Aprilia - Preparazione del cibo ad un precedente Incontro Collettivo Ecologista (2012)
"Ma gli ecologisti mangiano la carne?"....
Innanzitutto, come co-fondatore della Rete Bioregionale Italiana, voglio ringraziare Paolo D’Arpini per la passione e la costanza con cui in questi anni ha mandato avanti la Rete da quando nel 2010, anche per non voler discutere sul tema dell’alimentazione, una parte dei componenti della Rete scelse di abbandonarla.
Ora riflettiamo su un fatto certo.
Nelle società di stampo occidentale tutti viviamo immersi nel patriarcato, violento e dominatore, liberista e neofascista, talmente immersi che spesso neanche ci rendiamo conto di quello che facciamo dato che certe azioni e pratiche quotidiane, come ovviamente mangiare la carne (o pesci, o derivati degli animali…), vengono date per scontate e accettate da tutti anche a nome di una certa “libertà di scelta” che invece non è libera per niente ma è solo obbedienza inconscia alle regole prefissate…
Immersi nella cultura patriarcale… In effetti siamo come pesci nel mare che sanno (spero…) che un giorno dovranno emergere sulla terraferma (l’Era Ecozoica?) ma non avendola mai vista non sanno bene cosa li aspetterà là fuori… Ma cos’è questo “fuori”, l’Era Ecozoica? Tutto sommato non dovrebbe essere difficile da capire, è l’Era della Consapevolezza Ecologica!
Bene, gli ecologisti, gli ecologisti profondi, i bioregionalisti, eccetera, questo dovrebbero saperlo già, ma, appunto immersi ancora nell’oceano patriarcale, se lo sanno non riescono a liberarsi delle imposizioni del patriarcato (spesso dichiarate come libere scelte!) e, tanto per rimanere nel tema, continuano a mangiare carne, pesci, formaggi, uova senza rendersi conto dell’incongruenza di queste azioni (e ovviamente della sofferenza degli animali e del pianeta)…
Adesso calma…
Nessuno vuole imporre nulla a nessuno, chi scrive è vegano da sei anni, vegetariano da 12 e prima la carne la mangiava ma non dubitavo che gli animali soffrissero per colpa mia e erano anni che mi ponevo il problema… Quindi ad ognuno il suo tempo per fare la cosa giusta ma almeno che se si fa invece la cosa sbagliata, lo si faccia con la consapevolezza di sbagliare… Tutto poi sarà più facile: smettere di causare sofferenze gratuite agli animali, tanto ormai si sa bene, anche scientificamente, che mangiarli (e anche i loro derivati) fa male a noi stessi oltre che a loro…
Insomma finché si rimane pesci (ecologisti) nell’oceano patriarcale i compromessi sono all’ordine del giorno (basta almeno rendersene conto…), poi quando alla fine si riesce a passare dall’altra parte, là fuori sulla terraferma dell’Era Ecozoica (che è già iniziata per chi ci sta), i veri bioregionalisti, gli ecologisti e tanti altri, il problema di uccidere o meno gli animali per mangiare i loro cadaveri non se lo pongono più.
Nell’Era Ecozoica e biocentrica siamo tutti uguali e tutti abbiamo gli stessi diritti, quindi nessuno pensa a mangiare un animale, sarebbe come mangiarsi sua sorella o un amico… (in alcune società storiche violente il cannibalismo era comunque praticato…).
Quindi, No, i veri ecologisti, i bioregionalisti, gli ecologisti profondi la carne e tutto il resto non la mangiano, gli animali hanno riconosciti i loro diritti e vivono in pace nei loro habitat, punto.
Che piaccia o no, questa è la verità.
Non esistono tante verità… La verità è una sola.
Ma qualcuno non è comunque d’accordo?
Non è un problema… Gli suggerisco di passare, come un maiale destinato al macello, qualche ora in un recinto strettissimo insieme ad altri maiali e vivere il terrore e la consapevolezza di essere squartati vivi per la gioia del palato degli umani…
Auguri!
Stefano Panzarasa - bassavalledeltevere@alice.it
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Preparazione di cibo industriale in Cina
Intervento sull'alimentazione e sui tempi in cui viviamo
Sicuramente i problemi della salute, dell’ambiente, della società ecc. non derivano tutti dal consumo di carne, su questo non ci sono dubbi; ma alla radice di questi problemi c’è la “mentalità” del mangiatore di carne medio. Di colui/colei che compra al supermercato un prodotto (non più un essere vivente la cui vita è stata sacrificata per gli umani) come un qualsiasi altro oggetto inanimato.
