“Non so se il riso o la pietà prevale.” - (G. Leopardi La ginestra v.201 - 1836)
Ci avresti pensato, Giacomino, che t’avrebbero costretto a
diventare Main Sponsor della regione Marche? Cominciarono con le
milionarie dustinhoffmanate e ti storpiarono all’infinito; continuano
oggi col martoniano film, tormentone d’autunno. “Operazione di
legittimazione della nostra comunità”, vaneggia pubblicamente il
Presidente di Regione, passando per il “rafforzamento dell’identità
dei marchigiani”, proseguendo con la “maggiore consapevolezza di noi
stessi” e andando a parare, va da sé, sul chiodo fisso del turismo che
il film pomperà, perché prima chi se lo immaginava che eri nato da
queste parti, eh?
Adesso sarà tutto un prenotarsi dagli Appennini alle Ande per venire a
visitar le Marche, perché dobbiamo essere proprio speciali se
scegliesti di nascere presso di noi popolo eletto. A patto di
dimenticarsi che di questi luoghi e del tuo borgo selvaggio odiasti
con tutto te stesso il soffocante bigottismo, il clima reazionario e
la ristrettezza culturale, tanto da fuggirtene appena potevi (salvo
esservi riportato per la collottola) e da andartene infine per non
tonare mai più, e scegliere di morire niente meno che a Napoli.
Ma ci vuol altro, per fermare la gioiosa carovana del marketing;
le Marche organizzano proiezioni per le scuole (me li figuro, gli
studenti alla scampagnata cinematografica coi prof,
che-nessuno-marchi-visita-che-
Ancona offre “biglietti per i musei a prezzo ridotto a chi assiste al
film su Leopardi” (sic); non ci stupiremo se a Natale i supermarket
nostrani faranno sconti-leopardi. Come sempre, la stampa indigena
raccoglie e, arf arf, riporta, e suona la grancassa: record di
presenze, di partecipazioni, di sponsor, di biglietti venduti, signore
e signori venite ad ammirare le Marche, la regione plurale più bella
del mondo, sempre in cima a ogni classifica!
Ti rivolteresti nella tomba, Giacomino, se ne avessi una e non
quella finta che fanno credere ai turisti a Napoli. Tu che denunciasti
il tuo “secol superbo e sciocco”, le mistificazioni antropocentriche e
le “superbe fole”, l’ottimismo consolatorio delle sue fedi e i miti
illusori, quale orrore proveresti per questo nostro oggi che tutto
mercifica, e allo scopo gli torni buono anche tu?
Cos’hanno da spartire con te questi politici, le loro logiche da
Strapaese e il loro medievale municipalismo, questa imprenditoria
ignorante dalle dita adunche e dalle teste a forma di portafoglio?
Sono gli stessi, Giacomino, che sul Colle dell’Infinito vogliono
piazzarci un Resort, perché è il mercato bellezza. Cos’hanno a che
fare costoro con la modernità sconvolgente del tuo pensiero, con la
tua consapevolezza tragica che non cerca risarcimenti?
Non ho visto né vedrò il film che ti riguarda: che sia buono o
pessimo poco mi cale (certo era brutta in modo imbarazzante, ma
osannatissima da tutti i media, la trasposizione teatrale che delle
tue Operette Morali ci inflisse un anno fa lo stesso regista). Corre
voce che faccia innamorare di te folle di giovani. Perbacco. Eppure
vidi innamorarsi di te gli studenti più scavezzacollo, che
semplicemente ti lessero e ti capirono, senza vederti sugli schermi.
Lo capivano, che il tuo amore per la vita, la titanica fede in una
dignità umana fondata sul vero, il bisogno di rapporti nuovi fra gli
uomini, parlavano da lontano alla loro e alla nostra disperata
fragilità, e perché tu entrassi in loro bastava solo che ti
leggessero.
Oggi le Marche ti vogliono loro sponsor, gli vai a fagiolo per
passerelle e mercati, ed è il punto di non ritorno.
Perdonali e perdonaci, immenso Giacomino, ovunque tu sia.
Sara Di Giuseppefaxivostri.wordpres.com
Recanati - Turisti con sfondo del monumento a Giacomo Leopardi
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