sabato 31 gennaio 2015

Marche - Musica bioregionale e case di terra...




...scrivo sempre  di fretta, faccio un sacco di errori e rileggo poco quello che scrivo, da questo storia se potrebbe trarre un racconto più elaborato anche un film musicale d'amore, ma  quel che mi affascina è l'idea breve e immediata e queste storie sono invenzioni culturali prese un po' qua e un po' là e riadattate a un modulo prestabilito, che le lega tra di loro, e che è la casa di terra nelle Marche. Molte storie le ho raccolte a Casalincontrada altre sono state raccontate durante i tanti workshop seminari e lavori di costruzione...” (F.R.)


Il saltarello di Petriolo e la musica di tradizione delle case di terra nella bioregione della Valle del Chienti

Elia era un giovane pastore spensierato ed allegro, al padrone piaceva parlare con lui perché amava le persone allegre. gli raccontava spesso degli  anni del ventennio fascista in cui era stato spinto a coltivare tutti terreni che aveva anche i più scomodi e scoscesi che in genere non coltivava. Le sue proprietà,  campi masserie e borghi,  si estendevano da Corridonia  a Petriolo e oltre fino ad Urbisaglia. Raccontava dei disboscamenti  e dei dissodamenti e soprattutto dell'opera di costruzione di tutte quelle case di terra che possedeva e che aveva fatto costruire appunto per ospitare tutto il bracciantato agricolo stagionale e i nuovi coloni per i campi dissodati. 

Gruppi di braccianti sotto la guida del mastro tiravano su muri di terra e paglia con un soffio impastando sulla aia con l'aiuto delle vacche, anche le donne partecipavano ai lavori, spesso anche i bambini. 

Il padrone seguiva personalmente gli operai durante la costruzione approvvigionandoli di coppi mattoni travi e travicelli per tetti e solai. Alla fine di ogni casa costruita una grande festa. Il padrone amava molto la musica, infatti soprattutto ora che era tempo di mietitura, campi di grano a perdita d occhio, invitava tutti gli anni quei bravi braccianti e suonatori  di Corridonia, Nicodemo detto Fifo, cantore e dicitore, Nazareno suonatore di tamburello, Peppe all'organetto, Lisa voce femminile. Durante il giorno Elia sentiva da lontano risuonare le voci nel caldo estivo con i canti di mietitura. La sera sentiva sulle  aie il suono inconfondibile dell'organetto tra schiamazzi  canti e balli. Lui da solo con le sue pecore il cielo per cuscino e le fresche erbette per materasso. 

Seguiva con le  sue pecore i mietitori risalendo la valle del  fiume. vedeva  le donne con i colorati abiti a fiori, sulla testa cesti colmi  di vivande  più volte al giorno portare cibi e bevande fresche ai braccianti. Elia era sempre più affascinato  da quel fantastico  mondo dei braccianti pieno di allegria donne e vivande.  Lui sempre solo con le sue pecorelle. Così un giorno si fece coraggio e  chiese al padrone se poteva provare. Il padrone rispose: va bene, sette lire e le nozze! La paga giornaliera, per nozze si intendeva  il cibo e le vivande dell'intera giornata. I braccianti dormivano tutti nelle belle case di terra, sulla paglia, sui letti, sull'aia. La mattina all'alba Elia iniziò il nuovo lavoro. Il sole picchiava  forte, non si poteva  fermare a riposare, vero che sentiva cantare e le donne portavano da bere e da mangiare ma la fatica era enorme e la sera si sentiva stanco morto. Cosi dopo qualche giorno, la sera sull'aia il padrone lo vede in disparte tutto silenzioso e gli chiede: "Elia che come va?"  Lui rispose: "padrone mio, sette lire e le nozze! Sette lire e la morte!" Così il giorno dopo tornò allegro e spensierato tra i prati suonando il suo zufolo in compagnia delle sue pecorelle, ascoltando da lontano i canti della mietitura e i suoni della sera sulla aia dove spiccava  inconfondibile il suono dell'organetto con il tema del salterello di Petriolo che invitava al ballo le giovani coppie di braccianti:

"e bellina che te piace l’allegria!

piglialo per marito un suonatore

piglialo per marito un suonatore

che ti fa stare e là

dimmelo come te va

dimmelo bella come te senti

dimmelo bella come se sta

e che allegra notte e giorno

damme la mano e girimo lo torno

e ti fa stare

(Saltarello de Petriolo)



Petriolo piccolo paese sul versante meridionale del fiume Chienti è stato inconsapevolmente luogo di sperimentazione di un particolare laboratorio di reinnesto dell'espressività tradizionale. Nel paese nativo di Giovanni Ginobili etnografo attento alle tradizioni della sua terra, un gruppo di uomini adulti e anziani decisero alla fine degli anni  sessanta di ripristinare in paese l'uso della Pasquella; da allora il gruppo chiamatosi “Petriò mia”, titolo di una raccolta poetica del Ginobili, ha iniziato un recupero interno di canti e testi di serenate, canti a lavorà, pasquella, canto a batoccu, canto a fienà, canto a mete, canto a potà e i saltarelli  di Petriolo e Castellana.

I  suonatori nominati nella storia sono: Giuseppe Pierantoni organetto 8 bassi (urghinettu), contadino di Corridonia;  Nazareno Pesallaccia, tamburello (ciandimmuli), contadino di Corridonia;  Nicodemo Saldari detto Fifo, canto, contadino di  Corridonia; Lisa Marinozzi, canto, casalinga e mezzadra di Corridonia.

Altri suonatori di Petriolo e dintorni: Elia Miliozzi triangolo (timbanu), impiegato comunale;  Nelli Mariani, canto, contadina casalinga di Petriolo; Domenico Ciccioli, canto e triangolo, contadino di  Petriolo.

Gruppi di ricerca delle tradizioni musicali della marca centrale:
"Petriò mia"
"L'ora  strana"
"Traballo"
"Lu trainanà"
"Gastone Petrucci e la Macina"


Ferdinando Renzetti - f.renzetti@casediterra.it

venerdì 30 gennaio 2015

Campagna per la Difesa civile, non armata e nonviolenta - Progetto di legge popolare con raccolta firme da consegnare entro Maggio 2015


Gandhi fu ucciso da un fanatico indù a Delhi,  il  30 gennaio 1948.  In occasione di questa commemorazione e nei giorni e mesi successivi   sollecitiamo tutti i comitati della Campagna "Un'altra difesa è possibile"  ad attivarsi per dare un nuovo impulso con iniziative, tavoli di raccolta firme e diffusione comunicati stampa. 

Gandhi è il fondatore della nonviolenza moderna, che ha indicato una possibile via d'uscita dalla follia della guerra. Ci ha mostrato che è possibile difendersi e liberarsi dalla violenza utilizzando metodi civili, non armati, nonviolenti. E' dunque il “testimone” della nostra Campagna e per questo lo vogliamo celebrare nell'occasione della ricorrenza, moltiplicando il nostro impegno. Siamo già al secondo mese di raccolta firme. Nel frattempo si sono formati coordinamenti in tutte le Regioni italiane. In molti territori, però, non sono ancora state attivate iniziative. Non c'è tempo da perdere; i prossimi 4 mesi utili passeranno in fretta. Febbraio, marzo e aprile saranno i mesi più favorevoli per la raccolta delle 50.000 firme necessarie. 

Vi invitiamo quindi a farvi protagonisti attivi della Campagna, dandole una spinta per farle fare un passo avanti. Tantissime sono le possibilità: inviare alla stampa locale il comunicato che abbiamo predisposto come Campagna (allegato) inserendo, dove possibile, le iniziative locali che riuscirete a realizzare (tavolo raccolta firme, incontro pubblico, ecc.) e che comunicherete anche alla Segreteria per la pubblicazione sul sito; portare i moduli alla segreteria del vostro Comune; appendere una locandina nei vostri luoghi di lavoro; coinvolgere il vostro Sindaco; contattare altre associazioni da coinvolgere nella Campagna. 

