sabato 2 novembre 2019

Geografia bioregionale antropica e la filosofia del "sparagna e comparisci" di Ferdinando Renzetti



Risultati immagini per geografia bioregionale antropicaSono anni che studio il fenomeno dei processi territoriali e la geografia bioregionale antropica nelle città e lungo le coste, in particolare di Puglia e Calabria. Ho scritto pagine e pagine e potrei parlare per ore dell’argomento. Nella periferia urbana di Pescara, dove sono nato, una specie di piccolo e stretto borgo probabilmente di origine vestina, percorsi antichi di crinali verso il mare seguendo il corso dei fiumi; strade strette, dove negli ultimi 50 anni la comunità locale ha investito la maggior parte delle sue risorse su asfalto cemento meccanica plastica consumismo. Ora tutti hanno case riscaldate più grandi a due piani e vivono nel confort; molte auto, solo che appunto, non ci sono parcheggi e sono accatastate lungo la via, dove non ci sono marciapiedi o piazze, non ci sono negozi e per qualsiasi cosa si è costretti ad usare la macchina, nessun servizio e il paradosso è che la maggior parte delle case sono disabitate e alcune pure da parecchi anni in abbandono. 

Negli anni 60 la strada era piena di bambini e ragazzi oggi solo qualche rado passante e i ragazzi dei volantini pubblicitari che riempiono le cassette della posta, delle case disabitate, di mucchi di carta, fradicia sotto la pioggia, tra i bidoni colorati della raccolta differenziata. Sono i frutti del fenomeno della “città diffusa” o “sprawl city” come definito dagli americani, ovvio ogni volta che ci muoviamo siamo costretti a consumare asfalto cemento gomma benzina. Vero che ci sono città, dove si attuano da tempo i principi della cultura della transizione, definite appunto transitions town, vero anche che siamo ben lungi dal pensare che questi principi possano essere adottati presto anche nelle nostre città: asfalto cemento e automobili e il poco verde rimasto costretto entro i pochi giardini rimasti tra le case.

Tra l'altro anche il collegamento con internet fa le bizze... posso a malapena leggere e mi è molto difficile usare altre capacità (copia incolla, etc.). E’ che ci ostiniamo a usare vecchi mezzi riadattati riciclati e ri-arrangiati, ci sono computer portatili comodi semplici e veloci. Se poi ci limitano la rete di internet, questa è altra storia, magari fra un po, per non farci più scrivere, ci tolgono pure l’energia elettrica. 

Tornando al discorso dei mezzi obsoleti, ho una vecchia auto, una punto dei primi anni 90 riciclata da un amico, ha le ruote lisce, la marmitta rotta, perde l olio dal motore, per fortuna consuma poco, anche se periodicamente, sono costretto a fare qualche piccola riparazione, i freni, il carburatore ecc. 

La fiat ci offre una panda nuova a soli 120 euro al mese, senza anticipo, senza interessi, alla fin fine converrebbe pure, anche se non me la compero lo stesso, per ora. Questo per dire che a volte i mezzi usati, sono più dispendiosi e meno funzionali di quelli nuovi che il sistema ci offre a prezzi concorrenziali. 

D’altra parte in Abruzzo diciamo: sparagna e comparisci, sparagna e fai bella figura! Che poi non è sempre così vero, perché un altro detto tradizionale dice che se vuoi fare bella figura e vuoi pure risparmiare, statti a casa! Anche se centra poco o niente con il discorso mi piaceva dirlo! La convenienza economica non sempre corrisponde alla convenienza ecologica anche se il sistema tenta di convincerci che spesso un mezzo nuovo inquina di meno ed è più ecologico di un mezzo vecchio. La scelta migliore per appartenere veramente a una tradizione minoritaria sarebbe quella di non consumare proprio, e seguire il postulato della Blu Economy che dice, per esempio, di non usare le batterie, mentre la Green Economy si inventa batterie che inquinano di meno. 

Quel che voglio dire, è che non ho ancora capito, a livello energetico, qual è la fonte più conveniente, per noi e la natura, perché se non usiamo gas e petrolio, per riscaldare le nostre case, siamo costretti a bruciare la legna degli alberi che viene dal taglio del bosco e questo mi dispiace ancora di più. 

Nonostante l'evoluzione e il progresso ancora esiste una energia veramente pulita e quindi il sistema continua a succhiare e bruciare petrolio illudendoci con l’auto elettrica e altre cose, quando l’unica via da seguire sarebbe il risparmio energetico, come si faceva negli anno 70, solo che oggi le lobby sono così potenti che difficilmente rinuncerebbero ai guadagni dei giorni festivi. Anzi la domenica si consuma ancora di più, visto che i negozi e i centri commerciali sono ormai tutti aperti. 

Ricordo che negli anni 70 e primi 80, di domenica per fare la spesa, bisognava andare ai mercati di qualche paese limitrofo ed era veramente difficile procurarsi le sigarette o anche la benzina per l'auto. Ho notato, in questi ultimi anni, che anche nei paesi più isolati del meridione, dove hanno chiuso scuole forni e negozi di prima necessità, ci sono sempre dei bar che vendono pure le sigarette, come dire che il sistema in qualche modo si preoccupa di noi, ci toglie tutto e allo stesso tempo non ci lascia mai senza alcol e sigarette.

Ferdinando Renzetti

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Abruzzo d'altri tempi....

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