La Terra dei ghiacci
E'
forse il titolo di un film di fantascienza? Proprio no, è la pura
verità! Circa 700 milioni di anni fa la Terra dai poli all'equatore
era tutta ghiacciata. Dallo spazio non appariva più come una Terra
azzurra, ma come un pianeta bianco come alcune lune di Saturno e di
Giove. La teoria della Snowball
Earth (
Terra palla di ghiaccio ) fu avanzata nel 1965 da parte di alcuni
scienziati che trovarono depositi
sedimentari
di chiara origine glaciale ai tropici. Per alcuni decenni il mondo
accademico si divise in chi credeva alla glaciazione globale del
pianeta e chi invece no.
Recentemente
studiosi delle più prestigiose università americane ed australiane
hanno scoperto in Australia segni indelebili di un periodo molto
freddo. Scoprendo antiche rocce levigate che solo avrebbe potuto fare
il ghiaccio. Quindi 700 milioni di anni fa il nostro pianeta era
completamente imprigionato dal ghiaccio. Con uno spessore che andava
da diversi chilometri d'altezza ai poli fino a 3 o 4 metri
all'equatore.
Cosa era accaduto? Perché il nostro pianeta era stato
invaso e soffocato dal ghiaccio? Gli scienziati ipotizzano che furono
le rocce basaltiche che a causa delle continue e violente eruzioni
vulcaniche avevano coperto gran parte delle terre emerse, rocce che
sfaldandosi a causa dei fenomeni meteorologici e poi trasportate nei
mari, abbiano trasformato quest'ultimi in una sorta di gigantesca
spugna capace di assorbire tutta la CO2 presente nell'atmosfera.
In
effetti le rocce basaltiche, a differenza di quelle granitiche,
essendo porose hanno la caratteristica, una volta disciolte in acqua,
di assorbire l'anidride carbonica contenuta nell'acqua e quindi
anche nei mari. Particelle di basalto dopo aver catturato la CO2
finirono per precipitare nei fondali dei laghi e dei mari, formando
sedimenti sempre più spessi. In questo modo i mari si trasformarono
in implacabili spugne capaci di assorbire a loro volta anche la CO2
atmosferica.
Questo è uno dei motivi addotti dagli scienziati. A
questo si è aggiunto quello della minore intensità della luce e del
calore solare che può aver accelerato il processo di glaciazione
terrestre. Processo, ovviamente, sviluppatosi in decine di milioni di
anni. Così il ghiaccio che dai poli man mano si allargava verso le
zone più temperate del pianeta, produceva quello che è conosciuto
come effetto albedo, cioè i raggi solari venivano riflessi verso lo
spazio, determinando così un'ulteriore accelerazione del processo
glaciale.
Viene spontaneo domandarsi se a quel punto la vita sul
pianeta scomparve del tutto.
Non proprio, un miliardo di anni fa la
Terra era popolata da organismi semplici e primitivi come i
Cianobatteri, i quali riuscirono a sopravvivere lungo l'equatore in
pozze d'acqua non coperte completamente dal ghiaccio, in attesa di
"tempi migliori".
Oltre a ciò già esistevano altri
microorganismi che proliferavano nei pressi delle innumerevoli
sorgenti termali come i solfobatteri, ancora oggi presenti nei camini
vulcanici sottomarini. Questi ed altri microorganismi estremofili
resistettero per milioni di anni fin quando l'attività vulcanica del
pianeta non riprese vigore è l'atmosfera fu abbondantemente
arricchita da anidrite carbonica e da metano (quest'ultimo gas serra
è 22 volte più efficace della CO2 ).
Gas questi che riuscirono a
ridare all'atmosfera la capacità di imprigionare i raggi solari,
iniziando lentamente a far crescere la temperatura del pianeta.
Contemporaneamente per molti scienziati la nostra stella aumentò le
sue radiazioni elettromagnetiche e, quindi, l'energia calorica verso
la Terra, causando l'inizio della fusione dei ghiacci sul pianeta.
Nel frattempo nei mari acidificati dall'eccessiva presenza di CO2, i
Cianobatteri si riunirono in colonie (Stromatoliti), ancora presenti in alcune aree australiane, e grazie a ciò nei
mari fecero aumentare la presenza di ossigeno.
Negli oceani
preistorici così poterono si svilupparsi cellule capaci di convivere
con l'ossigeno divenuto ormai abbondante, non solo, ma queste cellule
preistoriche riuscirono ad utilizzarlo per i loro processi vitali.
L'evoluzione della vita sul nostro pianeta riprese il suo cammino.
Grazie a ciò oggi esistiamo come esseri pensanti.
Chi
l'avrebbe mai detto che il nostro pianeta 700 milioni di anni fa si
era trasformato in una grande palla di neve. Eppure ciò è avvenuto
realmente ed ora la paura di alcuni è che ciò possa ripetersi, ma
gli scienziati ci dicono di stare tranquilli, a meno che il Sole
decida diversamente. Ora invece c'è il rischio contrario: quello di
trasformare la Terra in un inferno di calore. Stiamo parlando
dell'effetto serra, il tanto temuto "global warming".
Gabriele La Malfa
Nessun commento:
Posta un commento