La Campagna per la Difesa civile, non armata e nonviolenta si concluderà nel mese di maggio 2015, con la presentazione alla Camera dei Deputati del progetto di Legge di iniziativa popolare: “Istituzione e modalità di finanziamento del Dipartimento della Difesa civile, non armata e nonviolenta”. Per raggiungere l'obiettivo il vostro contributo sarà fondamentale. 

Mao Valpiana - 
mao@sis.it


Qui puoi vedere se nel tuo territorio sono già attivi comitati: http://www.difesacivilenonviolenta.org/la-campagna/comitati-territoriali-della-campagna/ 


Qui puoi scaricare materiali utili per la mobilitazione: http://www.difesacivilenonviolenta.org/strumenti-di-mobilitazione/

giovedì 29 gennaio 2015

Esperimento bioregionale di vita comunitaria in campagna.. a Macinarsi



Sembra di stare davvero, a Macinarsi, nella vecchia fattoria della canzone (manca solo zio Tobia). Il proprietario, Antonio, è un ragazzo originario di Milano che da circa quattordici anni si è trasferito in una nicchia di campagna emiliana, vivendo con gli introiti dell’attività agricola. (...).  Faccio un primo sopralluogo a Macinarsi nel settembre del 2003 ed ha come esito un articolo su AAM Terra Nuova: Guarire in campagna

Nella fattoria è inoltre attivo un progetto-pilota, in convenzione con la ASL parmense, di accoglienza di persone con disagi psicologici. La metodologia è semplice e poco strutturata: coinvolgerle nella vita lavorativa della campagna e stimolarle a concorrere a creare, in fattoria, un caldo habitat comunitario. Al momento sono due le persone “in trattamento antipsichiatrico” ed hanno tra i 40 ed i 50 anni. I risultati ottenuti da Antonio da qualche anno a questa parte ― stando a quanto dicono i medici che seguono, “sullo sfondo”, il progetto — sono davvero sorprendenti. La proprietà della fattoria si estende su circa 72 ettari e conta 4 strutture abitative, costruite in “sasso locale”, di cui una sola è attualmente abitata. 

Le altre sono in via di ristrutturazione per futuri ed ambiziosi progetti. Al momento vivono stabilmente a Macinarsi quattro adulti ma ci sono spesso persone non residenti che si fermano per periodi variabili. Un obiettivo di Antonio e della sua compagna è quello di allargare l’attuale nucleo comunitario. I requisiti richiesti agli eventuali aspiranti neo-comunitari sono un minimo di esperienza di vita comunitaria in campagna e la disponibilità a vivere un periodo di prova di almeno un anno e mezzo. 

C’è anche il desiderio di integrare nuove attività nella vita della fattoria e incrementare l’accoglienza psichiatrica e di persone che possano vivere, a Macinarsi, un’alternativa alla detenzione. Un obiettivo portante del posto infatti è promuovere un’esperienza di vita in comune tra persone più o meno sane ed integrate ed altre che vivono forme disparate di emarginazione. L’impostazione della fattoria-comunità è piuttosto essenziale; Antonio ha uno spirito che definirei di “francescanesimo libertario”. In cucina campeggia, sul ripiano di una credenza in legno tappezzata di foto e manifestini, la guida-mattone al “consumo critico” ed è una delle regole cui dovrebbero cercare di attenersi anche gli ospiti quella di “consumare criticamente”, accanto ad una certa parsimonia nel consumo dell’acqua e un po’ di tutto il resto. Le condizioni che si offrono per essere ospiti in fattoria sono lo scambio lavoro o altre che vengono stabilite caso per caso. 

I lavori spaziano dall’accudimento degli animali, alla cura dell’orto e del frutteto, dalle recinzioni, alla cura della case ed alle eventuali ristrutturazioni. I diretti vantaggi della vita in fattoria sono naturalmente le uova fresche e la carne sicura e, nei mesi estivi, i prodotti dell’orto. La cantina di Macinarsi è inoltre piena di conserve, miele, succhi e marmellate, cipolle, barbabietole ed altro ancora. Il vitto è, dunque, soddisfacente ed anche la qualità dei rapporti umani. Il riscaldamento è integralmente a legna e, per il progetto di autosufficienza energetica, la fattoria dispone di solare termico e fotovoltaico. A Macinarsi né la dimensione economica né quella organizzativa sono formalizzate. Ciascun membro della fattoria ha una propria economia individuale mentre le spese comuni escono dal reddito della fattoria. Da un punto di vista organizzativo ci si accorda sulla distribuzione degli incarichi in maniera del tutto naturale ed il problema di come gestire la vita quotidiana della fattoria sembra non porsi proprio. 

Macinarsi aderisce al Consorzio Allevatori Biologici Val Taro e Val Ceno (www.biocarnevaltaro.it) ed al gruppo di acquisto solidale GasTaro che coinvolge una trentina di famiglie di consumatori e produttori. Stando agli ultimi aggiornamenti che mi ha dato Antonio (nel Dicembre 2014), il progetto di autosufficienza alimentare è anche in progress: sono aumentati gli orti e c’è un nuovo frutteto, anche se giovane, in produzione. L’azienda è oggi anche membro del Distretto di Economia Solidale del territorio parmense.

Fattoria Macinarsi
Localita’ S.Martino 6, 43043 Borgo Val di Taro (PR)
Tel. 0525.99648
E-mail fattoriamacinarsi@hotmail.com
(Fonte articolo: http://www.viverealtrimenti.com/fattoria-macinarsi-2/ di Manuel Olivares)

mercoledì 28 gennaio 2015

Alimentazione e salute - Cereali integrali contro le malattie cardiovascolari




Con un'assunzione di soli 30 grammi di cereali integrali al giorno  si può ridurre le possibilità di morire per una malattia cardiovascolare. Nel lungo periodo un'assunzione costante di cereali integrali ridurrebbe l'incidenza fino al 15%.

Per la prima volta, in uno studio epidemiologico della Harvard School of Public Health, vi è l'evidenza scientifica dei benefici del consumo di cereali integrali, parte integrante della Dieta Mediterranea.

Non è la prima volta che i cereali integrali sono associati son un minor rischio di contrarre patologie cardiovascolari o diabete, ma fino ad oggi non vi era l'evidenza di una correlazione fra consumo e riduzione della mortalità.

Lo studio epidemiologico si è basato sui dati provenienti da più di 74.000 donne e 43.000 uomini, soggetti a regimi dietetici specifici per altre ricerche dal 1980 al 2010.

I ricercatori, mediando altri fattori, indice di massa corporea, attività fisica e dieta generale, e fattori di rischio, come il fumo, hanno confrontato l'assunzione di cereali con i dati di mortalità su un periodo di circa 25 anni.

E' stato così possibile scoprire che l'assunzione di cereali integrali è associata con una riduzione della mortalità del 9%, del 15% tenendo conto della correlazione con malattie cardiovascolari.

Lo studio ha inoltre permesso di scoprire che il tasso di mortalità scendeva del 5%, e fino al 9% per le malattie cardiovascolari, per ogni porzione di 30 grammi/giorno di cereali integrali consumata.

La riduzione del tasso di mortalità, per malattie cardiovascolari, può addirittura arrivare al 20% con la parziale sostituzione della carne rossa con i cereali.

Nessuna correlazione, invece, tra consumo di cereali integrali e tasso di mortalità per cancro.


(Fonte:  Tracce > Salute)

martedì 27 gennaio 2015

Dieta bioregionale o alimentazione da importazione..?

