domenica 9 novembre 2014

La buona novella che viene dall'ISPRA: "Frutti dimenticati e biodiversità recuperata"

Nel complesso momento che stiamo vivendo, date anche le scelte che privilegiano la divulgazione di avvenimenti allarmistici e negativi, pare che la Società abbia imboccato esclusivamente la strada dell’auto distruzione, ma fortunatamente non è proprio così. Ci sono persone che, singolarmente o associandosi ad altri, si sono rimboccate le maniche, “lavorano” per il bene comune, e ottengono risultati positivi.

La scienza ci ha appena detto come il sorriso attivi particolari zone del cervello che, tramite una rete di sinapsi, hanno l’effetto di rafforzare il sistema immunitario, facendo diminuire le sostanze chimiche legate allo stress e alla tensione muscolare, perciò è ormai accertato che le buone notizie facciano bene alla salute. Porre l’attenzione sui fatti positivi, inoltre, pare contribuisca al successo in ciò che si desidera cambiare e allunghi la vita di 7 anni, quindi, BUONA LETTURA.

Frutti dimenticati e biodiversità recuperata
Nuovo quaderno ISPRA


L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), ha pubblicato il quarto quaderno dedicato ai frutti antichi ed alla biodiversità recuperata. Nei testi precedenti sono stati analizzati i casi di studio relativi alla Puglia, Emilia Romagna, Calabria e Trentino Alto Adige, Lombardia e Sicilia. Con la presente pubblicazione l’attenzione è stata rivolta al Molise e al Friuli Venezia Giulia.

Tale iniziativa fa parte dell’ impegno dell’ISPRA di promuovere la conservazione e la caratterizzazione della biodiversità nel mondo vegetale e animale, censendo e codificando le cultivar locali di specie eduli selezionate localmente, resistenti alle patologie e/o all’aridità e/o in grado di crescere su suoli svantaggiati.
Per le caratteristiche organolettiche, di resistenza ai patogeni e nutraceutiche e di adattamento al clima locale, la diffusione di queste varietà permette di limitare l’utilizzo di pesticidi e fertilizzanti ed il consumo d’acqua, favorendo l’ecocompatibilità delle attività agricole con particolare riferimento alle aree protette.
In quest’ottica, tali varietà potrebbero essere individuate come laboratori sperimentali viventi sulla base anche delle informazioni raccolte nei volumi di questa serie.

“Il successo dei primi quaderni sta consentendo di trasformare delle semplici pubblicazioni in una collana organica e coerente con la quale sarà completato il quadro della situazione delle Regioni italiane. Lo scopo fondamentale di tale collana è di far conoscere l’agrobiodiversità legata al territorio, alle attività umane, al loro impatto sulla natura, tutti fattori che hanno inciso su un preciso processo evolutivo. Inoltre dobbiamo sottolineare l’urgenza di questo lavoro di informazione perché questo tipo di biodiversità è a rischio in quanto legata ad aziende agricole tradizionali che hanno un futuro davvero incerto.
Fino a quando resisteranno gli agricoltori anziani, anche i frutti antichi potranno sopravvivere, ma quando loro non ci saranno più questa ricchezza andrà perduta e con il germoplasma si perderà anche la memoria, cioè quel capitale di esperienze, di manualità, di tradizioni alimentari risultato da anni di lavoro.”

La salvaguardia e la diffusione di conoscenze sui frutti dimenticati, è fondamentale e rientra nell’ottica di sviluppo sostenibile delle attività agricole e di qualità dei prodotti, individuate dalle Direttive e Regolamenti europei (Direttive 91/414/CEE, 2009/128/CE, Regolamento n. 1107/2009), dalla PAC 2014/2020, dal Testo Unico Ambientale (Decreto Legislativo 03/04/2006 n. 152), dalla Strategie per la Biodiversità e dal Piano strategico per l'Innovazione e Ricerca nel settore agricolo alimentare e forestale.

Inoltre, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ha proclamato il 2014 “Anno Internazionale dell'Agricoltura Familiare” (International Year of Family Farming), per porre in risalto l'enorme potenziale degli agricoltori a livello familiare, nella lotta alla fame e per la preservazione delle risorse naturali.


La pubblicazione è disponibile soltanto in formato elettronico e può essere scaricata al seguente indirizzo: http://www.isprambiente.gov.it/files/pubblicazioni/quaderni/natura-e-biodiversita/files/quaderno_6_2014.pdf

Daniela Rosellini

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