Dal passato...
Il processo che sta portando il nostro Paese all’impoverimento materiale, umano e sociale, è da addebitarsi a scelte politiche sbagliate che continuano a privilegiare la protezione dei capitali finanziari e le rendite a discapito dei lavoratori, dei pensionati, dei risparmiatori, dei malati, dei giovani, dell’ambiente, della cultura, insomma di tutto il nostro futuro.
L’attuale modello di insediamento e sviluppo non è sostenibile. Occorrono altre politiche, altre scelte istituzionali e comportamenti da parte dei cittadini che rendano la nostra città e la nostra società ecologicamente sostenibile, capace di creare nuove opportunità di lavoro.
I Partiti sono troppo distanti dai problemi che affliggono la società, non sono più luogo di elaborazione e proposizione di pensiero alternativo e risultano incapaci di contrastare i poteri esistenti. In altre parole, non sono in grado di creare i presupposti per una democrazia compiutamente partecipata.
Dobbiamo ricostruire nella nostra società il senso di “Comunità” e dei “Beni Comuni”. Vogliamo ricostruire il “senso di appartenenza” e una capacità di autogoverno della comunità attraverso azioni di analisi e condivisione dei problemi e delle scelte, con l’utilizzo costante dei metodi della democrazia partecipata.
Democrazia partecipata non solo consultiva a partire dal nostro territorio. Le problematiche di gestione della cosa pubblica, compreso l’uso delle risorse finanziarie, devono essere analizzate e condivise con i cittadini. A guidare la nostra comunità vogliamo persone capaci di rispettare questi principi e di fare sintesi nelle decisioni.
Solidarietà e redistribuzione della ricchezza come principio di gestione della “cosa pubblica” e nessuna commistione con lobbies o altri centri di potere economico-politico che ne possano condizionare le scelte.
La gestione pubblica e partecipata dei servizi essenziali deve garantire, in primo luogo, il godimento dei diritti civili, la salute, l’uguale accesso e un uso razionale delle risorse naturali, la casa, la terra, l’istruzione e la cultura; i diritti collettivi devono essere difesi contro qualsiasi tentativo di privatizzazione ed uso improprio.
Nessun commento:
Posta un commento