Gli italiani rinunciano a frutta e verdura. Che sia colpa della crisi o di mutate abitudini alimentari, fatto sta che, dal 2000 a oggi, ogni anno abbiamo consumato 1,5 kg in meno pro capite di frutta e verdura. Facendo i conti si tratta di una cifra complessiva di 1700 tonnellate.
E' quanto emerge da un'analisi di Nomisma pubblicata sulla newsletter mensile dell'Istituto.
La fotografia relativa al 2014 fa suonare un ulteriore campanello d’allarme: i consumi annui di prodotti ortofrutticoli freschi si sono fermati a 130,6 kg, che equivalgono a non più di 360 grammi al giorno.
Si tratta di una tendenza “pericolosa”, sia per il comparto che per la salute, se si considera che secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità vi è fortissima correlazione in Occidente tra scarso consumo di frutta e verdura e malattie. Inoltre, i dati sul consumo quotidiano segnalano che ci si sta allontanando a passi veloci dalla razione giornaliera raccomandata (almeno 400 grammi al giorno).
La contrazione più forte riguarda la frutta (-15%) rispetto alla verdura (-6%).
Emerge dall'analisi Nomisma come in Italia solo il 18% della popolazione di età superiore ai tre anni consumi ogni giorno 4 porzioni di frutta e verdura. La Spagna è l'unico tra i paesi europei in linea con le raccomandazioni Oms, mentre Francia e Regno Unito, rispettivamente con 223 grammi e 273 grammi al giorno, presentano un dato inferiore a quello del Belpaese.
Considerando il trend a lungo periodo di consumi ortofrutticoli freschi, l'Italia dal 2000 presenta una contrazione del 14%, con una flessione media annua dell'1%, il dato più basso a livello europeo, in controtendenza rispetto a Francia e Germania che riportano un lieve recupero di terreno.
Quello appena delineato è un quadro allarmante, innanzitutto per la filiera ortofrutticola italiana che, con circa 450.000 aziende agricole e oltre 850.000 ettari dedicati, ricopre un ruolo di primo piano in ambito nazionale (oltre ¼ delle aziende agricole e circa il 7% della Superficie Agricola Utilizzata).

"L’implementazione di campagne di informazione e sensibilizzazione, accanto a strumenti e politiche per i produttori, sono certamente una chiave determinante per sostenere i consumi ortofrutticoli - afferma Silvia Zucconi, coordinatore area agroalimentare di Nomisma - Si tratta di iniziative che non possono però essere unicamente volte ad intercettare esclusivamente i bambini e il mondo della scuola. Il modello di apprendimento dei bambini passa soprattutto dall’emulazione: i bambini apprendono i comportamenti da chi li circonda. Il consumo di frutta e verdura nei genitori è così il primo fattore di previsione del consumo di frutta e verdura nei figli."
(Fonte: Notiziario A.K.)

lunedì 26 gennaio 2015

Case di terra... ve ne sono anche a Treia


Treia - Casa di terra

Caro Paolo,  per anni ho girato attorno alle case di terra di Casalincontrada in cerca di particolari tecnici di costruzione forme e altro e ho raccolto anche storie racconti usi e modi di dire. i miei personaggi si chiamano sempre Giuann e Marjie i due nomi già di  per se comunicano immediatamente nella pronuncia e nei fonemi sedimentazioni storiche e culturali di origine spagnola francese italica arbresh arabe. Giua' la a aperta saracena il Juan spagnolo lo Jean francese e l'italico  e cristiano Giovanni in una sola espressione vocale.

Un tempo  non si usava bussare, quando  si arrivava a casa di qualcuno bastava proferire forte  il nome del capofamiglia e si entrava nella piccola cucina rurale: GIUAAA'!!! Nella cucina l'unico mobile era la credenza, in genere ricavata nel muro in terra cruda, quindi con solo la vetrina a vista, in genere vi   si conservava il cacio pecorino, olio, il sale e le poche suppellettili... e i semi! 

Una mattina, Marjjie nella piccola  camera attigua alla cucina, sul materasso di lino filato a mano pieno di frusce di marrocche dice al marito che si stava alzando: "Giua'...vid' coma e' lu temb!" Giovanni assonnato al buio apre la credenza pensando di aprire la finestra risponde: "Marj''... è nuvul' e puzz' di cace!"

Nei dintorni delle case di terra si trovano spesso questi tre alberi e arbusti: la noce, il fico l'alloro. Il fico come frutto, dolce caldo suadente pervasivo che da calorie immediate, il femminile.  Il noce, con i suoi  frutti, la forza il vigore l'energia il maschile.

Nella tradizione bioregionale si usa ancora fare i fichi secchi con la noce dentro e si chiamano carracine maritate.

Carracina, fico secco maritato con la noce: maschile e femminile uniti da che cosa? Dalla foglia di alloro, col suo profumo, la parte eterea che  unisce sancisce propizia e protegge l'unione del maschile con il femminile.

Ora ripensando alle carte napoletane può essere che  il quinto elemento,  l'etere, sia il mazzo stesso o  l'uso stesso che se ne fa del gioco, il tempo sospeso di una giocata, il  tempo nel quale era possibile invertire se non l'ordine cosmico almeno l'ordine delle regole.

Dalle case di terra di Casalincontrada buona credenza, buona giocata... anche a Treia.
Ferdinando Renzetti  - f.renzetti@casediterra.it 

Treia - Altra casa di terra

domenica 25 gennaio 2015

Ecologia profonda al cinema - Un altro mondo


Odeon Firenze, in collaborazione con Terra Nuova Edizioni, Essere Pace e Tempio per la Pace, presenta l’evento speciale UN ALTRO MONDO, alla presenza del regista Thomas Torelli.

Un altro mondo

L’umanità sta attraversando un periodo di “crisi” profonda in cui cresce il desiderio di vedere dei cambiamenti nel mondo. Siamo pronti? Ci piace il mondo in cui viviamo oggi? Quali sono le sue contraddizioni? Come possiamo migliorare? Siamo sicuri che siamo il popolo più evoluto che sia mai vissuto su questa terra? Esiste una relazione tra ciò che ci accade e quello che pensiamo? Se è così, possiamo modellare la realtà e farla funzionare a nostro favore? Che tipo di mondo vorresti?

Un Altro Mondo vuole essere un documentario illuminante e rivelatore, che si occupa di grandi questioni legate al nostro futuro possibile. A partire dal presente, l’analisi va indietro nel tempo alla ricerca di civiltà come i Maya e i nativi americani che si sono sviluppate in modo diverso ma dalle quali abbiamo molto da imparare; società sterminate da noi in nome dello “sviluppo” e della “modernizzazione”, ma che oggi vengono prese da esempio per insegnarci molto su noi stessi, sul nostro presente e sul futuro che ci stiamo costruendo.

Questi antichi popoli, anche se a migliaia di chilometri di distanza e in momenti diversi della storia, sono simili non solo nel loro modo di rapportarsi con la natura, con l’altro e con il cosmo, ma soprattutto perché la loro visione del mondo “illuminata” anticipa ciò che alcuni scienziati contemporanei hanno a lungo sostenuto: tutto è vivo e interconnesso. I Maya si salutavano l’un l’altro con il detto tradizionale “In Lak’ech”, che significa “Io sono un altro te stesso” o “Io sono te, tu sei me”.

