La ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica Proceeding of the National Academy of Science mostra un quadro a tinte fosche: il numero delle specie animali che sono entrate in contatto con l’uomo è già stato dimezzato.
Estinzione in pochi decenni. Lo studio ha preso in analisi 26mila specie di uccelli, anfibi, mammiferi e rettili. È già stato perduto il 30% delle specie di vertebrati e più del 40% di queste specie ha visto ridotto il proprio areale di distribuzione dell’80%. Il report spiega anche che il 41% degli anfibi e il 26% dei mammiferi sono a rischio estinzione. «Il declino delle specie procede a ritmo serrato – ha detto Rodolfo Dizo, ricercatore del Stanford Woods Institute for the Environment e autore dello studio -. Di questo passo tra pochi decenni la biodiversità potrebbe far registrare un pesante declino».
Le cause. Gli studiosi non hanno dubbi: dietro alla sesta estinzione di massa c’è la mano dell’uomo. Tra i fattori che hanno causato la scomparsa delle specie, infatti, ci sono la perdita di habitat, l’introduzione di specie alloctone e invasive, gli eventi climatici estremi e l’inquinamento. Per il futuro, i ricercatori hanno messo in conto anche gli effetti disastrosi che un’eventuale guerra nucleare potrebbe avere sul nostro Pianeta.
I precedenti Sul nostro Pianeta si sono susseguite altre cinque grandi estinzioni: quelle del Ordoviciano-Siluriano (circa 450 milioni di anni fa), del Devoniano superiore (circa 375 milioni di anni fa), del Permiano-Triassico (circa 250 milioni di anni fa), del Triassico-Giurassico (circa 200 milioni di anni fa) e, infine, quella del CretaceoPaleocene (circa 65 milioni di anni fa).
Marta Frigerio
Fonte: Rivista della Natura
Inizio della fine. L'ultima goccia – Scrive Comune Info: “A Città del Capo, mezzo milione di abitanti, lo chiamano Day Zero. Il giorno in cui l'acqua finirà completamente. Accadrà un giorno di aprile. Si prevedono disordini e caos senza precedenti, verrà mandato l'esercito. Nessuno sa più cosa fare. Naturalmente a pagare sono prima di tutti i più poveri. Da diversi mesi la mancanza di acqua è un problema anche in più di ottocento città brasiliane. Le guerra dell'acqua è cominciata...”
RispondiEliminaScrive Guido Dalla Casa a commento dell'articolo: “Esistono pochissimi studi sistemici seri sul numero di umani che possono vivere sulla Terra a tempo indefinito, in funzione del livello medio di consumi. Il primo è stato forse quello dell'Università Cornell, che dava la cifra di due miliardi. Comunque il numero massimo di uno di questi studi dava circa 4 miliardi, con un livello di consumi inferiore a quello medio attuale e una dieta quasi-vegetariana. Siamo ormai il doppio già oggi, ma questo significa che stiamo "divorando la Terra" e ci troviamo in un transitorio, destinato a finire molto presto. Amo moltissimo i bambini, ma proprio per questo spero che possano vivere in un mondo con ampi spazi di Natura e non stipato di umani come in una scatola di sardine.”
RispondiEliminaCommento di Andrea Ponzio: "...fino a quando potremo continuare a crescere al ritmo di 200 milioni all'anno. A inizi '900 abbiamo traguardato il miliardo, ora (100 anni scarsi dopo) abbiamo superato abbondantemente i 7 miliardi e da qualche anno cresciamo mediamente di 200 ml l anno, nonostante tutte le guerre, le malattie e le carestie... Fino a quando ci sarà da mangiare, bere e respirare per tutti? Fino a quando non incominceranno a morire di botto milioni di creature come anche quella della foto, per mancanza di cibo, di acqua potabile, di cataclismi causati dai cambiamenti climatici, per pandemie da effetto polli in batteria? La crescita è sospinta dal consumismo che cerca sempre ed indiscriminatamente di aumentare i propri mercati e la ricchezza di pochi... Guardate alla storia dell inflazione vista come una manna? Ma stiamo scherzando? Dobbiamo fermarci e regolare i giri del motore ad una velocità di crociera sostenibile... È assurdo che si debba sempre rincorrere una maggior produttività per mantenere, per i più, lo status quo ante... Ve ne rendete conto? Occorre ridistribuzione della ricchezza e delle risorse, non appiattimento ma neanche continua ed indefessa crescita che dilapida le risorse del pianeta. Poi, cosa si farà? I rampolli dei pochi ricchissimi prenderanno un razzo per Marte quando questo pianeta sarà esaurito? Dobbiamo fermarci prima..."
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