Sono nostri amici inseparabili da secoli e secoli e, con il loro fisico, ci ricordano felini ben più selvaggi e non addomesticabili. Com'è possibile, allora, che in un corpo dalle sembianze tanto aggressive si nascondano animali che con l'uomo vanno d'accordo (quasi) da sempre? Una nuova ricerca scientifica basata sull'analisi del DNA lo ha scoperto.
Secondo quanto appurato dalla genetista Eva-Maria Geigl dell'”Institut Jacques Monod“, che ha pubblicato i risultati sulla rivista di settore “Nature Ecoloogy and Evolution”, i gatti domestici sarebbero nati circa 10mila anni fa nel vicino Oriente e avrebbero fatto amicizia con gli agricoltori della Mezzaluna Fertile i quali avevano scoperto la loro utilità nel cacciare i topi dai loro campi. "Durante il Neolitico, in Medio-Oriente - ha detto il ricercatore Claudio Ottoni, presente nel team di studio della Geigl - i gatti si avvicinarono alla comunità agricole attratti dai topi che infestavano i loro granai".
Dal Medio Oriente, i gatti addomesticati si sarebbero poi diffusi ovunque, seguendo gli spostamenti delle comunità agricole. La ricerca mostra, però, che i gatti hanno stabilito un rapporto molto stretto con gli esseri umani anche in una seconda fase: in Egitto in epoca classica-romana, e anche in questo caso si sono spostati al seguito dei loro padroni, lungo le rotte commerciali.
"I gatti - ha rilevato Ottoni - hanno viaggiato lungo le principali rotte marittime (ma anche terrestri) umane, per esempio quelle che collegavano l'India con l'Egitto attraverso l'oceano Indiano in epoca romana e poi verso il Mediterraneo, o successivamente quelle vichinghe, visto che abbiamo gatti con Dna di origine egiziana in un sito Vichingo del Mar Baltico".
Lo studio ha riguardato l'analisi del DNA di circa 200 gatti vissuti anche 10mila anni fa (e scoperti in diversi siti archeologici) e anche di vere e proprie mummie di gatti che ora "riposano" nei sarcofagi egiziani. "L'analisi ci ha permesso di assegnare particolari linee genetiche presenti nei gatti domestici, ai loro luoghi di origine" ha ricordato poi Ottoni.
"Proprio riuscendo a stabilire i luoghi di origine delle linee di gatto domestico, lo studio ha permesso di stabilire che i gatti moderni discendono da due diverse popolazioni di gatto selvatico africano (Felis silvestris lybica).
Tuttavia - ha aggiunto - non è ancora chiaro se il gatto domestico egiziano discenda dai gatti importati dal Vicino Oriente o se in Egitto si sia verificata una separata e seconda domesticazione”. Lo studio ha anche scoperto che il gatto più comune nei tempi antichi era quello con il mantello a strisce, mentre i gatti maculati sono diventati comuni solo a partire dal Medioevo.
Conoscendo meglio la loro storia, da oggi, probabilmente, guarderemo i nostri gatti con un occhio diverso!
Fonte: The Huffington Post
Fonte secondaria: AK Informa n. 27-2017
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Articolo collegato:
http://bioregionalismo-treia.blogspot.it/2013/11/storie-di-gatti-anzi-storia-dei-miei.html
Secondo quanto appurato dalla genetista Eva-Maria Geigl dell'”Institut Jacques Monod“, che ha pubblicato i risultati sulla rivista di settore “Nature Ecoloogy and Evolution”, i gatti domestici sarebbero nati circa 10mila anni fa nel vicino Oriente e avrebbero fatto amicizia con gli agricoltori della Mezzaluna Fertile i quali avevano scoperto la loro utilità nel cacciare i topi dai loro campi. "Durante il Neolitico, in Medio-Oriente - ha detto il ricercatore Claudio Ottoni, presente nel team di studio della Geigl - i gatti si avvicinarono alla comunità agricole attratti dai topi che infestavano i loro granai".
Dal Medio Oriente, i gatti addomesticati si sarebbero poi diffusi ovunque, seguendo gli spostamenti delle comunità agricole. La ricerca mostra, però, che i gatti hanno stabilito un rapporto molto stretto con gli esseri umani anche in una seconda fase: in Egitto in epoca classica-romana, e anche in questo caso si sono spostati al seguito dei loro padroni, lungo le rotte commerciali.
"I gatti - ha rilevato Ottoni - hanno viaggiato lungo le principali rotte marittime (ma anche terrestri) umane, per esempio quelle che collegavano l'India con l'Egitto attraverso l'oceano Indiano in epoca romana e poi verso il Mediterraneo, o successivamente quelle vichinghe, visto che abbiamo gatti con Dna di origine egiziana in un sito Vichingo del Mar Baltico".
Lo studio ha riguardato l'analisi del DNA di circa 200 gatti vissuti anche 10mila anni fa (e scoperti in diversi siti archeologici) e anche di vere e proprie mummie di gatti che ora "riposano" nei sarcofagi egiziani. "L'analisi ci ha permesso di assegnare particolari linee genetiche presenti nei gatti domestici, ai loro luoghi di origine" ha ricordato poi Ottoni.
"Proprio riuscendo a stabilire i luoghi di origine delle linee di gatto domestico, lo studio ha permesso di stabilire che i gatti moderni discendono da due diverse popolazioni di gatto selvatico africano (Felis silvestris lybica).
Tuttavia - ha aggiunto - non è ancora chiaro se il gatto domestico egiziano discenda dai gatti importati dal Vicino Oriente o se in Egitto si sia verificata una separata e seconda domesticazione”. Lo studio ha anche scoperto che il gatto più comune nei tempi antichi era quello con il mantello a strisce, mentre i gatti maculati sono diventati comuni solo a partire dal Medioevo.
Conoscendo meglio la loro storia, da oggi, probabilmente, guarderemo i nostri gatti con un occhio diverso!
Fonte: The Huffington Post
Fonte secondaria: AK Informa n. 27-2017
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