Oggi, la scienza moderna e la fisica quantistica hanno confermato che, in effetti, tutto nell’universo è energia e che non vi è separazione tra l’osservatore e ciò che viene osservato. Tutto è collegato, tutto è vivo e quindi tutto vibra. L’acqua, esposta a stimoli diversi, come le emozioni umane, le parole o anche la musica, risponde alle vibrazioni, si trasforma e comunica formando bellissimi cristalli (dalla ricerca del Dr. Masaru Emoto, il ricercatore giapponese che abbiamo avuto onore di intervistare nel suo ufficio a Tokyo).
Una verità sorprendente che rivela la nostra naturale capacità di modellare la realtà. L’universo ed i principi scientifici della fisica quantistica affermano che l’uomo è una creatura perfetta che potrebbe essere andato fuori strada a causa di uno stile di vita imposto da un sistema di valori che in realtà non gli appartiene. Capire come e perché questo è accaduto e che cosa possiamo fare a questo proposito è l’idea che si nasconde dietro il nostro documentario. Forse ora, travolti da questa crisi finanziaria e sociale globale senza precedenti, ci stiamo muovendo in una direzione diversa. I venti del cambiamento sono su di noi e una nuova Era di consapevolezza deve iniziare. È come se l’uomo finalmente risvegliasse la sua vera identità, la sua naturale capacità di creare la propria realtà, abbandonando lentamente il dualismo mente-corpo che caratterizza gran parte del pensiero moderno. 

Questa nuova umanità cosciente sta finalmente mettendo in discussione l’idea di sviluppo, l‘idea che i progressi della tecnologia, della scienza e l’organizzazione sociale producano automaticamente un miglioramento della nostra condizione. Questa frattura ci sta facendo riscoprire le nostre origini ancestrali e antichi sentimenti, dove la felicità non è associata alla materia ma allo spirito. È tempo per noi di “vivere” questa consapevolezza, come i nostri antenati hanno fatto tanti anni fa. Il momento è arrivato, Un Altro Mondo è possibile.

27 gennaio 2015 ore 21 alla presenza del regista Thomas Torelli
Cinema Odeon | Piazza Strozzi | Firenze


Gloria Germani


sabato 24 gennaio 2015

Vivisezione - La tortura esiste ancora ed è legale....

“L’uccisione di animali, in diritto penale, è il reato previsto dall’art. 544-bis del Codice Penale ai sensi del quale: Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da 4 mesi a 2 anni.Una parte della dottrina recente ha etichettato questo reato coniando il neologismo animalicidio, a sottolineare il parallelo realizzato dal legislatore tra questa fattispecie delittuosa e l’omicidio.”



Quella che sto per raccontarvi non è una favola a lieto fine ma un Grande Passo in avanti con un processo reale per animalicidio che si è concluso al Tribunale di Brescia  dove è stata riconosciuta la colpevolezza di 3 imputati su 4, la sussistenza dei reati (maltrattamento ed uccisione) e  il principio per cui anche se con il massimo sfruttamento economico e per scopi scientifici, gli animali vanno rispettati e tutelati, come prevede la legge. Punto. 

Nello stabilimento di Montichiari, “in 4 anni  sono morti oltre 6000 cani, presso green Hill venivano privati di tutto, perfino del loro essere cani: per loro niente carezze, nessuna passeggiata all’aria aperta, cibo scadente (per tagliare i costi di produzione…), gabbie sporche, giornate tutte uguali scandite dal rumore e da temperature insopportabili. Sepolti vivi in assurdi e soffocanti capannoni in attesa di essere torturati nei laboratori di mezza Europa.Un pensiero speciale per le fattrici di beagle, schiave destinate alla riproduzione forzata e spremute fino all’ultima goccia di sangue prima di essere gettate via a fine carriera come fossero immondizia. Durante il processo è emerso infatti che le beagle ormai inutilizzabili venivano cedute alla B&K in Inghilterra per l’estrazione di siero e altri emoderivati, sostanze preziose per i laboratori di sperimentazione animale. Doppio sfruttamento e doppio profitto!”

Il comitato Montichiari contro Green Hill scrive dal suo blog  e rimbalza su tutti i network:” Oggi a Brescia, sentenza storica per i diritti degli animali. Il giudice ha accolto la tesi accusatoria del PM e ha condannato i vertici aziendali di Green Hill per animalicidio. Nel dettaglio, le pene comminate sono le seguenti: Renzo Graziosi, veterinario dell’allevamento, condannato a 1 anno e 6 mesi e segnalato all’Ordine dei Medici Veterinari di Pescara; Roberto Bravi, direttore di Green Hill , condannato a 1 anno; Ghislaine Rondot, Amministratore Delegato di Green Hill e gestore della Marshall Bioresources sede di Lione, condannata a 1 anno e 6 mesi; per tutti i condannati sospensione delle attività per due anni (cioè non potranno lavorare in altri allevamenti sul territorio nazionale) e pagamento delle spese processuali e del risarcimento danni in solido con l’azienda e, infine, confisca di tutti i cani; assolto invece il consulente di Green, Bernard Gotti per non aver commesso il fatto. Ricordiamo che in ogni caso Green Hill non potrà mai più riaprire come allevamento di cani da sperimentazione né a Montichiari né altrove…”


Si, si è concluso così,  a Brescia, il processo contro i responsabili di Green Hill, l’allevamento di cani beagle, a Montichiari nel Bresciano, che fu chiuso su ordine della Procura di Brescia nel luglio 2012. Vennero escluse come parti civili Legambiente nazionale e Legambiente Lombardia oltre a Oipa e associazione Vita da cani, furono invece ammesse la Lav, Leal, Lega nazionale difesa del cane ed Enpa. Non posso altro che condividere con gioia questa notizia, perchè ogni crudeltà su una creatura vivente è un crimine.


Con tante e tanti di voi ci siamo conosciuti  nel 2010 per la “Prima Manifesta Azione Nazionale contro la Vivisezione a Roma il 25 settembre“, per poi a manifestazione autorganizzata concludere felicemente stanca così: “25 settembre a Roma vince Passaparola contro la Vivisezione” E ripeto come allora Sediamoci sdraiamoci insieme, c’è fretta di rimanere in Vita.Grazie Web Grazie Facebook Grazie a chi non c’era ma ci ha seguito con affetto. Io e un Coniglio, a caso capitati il 25 settembre a Roma, per Aprire le Gabbie: scoprendo che appena dietro la porta di casa mia… nostra, si può osare, e tentare tutto. In polinesiano si dice Tamata. 