Intervento sull'alimentazione e sui tempi in cui viviamo
Sicuramente i problemi della salute, dell’ambiente, della società ecc. non derivano tutti dal consumo di carne, su questo non ci sono dubbi; ma alla radice di questi problemi c’è la “mentalità” del mangiatore di carne medio. Di colui/colei che compra al supermercato un prodotto (non più un essere vivente la cui vita è stata sacrificata per gli umani) come un qualsiasi altro oggetto inanimato.
Ci sono bambine e bambini che alla domanda:”da dove viene la carne” rispondono con la loro innocente spensieratezza:”dal supermercato”; ci sono ragazze e ragazzi che forse nella loro vita non vedranno mai una mucca dal vivo (qui in Italia forse è difficile, ma nei paesi più “industrializzati” succede di frequente); che grazie alla pubblicità della Milka davvero pensano che esistano mucche (che poi si chiamano vacche) viola. Il pensiero che c’è dietro un mangiatore di carne medio è quello dettato dalla nostra società consumista, e cioè di consumare tutto e subito, anche se non ne esiste la necessità.
Il fatto di mangiare carne di per sé non è da colpevolizzare (da un punto di vista prettamente ambientalista ed ecologista, non animalista!), ma tutta l’entourage che vi sta dietro sì. L’apatia e l’indifferenza nell’acquistare un prodotto, proveniente da allevamenti intensivi, che pompano gli animali di steroidi, ormoni, antibiotici e medicamenti, provocano delle reazioni a catena che distruggono questo nostro unico mondo. I mangimi degli Animali allevati nell’EU sono fino al 40% OGM (!), provengono da zone del mondo dove prima vi sorgevano foreste ed ecosistemi incontaminati, adesso invece lì sorgono immensi campi di soia o mais geneticamente modificati (della Monsanto o altre multinazionali) che sfruttano sia la terra sia il lavoro degli umani che vivono in quelle zone.
Il fatto di mangiare carne di per sé non è da colpevolizzare (da un punto di vista prettamente ambientalista ed ecologista, non animalista!), ma tutta l’entourage che vi sta dietro sì. L’apatia e l’indifferenza nell’acquistare un prodotto, proveniente da allevamenti intensivi, che pompano gli animali di steroidi, ormoni, antibiotici e medicamenti, provocano delle reazioni a catena che distruggono questo nostro unico mondo. I mangimi degli Animali allevati nell’EU sono fino al 40% OGM (!), provengono da zone del mondo dove prima vi sorgevano foreste ed ecosistemi incontaminati, adesso invece lì sorgono immensi campi di soia o mais geneticamente modificati (della Monsanto o altre multinazionali) che sfruttano sia la terra sia il lavoro degli umani che vivono in quelle zone.
Gli stabilimenti di allevamento non solo non rispettano la vita Animale, ma neanche quella umana, infatti pur di risparmiare non si spendono soldi in impianti di purificazione, si distrugge l’ambiente pur di far posto ai pascoli (o a giganteschi capannoni dove verranno stipati gli Animali), con gli antibiotici dati preventivamente e gli altri medicamenti avviene una selezione naturale di virus e batteri altamente pericolosi e difficili da combattere. Tutti questi animali ammassati insieme rendono la propagazione di malattie, a volte pericolose anche per l’uomo, molto più veloce e difficile da contenere, soprattutto se si tratta di malattie con un lungo tempo di incubazione prima che compaiano i sintomi.
E la lista continua all’infinito.
La soluzione è la consapevolezza, e chi prende la decisione di seguire una dieta vegetariana, non è per forza obbligato a svilupparla. La scelta di vita vegetariana dovrebbe comprendere anche una serie di riflessioni che portino ad una maggiore presa di coscienza del fatto che come consumatori *noi tutti* siamo in grado di influenzare l’andamento economico, morale, politico e sociale di questo mondo.
Chi non mangia carne, ma prende la macchina per percorrere anche solo qualche chilometro in una bellissima giornata estiva, che gusta in un Fast-Food una bella insalatona gigante, che lascia accesa televisione, stereo e computer per andare a comprarsi sigarette e alcol all’hypermegasupermercato (in macchina, naturalmente), è a mio avviso una persona disgustosa per non dire altro. Ho avuto la possibilità di conoscere persone che pur essendo vegetariane nel senso stretto del termine, continuavano a comprare vestiti in cuoio, che quindi vivevano il loro essere vegetariani solamente come una qualsiasi altra dieta onnivora.
Ci sono persone che mangiano carne una volta a settimana o ogni due (ma veramente non più spesso!), attente all’ambiente, al risparmio energetico, all’ecologia ecc., che vivono in maniera forse più sostenibile e più consapevole dei vegetariani appena descritti.
