Le voluminose teste del Sapiens creavano al momento del parto notevoli, spesso esiziali, problemi alle donne (ma anche al nascituro), per cui le madri che partorivano pretermine venivano selezionate perché sopravvivevano di più al parto, data la dimensione ridotta e la consistenza più morbida del cranio del nascituro.
Le donne che presentavano tale qualità specifica potevano, così, mettere al mondo più figli, che ereditavano tale carattere, che l'evoluzione diffondeva sempre più a scapito delle partorienti a termine. Ma un parto pretermine rendeva il nascituro non ancora dotato di organi e metabolismo maturi e sufficientemente sviluppati. Sicuramente il lettore avrà visto qualche documentario sulla nascita di cuccioli animali, soprattutto di specie che vengono predate.
Ebbene, solo dopo alcuni minuti dalla nascita, un neonato zebù, per esempio, si alza sulle esili ed incerte zampe e dopo solo altri pochi minuti inizia a trotterellare sempre più saldamente accanto alla madre . Un "cucciolo" umano, invece, è inerme ed ha bisogno di anni per raggiungere l'autonomia dai genitori sia per il sostentamento che per l'autoprotezione.
Tale comportamento, apparentemente negativo, è stato, invece, fortemente propulsivo da un punto di vista evolutivo. Infatti le mamme avevano estrema difficoltà a procurare cibo e protezione per se stesse e i loro piccoli: accudire ai figli diventava un compito di ogni familiare e di tutta la tribù. Il significato sociale è patente: l'evoluzione ha selezionato persone capaci di tessere forti legami familiari e sociali, un forte sentimento di appartenenza, di comunità, di solidarietà.
Ma il fatto più determinante per l'evoluzione umana è stato la possibilità per i piccoli di essere educati e socializzati per anni con conseguente sviluppo culturale, cui conseguiva una veloce evoluzione cognitiva, intellettiva e sentimentale. Homo sapiens è divenuto così un animale razionale e capace di inventare e usare strumenti esosomatici sempre più raffinati, da una semplice selce scheggiata a elaboratissimi computer, che gli hanno permesso di conquistare l'intero pianeta (ma anche, purtroppo, come già argomentato e come preciseremo in seguito, la scomparsa di ogni altra specie del genere homo). Mentre il bipedismo ha comportato la selezione di un'altra potentissima "arma" a disposizione del genere umano: la voce articolata, che consenti la comunicazione e l'educazione, insomma la cultura.
La stazione eretta comportò la verticalizzazione della colonna vertebrale, il cranio si elevò, il palato si allargò, le vie aeree e le cartilagini del collo si modificarono a favore dello sviluppo delle corde vocali, le quali sempre più potevano articolare suoni diversi e complessi. Così non solo potevano essere inventati nuovi suoni per identificare oggetti e descrivere il mondo naturale circostante ma anche per definire astrazioni non corrispondenti a "cose" ma a idee, sensazioni, sentimenti e pensieri, essenziali per la cooperazione. E fissarli attraverso la scrittura.
Con il sincronico e parallelo sviluppo cerebrale e della raffinatezza dei movimenti delle mani, ormai liberate dalla funzione deambulatoria, l'uomo poteva comunicare intimamente con i propri simili e costruire "cultura", ma persino amore e armonia, anche attraverso astrazioni, simbolismi e inventiva. Nasce la rivoluzione cognitiva, che avrà un'importanza evolutiva pari all'evoluzione biologica, che attraverso le sette fasi “classiche” dell'ominazione ovvero il complesso di quei processi evolutivi biologici Preominidi-Australopiteci-Homo habilis-Homo erectus-Homo sapiens arcaico-Uomo di Neanderthal-Homo sapiens sapiens ha condotto all'attuale specie umana.
L'evoluzione biologica persegue il classico meccanismo selettivo: mutazione del DNA-acquisizione di un nuovo carattere-selezione del carattere per maggiore fitness ambientale-trasmissione del nuovo carattere ai discendenti dell'organismo mutato-progressiva diffusione del carattere presso le generazioni successive all'organismo mutato.
Caratteristiche dell'evoluzione biologica, quindi: casualità della mutazione, lenta diffusione del carattere selezionato perché rilasciato solo ai figli e da questi alle successive generazioni, esclusività del carattere mutato ai discendenti, il nuovo carattere non produce altre mutazioni.
L'evoluzione culturale, susseguente alla rivoluzione cognitiva, si sviluppa lungo il seguente asse: scoperta o invenzione-rapida diffusione delle conseguenze della scoperta/invenzione a tutti i membri della tribù-è accessibile sempre a tutti coloro che ne vengono a conoscenza-le applicazioni della scoperta/invenzione causano una rapida evoluzione di altre scoperte/invenzioni. (Il lettori consideri, per esempio, le conseguenze della scoperta dell'energia elettrica (oggi il funzionamento e il futuro del mondo dipende da essa).
Ne consegue che ormai il genere umano si evolve (o si involve?) solo culturalmente: dalla invenzione della ruota ai computer sono trascorse poche decine di migliaia di anni (circa 500 generazioni) mentre la scimmia ha "impiegato" 2,5 milioni di anni (circa 100mila generazioni) per diventare Homo sapiens.
Biologicamente, come affermava Leibnitz, "Natura non facit saltus", culturalmente, invece, la natura umana compie salti sempre più audaci... e l'impatto ambientale di tali salti....?
Biologicamente, come affermava Leibnitz, "Natura non facit saltus", culturalmente, invece, la natura umana compie salti sempre più audaci... e l'impatto ambientale di tali salti....?
Prof. Antonello Senni
(AK Informa N. 42)
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