Per contribuire ad affrontare i problemi ambientali che affliggono l'Europa e il mondo, la Strategia Europa 2020 contiene un forte impegno per la sostenibilità, in particolare gli obiettivi del 20% del fabbisogno di energia ricavato da fonti rinnovabili e l’aumento del 20% dell'efficienza energetica.
La Commissione Europea, sia per informare i cittadini, sia per orientare i decisori politici, ha condotto una nuova indagine, a tre anni dalla precedente, volta ad indagare gli atteggiamenti dei cittadini verso le problematiche ambientali.
Il questionario è stato somministrato, di persona e nella lingua materna dell’intervistato, fra il 26 aprile e l'11 maggio 2014 a circa 28000 cittadini provenienti da diverse fasce sociali e demografiche.
I risultati confermano che la preoccupazione per le questioni ambientali non si è attenuata, infatti il 95% del campione intervistato ritiene personalmente molto o abbastanza importante la tutela dell’ambiente, anche perché pensa che incida direttamente sulla qualità della vita quotidiana (77%).
Per questo l'85% degli intervistati ritiene di poter avere un ruolo attivo da svolgere nella protezione nell'ambiente e la maggior parte ha iniziato ad avere comportamenti virtuosi quali una migliore separazione dei rifiuti destinati al riciclaggio (72%), la riduzione del consumo energetico (52%) e del consumo idrico (37%), mentre un terzo ha scelto di usare mezzi di trasporto alternativi rispetto all’auto (trasporto pubblico, bicicletta) e ha deciso di comprare prodotti locali.
Al di là dei singoli comportamenti, gli intervistati ritengono che per tutelare maggiormente l’ambiente i cittadini dovrebbero: migliorare il riciclaggio dei rifiuti, ridurre il proprio consumo di energia (es., per gli elettrodomestici, l’illuminazione) e usare mezzi di trasporto pubblici.
La grande maggioranza degli intervistati però pensa che sia l’industria/grande impresa che il proprio governo non stiano facendo abbastanza per proteggere l’ambiente
Inoltre il 75% è disponibile a spendere di più per prodotti rispettosi dell’ambiente e questo è l’unico caso in cui l’Italia, con il suo 67% si discosta vistosamente dalla media europea
Negli intervistati le preoccupazioni maggiori sono suscitate dall'inquinamento dell'aria (56%) e dell'acqua (50%), mentre oltre quattro persone su dieci sono preoccupate dell'impatto sulla salute delle sostanze chimiche presenti nei prodotti di uso quotidiano (43%) e dalla crescente quantità di rifiuti (43%); più di un terzo invece si dice preoccupato dall’esaurimento delle risorse naturali (36%).
Sempre per quanto riguarda le risorse naturali, gli intervistati ritengono che un loro uso più efficiente (79%) e una maggiore tutela dell'ambiente (74%) potrebbero stimolare la crescita economica e anzi, circa il 60 % degli intervistati ritiene che, per misurare i progressi nei rispettivi paesi, i fattori sociali e ambientali dovrebbero essere considerati importanti tanto quanto i criteri economici.
Non solo, ma ritengono che le amministrazioni pubbliche nazionali dovrebbero tenere in maggior conto l'ambiente rispetto ai costi.
La quasi totalità (93%), inoltre, è favorevole al principio del “chi inquina paga” per cui ritiene che si debba andare verso un sistema di sanzioni pesanti che colpisca i trasgressori.
Relativamente all’informazione sulle tematiche ambientali, i due terzi del campione ha risposto che si sente ben informata. In molti paesi la percentuale è aumentata rispetto al 2011, solo in tre stati, Olanda, Gran Bretagna e Italia è diminuita. Agli intervistati è stata poi fornita una lista di quattordici argomenti ed è stato chiesto loro di indicarne cinque sui cui si sentivano meno informati: quattro su dieci hanno risposto di essere carenti di informazione rispetto agli effetti sulla salute delle sostanze chimiche presenti nei prodotti di uso quotidiano e all’inquinamento atmosferico (perfettamente in linea con quanto emerso nella domanda sulle maggiori preoccupazioni ambientali).
Successivamente, è stato chiesto loro di identificare le tre maggiori fonti di informazione: la televisione, seppur in calo, rimane il primo canale, seguita dai social media e internet, in forte aumento, e i giornali; seguono, distanziati, le conversazioni con amici e parenti, films e documentari, materiali informativi di varia natura. Dopo essere stati interrogati sulle principali fonti di informazione, è stato chiesto di dichiarare quale fonte ritenessero più attendibile. Il 40% ha risposto di aver fiducia negli scienziati, seguiti a ruota dalle associazioni per la protezione ambientale e, di nuovo, la televisione.
