Tutto iniziò alcuni anni fa quando la NASA inviò in orbita alcuni campioni di licheni (1). Si pensava
allora che i raggi cosmici li avrebbero distrutti, ma non fu così: resistettero per oltre due settimane.
Allora si pensò di ripetere l'esperimento e, undici anni fa, partì verso lo spazio uno shuttle con a bordo
una serie di campioni di funghi criptoendolitici antartici e alcuni licheni. Furono posizionati in una
piattaforma studiata per l'esposizione nello spazio. Dopo alcuni mesi di esposizione al vuoto siderale,
tornati sulla Terra furono presi in consegna dallo scienziato Silvano Onofri dell'Università della Tuscia.
Alla fine, dopo una serie di studi e di analisi specifiche, a 5 anni dall'esperimento, il risultato fu che i
campioni di funghi e licheni esposti alle insidie dello spazio avevano resistito e, tornati sulla Terra,
avevano ripreso il loro ritmo vitale. Quindi così si è voluto dimostrare che "il seme della vita" può venire
dallo spazio, trasmesso da comete o meteoriti.
Questo esperimento con l'ESA, la NASA e l'Università
della Tuscia fu presentato da Accademia Kronos in un convegno pubblico a Viterbo. Alcune esperienze
precedenti avevano permesso di verificare come alcuni esseri viventi (unicellulari) riescano a vivere in
ambienti fino a pochi anni fa considerati assolutamente ostili alla vita. - "Molto spesso - ha dichiarato il
prof. Silvano Onofri, - si pensa che gli esseri viventi più resistenti alle condizioni estreme siano i batteri, in
realtà alcuni funghi hanno dimostrato di avere un maggior grado di resistenza".
A questo punto l'antica
teoria che la vita sulla Terra sia arrivata dallo spazio e non sia nata per caso e per volontà di qualche
divinità solo su questo pianeta, ormai sembra appurata (Panspermia-cosmica).
La panspermia è una teoria scientifica che suggerisce che i semi della vita (in senso ovviamente
figurato) siano sparsi per l'Universo, e che la vita sulla Terra sia iniziata con l'arrivo di questi semi, i quali,
trovando condizioni favorevoli, abbiano dato il via alla vita come noi oggi la conosciamo. È implicito
pensare che ciò possa accadere anche su molti altri pianeti. Per estensione, semi si potrebbero
considerare anche semplici molecole organiche. La teoria ha le sue origini nelle idee di Anassagora, un
filosofo greco, e si è rivitalizzata a partire dall'Ottocento con Lord Kelvin, con il fisico Hermann von
Helmholtz e, nei primi decenni del Novecento, con il chimico e premio Nobel svedese Svante Arrhenius,
mentre nell'ultimo quarto del XX secolo il testimone è passato agli astronomi Fred Hoyle e Chandra
Wickramasinghe.
Nel primo decennio del XXI secolo la teoria ha ricevuto alcune conferme sperimentali
nel ritrovamento, da parte della sonda Stardust, di tracce di ammine e lunghe catene carboniose nei
materiali raccolti dalla cometa Wild 2.
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Grazie ai grandi telescopi orbitanti intorno alla Terra abbiamo appurato che ogni stella, non solo della
nostra galassia, ma delle altre miliardi di galassie e di ammassi stellari è un sole con una coorte di pianeti.
Secondo i parametri biologici che conosciamo in ogni sistema solare esiste una fascia della vita (non
troppo vicina e non troppo lontana dal Sole), ebbene una stella su cinque dovrebbe avere uno o due
pianeti all'interno di questa fascia “abitabile”. Altro elemento necessario allo sviluppo della vita, oltre ad
un'atmosfera respirabile, è l'acqua. Molti fino a poco fa pensavano che anche questo elemento fosse una
rarità apparsa solo sul nostro pianeta, invece l'acqua è presente ovunque. Si pensi che nella nebulosa di
Orione, ogni giorno si crea tanta di quell'acqua equivalente a formare mille oceani terrestri.
Finalmente l'Homo Sapiens dovrà ridimensionarsi e non pensare più d'essere l'unica creatura
intelligente dell'universo. Questa realtà non sarà certamente gradita a qualche religione monoteista che
asserisce che un dio, partendo dal nostro pianeta, abbia creato tutti gli universi oggi in parte conosciuti.
Per fortuna da qualche anno nei vertici religiosi del nostro Cattolicesimo ci si comincia a discostare dal
concetto “tolemaico” dell’universo e invece ad aprirsi alle nuove realtà e scoperte scientifiche. Sta di
fatto che 4 anni fa, nell’ambito di un simposio internazionale di astrofisica, alcuni religiosi cattolici
affermarono “che il buon Dio può aver creato la vita su altri pianeti, i quali potrebbero per loro fortuna
non essere stati contaminati dal peccato originale e, pertanto, non aver conosciuto un “Cristo”.
I
musulmani e gli ebrei invece restano radicati ancora ad un Dio tutto e solo per loro, un Dio terrestre. Per
fortuna l'Universo è anche espressione di vita, sia essa a base carbonio che a base silicio, e questa vita
potrebbe anche essere intelligente. Pensate che colpo sarebbe per questi assertori del loro unico Dio,
scoprire che esistono altri dei nello spazio. Sarebbe forse la fine di queste religioni o il loro forte
ridimensionamento. E' forse, per grazia “di Dio”, la fine delle guerre di religione.
Filippo Mariani - (AK Informa N. 34)
1) I licheni sono organismi simbionti derivanti dall'associazione di due individui: un
organismo autotrofo, un cianobatterio o un'alga (per lo più una clorofita) e un fungo, in genere
un ascomicete o un basidiomicete. I due simbionti convivono traendo reciproco vantaggio.
Articolo collegato: http://riciclaggiodellamemoria.blogspot.com/2016/05/panspermia-bioni-allorigine-della-vita.html
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