Vorrei aggiungere che a parer mio (come del resto tutto il testo, sono troppo pigro per voler ricercare fonti che sostengano le mie tesi, prendetele come mere opinioni) il numero di vegetariani “inconsapevoli” è uguale o minore degli onnivori “consapevoli”. Anche perché, alla fine, spiluzzicando di qua e di là, chiudendo un occhi alle piccole abitudini (distruttive) quotidiane la consapevolezza degli onnivori va a farsi benedire.
Le vegetariane e i vegetariani dimostrano già di poter compiere grandi sforzi a nome di una causa giusta, e quindi è *più probabile* (ma non scontato) che cambino anche il loro modo di vivere.
Insomma ci sarebbe bisogno di una rivoluzione globale sul nostro stile di vita, l’unica soluzione possibile che porti a migliorare il mondo.
Vorrei infine concludere con una frase che penso esista da secoli, e che ognuno spero si faccia propria: “Per cambiare il mondo, bisogna cambiare se stessi”
Cordiali saluti...
(Lettera pervenuta dalla lista di Ecologia di Peacelink)
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La soluzione è la consapevolezza, e chi prende la decisione di seguire una dieta vegetariana, non è per forza obbligato a svilupparla. La scelta di vita vegetariana dovrebbe comprendere anche una serie di riflessioni che portino ad una maggiore presa di coscienza del fatto che come consumatori *noi tutti* siamo in grado di influenzare l’andamento economico, morale, politico e sociale di questo mondo.
Chi non mangia carne, ma prende la macchina per percorrere anche solo qualche chilometro in una bellissima giornata estiva, che gusta in un Fast-Food una bella insalatona gigante, che lascia accesa televisione, stereo e computer per andare a comprarsi sigarette e alcol all’hypermegasupermercato (in macchina, naturalmente), è a mio avviso una persona disgustosa per non dire altro. Ho avuto la possibilità di conoscere persone che pur essendo vegetariane nel senso stretto del termine, continuavano a comprare vestiti in cuoio, che quindi vivevano il loro essere vegetariani solamente come una qualsiasi altra dieta onnivora.
Ci sono persone che mangiano carne una volta a settimana o ogni due (ma veramente non più spesso!), attente all’ambiente, al risparmio energetico, all’ecologia ecc., che vivono in maniera forse più sostenibile e più consapevole dei vegetariani appena descritti.
Vorrei aggiungere che a parer mio (come del resto tutto il testo, sono troppo pigro per voler ricercare fonti che sostengano le mie tesi, prendetele come mere opinioni) il numero di vegetariani “inconsapevoli” è uguale o minore degli onnivori “consapevoli”. Anche perché, alla fine, spiluzzicando di qua e di là, chiudendo un occhi alle piccole abitudini (distruttive) quotidiane la consapevolezza degli onnivori va a farsi benedire.
Le vegetariane e i vegetariani dimostrano già di poter compiere grandi sforzi a nome di una causa giusta, e quindi è *più probabile* (ma non scontato) che cambino anche il loro modo di vivere.
Insomma ci sarebbe bisogno di una rivoluzione globale sul nostro stile di vita, l’unica soluzione possibile che porti a migliorare il mondo.
Vorrei infine concludere con una frase che penso esista da secoli, e che ognuno spero si faccia propria: “Per cambiare il mondo, bisogna cambiare se stessi”
Cordiali saluti...
(Lettera pervenuta dalla lista di Ecologia di Peacelink)
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Sede di Olis di Montesilvano che ospita l'Incontro Collettivo Ecologista 2014
INCONTRO COLLETTIVO ECOLOGISTA - 21 e 22 Giugno 2014. Olis, Via Toscanini, 14 – Montesilvano (Pe)
Tema trattato: CIBO E SOSTENIBILITA’
Analisi, riflessioni, proposte tra natura, cultura, società ed economia
Sabato 21 Giugno 2014
Dalle ore 11.00 in poi
Accoglienza e sistemazione
Ore 16.00
Raccolta dei fiori e preparazione dell’acqua di San Giovanni
Adriana Gandolfi
17.00 – 18.50
Testimonianze ed Esperienze dai territori. Esempi di buone prassi e comportamenti virtuosi
Associazione Le Radici
Rete Snodo
Franco Trinca
Marco Manilla
Marco Sborgia
Coordina: Caterina Regazzi
Pausa 18.50 – 19.15
19.15 – 20.30
Convegno
Giovanni Damiani
Antonio Onorati
Gloria Germani
Marinella Correggia
Coordina: Paolo D’Arpini
21.00 – 22.00
Cena vegetariana/vegana
22.00 – 23.00
Musica e Falò – Danza attorno al fuoco
Domenica 22 Giugno 2014
Ore 9.30 Seduta di Yoga
Ore 10.15 – 13.00 (Pausa 11.30 – 11.50)
Testimonianze ed Esperienze dai territori. Esempi di buone prassi e comportamenti virtuosi.
