Per finire (per ora) con i miei racconti di viaggio in India, torno indietro di qualche anno: quando conobbi Paolo, che diventò subito il mio compagno per la Vita, avevo in abbozzo il progetto (o forse il progetto era scaturito qualche mese dopo, non ricordo esattamente) un viaggio in India con il gruppo di canti mantra che frequento, diretto da Mara Lenzi, tanto che partecipai anche ad una simpatica cena di "conoscenza" e scambio opinioni propedeutica al viaggio stesso. Quando poi ne parlai con Paolo lui, che normalmente non si intromette mai in quelli che sono i miei programmi, mi disse: "Ma cosa vai a fare in India, l'India non è più quella di una volta, l'India è qua se vuoi, tieniti le ferie così possiamo stare più tempo assieme". In effetti non ci fu bisogno di ritornare sull'argomento, era già in embrione dentro di me quella opzione, dato che in Paolo avevo trovato un concentrato di India, con tutte le esperienze che aveva avuto e che venivano fuori spesso nei suoi discorsi, esercitando su di me un notevole fascino e tante emozioni e riflessioni. Inoltre Paolo per me è.... un vero "santo" e stare vicino a lui mi ha dato e mi da tuttora tanto. Stare con lui è come stare da sola per me, tira fuori da me, la mia vera essenza.
Questo succedeva circa 9 anni fa, quasi 10 ormai, tanti sono gli anni del nostro rapporto. In tutti questi anni sto percorrendo la mia strada, stando nel mondo reale di oggi, facendo quello che posso, senza grossi sforzi, stando sempre più in contatto con me stessa.
Ho letto e riletto libri, ho meditato, ho cantato, ho lavorato, ho amato, ho cucinato, ho sognato. Alcuni testi mi hanno colpito più di altri e tra questi quelli di Nisargadatta Maraji e di Ramana Maharshi, il santo di Arunachala. Inoltre negli anni ho avuto modo di incontrare ripetutamente un caro amico e fratello spirituale di Paolo, Uphar Anand, e la sua dolce compagna, Venu. Lui è venuto a Treia a quasi tutte le nostre Feste dei Precursori ed è venuto anche in Emilia la scorsa estate per celebrare con noi il Gurupurnima. E' un bravissimo cantante e musicista, esecutore di mantra e bhajan. Loro due vivono 6 mesi all'anno in Italia e 6 mesi in India, a Tiruvannamalai.
Quando verso la fine delle scorso anno le due amiche Mara e Tina hanno preannunciato che quest'anno sarebbero andate proprio in quella terra di Arunachala (la montagna sacra di Ramana) ho sentito che dovevo andare. Volevo conoscere il luogo dove il santo aveva vissuto, sentire l'energia della montagna (che rappresenta Shiva), incontrare Upa e Venu nel loro mondo indiano. E nel mio soggiorno a Tiruvannamalai, assieme alle preziose amiche Mara e Tina, senza le quali tutto ciò non sarebbe stato possibile e che ringrazio dal profondo del cuore, tutto ciò si è verificato.
Assistere ai canti nell'ashram di Ramana, sentire la sua presenza e la profonda devozione di tante persone, indiani e non, nei suoi riguardi, nella modestia di un ambiente semplice, privo di orpelli e senza alcun fine commerciale (cosa che spesso invade invece i nostri luoghi sacri). Salire la montagna, sentendo all'inizio un po' di fatica e poi, a mano che ci si avvicinava allo Skandashram (il primo ashram di Ramana), sentirsi sempre più pieni di energia e di gioia, una gioia pura. Cantare durante i bhajan di Uphar sentendosi in connessione con il tutto e con tutti, apprezzando ogni attimo e sentendo fortemente la propria presenza lì, come se si fosse a casa, essendo "a casa".
Queste impressioni me le sono portate a casa, quella era la mia casa, questa è la mia casa, quando sono dentro di me, tutto il mondo "è Casa".
Caterina Regazzi
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