In discussione nel Parlamento europeo le proposte della Commissione europea per una transizione verso una economia circolare
Ogni cittadino europeo consuma circa quattordici tonnellate di materie prime e genera cinque tonnellate di rifiuti l'anno. In un mondo in cui le risorse stanno esaurendo, queste cifre appaiono allarmanti. Ma una soluzione c'è. I materiali possono essere riutilizzati, riparati o riciclati, riducendo così la quantità di rifiuti prodotti.
A differenza del tradizionale modello economico lineare basato sulla dinamica "prendi-produci-usa-getta", l'economia circolare è fondata sul riutilizzo, la riparazione, il ricondizionamento e il riciclaggio, in un circuito (quasi) chiuso nel quale i prodotti e i materiali in essi contenuti assumono grande valore. La transizione verso un'economia circolare risponde a una logica tanto ambientale quanto economica.
Potrebbe infatti allentare le pressioni sull'ambiente, con ricadute positive sugli ecosistemi, la biodiversità e la salute umana. Potrebbe altresì aumentare la sicurezza dell'approvvigionamento energetico, dato che l'UE importa attualmente, in equivalente materie prime, circa la metà delle risorse che consuma. Inoltre, le imprese avrebbero la possibilità di realizzare risparmi sulle spese per i materiali e si potrebbero creare 2 milioni di nuovi posti di lavoro entro il 2030, secondo le stime della Commissione europea.
A questo proposito mercoledì il Parlamento europeo proprio in questi giorni sta discutendo la nuova proposta della Commissione europea per la creazione di un'economia circolare.
In un'economia circolare, il ciclo di vita dei prodotti è esteso grazie a:
I passaggio a un'economia più circolare presenta una serie di ostacoli e sfide. Richiede un'evoluzione strutturale del comportamento dei consumatori e dei modelli imprenditoriali. Mancano ancora strumenti chiave per la transizione, ad esempio mercati per le materie prime secondarie. Inoltre, gli Stati membri usano metodi molto diversi per trattare i rifiuti. Un cambiamento di questo tipo comporterebbe altresì una grande sfida in termini di governance multilivello.
Il JRC (Centro Comune di Ricerca per la scienza e la ricerca) che fornisce un supporto tecnico e scientifico indipendente alla Commissione, ad esempio, in un recente studio ha evidenziato l'importanza di una progettazione più attenta ed ecompatibile, che consenta non solo di risparmiare risorse, ma anche di rendere i prodotti più durevoli e più facili da riparare. Gli studi più recenti sulla progettazione del prodotto confermano infatti che molti materiali pregiati si perdono ogni anno soprattutto perché è difficile sostituire e/o recuperare le loro componenti, come accade per esempio per prodotti abbastanza costosi come telefonini e computer. Prevedere un più facile e sicuro smontaggio dei componenti, potrebbe rendere i prodotti più durevoli e più facili da riparare, ma anche favorire la fase di recupero e riciclo dei materiali.
Il pacchetto di proposte della Commissione europea
La Commissione europea ha adottato il 2 dicembre un nuovo pacchetto di misure sull'economia circolare per aiutare le imprese e i consumatori europei a effettuare la transizione verso un'economia più circolare e forte, dove le risorse vengono utilizzate in modo più sostenibile. Attraverso un maggior ricorso al riciclaggio e al riutilizzo, le azioni proposte costituiscono "l'anello mancante" nel ciclo di vita dei prodotti, a beneficio sia dell’ambiente che dell’economia. Si trarrà così il massimo valore e il massimo uso da materie prime, prodotti e rifiuti, promuovendo risparmi di energia e riducendo le emissioni di gas a effetto serra. Le proposte della Commissione riguardano l’intero ciclo di vita: dalla produzione e il consumo fino alla gestione dei rifiuti e al mercato per le materie prime secondarie.
Un piano d’azione dell’UE per l’economia circolare
Le azioni chiave adottate o da realizzare nel corso del mandato dell'attuale Commissione includono:
Le nuove proposte legislative sui rifiuti definiscono obiettivi chiari in materia di riduzione dei rifiuti e stabiliscono un percorso a lungo termine ambizioso e credibile per la loro gestione e riciclaggio. Al fine di garantire un’attuazione efficace, gli obiettivi di riduzione dei rifiuti delle nuove proposte sono accompagnati da misure concrete volte ad affrontare gli ostacoli pratici e le diverse situazioni nei vari Stati membri. Gli elementi chiave delle nuove proposte comprendono:
A differenza del tradizionale modello economico lineare basato sulla dinamica "prendi-produci-usa-getta", l'economia circolare è fondata sul riutilizzo, la riparazione, il ricondizionamento e il riciclaggio, in un circuito (quasi) chiuso nel quale i prodotti e i materiali in essi contenuti assumono grande valore. La transizione verso un'economia circolare risponde a una logica tanto ambientale quanto economica.
Potrebbe infatti allentare le pressioni sull'ambiente, con ricadute positive sugli ecosistemi, la biodiversità e la salute umana. Potrebbe altresì aumentare la sicurezza dell'approvvigionamento energetico, dato che l'UE importa attualmente, in equivalente materie prime, circa la metà delle risorse che consuma. Inoltre, le imprese avrebbero la possibilità di realizzare risparmi sulle spese per i materiali e si potrebbero creare 2 milioni di nuovi posti di lavoro entro il 2030, secondo le stime della Commissione europea.
A questo proposito mercoledì il Parlamento europeo proprio in questi giorni sta discutendo la nuova proposta della Commissione europea per la creazione di un'economia circolare.
