...il 10 novembre
sono tornato a Scanno per i fuochi rituali che si accendono dopo il tramonto
sulle montagne che sovrastano il paese. ho girato per le strade strette del paese guardando negozi di
artigianato. quelli del legno espongono chitarre che non sono strumenti musicali ma telai sui quali
sono fittamente tirati fili d'acciaio. la sfoglia di pasta vi si preme sopra con
il matterello e ne escono striscioline compatte a spigolo vivo, i maccheroni
alla chitarra. ho acquistato del cacioricotta caprino liquirizia in polvere,
cannella e pistacchi macinati. poi sono salito a piedi nel bosco a guardare le
ultime fasi di preparazione delle torri di legna e fascine, prima dell
accensione dopo il tramonto. il giorno dopo a casa mentre preparo un piatto di
maccheroni alla chitarra con olio crudo su cui ho spolverato in tre porzioni
distinte liquirizia cannella e pistacchio e il cacioricotta grattugiato.
maccheroni alla chitarra di San Martino.
mi e’ venuto
in mente un libro di alan lomax dove si parla di scanno, si intitola l anno più felice della mia vita, viaggio in italia 1954-1955. ce’ una foto delle donne di scanno. scrive lomax: in uno
strano antico paese , in alto, nella vallata centrale dell abruzzo, ho trovato
un po di autentica musica tradizionale. la migliore delle quali e’ la canzone della vedova:
scura maje
povera me e’ nero
il mio destino
da quando sei morto marito mio
perche tueri il sostegno della casa
eri tu che non
facevi andare fuori
i bambini vestiti di stracci
ho chiesto aiuto al vicino e
mi ha chiuso la porta in faccia
sono tornata a casa e
ho trovato i mobili per strada
povera me e’ nero
il mio destino
lomax in quell anno giro’ litalia
percorrendo 25.000 miglia con un furgone wolksvagen carico di attrezzature
accompagnato dal giovane etnomusicologo diego carpitella. scrive ancora lomax:
l italia e’ una
terra dalle molte voci
alcune aspre e dolenti
altre estremamente arcaiche
nessuna corrisponde alla nostra idea
della bella arte della canzone
eppure in ogni regione sono giunti
fino al nostro tempo un sentimento antico
una cultura locale della bellezza.
non sapevo perche’
una vecchia registrazione sul campo
fatta da lomax mi sembrasse migliore
ma era cosi
(bob dylan)
Scanno e’ definita
la perla qui lo sguardo e la mente si adattano a un paesaggio fuori dal comune,
quello che colpisce e’ la qualità assoluta della luce e la densità e consistenza dei colori fra tutti il nero dei costumi
delle donne, riservate, hanno qualcosa di misterioso che si addice all
abbigliamento scuro e celano nel loro
atteggiamento qualcosa di regale. tra i gioielli realizzati a mano la presentosa, il gioiello più apprezzato dalle donne abruzzesi, una medaglia in
filigrana che tradizionalmente si regalava il giorno del fidanzamento. il dolce
tipico e’
il mostacciolo a base di crema di
mandorle cioccolato e mostocotto.
Scanno e’ definito
il paese dei fotografi, il primo fu il grande fotografo francese henri cartier
bresson che transitò in paese nei primi anni 50 a suggellarne l’immagine. dopo di lui altri grandi fotografi come
giacomelli e berengo gardin. dice mario giacomelli nel 1957: quando sono andato a fotografare scanno non mi sono
fermato un attimo, mi muovevo in continuazione come se ballassi cercando
l'inquadratura a me congeniale, in ogni fotogramma ho messo tutto me stesso.
gianni berengo gardin tenta un approccio diverso al paese, del quale coglie la
trasformazione in atto con la conseguente perdita dei valori più arcaici. ho volutamente ripreso il vecchio e il nuovo
poiché entrambi coesistono in quella realta e contrariamente
a quello che tanti pensano scanno e’ un
paese vivo e vitale ancora oggi. molti altri fotografi hanno dato la loro
interpretazione del paese che ospita spesso workshop e mostre ed e’ visitato da appassionati di tutto il mondo.
un anima tradizionale intima si sostanzia a scanno con
le glorie che bruciano, i grandi fuochi che risplendono la sera del 10
novembre, la sera del capodanno contadino.
alte anche 15 o 20 metri sono i giovani che dai primi di ottobre accatastano
legna con la speranza che la propria gloria sia la più bella. prima che i fuochi si spengano i giovani
scendono per le vie del paese per fare festa con campanacci e facce tinte di
cenere. oggi le glorie di san martino sono come inni all amore autentici falò della fortuna.
queste feste oggi hanno la funzione primaria di riaffermare la coesione
di una comunità
che dinanzi alla destrutturazione
impostale dall evolversi delle strutture socio culturali vuol continuare a
riconoscersi.cosi anche i fuochi, le glorie di scanno dedicate a san martino. i
fuochi sono in rapporto anche col tempo solstiziale, hanno una valenza
purificatrice, aiutando il debole sole dinverno, procurando luce e calore,
scacciano le tenebre, il freddo le malattie e con la funzione lustrale aiutano il tempo buono a ritornare.
nel quadro della festa le enormi cataste di legna bruciate, la fatica
necessaria a realizzarle rappresentano una utilizzazione effimera del bene
comune, come elemento di potlach che corrisponde a quella cultura dello spreco
che e’ un elemento essenziale nel gioco della festa.
(f.quadrini)
scanno luogo di arte e cultura dove i sentieri del
cielo si intrecciano con i sentieri umani. sentieri di oreficeria e biscotteria
conche e chitarre, sentieri che seguono donne quotidiane di scuro vestite,
sentieri d architetture fantastiche
conche di rame
castagne
presentose
e vino novello
glorie di un borgo
chiuso e scuro
come gli abiti
delle sue donne
Ferdinando Renzetti
Nessun commento:
Posta un commento