Anche quest’anno, l’Ires Marche ha effettuato un’analisi dei bilanci consuntivi dei Comuni della regione, prendendo a riferimento gli ultimi disponibili, relativi al 2014. Ciò che emerge, in particolare, è la progressiva riduzione di entrate e spese correnti negli ultimi anni frutto, tra le altre cose, della contrazione dei trasferimenti nazionali e dell’attività delle Amministrazioni locali.
In questo quadro, particolarmente preoccupante per l'istituto "è il calo drastico degli investimenti che passano dai 162 milioni di euro del 2013 ai 152 milioni del 2014 con tutto ciò che comporta in termini occupazionali e di qualità dei servizi e delle strutture ( strade, arredo urbano, edifici scolastici, ecc). La frammentazione dei Comuni evidenzia una maggiore difficoltà finanziaria nelle piccole amministrazioni: ad esempio, l’indebitamento medio per abitante nei Comuni con meno di 3.000 abitanti supera i mille euro rispetto ad una media regionale di 701 euro".
La pressione tributaria locale negli ultimi tre anni è cresciuta sensibilmente passando dai 498 euro per abitante del 2012 ai 474 del 2013 fino ai 598 del 2014, pur essendo inferiore alla media nazionale che si attesta a 621 euro. La pressione tributaria dei Comuni, nelle singole province marchigiane, vede prevalere Pesaro e Urbino (653 euro), seguita da Ancona (639), Macerata (605), Ascoli Piceno (583) e Fermo (534).
Proprio la provincia di PU è quella con la pressione tributaria più alta ma è anche quella in cui, rispetto al 2013, l’aumento è più contenuto (+ 6 euro tra 2013 e 2014) se paragonato con quello che si registra in provincia di AP (+30 euro) ed AN (+26,50 euro). La spesa cala del 3,8% rispetto all’anno precedente e la spesa del settore sociale, pur calando meno della media, si contrae del 2,9%.
Complessivamente la spesa pro-capite per il welfare dei Comuni delle Marche è pari a 275 euro, superiore alla media nazionale che è di 258 euro. La spesa per il welfare vede però forti differenze fra le diverse province. Il livello più alto della spesa rivolta al sociale, istruzione, cultura e tempo libero è quello della provincia di Pesaro e Urbino (con una spesa pro-capite di 294 euro), seguita da Ancona (284), Macerata (270), Fermo (233) e Ascoli Piceno (193). Un esempio specifico, a dimostrazione della fortissima disomogeneità territoriale, è che la spesa pro-capite per gli asili nido va dai 41 euro di Ancona, ai 34 di Pesaro e Urbino, ai 23 euro di Macerata, ai 20 euro di Ascoli Piceno, ai 18 euro di Fermo.
"Anche i lavoratori del settore stanno pagando pesantemente i tagli ai trasferimenti ai Comuni operati in questi anni: il costo del personale si è drasticamente ridotto, passando da una spesa per abitanti di 242 euro del 2012 a 228 euro del 2014, ancor più basso della media nazionale che è di 232 euro", spiega una nota.
A fine aprile 2016, i comuni dovranno approvare i bilanci di previsione per il 2016 e saranno molte le novità con cui confrontarsi: dall’abolizione della Tasi sull’abitazione principale non di lusso al divieto di incrementare i tributi locali (eccetto la Tari); dagli incentivi alle fusioni tra comuni alle nuove regole di calcolo del saldo di competenza.
“A fronte di tali situazioni e dinamiche servirebbero misure in grado di dare sostegno alle politiche sociali e di welfare dei Comuni – spiega l'Ires –. Il sindacato, con la contrattazione territoriale, solleciterà le amministrazioni a far prevalere i criteri dell’equità nelle politiche di bilancio sia sul versante delle entrate (politiche tributarie, tariffe, Isee) sia su quelle delle uscite (maggior attenzione al sociale, riduzione dei costi di gestione), anche attraverso una forte spinta alle fusioni ad alle aggregazioni delle Amministrazioni comunali. Ma è altrettanto importante una inversione di rotta nelle politiche del Governo per quanto concerne le risorse per gli enti locali e le Regioni (sanità compresa), ormai compresse oltre ogni limite di sostenibilità.”
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