Il rapporto "L'Italia del riciclo" 2015 mette in evidenza che, in base ai dati estrapolati dai MUD (modello unico di dichiarazione ambientale) consegnati da produttori e gestori di rifiuti alle Camere di Commercio, nel 2014, i rifiuti urbani ed industriali movimentati attraverso i confini del nostro paese sono stati quasi 10 mt, l’import ha raggiunto 5,9 mt e l’export 3,8 mt.
Nel nostro Paese, ad importare rifiuti sono poco più di 800 soggetti che svolgono tutti, a vario titolo, attività di gestione di rifiuti, mentre, ad esportarli sono circa 1300 operatori, che sono o produttori iniziali o, per lo più, gestori intermedi.
L’import riguarda quasi esclusivamente imprese ed enti del Nord Italia che ricevono circa il 96% della quantità in entrata, proveniente dall’estero, mentre l’export riguarda anche il Centro Sud.
Lo scorso anno le importazioni di rifiuti in Italia si sono attestate a 5,9 Mt, considerando la classificazione ufficiale, valida a livello comunitario, del Catalogo europeo CER 2002, la tipologia importata in maggiore quantità è quella dei rifiuti da costruzione e demolizione (classe CER 17), con una netta prevalenza di materiali ferrosi, che rappresentano quasi la metà del totale in entrata da oltreconfine; seguono i rifiuti da trattamento di rifiuti e reflui (CER 19) con il 30% e quelli da trattamento fisico dei metalli (CER 12) con poco più del 15%.
Con riferimento ai metalli, per quelli di tipo ferroso l’import è diretto soprattutto al Nord-Est (61% del totale importato) e Nord-Ovest (39%), dove è localizzata la maggior parte dei siti di produzione siderurgica del Paese; per i metalli non ferrosi, invece, il flusso in entrata dall’estero avviene fondamentalmente in direzione Nord-Ovest (81% del totale importato), macro-area caratterizzata da una forte concentrazione di industrie metal meccaniche.
A livello regionale la Lombardia si posiziona al primo posto, importando quasi la metà di tutti i rifiuti in entrata nel nostro Paese; segue il Friuli Venezia Giulia, che riceve oltre il 30% del totale importato.
La provenienza dei rifiuti che arrivano in Italia dall’estero nel 2014 è per il 99% europea, con una forte prevalenza dei Paesi centrali e settentrionali dai quali parte circa il 65% del totale importato: questo vale sia considerando i rifiuti nel loro complesso sia entrando nel merito dei singoli gruppi merceologici analizzati.
Il primo Paese, per quantità importata, è la Germania, che pesa il 20% sul totale dei rifiuti che entrano in Italia dall’estero;seguono Francia e Svizzera con quote pari rispettivamente al 17% e 14%.
Il primo Paese, per quantità importata, è la Germania, che pesa il 20% sul totale dei rifiuti che entrano in Italia dall’estero;seguono Francia e Svizzera con quote pari rispettivamente al 17% e 14%.
Guardando i dati di import-export tra il 2009 ed il 2014, il rapporto mette in evidenza come la percentuale di rifiuti importati sia aumentata del 60% , lo stesso dicasi per i rifiuti esportati ma il loro aumento è minore, solo un + 10%.
Questo significa che le imprese italiane, negli anni di crisi, si sono approvvigionate di rifiuti sostituendoli alle materie prime.
Per quanto riguarda invece le esportazioni di rifiuti, dall’Italia verso l’estero, queste si attestano a 3,8 Mt, nel 2014, il 24% del totale in uscita è formato da plastica e carta ma la maggiore parte dei rifiuti spediti fuori dall’Italia, circa il 60%, non rientra in nessuno dei gruppi merceologici selezionati e si caratterizza per un’alta incidenza di pericolosi.
Entrando nel dettaglio, risulta che tra i rifiuti non rientranti in nessun gruppo merceologico, quelli maggiormente esportati sono ceneri di carbone per quasi 680.000 t, rifiuti da desolforazione di fumi (225.000 t) e rifiuti pericolosi stabilizzati (circa 200.000 t).
Tra gli altri rifiuti con quantità esportata superiore a 100.000 t, si trovano inoltre rifiuti non pericolosi da trattamento meccanico di rifiuti, materiali di costruzione contenenti amianto e miscugli contenenti almeno un rifiuto pericoloso.
Tra gli altri rifiuti con quantità esportata superiore a 100.000 t, si trovano inoltre rifiuti non pericolosi da trattamento meccanico di rifiuti, materiali di costruzione contenenti amianto e miscugli contenenti almeno un rifiuto pericoloso.
Guardando poi alle movimentazioni internazionali rispetto alle aree geografiche estere, i Paesi europei risultano predominanti in entrambi i tipi di scambio, ma per l’import arrivano a coprire la quasi totalità dei rifiuti in entrata in Italia (99% nel 2014) mentre per l’export si attestano al 77% della quantità in uscita.
Il primo paese verso il quale l’Italia esporta rifiuti è la Germania, che nel 2014 pesa per il 24% sul totale in uscita; al secondo posto si posiziona la Cina con il 12% e al terzo l’Austria con l’11%.
Se si guarda però il subtotale riferito ai soli gruppi merceologici, la prima destinazione dell’export dall’Italia è la Cina, dove viene spedito ben il 30% del totale in uscita dall’Italia.
Nel merito dei singoli raggruppamenti di rifiuti, emerge con evidenza il ruolo della Cina (dove arriva, ad esempio, oltre il 50% deiRAEE esportati) seguita da Corea del Sud e Pakistan tra le prime destinazioni estere, nell’ordine, di pneumatici fuori uso eRAEE.
Nel merito dei singoli raggruppamenti di rifiuti, emerge con evidenza il ruolo della Cina (dove arriva, ad esempio, oltre il 50% deiRAEE esportati) seguita da Corea del Sud e Pakistan tra le prime destinazioni estere, nell’ordine, di pneumatici fuori uso eRAEE.
La prima Regione per volume di rifiuti esportati è la Lombardia che singolarmente incide per circa il 25% sul totale in uscita nel 2014; seguono il Veneto e la Puglia (quest’ultima in relazione ad alcuni grossi impianti) con quote, rispettivamente, del 15% e 12%.
I dati sui singoli gruppi merceologici confermano la rilevanza di Lombardia e Veneto, ma non il ruolo della Puglia, da cui vengono esportati prevalentemente rifiuti diversi da quelli inclusi nei raggruppamenti oggetto di analisi (nello specifico i rifiuti esportati in maggiore quantità nel 2014 sono ceneri di carbone per circa 270.000 t e rifiuti da desolforazione dei fumi per circa 150.000 t).
(Fonte: Arpat)
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