Riduzione dei consumi finali di energia, fonti energetiche rinnovabili e phase-out del carbone nella generazione elettrica
Lo scenario di policy nazionale SEN al 2030 è stato strutturato per raggiungere gli obiettivi fissati in fase di post-consultazione, delineare gli interventi e stimarne gli effetti.
I 3 principali obiettivi sono:
- riduzione dei consumi finali di energia nel periodo 2021-30, pari all’1,5% annuo dell’energia media consumata nel triennio 2016-2018 (escludendo il settore trasporti), in accordo alla proposta di nuova direttiva sull’efficienza energetica
- fonti energetiche rinnovabili pari al 28% dei consumi finali lordi al 2030 (FER elettriche pari al 55% del consumo interno lordo di elettricità)
- phase-out del carbone nella generazione elettrica al 2025
Sono previste diverse misure per l’efficienza energetica:
- nel settore residenziale si conferma il meccanismo degli ecobonus, l’operatività del Fondo per l’efficienza energetica con l’introduzione di una riserva per la concessione di garanzie sugli eco-prestiti; l’evoluzione degli standard minimi di prestazione;
- nel settore terziario, sono previsti nuovi standard minimi della prestazione energetica, ma anche misure di sostegno per la riqualificazione energetica degli edifici, in particolare quelli pubblici;
- nel settore industriale è prevista la semplificazione e il potenziamento dei certificati bianchi e la promozione dell’efficienza energetica nelle piccole, medie e grandi aziende con interventi di cofinanziamento degli audit energetici e di gestione dell’energia;
- nel settore trasporti, oltre al miglioramento del parco auto circolante, sono previste misure per ridurre il traffico urbano e supportare il cambio modale favorendo la smart mobility (car sharing, car pooling, smart parking, bike sharing), la mobilità ciclopedonale e il trasporto pubblico locale;
- cambiare il mix energetico per ridurre le emissioni di CO2, in particolare per residenziale e trasporti;
- accelerare la decarbonizzazione del sistema chiudendo gli impianti termoelettrici a carbone al 2025.
Fonti energetiche rinnovabiliPer le rinnovabili l’Italia, con il 17,5%, ha già superato il target del 17% fissato al 2020 della Direttiva 2009/28/CE.
Il prossimo obiettivo sarà raggiungere nel 2030 quota 28% dei consumi (17,5% del 2015) ripartite in rinnovabili elettriche 55% (33,5% nel 2015), termiche 30% (19,2%), trasporti 21% (6,4% nel 2015). Le misure previste sono:
- per le rinnovabili elettriche continueranno fino al 2020 gli incentivi, ma differenziati per i piccoli impianti e per le tecnologie innovative. Dal 2020 si andrà verso la market parity ossia dagli incentivi diretti sulla produzione si passerà a politiche abilitanti e a semplificazione regolatoria. Gli interventi andranno dai contratti a lungo termine per i grandi impianti alla promozione dell’autoconsumo per i piccoli. Sarà anche semplificato il processo autorizzativo di ripotenziamento degli impianti eolici e idrici e la riprogettazione innovativa dei grandi impianti idroelettrici esistenti. Saranno mantenute le produzioni da bioenergia, senza però creare distorsioni sulla filiera agricola;
- per le rinnovabili termiche un ruolo centrale avranno le pompe di calore, mentre le biomasse, molto sviluppate in Italia, dovranno limitare gli impatti emissivi e avere alta qualità ambientale. Previsto lo sviluppo di impianti di teleriscaldamento sia in ambito urbano che extraurbano;
- per le rinnovabili nei trasporti saranno favoriti i biocombustibili avanzati, quelli il cui ciclo produttivo comporta bassi livelli di emissioni di gas serra e basso consumo di suolo. Ulteriori vantaggi si attendono dall’ampliamento del mercato dell’auto elettrica.
Lo sviluppo delle fonti rinnovabili resta dunque essenziale per ridurre le emissioni e, in prospettiva, la dipendenza energetica e il prezzo dell’elettricità. Tuttavia, l’esperienza fatta fino ad oggi evidenzia due criticità da affrontare:
- le politiche di sostegno, fino ad ora incentrato solo sulle rinnovabili elettriche, dovranno essere ripartite tra le diverse tecnologie, in modo da metterle in competizione e stimolare continui miglioramenti anche dal lato dei costi;
- lo sviluppo di queste fonti pone all’Italia una questione di compatibilità con la tutela del paesaggio, soprattutto per il fotovoltaico e l’eolico.Per la tutela del paesaggio, il Piano favorisce i rifacimenti degli impianti eolici, idroelettrici e geotermici, dà priorità alle aree industriali dismesse e propone di procedere, con Regioni e amministrazioni che tutelano il paesaggio, alla individuazione di aree non altrimenti valorizzabili.
Phase-out del carbone nella generazione elettrica
Su questo settore l’obiettivo è quello di raggiungere e superare gli obiettivi UE sulla decarbonizzazione, tenendo conto dei traguardi fissati dalla COP 21. Le misure puntano soprattutto sull’efficienza energetica e sul raggiungimento di quota 55% di rinnovabili.
