In base all’articolo 842 del Codice Civile, il proprietario di un terreno agricolo non può impedire ad un cacciatore di entrare nel proprio fondo, come può fare invece con coloro che vanno a funghi o fanno una passeggiata. Per questa eccezione alla proprietà privata, unica in Europa, la legge prevede che i proprietari, oggetto di questa servitù venatoria, ricevano un contributo dalla Regione.
Tuttavia la Regione Veneto, dal 1992, anno di entrata in vigore dalla legge, ai proprietari dei terreni utilizzati da estranei armati, non ha mai dato un centesimo. Di contro con il 2017, la Regione, inadempiente per non aver mai concesso questo contributo, fa gli auguri ai suoi cittadini con un regalo da 3.600 euro in termini di sanzione, per chi disturba i cacciatori in assetto di caccia, nonostante stia legittimamente godendo del diritto di proprietà in casa propria. E’ stata infatti promulgata la legge regionale n. 1/2017 “Norme regionali in materia di disturbo all’esercizio dell’attività venatoria e piscatoria.
A nulla sono valsi gli appelli di diverse associazioni locali e nazionali, ambientaliste, animaliste e di tutela dei consumatori, nonché di migliaia di cittadini che avevano chiesto a gran voce di non promulgare questa legge che, in Veneto, crea una nuova casta di intoccabili: quella dei cacciatori.
E’ evidente poi la sproporzionalità della sanzione e disparità di trattamento dei cittadini: attualmente un cacciatore che abusa dell’arma a meno di 100 metri dalle case paga una sanzione da 206 euro, contro i 3600 massimi della norma in questione.
Per i proprietari la beffa è dunque doppia, perché, oltre a concedere il proprio terreno ad estranei armati, dovranno anche fare attenzione a non turbarli, pena la suddetta sanzione.
Vorrei fare presente che considero questo provvedimento una depravazione in materia di caccia, che non farà altro che allontanare ancora di più i cittadini e la società civile tutta, dal Palazzo, dalle Istituzioni e dal voto (secondo il ‘Rapporto Demos’ della scorsa settimana, la fiducia era scesa dal 41% del 2005 al 26% del 2016). Perciò ritengo che, oltre ad essere uno strumento di intimidazione, che punisce le vittime e premia i loro carnefici, (vedasi i tanti episodi di abusi venatori con danni, morti e feriti anche in Veneto), questo provvedimento sia uno strumento che danneggia in modo permanente tutte le Istituzioni.
Andrea Zanoni - info@andreazanoni.it
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