sabato 17 giugno 2017

Macro-bioregione Mediterraneo... - Da Lunaria si leva una prece al dio della Pace!


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Le meraviglie della terra cruda a Lunaria contrada del Mediterraneo, come supplica al dio della Pace. 

La bioreregione Mediterraneo è oggi più che mai un insieme di confini che non cadono mai esattamente su se stessi. Confini al cui interno ogni cultura rimanda ad altre culture, tutte concepite da una madre comune. Mediterraneo pianeta plurale con temperature medesime su tutte le diversità, con un colore del cielo simile tra ulivi palmeti e terre sabbiose. 

Navigare a vista per un progetto architettonico che lo riguarda il mediterraneo è parola per sua natura trasversale e per definizione multiculturale. E' luogo di reti di tele di nodi è luogo ancora sospeso tra memoria e futuro. E'  luogo attraversato da un pensiero filosofico moderno che significa contaminazione. Allora mediterraneo è da sempre per sua
struttura culturale una singolarità contaminata. E' come arrivare tra le rovine di un tempio antico, caduto, consumato. intorno pezzi e frammenti sempre più piccoli fino alle pietre fino alla polvere, tutto è maceria sabbia e polvere, erbe e arbusti hanno coperto i loro resti. 


Il viaggiatore che giunge da queste parti vuole ricostruire qualcosa che non esiste più. Così è la casa per molti
di noi, un lavoro di ricomposizione della figura. E' questo il nostro progetto sulla scena del tempio. Come viaggiatori abbiamo raccolto frammenti di tutte le architetture di terra del mediterraneo, nel corso degli anni e l'abbiamo  ripetutamente chiamata supplica al dio della pace. 


Una grande casa un tempio ricostruito assieme da ebrei cristiani e musulmani come una grande liturgia mediterranea, è la ricostruzione del tempio, non possono non vedersi le linee di giunzione, le pietre solo appoggiate le crepe e la polvere, l’incompiutezza. Non è più tempo di forme lustre e finite. 

Ecco allora la gioia che abbiamo provato noi ebrei cristiani musulmani ma anche buddisti africani o solo laici nello stare insieme nella stessa casa come spettatori in ascolto per ricostruire una forma in tempo reale. Una forma possibile, una delle tante della supplica al dio della pace.

Fu la luna che ci salvò e ci diede la parola, lei schiarì la notte primordiale, se ora è caduta per il mondo, se qui è rinata per le vostre contrade senza nome è segno che voi conservate la memoria, l'antica lingua del sogno che lenisce e che consola. 

Lunaria da ora in poi si chiamerà questa contrada. Ed ecco tutti noi in questa enorme casa di terra cruda seduti attorno a questo enorme focolare di nome mediterraneo in questa contrada di nome Lunaria a invocare il dio della Pace, illuminati da una fioca luce lunare.

Liberamente tratto e ispirato da Sakra Konzert di Luigi Cinque e da Lunaria di Vincenzo Consolo.

Ferdinando Renzetti

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