Parlando di "bioregionalismo" si evoca un'immagine più riduttiva del reale significato che questa parola intende trasmettere. Poiché nell'individuazione di un ambito "bioregionale" si osserva l'omogeneità dell'area esaminata e definita "bioregione" e lì si traccia una leggera linea di demarcazione (non divisione) per individuarne i "confini" morfologici, ma va da sé che questi confini sono semplicemente teorici, poiché l'organismo bioregionale della Terra è in verità un tutt'uno indivisibile. Potremmo per analogia definire le bioregioni gli organi dell'organismo Terra.
Pur che usiamo la parola "bioregionalismo", che è un termine inventato, non si può risalire ad un "fondatore" (inteso come inventore del concetto dietro al neologismo utilizzato) della pratica bioregionale o dell'ecologia profonda. In quanto questi "nomi" descrivono qualcosa che è sempre esistita, senza avere un nome.
La descrizione concettuale del termine "bioregionalismo" ha comunque una utilità per chiarire le azioni connesse alla sua attuazione concreta. Tuttavia va precisato che questa pratica non è nuova all’uomo… e sappiamo che i neologismi spesso vengono usati per fare un favore alla politica del copy right, ed è solo una concessione alla “politica”, appunto…
Ma il Bioregionalismo, anche definito Ecologia profonda, è un fatto, una realtà, e non può essere descritto in termini filosofici se non astraendoci dal contesto dell’insieme esaminato. Vivendo nei fatti e non amando le diatribe dialettiche bensì amando dire “pane al pane e vino al vino” debbo confermarvi che l’ecologia profonda è la capacità sincera ed onesta del vivere in sinergia con tutti i viventi, con l'ambiente naturale e con se stessi.
Paolo D'Arpini
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