In un'economia circolare, il ciclo di vita dei prodotti è esteso grazie a:
- Un eco-design che permette di riparare e riutilizzare i prodotti più facilmente;
- Una maggiore durabilità;
- Una migliore gestione dei rifiuti;
- Un nuovo modello di business basato sul leasing e la condivisione (per esempio, una compagnia olandese affitta dei jeans per pochi Euro al mese e quando ci si è annoiati li si può restituire).
- Riparare, invece di cambiare, gli elementi della casa che non funzionano più.
I passaggio a un'economia più circolare presenta una serie di ostacoli e sfide. Richiede un'evoluzione strutturale del comportamento dei consumatori e dei modelli imprenditoriali. Mancano ancora strumenti chiave per la transizione, ad esempio mercati per le materie prime secondarie. Inoltre, gli Stati membri usano metodi molto diversi per trattare i rifiuti. Un cambiamento di questo tipo comporterebbe altresì una grande sfida in termini di governance multilivello.
Il JRC (Centro Comune di Ricerca per la scienza e la ricerca) che fornisce un supporto tecnico e scientifico indipendente alla Commissione, ad esempio, in un recente studio ha evidenziato l'importanza di una progettazione più attenta ed ecompatibile, che consenta non solo di risparmiare risorse, ma anche di rendere i prodotti più durevoli e più facili da riparare. Gli studi più recenti sulla progettazione del prodotto confermano infatti che molti materiali pregiati si perdono ogni anno soprattutto perché è difficile sostituire e/o recuperare le loro componenti, come accade per esempio per prodotti abbastanza costosi come telefonini e computer. Prevedere un più facile e sicuro smontaggio dei componenti, potrebbe rendere i prodotti più durevoli e più facili da riparare, ma anche favorire la fase di recupero e riciclo dei materiali.
Il pacchetto di proposte della Commissione europea
La Commissione europea ha adottato il 2 dicembre un nuovo pacchetto di misure sull'economia circolare per aiutare le imprese e i consumatori europei a effettuare la transizione verso un'economia più circolare e forte, dove le risorse vengono utilizzate in modo più sostenibile. Attraverso un maggior ricorso al riciclaggio e al riutilizzo, le azioni proposte costituiscono "l'anello mancante" nel ciclo di vita dei prodotti, a beneficio sia dell’ambiente che dell’economia. Si trarrà così il massimo valore e il massimo uso da materie prime, prodotti e rifiuti, promuovendo risparmi di energia e riducendo le emissioni di gas a effetto serra. Le proposte della Commissione riguardano l’intero ciclo di vita: dalla produzione e il consumo fino alla gestione dei rifiuti e al mercato per le materie prime secondarie.
Un piano d’azione dell’UE per l’economia circolare
Le azioni chiave adottate o da realizzare nel corso del mandato dell'attuale Commissione includono:
- finanziamenti per oltre 650 milioni di EUR provenienti da Orizzonte 2020 e per 5,5 miliardi di EUR dai fondi strutturali;
- azioni per ridurre i rifiuti alimentari, compresa una metodologia comune di misurazione, una migliore indicazione della data di consumo, e strumenti per raggiungere l'obiettivo di sviluppo sostenibile globale di ridurre della metà i rifiuti alimentari entro il 2030;
- lo sviluppo di norme di qualità per le materie prime secondarie al fine di aumentare la fiducia degli operatori nel mercato unico;
- misure nell'ambito del piano di lavoro 2015-2017 sulla progettazione ecocompatibile per promuovere la riparabilità, longevità e riciclabilità dei prodotti, oltre che l'efficienza energetica;
- la revisione del regolamento relativo ai concimi, per agevolare il riconoscimento dei concimi organici e di quelli ricavati dai rifiuti nel mercato unico e sostenere il ruolo dei bionutrienti;
- una strategia per le materie plastiche nell'economia circolare, che affronta questioni legate a riciclabilità, biodegradabilità, presenza di sostanze pericolose nelle materie plastiche e, nell'ambito degli obiettivi di sviluppo sostenibile, l'obiettivo di ridurre in modo significativo i rifiuti marini;
- una serie di azioni in materia di riutilizzo delle acque, tra cui una proposta legislativa sulle prescrizioni minime per il riutilizzo delle acque reflue.
Le nuove proposte legislative sui rifiuti definiscono obiettivi chiari in materia di riduzione dei rifiuti e stabiliscono un percorso a lungo termine ambizioso e credibile per la loro gestione e riciclaggio. Al fine di garantire un’attuazione efficace, gli obiettivi di riduzione dei rifiuti delle nuove proposte sono accompagnati da misure concrete volte ad affrontare gli ostacoli pratici e le diverse situazioni nei vari Stati membri. Gli elementi chiave delle nuove proposte comprendono:
- un obiettivo comune a livello di UE per il riciclaggio del 65% dei rifiuti urbani entro il 2030;
- un obiettivo comune a livello di UE per il riciclaggio del 75% dei rifiuti di imballaggio entro il 2030;
- un obiettivo vincolante per ridurre al massimo al 10% il collocamento in discarica per tutti i rifiuti entro il 2030;
- il divieto del collocamento in discarica dei rifiuti della raccolta differenziata;
- la promozione di strumenti economici per scoraggiare il collocamento in discarica;
- definizioni più semplici e adeguate nonché metodi armonizzati per il calcolo dei tassi di riciclaggio in tutta l’UE;
- misure concrete per promuovere il riutilizzo e stimolare la simbiosi industriale trasformando i prodotti di scarto di un'industria in materie prime destinate ad un'altra;
- incentivi economici affinché i produttori facciano giungere prodotti più ecologici sul mercato e un sostegno ai sistemi di recupero e riciclaggio (es. per imballaggi, batterie, apparecchiature elettriche ed elettroniche, veicoli).
(Fonte: Arpat)
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