Asino che ascolta - Foto di Gustavo Piccinini
Buongiorno Sig. Paolo D’Arpini, sono E. F. nata a Roma 38 anni fa e con mio marito vivo felicemente a Nepi da 8 anni. Sto frequentando il corso di co-terapia con l’asino presso il centro di Eugenio Milonis ad Introdacqua (Sulmona). Ho nella mia mente un progetto di rivalutazione del ruolo dell’asino nel Lazio soprattutto sulla via Francigena (”Verso Roma a Passo d’Asino”), e trovando nel web la vostra proposta di qualche anno fa di rendere somarabile Calcata che purtroppo non siete riusciti ad attuare, ne sono rimasta affascinata. Avrei grande piacere a conoscere lei e il circolo e anche il prof. Portoghesi per provare ad unire le nostre forze e le nostre idee per un nuovo progetto. Spero di potervi conoscere presto Elena – 10 novembre 2013″
Mia rispostina: “Cara E. F., fa piacere scoprire che le idee e gli esperimenti per un ritorno alla natura trovino consensi e nuove spinte. Dopo 37 anni di battaglie sul fronte di Calcata ed avendo appurato la totale inutilità di continuare lì la guerra, poiché Calcata è diventata un teatrino della domenica ed un parcheggio a cielo aperto, ho avuto la buona sorte, dopo la morte della mia ultima asina Fantina e degli altri miei animali residui, di trasferirmi in un borgo molto bello, pur che di asini non ce ne sono molti, ne sento ragliare uno solo di tanto in tanto…(sic). Questo paese si trova nelle Marche e si chiana Treia. Ora spero di vivere in pace qui, sebbene dopo tre anni di permanenza mi sia reso conto che ogni luogo è paese e la mentalità retriva lasciata a Calcata la trovo sovente anche a Treia. Comunque -almeno- non sto al fronte (nelle vicinanze di Roma) ma nelle retrovie periferiche. I tempi sono quelli che sono e per me sembra giunto il tempo del semi-congedo permanente…. Comunque mai ho demorso né ora demordo (malgrado l’età avanzata) nel tentativo di portare avanti un esempio di vita ecologista. Spero perciò voglia venire a trovarmi a Treia, ove il Circolo vegetariano VV.TT. si è trasferito, ed ove spesso organizziamo eventi modesti ma significativi. Il prossimo importante appuntamento sarà quello della trentesima edizione della Festa dei Precursori (corrispondente alla nascita del Circolo fondato nel 1984). Si svolgerà dal 25 al 27 aprile 2014.”
Nota esplicativa:
Ho appena ricevuto la comunicazione di cui sopra da una signora di Nepi che si dice interessata a valorizzare il trasporto equino e asinino, che anni fa proposi all’amministrazione di Calcata (vedere link in calce *). Beh, da allora è trascorso un ventennio e ho dovuto abbandonare la proposta di impedire l’accesso alle auto nel celebrato borgo della Tuscia e di recuperarne la bellezza ed il fascino storico. Pensate come sarebbe stata bella e romantica Calcata senza quelle puzzolenti ed invadenti auto di turisti pigri e loffi che arrivano da ogni parte del mondo, ma soprattutto da Roma, per satollarsi in ristoranti e pub e far finta di aver condiviso una “cultura alternativa”.
In verità la proposta dell’isola somarabile era stata fatta a suo tempo persino ai sindaci di Roma: Rutelli e Alemanno. Poiché presupponevo che il centro storico tornasse alle origini, con le vie trasformate in giardini percorribili esclusivamente da pedoni, asini e cavalli. Infatti se Roma avesse al suo interno “un polmone verde” non ci sarebbe più bisogno per i romani di andare in giro in macchina per campagne a cercare un po’ di natura, basterebbe andare in centro città.
Questa è una proposta bioregionale che mi sta molto a cuore e che avanzo da parecchi anni. Ritengo che se adeguatamente protetti, curati e foraggiati, i cavalli e gli asini a Roma ci potrebbero anche stare. Fanno parte della tradizione e inoltre con la crisi del petrolio, l’inquinamento automobilistico, etc. potrebbero fornire un’alternativa ecologica per il trasporto urbano (essendo l’altra alternativa la bicicletta ed il risciò a pedali o triciclo). Il cavallo ed il somaro da tempo immemorabile sono compagni dell’uomo, allontanare questi equini, come è successo per altri animali, dalla comunità umana non è certo una buona idea. Ritengo però che le carrozzelle andrebbero alleggerite al massimo, facendo in modo che l’animale non si affatichi, trasportando un massimo di due passeggeri.
Questo potrebbe essere un buon approccio iniziale per ecologizzare e rendere percorribile la parte centrale della città eterna riservandola solo a pedoni, persone munite di pattini a rotelle, cavalli, asini, etc.. Il traffico veicolare automobilistico dovrebbe essere relegato alle aree periferiche della metropoli, in modo così da alleggerire il tasso d’inquinamento ed inoltre creare nel cuore della città professioni alternative e fantasiose (artigiani, artisti, contadini urbani, etc.).
Ma sulla politica di Roma non posso intervenire, il sindaco Marino non mi ascolta. Ci proverò dunque a Treia, ove abito, che è tra l’altro un bellissimo borgo medioevale, ma pure qui attualmente prevale la mentalità dell’uso di vie e piazze come parcheggi e percorsi automobilistici. Per fortuna il traffico è più che altro locale ma sicuramente il paese ci guadagnerebbe a ritrovare la sua vecchia immagine pulita e fiorita senza mezzi meccanici che la impuzzolentiscono rendendo le sue stradine pericolose per il transito pedonale.
Chissà se la futura amministrazione treiese, che sortirà dalle elezioni di primavera 2014, vorrà sposare la proposta di trasformare Treia in “isola somarabile”?
Paolo D’Arpini
Circolo vegetariano VV.TT.
e Rete Bioregionale Italiana
e Rete Bioregionale Italiana
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