Doriana Goracci



venerdì 23 gennaio 2015

Gli organismi geneticamente modificati sono una minaccia alla vita sulla Terra


Tra le tante affermazioni di uno dei più grandi scienziati del nostro tempo, Albert Einstein, quella che più mi ha colpito: “Dalle mie osservazioni ho scoperto che due cose sono immense: l’Universo e la stupidità umana; sull’Universo ho qualche dubbio.”
 Dal mio osservatorio, ho dovuto confermare che l’uomo utilizza una percentuale molto bassa del proprio cervello.
Tanti anni fa affermai che gli uomini più geniali lo usavano al massimo al dieci per cento. Andando avanti e con l’avvento del brain imaging, strumenti questi con i quali è possibile osservare il cervello mentre esprime emozioni, concetti, stati trascendenti, creatività e quando elabora progetti, abbiamo potuto constatare che quel dieci per cento è difficilmente raggiungibile. Quindi, abbiamo enormi potenzialità inespresse, ampiamente dimostrate anche dalle mie Teorie Neuropsicofisiologiche sui processi di lateralizzazione emisferica che spero vengano studiate bene, affinché l’uomo si appropri del proprio cervello ed inizi ad usarlo creativamente per raggiungere quella serenità e quella creatività che possano favorirlo nella realizzazione di un mondo in cui l’ignoranza possa essere sconfitta da una Conoscenza e da una Educazione che mettano in grado l’essere umano di essere saggio sin dai primi anni di vita.
Per tali ragioni, fui proposto Premio Nobel per la Pace nell’86 e nel 2000 per il Premio UNESCO per l’Educazione ai Diritti Umani.
LA DIGNITA’ PATRIMONIO GENETICO DI TUTTI GLI ORGANISMI ESISTENTI
Se rimuoviamo la stupidità umana di cui tanto parlava Einstein dai cervelli, sarà abbastanza facile per chiunque comprendere le ragioni per cui il genoma di tutti gli organismi esistenti non va manipolato e quindi, rispettato.
Tra gli anni settanta-ottanta, dopo aver verificato che il metodo statistico applicato alle discipline scientifiche impediva di accedere a quella forma di intelligenza di cui ogni essere umano e la Natura sono dotati, e osservando inoltre la parcellizzazione e la settorializzazione del sapere che hanno portato alla creazione di molte discipline scientifiche e specializzazioni che non comunicano tra loro, compresi quanto era importante l’Integrazione delle Scienze per mettere in luce il Dinamismo della Natura, del mondo biologico e di noi stessi.
Non si può quindi prescindere da un Metodo Scientifico Multidisciplinare ed Integrato per lo studio della Natura e della nostra stessa Natura.
E’ con tale approccio scientifico che io ed altri abbiamo potuto verificare che la Natura non fa errori, poiché è regolata da leggi fisiche perfette. Gli errori vengono visti tali dall’uomo, proprio perché non conosce le “ragioni evolutive” della Natura.
Gli atomi, le molecole, le cellule e l’intero organismo comunicano costantemente e accumulano i loro successi evolutivi proprio nelle memorie genetiche, i cui risultati ci vengono forniti dall’espressione fenotipica, “emozionale” e comportamentale, nonché evolutiva, degli infiniti organismi esistenti.
Mi viene da sorridere quando ascolto le affermazioni di grandi specialisti, come genetisti, biologi, chimici, biochimici, infarciti di un sapere che nega a priori l’Intelligenza della Natura e con tali affermazioni decidere il destino dell’ecosistema e dell’intera umanità.
Come possono i giudici decidere “OGM si” e “OGM no”, come possono gli uomini politici o anche religiosi, come possono gli economisti (categoria, questa, da tenere costantemente sotto osservazione) assumersi la responsabilità del benessere psicofisico e spirituale della Natura e dell’umanità?
Sono passati  trentacinque anni, ormai, da quando ho presentato in Campidoglio a Roma la mia “Teoria Neuropsicofisiologica sulle Funzioni Superiori del Cervello Umano” e di come esso, attraverso le varie forme di energia/informazioni, sviluppa emozioni, coscienza, consapevolezza, comportamento e auspicavo, e auspico, che la stupidità dell’umanità venga rimossa da una Conoscenza Verificata che metta in condizioni soprattutto l’educazione di fornire quegli strumenti capaci di dare all’essere umano la gioia di vivere attraverso la continua scoperta di un mondo meraviglioso che vuole farci godere, e non soffrire, poiché ciò che fa soffrire è solo la non conoscenza (i condizionamenti) che condiziona i cervelli a non vedere, a non sentire, a non vivere il Dinamismo della Natura e di tutto ciò che ci circonda. E poi ci si emoziona di fronte al sorriso di un bambino, alle effusioni di un gatto, al canto di un uccellino, all’armonia di un prato fiorito e così via.
Abbiamo ormai una marea di “replicanti” che non fanno altro che ripetere informazioni date ad hoc per mantenere schiava dell’ignoranza l’intera umanità.
Ed è  solo, purtroppo, l’arroganza dell’ignoranza che “perpetua” un sistema che porta dritto verso l’autodistruzione.
Sono le violazioni della Leggi di Natura responsabili dei gravi danni che affliggono l’intera umanità.
Gli errori di pochi, perpetrati nel tempo, generano con una reazione a catena grande confusione nell’ecosistema e le conseguenze ricadono sui singoli, sulle famiglie, sulla società, sulle nazioni e in tutto il mondo.
Purtroppo, dopo aver esplorato in lungo e in largo il cervello umano, a livello genetico, biochimico, biofisico, in sintesi a livello Neuropsicofisiologico, non ho trovato “colpe”, infatti nei cervelli non ci sono colpe e quindi non ci sono colpevoli. La più grande delle mie scoperte è stata proprio questa: accertare che nessun essere umano commette delitti, genera sofferenza, provoca danni, violenta l’innocenza consapevolmente. Ergo: la “colpa” ricade sull’ignoranza.
L’ignoranza è responsabile dei mali del mondo e l’unica “arma” disponibile per rimuovere l’ignoranza è una Conoscenza Verificata da un “metodo scientifico” implicito, insito nella Natura, ovvero tutta la Natura e l’essere umano contengono in sé nel proprio DNA, nel proprio genoma, uno strumento di misura per verificare tutte le informazioni che raggiungono il DNA di tutti gli organismi esistenti. Ed è soltanto la violenza perpetrata ai danni del DNA che costringe il mondo biologico, compresi gli esseri umani, ad agire, a vivere, ad esistere in maniera contraria al proprio “progetto genetico”, il quale prevede filogeneticamente ed ontogeneticamente, nel proprio tempo e nel proprio spazio, la realizzazione del proprio contenuto genetico.
Violentare ulteriormente il genoma con manipolazioni opportunistiche è il più grave dei delitti che si può commettere contro la Natura e contro noi stessi.
La smettano, una volta per tutte, questi pseudospecialisti, di colpevolizzare la Natura o il DNA, sia per le malattie, sia per gli insuccessi della realizzazione genetica dei vari organismi esistenti.
Gli errori “irreparabili” sono quasi sempre prodotti dall’ignoranza dell’uomo.