Su questo settore l’obiettivo è quello di raggiungere e superare gli obiettivi UE sulla decarbonizzazione, tenendo conto dei traguardi fissati dalla COP 21. Le misure puntano soprattutto sull’efficienza energetica e sul raggiungimento di quota 55% di rinnovabili.
Oltre a questi obiettivi primari, il SEN focalizza altre criticità, proprie del nostro sistema Paese, che richiedono interventi mirati per:
- migliorare competitività riducendo il gap di prezzo e di costo dell’energia rispetto all’Europa, pur in un contesto internazionale in aumento. Il significativo spread tra i prezzi pagati dalle imprese italiane per l’energia elettrica e quelli per il gas acquistato dalle famiglie è dovuto anche alla maggiore pressione fiscale che nel nostro Paese colpisce i prodotti energetici;
- migliorare la sicurezza degli approvvigionamenti e la flessibilità dei sistemi e delle strutture energetiche. I contributi da rinnovabili vanno integrati con configurazioni smart, flessibili e resilienti delle reti. La variabilità dei flussi e dei picchi di domanda richiede una diversificazione delle fonti di approvvigionamento, anche per limitare i rischi connessi alla variabilità del quadro geopolitico;
- aumentare l’efficienza della spesa energetica utilizzando l’innovazione tecnologica.
Se il 28% sarà coperto da fonti rinnovabili, il rimanente 72% dei consumi richiederà ancora gas e, dati i lunghi tempi di trasformazione delle infrastrutture trasporti, anche prodotti petroliferi. Sotto questi profili, la Strategia promuove gli interventi necessari per continuare ad assicurare adeguata ed economica disponibilità di gas, con evoluzione verso le bioraffinerie e un uso crescente di biocarburanti sostenibili e del GNL nei trasporti pesanti e marittimi al posto dei derivati dal petrolio.
Sul fronte della sicurezza degli approvvigionamenti, per il nuovo gasdotto dall’Azerbaijan non è stata incrementata la capacità di rigassificazione dell’impianto Offshore GNL in Toscana. Nel contempo è aumentata la dipendenza dalla Russia, unico fornitore, e non sono stati ancora definiti i rinnovi dei contratti in scadenza per il gas algerino.
Fondamentale anche la questione delle infrastrutture. Per trasformare in modo sicuro ed efficiente il sistema elettrico e fare a meno del carbone è necessario realizzare per tempo reti e sistemi di accumulo e superare gli ostacoli che nel nostro Paese bloccano e ritardano la realizzazione delle nuove infrastrutture necessarie.
La metanizzazione della Sardegna, unica regione completamente priva di accesso al gas naturale, è ritenuta centrale nella politica energetica del Governo; dopo la sospensione del patto sottoscritto dal Presidente del Consiglio dei Ministri e dal Presidente della Regione Sardegna del 29 luglio 2016, si ipotizzano due soluzioni ancora da perfezionare:
- costruzione di un gasdotto dalla Toscana;
- costruzione di una rete di depositi costieri di gas naturale GNL di piccola taglia ubicati nei bacini di maggior consumo come Cagliari, Sassari, Oristano.
Un importante capitolo del SEN è dedicato a ricerca e sviluppo. In occasione della COP21 di Parigi, l'Italia ha aderito all’iniziativa multilaterale Mission Innovation, che ha l'obiettivo di promuovere l'accelerazione dell'innovazione tecnologica a supporto della transizione energetica attraverso un aumento significativo di fondi pubblici dedicati alla ricerca cleantech. L'Italia ha assunto un ruolo di co-leadership sullo sviluppo delle Smart Grids (vedi iniziativa ISGAN-Implementing Agreement for a Cooperative Programme on Smart Grids) in ambito Agenzia Internazionale dell’Energia.
Il sistema nazionale ha mostrato interesse anche per i carburanti alternativi, i materiali innovativi e il riscaldamento e raffreddamento zero emission.
L'Italia si è inoltre impegnata a raddoppiare il valore del portafoglio delle risorse per la ricerca pubblica in ambito clean energy, da portare, a livello nazionale, dai 222 milioni di euro del 2013 a 444 Milioni di Euro nel 2021.
Centrali, nel SEN 2017, anche i temi della governance e della regolamentazione. Si propone una cabina di regia tra i Ministeri dello sviluppo economico e dell’ambiente con i Ministeri dell’economia, dei trasporti e dei beni culturali, una rappresentanza delle Regioni e il periodico coinvolgimento degli enti locali.
Per garantire attuazione e trasparenza nel monitoraggio della SEN, il Governo sarà inoltre tenuto a riferire annualmente al Parlamento sullo stato di implementazione della strategia e sulle iniziative adottate utili al raggiungimento degli obiettivi fissati, nonché ad avviare ogni tre anni un processo partecipato e condiviso di revisione della Strategia.
La SEN 2017 è la base per la preparazione del Piano integrato per l’energia e il clima, da presentare alla Commissione Europea entro il 2018 in bozza e poi definitivo entro il 2019, che dovrà indicare obiettivi al 2030, politiche e misure per le “cinque dimensioni dell’energia”: decarbonizzazione (incluse rinnovabili), efficienza energetica, sicurezza energetica, mercato interno, innovazione e competitività.
Per approfondimenti: Strategia Energetica Nazionale
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