Ancona si adatta ai cambiamenti climatici estremi
Ormai è dato per scontato che il futuro del pianeta e delle nostre grandi città, sarà sempre di più segnato da fenomeni meteo - climatici estremi. Dalla siccità prolungata, alle "bombe d'acqua", da quest'ultime al caldo torrido.
La città con le sue strade asfaltate, con sue le case dai tetti rossi scuri, dal riscaldamento immesso nell'aria dalla circolazione e dai condizionatori, sono diventate vere e proprie isole di calore. Accademia Kronos due anni fa in più riprese analizzò e comparò in agosto le temperature all'interno di Roma con la periferia e le campagne circostanti.
Alla stessa ora si registrarono a piazza Venezia differenze in più di 3/4 gradi rispetto alle aree verdi periferiche. Ed è proprio delle città che producono calore che l'Unione Europea ha iniziato ad interessarsi al fine di ridurre i disagi per i cittadini.
Oltre a ciò, i fenomeni meteo sempre più estremi che da oltre 20 anni ormai caratterizzano ciò che resta delle vecchie stagioni, hanno indotto l'UE a chiede a tutti i Paesi membri di approntare progetti di "autodifesa verso un clima cambiato" attraverso strategie opportune. Queste strategie si chiamano PNA, ossia Piani Nazionali di Adattamento ai cambiamenti climatici. In parole povere si tratta che ogni comune dovrà prima analizzare con esperti seri la situazione del proprio territorio, partendo da eventi estremi che hanno interessato in passato della città ( bolle di calore, siccità prolungata, colpi di vento, nubifragi, ecc.) e poi predisporre piani specifici per difendersi da eventuali nuovi eventi meteo estremi.
Al momento in Italia è Ancona il primo comune che si è adeguato, ma in altre regioni del nord sono diversi le città che ci stanno "pensando". La realizzazione di un PNA è in parte finanziato dalla stessa UE.
Facciamo qui un esempio pratico per capire cosa debbono fare i comuni per rispondere ai cambiamenti climatici.
Prendiamo una città X che ha un fiume che l'attraversa ed è posta in una vallata circondata da colline e monti. Per la sua collocazione geografica questo comune è soggetto ad una stagnazione dell'aria che in estate si traduce in caldo afoso e soffocante. Oltre a ciò il fiume che l'attraversa nel passato è straripato più volte in periferia. Infine nei suoi parchi cittadini svettano maestosi pini marittimi dalla larga chioma che nel passato sopportavano bene il vento, ma che ora con eventuali e violenti colpi di vento potrebbero crollare.
Ora l'amministrazione comunale, che dovrà predisporre un suo piano d'adattamento al clima cambiato, nell'indagare sui punti di criticità dovrà porre la massima attenzione su questi tre punti ( potrebbero essercene altri) e studiare le risposte adeguate. Quindi nei periodi estivi infuocati metterà a disposizione gratuita, informando prima tutti i cittadini, un numero telefonico con personale anche volontario disposto a rispondere H24. Questo per soccorrere anziani, bambini e malati a rischio colpi di calore, disidratazione ed altri malanni indotti dal caldo eccessivo. Oltre a ciò dovrà provvedere ad individuare o realizzare centri di accoglienza per soggetti a rischio, dotati di aria condizionata, nonché predisporre distributori di acqua fresca nelle zone più frequentate. Infine dovrà bloccare o limitare la circolazione di auto e mezzi pubblici non elettrici che con il caldo eccessivo producono il micidiale Ozono.
Per quanto riguarda il rischio di violenti nubifragi si dovranno rinforzare gli argini del fiume nelle zone critiche. Individuare i quartieri e le strade che per la loro collocazione sono a rischio allagamenti e predisporre piani adeguati per limitare i danni. In questo caso concordandoli con la Protezione Civile. Nei sottopassi veicolari, che risultano essere i punti più critici durante violenti temporali, dovranno istallare dei semafori e delle barre che ne impediscano la circolazione in caso di piogge torrenziali.
Per quanto riguarda gli alberi dei parchi pubblici sarà necessario un controllo di esperti per verificare lo stato di salute delle piante. Importante sarà effettuare potature capaci di ridurre " il fenomeno vela", nonché sostituire alberi a rischio, come i pini marittimi, con piante capaci di resistere a forti venti e ad abbondanti nevicate.
Tutto questo avvalendosi di sistemi di comunicazione efficaci, capaci di raggiungere in ogni momento gli abitanti della città. Basta anche un accordo con una radio locale che però dovrà dedicare ogni giorno uno o più spazzi sulle condizioni meteo e, in caso di emergenza, capace di fornire le indicazioni più appropriate. Va bene anche un sito internet dedicato, ma gli anziani in Italia, si sa, hanno ancora poca dimestichezza con i computer.
Ovviamente chi intende realizzare un PNA, sappia che il tutto è più complesso ed articolato, ma quest'esempio deve servire per capire che è giunto il momento di agire e non aspettare il prossimo fenomeno estremo meteo disastroso.
Accademia Kronos ha già costituito un team di esperti in questo specifico settore pronto ad aiutare tutti i comuni che lo vorranno.
Ora che le amministrazioni comunali non hanno più scuse, sono state avvisate. Da oggi pertanto sono responsabili in caso di eventi meteo estremi che comportano danni e vittime, e questo se non hanno ancora predisposto un piano di adattamento ai cambiamenti climatici.
Gabriele La Malfa - accademiakronos@gmail.com
Secondo me, più che ripensare al clima, occorrerebbe rendere consapevoli le persone che non ci sono certezze nel clima. Eliminare le denunce, gli avvocati e le assicurazioni e... scusatemi se è poco! I comuni prendono già abbastanza soldi per svolgere le funzioni di loro competenza. Possiamo smetterla di scoprire l'acqua calda?
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