Fin da piccolo rimanevo stupefatto nel vedere come un semino messo nella terra ricevesse quei segnali capaci di dare il via alla propria realizzazione; e mi chiedevo con meraviglia che tipo di comunicazione ci fosse tra il terreno e il seme, nonché  quale tipo di “tecnologia” consentisse tutto questo. Basterebbe soffermarsi a riflettere per vedere quale armonia dà vita all’ecosistema; armonia, sinfonia…tutto questo è musica per i nostri sistemi limbici, liberi di emozionarsi di fronte a tanta voglia di vivere.
Basta con le violenze, basta con le manipolazioni del suolo, dei terreni, dell’aria, dell’acqua. Basta con gli egoismi sfrenati e con lo sfruttamento di situazioni contrarie all’interdipendenza dinamica di tutti gli elementi che costituiscono il nostro ecosistema.
Sviluppiamo Coscienza e Conoscenza attraverso l’osservazione dei processi naturali, favoriamo il recupero degli equilibri, partecipiamo all’interno dell’ecosistema alla realizzazione di un mondo disponibile a tutti coloro che diventano osservatori e interpreti per favorire il riequilibrio dell’ecosistema.
La Verità  vi renderà liberi, sani, gioiosi, armonici. Ma dov’è la Verità? Una, nessuna, centomila.
La Scienza nega che esista la Verità e per fare ciò hanno dato la colpa al cervello con le sue false percezioni; ed è per questo che si è ricorso al metodo statistico, al punto tale che alcuni scienziati ritengono che le risultanze statistiche siano vere e proprie verità, perché  con tali risultanze “osano” spiegare l’uomo, la Natura ed anche, il paradosso dei paradossi, la fisiologia.
La fisiologia, per definizione, non può essere statistica, perché descrive il dinamismo che si sviluppa dalla interazione tra i vari costituenti dei sistemi “viventi” e “non viventi”.
Questa è  una storia antica che non convince più nessuno, soprattutto chi non ha subìto il lavaggio del cervello da parte di pseudoinsegnanti o educatori che pretendono di istruire o educare senza conoscere l’etimologia dei termini.
Le istruzioni possono essere date a un computer perché con tali istruzioni esegua ripetitivamente tutte le sue operazioni; ben altro è l’educazione, da ex-ducere, ovvero acquisire consapevolezza, coscienza e conoscenza e non subire l’istruzione attraverso il metodo del premio-punizione, sistema questo ancora in uso, purtroppo, in tutto il mondo.
Eppure, già  Pavlov dimostrò come, associando il suono di un campanellino alla presentazione del cibo a un cane e togliendo poi il cibo, bastava il campanellino per attivare funzioni fisiologiche all’interno dell’attività biologica del cane.
Che cosa hanno compreso questi studiosi e scienziati da questo esperimento? Che non esiste la Verità? O invece qual è la Verità tra il campanellino e il cibo?
E’ questo il processo che accumula stupidità nel cervello umano, poiché condizionato dal premio-punizione sperimentato ampiamente da Skinner con i topolini in una gabbia, il quale ha potuto vedere come costringere il topolino a compiere azioni contrarie alla sua natura genetica. Su queste basi, si fonda la formazione dei grandi scienziati, dei grandi esperti che poi affermano che la Verità non esiste. Lo credo bene: sono stati violentati nei loro DNA fin da piccoli a negarla, poiché le uniche verità venivano date da coloro che avevano subìto tale processo che, diventati adulti, acquisivano ruoli che li autorizzavano e li autorizzano a violentare e a condizionare con premi e punizioni il cervello umano sin dalla nascita.
Quindi, non è vero che la Verità non esiste, è vero il contrario. La Verità esiste e l’essere umano viene condizionato a non vederla, a non percepirla, in quanto viene sostituita dalle pseudo-verità subìte per avere premi e per evitare le punizioni. Tutto ciò emerge con chiarezza dalle ricerche condotte sull’attività dei due emisferi cerebrali, dove il sinistro viene condizionato e diviene dominante e il destro rimane geneticamente disponibile alla percezione fisica della realtà (Verità).
Le piante, gli animali, non istruiti, ovvero che non hanno subìto forme di violenze condizionanti con premi e punizioni, esprimono in tutto l’arco della loro esistenza tutto ciò che è utile alla loro espressione genetica, accumulata e sperimentata in migliaia di anni con la loro evoluzione. L’ignoranza dell’uomo pretende, invece, di condizionare anche il genoma delle piante e degli animali, pretende di applicare lo stesso metodo che ha subìto anche alle piante a agli animali. 
Per cui, se cerchiamo le cause del perché la Natura si ribella, pensiamo un attimo ai bambini che rifiutano le violenze, la scuola, la società e troveremo così le risposte che stiamo cercando: chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo.
Credo proprio che sia giunto il momento di dare risposte concrete ed inequivocabili all’intera umanità.
CONCLUSIONI
Da tutto ciò  emerge con chiarezza l’Etica dell’inviolabilità delle memorie genetiche di tutti gli esseri viventi, che non si basa su mere affermazioni di principi, ma su fondamenti scientifici inequivocabili.
Scienza e Coscienza devono viaggiare di pari passo: la Scienza deve fornire Conoscenza e la Conoscenza deve incrementare e potenziare la Coscienza.
Nessuno sul nostro Pianeta può negare il Diritto Fondamentale alla Vita e all’esistenza: è un Diritto Inalienabile e tale valore viene sancito anche dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, frutto della grande sofferenza dell’intera umanità prodotta dalla seconda guerra mondiale, dove tutti i popoli hanno pagato prezzi indicibili per liberarsi dalla follia di ideologie discriminanti la vita nelle sue varie forme e manifestazioni. L’articolo 1, infatti, della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo afferma che “Tutti gli esseri nascono uguali in dignità e diritti…”
Ciò significa che ciò che contraddistingue ogni essere umano è la Dignità  che si acquisisce con il concepimento, per cui viene riconosciuto il Diritto all’Esistenza come valore assoluto, inalienabile, indiscriminato e come tale va sempre e comunque rispettato. La Dignità contiene in sé l’ontogenesi biologica ed anche filogenetica, le quali sono la storia evolutiva di cui ogni essere umano diviene portatore e responsabile, nel proprio tempo, nel proprio spazio, nel momento in cui diviene consapevole di tale valore.
Nell’Educazione, infatti, fin dai primi anni di vita, è indispensabile fare acquisire all’individuo la consapevolezza del valore della propria vita, ovvero della propria Dignità.
Il Valore della Dignità è estensibile anche alla Natura: tutte le specie vegetali ed animali hanno una propria filogenesi ed ontogenesi evolutiva e tutti insieme formiamo l’ecosistema. Comprendere tutto ciò significa partecipare positivamente all’evoluzione e ciò permetterebbe a noi umani di scoprire attimo per attimo le meraviglie di un mondo che educa le nostre coscienze; e ciò accade quando molti studiosi, e non, godono nell’ammirare o empatizzare con tutti gli aspetti positivi che il mondo vegetale e animale offrono a chi sa essere un buon osservatore.
In sintesi, osservare, amare e rispettare la Natura è un po’ come scoprire sé stessi e divenire consapevoli della propria storia evolutiva.
 Michele Trimarchi, psicologo.



