La parcellizzazione ed i continui distinguo che si vengono a creare nel movimento bioregionale ed eco-spiritualista-pacifista sono alcune delle cause che impediscono l'affermazione, nella psiche collettiva, delle idee portanti utili al cambiamento. Con il passare degli anni, dei mesi e dei giorni siamo sempre più consapevoli che la nostra comunità e lo stato del pianeta versano in condizioni sempre più precarie. Non è più tempo di sottigliezze dottrinali sul come attuare l'ecologia profonda se attraverso una "fuga" in montagna o se tramite un'infiltrazione politica nelle maglie della società. Forse entrambi questi aspetti sono necessari, come pure lo è l'idea del disarmo e della rinuncia alla guerra come mezzo di risoluzione delle controversie. Secondo me finché si parteggia per un blocco, che sia quello pseudo democratico americano sionista o quello "popolare" cinese russo si resta impelagati nel gioco delle parti.
Occorre distaccarsi completamente da ogni posizionamento ideologico poiché questo gesto "laico" è l'unico che può consentirci una visione equanime. L'ideologia politica o religiosa e l'illusione materialistica sono i blocchi mentali che impediscono all'umanità di guardare le cose come sono e di riconoscersi componenti della stessa "sostanza" e della vita.
Il senso di separazione è alla base dello scollamento sociale e della alienazione dal senso di comune appartenenza. Perciò il posizionamento ideologico, pur che appaia portatore di un ipotetico bene, mette a repentaglio l'esistenza di un movimento che sta cercando con poche forze di contrastare un meccanismo potentissimo com'è quello del consumismo e degli interessi bellici (che tutti sappiamo preponderanti e condizionanti ogni politica).
Qualsiasi diatriba ideologica interna al movimento bioregionale ed ecologista è basata su congetture e opinioni sulle quali non possiamo comunque intervenire o stabilire la verità. Non vorrei che anche i "reati di opinione" entrassero nel nostro consesso. Spesso succede, in piccoli gruppi, che quando non si può intervenire direttamente per cambiare il corso drammatico delle cose e delle situazioni in cui oggettivamente ci si trova allora si litighi sulle "possibili soluzioni o situazioni regresse", comunque non attuabili o appurabili.
Bisogna essere saldi nella discriminazione e nella determinazione a perseguire la causa comune ma leggeri nel sostenere il proprio punto di vista su argomenti sui quali non abbiamo un reale controllo o dei quali non possiamo effettivamente stabilire la veridicità. Se la nostra "battaglia" bioregionale e spirituale può avere qualche speranza di riuscita è soprattutto nell'adesione indiscussa alla compartecipazione "comune" all'esistenza, e nella prosecuzione del percorso.
L'alchimia riesce quando pur essendoci elementi che non collimano fra loro in modo diretto si riesce a farli collimare in modo indiretto e cinetico. Per questo gli elementi alchemici sono sempre tre... per una ricerca di equilibrio fra le componenti, per evitare che l'opposizione fra i due conduca alla deflagrazione di quel che è appena aggregato.
Vi ringrazio per la pazienza sin qui dimostrata... e buona continuazione di proficuo "lavoro" a noi tutti...
Paolo D'Arpini
Commento di O.T.: “Grazie per la buddica pazienza. Beh la tua analisi è più avanti. Parlare di illusione dell'io è entrare in problematiche interessanti. In genere quelle dei contendenti in questione si superano con una buona socializzazione... Jorodosky dice che la vecchiaia è l'età in cui si comprende che le cose sono sottili. Ma alcuni usano ancora gli scarponi e non vanno a passeggiare in montagna....”
RispondiEliminaCommento di P.P.: “Una vecchia canzone "rivoluzionaria" di Paolo Pietrangeli diceva "Chiarezza chiarezza mi punge vaghezza di te". Ovvero, stiamo ripetendo vecchi errori. Abbiamo un'unica possibilità, cioè correggerci. La differenza è vitale, perché le difficoltà si possono sormontare, lasciando da parte i problemi caratteriali e concentrandosi su quelli politici. Ed è quello che in questa congiuntura dobbiamo tutti cercare di fare perché abbiamo delle responsabilità nei confronti degli altri, di noi stessi e del pianeta”