Quando si odono parole nuove il cui significato è presso che ignorato immediatamente nella mente si forma una barriera, una distanza, che ci porta ad esaminare con una smorfia dubbiosa l'argomento che ci viene sottoposto...
“Che sarà mai sta roba? Si mangia...? Si tocca? Si annusa?.. insomma che roba è...?”.
In effetti abbiamo bisogno che le cose nuove, soprattutto se trattasi di idee sconosciute, divengano usufruibili ed è per questo che vorrei introdurre il discorso dell'ecologia profonda e della spiritualità laica con parole semplici e comprensibili.
Ed è vero che questi termini inusitati non hanno ancora una concreta immagine di riferimento che ci consenta di riconoscere al volo di cosa si stia parlando. In verità questi due nomi astrusi rappresentano due archetipi primordiali, due meraviglie che hanno affascinato l'uomo sin dalla sua venuta sul pianeta Terra.
Ma prima di passare al significato di Ecologia Profonda, che è la stessa cosa del Bioregionalismo, e di Spiritualità Laica vorrei chiarire il significato di “archetipo” anche questa parola infatti è poco consueta. Nella filosofia neoplatonica, ma anche nel pensiero taoista espresso nell'I Ching, l'archetipo è un modello della natura, in forma sottile, ovvero una immagine originaria, che precede le forme di cui le cose materiali sarebbero semplici copie. Insomma secondo gli antichi gli archetipi sono “Forme Pensiero”, modelli mentali, su cui viene a crearsi il mondo sensibile-materiale. Abbastanza simile, ma più ragionata, è la descrizione fatta nella psicanalisi junghiana secondo la quale “archetipo” è un'idea innata e predeterminata dell'inconscio individuale e collettivo del genere umano.
E da qui vorrei partire. Infatti la meraviglia con cui i primi uomini hanno osservato e adorato gli aspetti molteplici della natura, degli animali, degli alberi e dell'habitat, a cui venivano dati nomi, qualità e sembianze divine, il riconoscersi parte integrante di questo insieme, il sapere che nulla può essere separato e che ogni cosa compartecipa ad ogni altra cosa in un afflato panteista, tutto ciò può essere definito “Ecologia profonda”. Trattasi di un neologismo fuoriuscito dal cervello di un filosofo moderno -Arne Naesse- per descrivere qualcosa che era già.. che faceva parte del nostro sentire ancestrale.
E la meraviglia di sé, la coscienza di esistere e di essere consapevoli di esistere, la capacità di comprendere, di sentire emozioni profonde, di riconoscersi in tutto ciò che è... l'intuizione di essere presenti senza ombra di dubbio e di percepire la pienezza del proprio essere, questa è la Spiritualità naturale (o laica).
Insomma parlando di ecologia profonda e di spiritualità laica si parla di corpo e di spirito, senza separazione alcuna fra l'uno e l'altro, due aspetti della stessa incredibile magia....
E qui arriviamo al dunque... Siccome il conosciuto ha bisogno di essere ricordato, conservato e riproposto, tempo dopo tempo, in forme sottili come avviene per la conoscenza filosofica o per le religioni, ed in forme materiali come avviene con il dna e con il tramando delle arti e della capacità tecniche... Ecco che ho pensato di raccogliere le mie esperienze, i miei esperimenti e sentimenti, in un libro in cui si evocano i punti sostanziali della mia ricerca in chiave di spiritualità laica e di ecologia profonda ... si chiama “Riciclaggio della Memoria”...
Paolo D'Arpini
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Info. 0733/230387 – 0733/216293
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