......................


Commento integrazione di Anthony Ceresa: 

Lode allo psicologo Michele Trimarchi.
Ieri sera prima di andare a letto mi sono imbarcato nella lunga e grande foresta della vita descritta nella recensione del Trimarchi, il quale per rafforzare le sue ideologie certamente di rispetto, si è allargato in una difficile testimonianza di fatti e soggetti che richiederebbero molto tempo e specifiche informazioni estese ad altre specializzazioni nell’appurare certe verità non del tutto sostenibili in campo scientifico.
La scienza, spesso richiamata a confermare concetti interpretativi non definitivi o meglio non del tutto approvati per convincere a pieno le varie fasi o angolazioni di ragionamenti che non riescono a mettere d’accordo gli stessi studiosi in materia, dove il risultato si presenta spesso relativo, molto distanziato se paragonato in virtù dell’unica scienza a garanzia della realtà  “la scienza matematica”, la quale nella sua unica perfezione è soggetta a eccezioni, errori e interpretazioni.
Lo Psicologo ci giudica tutti ignoranti, lo Psichiatra ci giudica tutti matti, il Neurologo tutti affetti da neurosi, le Religioni tutti infedeli, la Politica tutti terroristi, i Filosofi tutti incompiuti, e nella evidenza della realtà hanno tutti ragione, poiché il sapere dell’uomo dipende dal settore specifico di preparazione, dalla scuola, dalle esperienze della vita, dalla provenienza e persino dal modo di alimentarsi, dal dormire e dall’entourage. Partirò  spedito da quelle forme di verità sostenute dal Trimarchi, pur sapendo che in natura non esiste una verità certa, come pure una colpa assoluta, entrambi soggette alle interpretazioni di chi è chiamato a pronunciarsi per il giudizio, e non esiste neppure l’individuo completo del sapere per vivere una vita esemplare per se e di insegnamento alla intera umanità. Chi è senza peccato, lanci la prima pietra.
E’ vero la natura ci è maestra e madre, ma nella sua benevolenza non nasconde i suoi capricci i quali condizionano tutti gli esseri viventi, come ad esempio oggi non sono dell’umore giusto, domani chissà. Se passi da quella porta o da quella strada rischi la vita. Se ti alimenti di quel frutto proibito, potresti morire.
L’ignoranza, di cui il Trimarchi osa citare come causa della felicità dell’uomo, è soggetta in primo luogo a comportamenti ereditari, oltre all’apprendimento scolastico e alle esperienze della vita non soltanto nell’ambito territoriale ma esteso ai 1200 angoli del mondo condizionato dal meteo, da filosofie giuste o astratte che fanno di noi esseri diversi.
La memoria genetica è in continua evoluzione ma le differenze sono percettibili soltanto nel lungo tempo.
Si sente parlare a sproposito del DNA come riconoscimento di un individuo, nulla di più falso, essendo questa analisi approssimativa in dipendenza del modo di cibarsi. Un individuo che a titolo di esempio mangia carote a Roma, troverà tantissimi fratelli filosoficamente gemelli amanti di carote sparsi per il mondo e saranno soggetti al medesimo risultato.
In natura non esiste l’uomo super saputello come non esiste l’ignorante totale, ma due modi diversi di ragionare, ossia quello creato a furor di scimmiottare per condividere con i suoi simili il sapere diffuso dai sistemi di insegnamento, e l’altro self made dalle esperienze della vita, dove entrambi sono utili per il raggiungimento dell’equilibrio nel ragionamento e comportamento nella vita.
Un altro esempio lo rileviamo da due o più fratelli, parte della medesima famiglia, stessa scuola, stesse esperienze di vita, eppure cono completamente diversi fisicamente e nella formazione del pensiero e il loro DNA sarà identico o quasi perché vivono le medesime esperienze alimentari.
Tutto intorno a noi è in continua fase di cambiamento definito meglio come OGM, i pomodori creati in oltre 150 specie differenti e li mangiamo con gusto, così come le patate, i mandaranci, l’uva e la frutta in generale coi semi o senza, ecc., sino alla procreazione fra gli esseri che si innamorano e si scelgono nell’intento di modificarsi in meglio per affrontare una vita sempre migliore, dove le zanzare e le mosche o i batteri non ci aggrediscono.
Il pericolo maggiore è un altro, col cambiamento continuo per migliorare la qualità, la produzione e i costi, entrano in gioco i brevetti e i marchi in modo da creare il monopolio delle sementi sia vegetali, sia umani con condizionamenti speculativi per trarre profitti.
Sono del parere che su questo problema dovrebbero interessarsi i Governi Nazionali con la ricerca interna per soddisfare la produzione nazionale ed evitare monopolismi  da parte delle Multinazionali Globalizzate per controllare vita e morte dei popoli.
Offendere la Natura è come offendere i propri genitori, i quali nelle varie epoche hanno dato il massimo per crescere e istruire la prole nell’intento di affrontare il futuro in continua evoluzione.
Nessuno toglie meriti a Einstein, a Freud, oppure ai grandi miti del passato veri o creati, ma il mondo non può fermarsi, personalmente ero innamorato degli anni trenta, oggi invece siamo maturati anche con la critica spesso ingiusta perché non riflette i nostri interessi personali.
Pensiamo di essere a conoscenza della verità, del sapere, ma dobbiamo fare i conti anche con i peccati incarnati nell’uomo di cui l’egoismo molto diffuso a livello universale modifica le nostre coscienze.
L’uno per cento dell’umanità possiede il cinquanta per cento della ricchezza mondiale e l’altro cinquanta per cento suddiviso fra sette miliardi di esseri umani. Questi sono i reali problemi dell’umanità che in barba a tutte le regole di fraternizzazione mirano alla gloria e agli interessi, pur sapendo che non porteranno nell’aldilà il frutto delle loro speculazioni.
Sono cresciuto con la convinzione che nel sottomettere una critica, nel contempo va suggerita una soluzione migliorativa che spesso è subordinata e si formalizza nella preparazione e l’uso della coscienza, indipendentemente dal livello di studio.
I nostri politici, dalla loro angolazione pensano di fare le cose giuste, mentre dalla nostra li vediamo come mascalzoni propensi ai loro personali interessi, è una questione di coscienza e non del sapere.
Anthony Ceresa

giovedì 22 gennaio 2015

Mulini a vento e semi bioregionali

"I am starting with the men in the mirror" - Sto iniziando dall'uomo nello specchio.


Domenica mattina passeggiavo per la città con le antenne dritte in cerca di corrispondenza con i luoghi che frequento seguendo il mio instant karma, annusando  l'aria nella scelta della pista da seguire. Mentre camminavo ho visto una scritta  nera sull'asfalto del marciapiede vicino una panchina. Dopo un po' ripasso vedo di nuovo la scritta con tante candele spente attorno. Cammino e dopo circa 500 metri decido di tornare indietro perché volevo saperne di più. 

Ho trovato la lattina di vernice nera con cui avevano fatto
la scritta la notte precedente e tutte le candele attorno tipo  una specie di rito esoterico. 

La scritta era quella del titolo: 
"I'm Starting With The Man In The Mirror" 18+.

Torno a casa sempre più incuriosito clicco la frase su internet e scopro che è il titolo di una canzone di Michael Jackson uscita il 18 gennaio di non ricordo che anno,  1988 forse. Spero sia un messaggio positivo, quello del rito, almeno io l'ho preso in quanto tale.


Quando parlo di mulini a vento, non mi riferisco alle istituzioni ai mass media e altro ma alla mia  sfera  di appartenenza collaboratori amici e parenti.


Quando ho iniziato questa ricerca sui semi qualcuno ha commentato: "beat a te chi nin ti nind a chi pinza'. altri: ha salvat...ha salvat.. cha salvat, l aje e la cipoll..!" 


Comunque sempre meglio questi commenti che niente! Tutti
come struzzi con la testa nella sabbia! Non mi sento un eroe, eroe nel vento, mulino a vento!  Parto dalla figura che vedo nello specchio per non essere più un mulino a vento ed essere non proprio un eroe ma almeno seguire il vento nel modo giusto.  


Gramsci diceva: "fare, saper fare, saper fare sapere!"
Empaticamente traduco la frase in: "lo facciamo, lo sappiamo e lo facciamo, lo facciamo lo sappiamo e lo diciamo!" 


Grazie e a presto! Sebastian



mercoledì 21 gennaio 2015

Salviamo l'Agricoltura con il biologico bioregionale




Abbiamo tutti i dati disponibili sui responsabili del fallimento delle
politiche agroambientali europee in Italia, miliardi di € stanziati
dal 1992 (e in forma obbligata e prioritaria dal 2000), per sostenere
le coltivazioni biologiche e la sostituzione dei pesticidi chimici in
agricoltura, ovvero la loro reale riduzione, obiettivo principali dei
regolamenti europei in materia.

Gli Agricoltori Biologici hanno diritto al pagamento dei mancati
ricavi (considerato un calo del 30% di rese), maggiori costi, più un
20% per i costi di transazione (burocrazie), più un 30% per azioni
d'area collettive che possano comportare un beneficio territoriale (ad
esempio nell'area del Lago Trasimeno, di interesse naturalistico
europeo strategico, che poteva godere anche di sussidi aggiuntivi
ulteriori, mai utilizzati). I riferimenti medi a superficie europei
sono di 600 €/ha per le colture erbacee e 900 €/ha per quelle arboree,
salvo possibilità di aumentare adeguatamente tali pagamenti per
colture particolarmente sensibili e costose (Orto-frutticole, Tabacco,
Ornamentali, Ulivi secolari, Vigneti di pregio, ecc.).

Soldi che, purtroppo, hanno invece sostenuto prima una falsa riduzione
dei Pesticidi (Reg. 2078/92) e poi una falsa Agricoltura Integrata (da
2000 al 2013), senza obbligo di utilizzo dei prodotti biologici
"sostitutivi dei pesticidi" chimici, come previsto dalla Decisione CE
del 30-12-1996 in materia di Produzione Integrata.

E, dopo 20 anni di disastro chimico e truffe agroambientali, dal 1
gennaio 2014 l'Agricoltura Integrata è diventata obbligatoria su tutto
il territorio nazionale con l'entrata in vigore del D. lgsl. 150/2012
che recepisce la Direttiva UE sull'uso sostenibile dei Pesticidi e non
potrà pertanto più godere dei pagamenti agroambientali, previsti per
impegni facoltativi a benefico ambientale e sanitario. Nonostante ciò
alcune regioni (Umbria, Toscana, ecc.) hanno aperto bandi
agroambientali nel 2014 per continuare a pagare l'agricoltura
"cosiddetta integrata".

