Treia - Caterina e Paolo nell'orto
Buon giorno Paolo, buongiorno Caterina, Sebastian mi fa ridere, è simpatico! Ieri ho letto il Giornaletto (http://saul-arpino.blogspot.it/2015/03/il-giornaletto-di-saul-del-15-marzo.html) assieme a lui e dice che se il sindaco di Treia avesse indossato gli occhiali di Gandhi avrebbe organizzato un concorso nelle scuole “progetta il tuo orto giardino” e ogni classe avrebbe disegnato e realizzato un orto giardino con l'aiuto di facilitatori (educatori ambientali, artigiani vivaisti giardinieri) cosi in questi giorni il paese si sarebbe riempito di bambini e ragazzi vocianti con genitori ed amici a presenziare le loro realizzazioni, poi se questo progetto si ripetesse nel tempo bambini e ragazzi avrebbero accesso a una vera educazione ambientale, diversa sostenibile ed ecologica, prendendosi cura nel tempo di orti dei giardini e del territorio in generale. Abbiamo già parlato di questi argomenti nell'articolo “arte transitiva” dove si afferma che l'artista (facilitatore) tira fuori l'idea che la comunità ha in nuce e non cala più dall'alto il suo progetto creativo come fatto dal sindaco per poi lamentarsi della scarsa partecipazione dei paesani.
Dice altresì Sebastian che ancora ieri ha letto di un incontro di scambio semi con laboratorio di recupero semi e propagazione degli stessi in purezza, ecco lui dice che da tempo nei suoi laboratori di educazione ambientale sta lavorando soprattutto sul concetto di biodiversità e che ogni volta che entra in una classe indossa gli occhiali di Gandhi proprio per rapportare il suo linguaggio a quello dei bambini e dei ragazzi per allacciare un dialogo farli interagire e creare assieme il ciclo virtuoso di conoscenza, quindi dice che non saprebbe come presentare ai bambini un laboratorio di semi in purezza perché anche se può sembrare scientificamente valida è idea subdola che porta con se pensieri che vanno subito alla segregazione e alla selezione della specie (semi ariani lui li chiama).
Quindi vi immaginate in una classe i bambini che chiedono che significa recuperare e propagare semi in purezza, dice Sebastian che sarebbe costretto a rispondere in questo modo: i bambini di colore li mettiamo separati laggiù, di là quelli rumeni, più in là i bambini cinesi, la in fondo i diversamente abili e in mezzo tutti gli altri con i dovuti spazi in mezzo per non farli mischiare, così abbiamo una bella classe disposta in purezza, anzi potremmo poi dividerci in siciliani calabresi campani molisani sardi abruzzesi ecc per mantenere integre appartenenze radici tradizioni lingue ecc. forse Sebastian esagera ma non mi sento di dargli torto aspetto di sentire la vostra.
Se poi nei giardini botanici si vuole seguire questa tecnica nessuno lo vieta. I contadini lo hanno fatto spesso anche senza rendersene conto quello che ci preoccupa è la predeterminazione e il modello offerto che può risultare pericoloso. ora sembra che solo i semi antichi abbiano valore, i cosiddetti ecotipi, se poi sono certificati ancora di più. Ma chissenefrega se un mais otto file si ibrida trasformandosi in dieci file non mi sembra una cosa cosi grave l'importante è che il mais sia sano buono e che ce ne sia per tutti e che tutti lo sappiano coltivare cosa ancora più importante.
Se poi nei giardini botanici si vuole seguire questa tecnica nessuno lo vieta. I contadini lo hanno fatto spesso anche senza rendersene conto quello che ci preoccupa è la predeterminazione e il modello offerto che può risultare pericoloso. ora sembra che solo i semi antichi abbiano valore, i cosiddetti ecotipi, se poi sono certificati ancora di più. Ma chissenefrega se un mais otto file si ibrida trasformandosi in dieci file non mi sembra una cosa cosi grave l'importante è che il mais sia sano buono e che ce ne sia per tutti e che tutti lo sappiano coltivare cosa ancora più importante.
Non sempre il fine giustifica i mezzi. Sebastian spera di essere stato chiaro a lui certi concetti sembrano elementari (gli occhiali di Gandhi li porta spesso) ma non è facile trasmetterli nel modo giusto.
Un saluto da Ferdinando Renzetti (e pure da Sebastian)
Un saluto da Ferdinando Renzetti (e pure da Sebastian)
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Mia integrazione:
Come promesso il 15 marzo
sono andato in visita ai giardini segreti di Treia, l'accompagnatore
era il sindaco Franco Capponi: “sono stato precettato perché non
c'era nessun altro disponibile, spero di non fare brutta figura...”
ha detto. Parecchi dei giardini visitati erano molto "curati"
ma poco naturali. Solo l'orticello di Alice (una ragazza della
Consulta Giovanile) aveva l'aria rustica. Altro posto molto bello e
naturale è il terreno attorno alla torre dell'Onglavina. Durante la
passeggiata alcune stradine e passaggi mi erano sconosciuti e adesso
conosco qualcosa di più della bella Treia. Mi sarebbe piaciuto che
fosse stato inserito nel programma anche il giardinetto di Caterina,
situato sotto casa, in Vicolo delle Sacchette, ma a dire il vero il
nostro è più che altro un orto selvatico, dove la natura è
lasciata a se stessa (sistema biodinamico)... L'abbiamo solo aiutata
un po', piantando qualche albero da frutto, qualche verdura rustica e
qualche fiore. Comunque chi vorrà visitarlo potrà farlo durante la
prossima Festa dei Precursori del 25 ed il 26 aprile 2015... - Programma: http://bioregionalismo-treia.blogspot.it/2015/03/treia-intenti-e-programma-per-la-festa.html
Treia, 15 marzo 2015 - In attesa della partenza per la visita agli orti
Foto pubblicate sul sito Proloco Treia relative alla visita agli orti di Treia del 15 marzo 2015:
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