Infine, il 77% dei cittadini dell'Unione giudica che la normativa ambientale europea sia necessaria per proteggere l'ambiente nel loro paese e ritiene che sarebbero necessari maggiori finanziamenti UE destinati a sostenere attività rispettose dell'ambiente. Ma il dato più rilevante è che il 79% pensa che l'UE dovrebbe poter verificare che le disposizioni legislative in materia di ambiente siano effettivamente applicate in modo corretto nel proprio paese di appartenenza.
I risultati confermano che la preoccupazione per le questioni ambientali non si è attenuata, infatti il 95% del campione intervistato ritiene personalmente molto o abbastanza importante la tutela dell’ambiente, anche perché pensa che incida direttamente sulla qualità della vita quotidiana (77%).
Per questo l'85% degli intervistati ritiene di poter avere un ruolo attivo da svolgere nella protezione nell'ambiente e la maggior parte ha iniziato ad avere comportamenti virtuosi quali una migliore separazione dei rifiuti destinati al riciclaggio (72%), la riduzione del consumo energetico (52%) e del consumo idrico (37%), mentre un terzo ha scelto di usare mezzi di trasporto alternativi rispetto all’auto (trasporto pubblico, bicicletta) e ha deciso di comprare prodotti locali.
Al di là dei singoli comportamenti, gli intervistati ritengono che per tutelare maggiormente l’ambiente i cittadini dovrebbero: migliorare il riciclaggio dei rifiuti, ridurre il proprio consumo di energia (es., per gli elettrodomestici, l’illuminazione) e usare mezzi di trasporto pubblici.
La grande maggioranza degli intervistati però pensa che sia l’industria/grande impresa che il proprio governo non stiano facendo abbastanza per proteggere l’ambiente
Inoltre il 75% è disponibile a spendere di più per prodotti rispettosi dell’ambiente e questo è l’unico caso in cui l’Italia, con il suo 67% si discosta vistosamente dalla media europea
Negli intervistati le preoccupazioni maggiori sono suscitate dall'inquinamento dell'aria (56%) e dell'acqua (50%), mentre oltre quattro persone su dieci sono preoccupate dell'impatto sulla salute delle sostanze chimiche presenti nei prodotti di uso quotidiano (43%) e dalla crescente quantità di rifiuti (43%); più di un terzo invece si dice preoccupato dall’esaurimento delle risorse naturali (36%).
Sempre per quanto riguarda le risorse naturali, gli intervistati ritengono che un loro uso più efficiente (79%) e una maggiore tutela dell'ambiente (74%) potrebbero stimolare la crescita economica e anzi, circa il 60 % degli intervistati ritiene che, per misurare i progressi nei rispettivi paesi, i fattori sociali e ambientali dovrebbero essere considerati importanti tanto quanto i criteri economici.
Non solo, ma ritengono che le amministrazioni pubbliche nazionali dovrebbero tenere in maggior conto l'ambiente rispetto ai costi.
La quasi totalità (93%), inoltre, è favorevole al principio del “chi inquina paga” per cui ritiene che si debba andare verso un sistema di sanzioni pesanti che colpisca i trasgressori.
Relativamente all’informazione sulle tematiche ambientali, i due terzi del campione ha risposto che si sente ben informata. In molti paesi la percentuale è aumentata rispetto al 2011, solo in tre stati, Olanda, Gran Bretagna e Italia è diminuita. Agli intervistati è stata poi fornita una lista di quattordici argomenti ed è stato chiesto loro di indicarne cinque sui cui si sentivano meno informati: quattro su dieci hanno risposto di essere carenti di informazione rispetto agli effetti sulla salute delle sostanze chimiche presenti nei prodotti di uso quotidiano e all’inquinamento atmosferico (perfettamente in linea con quanto emerso nella domanda sulle maggiori preoccupazioni ambientali).
Successivamente, è stato chiesto loro di identificare le tre maggiori fonti di informazione: la televisione, seppur in calo, rimane il primo canale, seguita dai social media e internet, in forte aumento, e i giornali; seguono, distanziati, le conversazioni con amici e parenti, films e documentari, materiali informativi di varia natura. Dopo essere stati interrogati sulle principali fonti di informazione, è stato chiesto di dichiarare quale fonte ritenessero più attendibile. Il 40% ha risposto di aver fiducia negli scienziati, seguiti a ruota dalle associazioni per la protezione ambientale e, di nuovo, la televisione.
Infine, il 77% dei cittadini dell'Unione giudica che la normativa ambientale europea sia necessaria per proteggere l'ambiente nel loro paese e ritiene che sarebbero necessari maggiori finanziamenti UE destinati a sostenere attività rispettose dell'ambiente. Ma il dato più rilevante è che il 79% pensa che l'UE dovrebbe poter verificare che le disposizioni legislative in materia di ambiente siano effettivamente applicate in modo corretto nel proprio paese di appartenenza.
(Fonte: Arpat Notizie)
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