Mentre i disciplinari di Agricoltura integrata, ancora oggi come da 20
anni, prevedono trattamenti chimici molto superiori al normale uso in
agricoltura convenzionale. Una truffa comunitaria, denunciata dagli
agricoltori Umbri alla Corte dei Conti dell'Umbria, nel 2001
(Procuratore Minerva) e alla Corte dei Conti UE nel 2007, al MIPAAF e
alla Commissione UE, con uno studio inviato dal sottoscritto che segue
la relazione durissima della stessa corte dei Conti UE sulla spesa
agroambientale (Rel. n. 3/2005).

Con segnalazioni ed esposti al Comando NAC, gia dal lontano 2001-2002,
alle Trasmissioni Report e ad Ambiente Italia negli stessi anni
2001-2002 e in svariate denunce pubbliche e convegni... fino ai giorni
nostri, laddove le colline in primavera, invece che verdi diventano
arancio, per l'uso assurdo dei disseccanti totali, che prima non si
utilizzavano in agricoltura. Mentre ora sono addirittura inseriti nei
disciplinari di Agricoltura Integrata con cui si prende il pagamento
europeo agroambientale (i soldi delle nostre tasse), con conseguenze
disastrose per la distruzione dell'humus dei terreni e le conseguenti
alluvioni per mancanza di trattenimento dell'acqua... fino al delirio
legislativo di autorizzarli per disseccare il Grano e gli altri
cereali prima della raccolta, in modo da avvelenare la base della
dieta Italica, provocando esplosioni di allergie, celiachia, tumori
dell'apparato digerente, leucemi e linfomi, ecc... causati dai residui
dei disseccanti stessi.

L'Italia, in tal modo, ha costantemente aumentato le vendite di
pesticidi chimici di sintesi negli ultimi 20 anni, acquistati spesso a
scontrino, da agricoltori che hanno percepito e continuano a percepire
pagamenti agroambientali, coperti e incentivati dai Sindacati
Agricoli, mentre l'agricoltura biologica ha visto ridurre i terreni
certificati (a fine conversione) di oltre il 20% negli ultimi 10 anni.
E l'incremento continuo dei residui chimici nelle acque superficiali e
profonde è il principale indicatore del risultato fallimentare e
negativo della politica agroambientale delle regioni e del ministero,
che rischiano una procedura d'infrazione comunitaria. Oltre alla
riduzione drammatica degli insetti impollinatori (Api), ...e degli
spermatozooi degli esseri umani, come ci ricorda il Dr. Luigi Montano.

Mentre i Sindacati Agricoli continuano a vivere in un conflitto di
interessi, essendo partecipi dei Consorzi agrari che vendono pesticidi
chimici, mentre decidono le politiche regionali agroambientali nei
cosiddetti Tavoli Verdi insieme alle regioni...

Invece di riconvertire i consorzi all'Agroecologia e vendere mezzi
tecnici biologici, supportati dai pagamenti agroambientali comunitari,
attuando una convergenza di interesse per il bene collettivo, che era
l'obiettivo della politica agroambientale europea, ndr.

Manca ancora la necessaria assistenza tecnica specialistica nella
difesa delle coltivazioni, nonostante sia finanziata dalla Comunità
europea con 1.500 € a consulenza aziendale dal 2007, mentre i tecnici
divulgatori agricoli han finito per diventare burocrati dei sindacati
stessi per le pratiche dei contributi europei, in concorrenza
(sleale?) nei confronti dei tecnici privati iscritti agli albi
professionali, non adeguatamente difesi dagli albi professionali.
Agroecologi che dovevano essere invece da guida per le politiche
agroambientali europee, prioritarie ed obbligatorie, assistendo in
maniera indipendetne gli agricoltori nella riconversione alle tecniche
biologiche.

Mentre i venditori di pesticidi (o i loro cosiddetti "tecnici
dipendenti") abusano della loro professione, consigliando direttamente
gli agricoltori sull'uso dei Pesticidi chimici di sintesi, senza la
necessaria prescrizione da parte di tecnici abilitati e indipendenti
dalla vendita dei pesticidi chimici, come previsto dalla circolare
MIPAAF sull'atto fitoiatrico.

E gli albi professionali, dopo un ventennio in cui sono stati a
guardare, sono ricorsi finalmente al TAR del Lazio... mentre per
comprare un semplice antibiotico bisogna andare dal veterinario.

Insomma mi pare ce ne sia abbastanza per un'indagine parlamentare e
una commissione d'inchiesta che metta un pò d'ordine in materia. Oltre
che per una denuncia alle Procure della Repubblica. Intanto, sono in
corso ricorsi ai TAR (degli agricoltori biologici in Toscana) e
appelli al Consiglio di Stato sulla materia agroambientale. Che
speriamo si concludano positivamente con il rimborso delle somme
percepite da chi ha praticato una falsa agricoltura integrata e per il
trasferimento dei fondi stessi verso chi si impegna nella
riconversione biologica, con commisurazione adeguata dei Pagamenti
Agroambientali corrrispondenti (oggi molto ridotti rispetto a quanto
previsto dalle norme UE).

Mentre i nostri figli hanno raggiunto il record mondiale dei tumori
dell'infanzia (OMS), con allergie su oltre 2 milioni di bambini e
l'aspettativa di vita sana Italiana è crollata di almeno 8 anni dal
2003 ad oggi (Eurostat). Con la spesa sanitaria che incide oggi per
oltre l'80% dei bilanci regionali (almeno 100 miliardi all'anno per
malattie degenerative, con conseguenze, purtroppo, spesso mortali)

I Pesticidi sono definiti dalla Dir. in materia di Uso sostenibile
come Pericolosi per la salute e rappresentano le principali concause
aggravanti della maggior parte delle patologie degenerative gravi,
come dimostrano auterevoli entità di ricerca (IARC Lione, Ist.
Oncologico Ramazzini - Bologna, ecc.).

E' troppo tardi ormai per essere pessimisti o catastrofisti... è solo
tempo di Agire.

Mentre si stanno decidendo in questi mesi i nuovi PSR Regionali, le
ricchissime finanziarie agricole che hanno a disposizione degli
agricoltori i fondi adeguati per riconvertire tutta l'Agricoltura
italiana al Biologico, e prevedono anche il pagamento di ulteriori
azioni a beneficio agroclimatico-ambientale (incremento dell'humus e
della biodiversità, riduzione della CO2, Siepi e alberature,
forestazioni e aree naturali, ecc.), dell'Assistenza Tecnica (1.500 €
per consulenza), per la formazione dei tecnici (200.000 € all'anno),
per la certificazione biologica (3.000 € ad azienda), per i giovani
agricoltori (70.000 € per ogni nuova partita iva), per Innovazioni e
Diffusione delle tecniche agroecologiche, per la promozione dei
prodotti agroalimentari biologici e la vendita diretta, per le
fattorie biologiche didattiche e sociali, per i progetti agroecologici
intercomunali dei GAL, per le Assicurazioni agevolate in agricoltura,
con rimborso del 65% dei costi delle polizze in caso di Assicurazioni
Mutualistiche tra gli agricoltori per la Difesa Biologica dalle
avversità (malattie e insetti dannosi, grandine ecc.) delle
coltivazioni, per gli investimenti agricoli e per l'informazione degli
agricoltori... oggi disinformati quasi su tutto in materia
agroecologica. E per i consulenti delle Regioni e del Ministero, che
dovrebbero essere esperti in materia agroambientale, obbligatoria,
prioritaria e trasversale su tutte le azioni previste dalla PAC per
l'Italia, che gode di oltre 50 miliardi di € (dal 2015 al 2020) e dai
Regolamenti Europei che finanziano i PSR (20 miliardi di € per
l'Italia).

Non perdiamo anche quest'ennesima occasione... sono esattamente 25
anni che ripetiamo le stesse cose.

Salviamo l'Agricoltura Italiana e soprattutto salviamo gli agricoltori
dal suicidio chimico, da altri premeditato...

Giuseppe Altieri