplinare in termini rigidi l'uso del riscaldamento e in estate dei condizionatori, anche attraverso l'efficienza energetica dei fabbricati;
6)
In estate coprire le principali arterie interne con ampi tendoni
esternamente bianchi. In questo modo offrendo refrigerio per l'ombra
e limitando il riscaldamento dell'asfalto e delle mura dei palazzi e
nel contempo riflettendo i raggi solari.
Gabriele La Malfa
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