Introduzioni di:
Terraemani
Francesco Paci
Michele Meomartino
Stefano Panzarasa
Vittorio Marinelli
Riccardo Oliva
Manuel Olivares
(Seguono altri interventi a giro)
Prima di Pranzo
Battesimo Laico con l’acqua benedetta
Ore 13.00 – 14.00
Pranzo vegetariano/vegano
14.30 – 16.00
Spazio Benessere olistico
16.00 – 17.30
Prospettive e progetti comuni.
Analisi degli interventi.
Giro finale di condivisione.
Ore 18.00
Saluti e prossimi appuntamenti
Servizi:
Mercatino di autoproduzione
Spazio Libreria
Baratto
Organizzazione ed informazioni:
Associazione OLIS – Tel. 393.2362091 / michelemeomartino@tiscali.it
Rete Bioregionale Italiana – Tel. 333.6023090 / bioregionalismo.treia@gmail.com
Note:
Durante l’incontro verrà presentato il nuovo numero di Quaderni di Vita Bioregionale, curato da Daniela Spurio.
Informazioni pratiche:
INCONTRO COLLETTIVO ECOLOGISTA - 21 e 22 Giugno 2014. Olis, Via Toscanini, 14 – Montesilvano (Pe)
Tema trattato: CIBO E SOSTENIBILITA’
Analisi, riflessioni, proposte tra natura, cultura, società ed economia
Sabato 21 Giugno 2014
Dalle ore 11.00 in poi
Accoglienza e sistemazione
Ore 16.00
Raccolta dei fiori e preparazione dell’acqua di San Giovanni
Adriana Gandolfi
17.00 – 18.50
Testimonianze ed Esperienze dai territori. Esempi di buone prassi e comportamenti virtuosi
Associazione Le Radici
Rete Snodo
Franco Trinca
Marco Manilla
Marco Sborgia
Coordina: Caterina Regazzi
Pausa 18.50 – 19.15
19.15 – 20.30
Convegno
Giovanni Damiani
Antonio Onorati
Gloria Germani
Marinella Correggia
Coordina: Paolo D’Arpini
21.00 – 22.00
Cena vegetariana/vegana
22.00 – 23.00
Musica e Falò – Danza attorno al fuoco
Domenica 22 Giugno 2014
Ore 9.30 Seduta di Yoga
Ore 10.15 – 13.00 (Pausa 11.30 – 11.50)
Testimonianze ed Esperienze dai territori. Esempi di buone prassi e comportamenti virtuosi.
Introduzioni di:
Terraemani
Francesco Paci
Michele Meomartino
Stefano Panzarasa
Vittorio Marinelli
Riccardo Oliva
Manuel Olivares
(Seguono altri interventi a giro)
Prima di Pranzo
Battesimo Laico con l’acqua benedetta
Ore 13.00 – 14.00
Pranzo vegetariano/vegano
14.30 – 16.00
Spazio Benessere olistico
16.00 – 17.30
Prospettive e progetti comuni.
Analisi degli interventi.
Giro finale di condivisione.
Ore 18.00
Saluti e prossimi appuntamenti
Servizi:
Mercatino di autoproduzione
Spazio Libreria
Baratto
Organizzazione ed informazioni:
Associazione OLIS – Tel. 393.2362091 / michelemeomartino@tiscali.it
Rete Bioregionale Italiana – Tel. 333.6023090 / bioregionalismo.treia@gmail.com
Note:
Durante l’incontro verrà presentato il nuovo numero di Quaderni di Vita Bioregionale, curato da Daniela Spurio.
Informazioni pratiche:
La partecipazione è gratuita e volontaria, si può campeggiare con tenda propria, oppure adattarsi nella struttura che ci ospita con sacco a pelo. Per chi lo desidera c’è un bed and breakfast vicino a 25/30 euro a notte. Portare proprie suppellettili e biancheria, durante i due giorni si potrà compartecipare ai lavori di sistemazione e organizzazione. Per i pasti è richiesto un rimborso spese di 6 euro a persona, sono graditi apporti di cibi bioregionali autoprodotti. Si potranno esporre libri in sintonia e propri materiali e creazioni artistiche, artigianali ed agricole.
Gli organizzatori: Paolo e Michele
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