Grondano veleni le foglie dei castagneti di Canepina e non solo. Notte e giorno, più di notte che giorno, vengono sparati sulle piante quintali di fitofarmaci e pesticidi di varie specie. L’obiettivo degli avvelenatori seriali dovrebbero essere il cinipide del castagno e gli altri parassiti che, negli ultimi anni, uniti a una congiunzione meteorologica sfavorevole, hanno pressoché azzerato i raccolti.
Causando perdite per 7-8 milioni di euro l’anno solo a Canepina, una ventina nell’intero comprensorio dei Cimini.
Ma in realtà rendono più confortevole l’habitat della micidiale vespa cinese e dei suoi ''complici'': balanino, cydia e via dicendo. La prima vittima delle nubi venefiche, infatti, è il torimus sinensis, il principale antagonista naturale del cinipide, che la Regione Lazio sta faticosamente tentando di inserire nell’ambiente, e gli altri antagonisti naturali già presenti, meno efficaci ma pur sempre utili. Insomma, con l’uso dei fitofarmaci e dei pesticidi i produttori di castagne stanno facendo harakiri. Un po’ come tagliarsi i ….
Ma l’elenco delle vittime dei veleni è assai più lungo. In prima linea ci sono i terreni circostanti, a volte di proprietà di gente che, avendo scelto di seguire i consigli degli esperti, punta tutto sulla lotta biologica. I venti, però, spingono le nubi venefiche in tutte le direzioni per un raggio di centinaia di metri. Le particelle, dannosissime per la salute, cadono sugli orti, tortati in gran voga con la crisi economica, sulle case, troppe case, spuntate come funghi prima della crisi economica, sebbene sotto le mentite spoglie di rifugi agricoli. E poi finiscono nelle sorgenti di cui è ricca l’area e nelle falde di profondità. Spinte dal vento possono arrivare addirittura in paese: nelle scuole, nei negozi, nei bar.
E ancora: lo spargimento dei veleni, perché tali sono le sostanze irrorate, sebbene legalmente in commercio, fa strage della fauna locale, aumentando lo squilibrio naturale che permette agli insetti dannosi di proliferare. A rischio sono anche le persone: coloro che credono di poter vincere la battaglia con il ''fai da te'', spesso lo fanno in modo illecito, quindi si guardano bene dall’affiggere i cartelli con l’avviso di pericolo, come prescriverebbe la legge. Così, chiunque si trovasse a passare nei paragi, inalerebbe sostanze altamente tossiche.
E’ legale tutto ciò? E qui si apre il doloroso e misterioso capitolo dei controlli: a chi competono? Quando e come debbono essere svolti? Quali sono le sanzioni previste? Chi tutela i cittadini e l’ambiente? Come è possibile che nessuno intervenga per risolvere un problema di cui tutti parlano e, talvolta scrivono? E’ possibile che il Comune di Canepina non abbia alcun ruolo? O in vista delle elezioni amministrative del prossimo anno è meglio non farsi nemici, visto che anche gli avvelenatori seriali votano? E la Comunità Montana dei Cimini, nonostante la sua conclamata e cronica inutilità, non ha alcuna competenza in materia o, al contrario, chiude occhi, orecchie e bocca? E la Asl, la polizia Provinciale, il Corpo Forestale dello Stato, i carabinieri del Nas? Sono tutti in tutt’altre faccende affaccendati?
Infine, la Regione Lazio, che da una parte spende cifre considerevoli, nettamente inferiori a quanto servirebbe ma per sempre considerevoli, per introdurre il torimus sinensis, e dall’altra, come le stelle, resta a guardare. Com’è possibile che in un decennio di emergenza cinipide non sia stata in grado di varata una legge o uno straccio di disciplinare che detti regole certe sui provvedimenti da adottare?
''Se qualcuno venisse sorpreso a raccogliere un fungo poco più piccolo del consentito – racconta un vecchio agricoltore – verrebbe immediatamente multato, ma non mi risulta che abbiano mai punito chi ci sta avvelenando tutti. Io giro palmo a palmo il territorio – aggiunge-, ma non ho mai incontrato qualcuno intento a fare e controlli nei castagneti irrorati”. Questo commento compendia appieno quanto sta avvenendo a Canepina e sui Cimini in genere. Buon avvelenamento a tutti.
Fonte: http://www.viterbonews24.it/news/avvelenati-i-castagneti-dei-cimini_27285.htm
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