Caro Paolo, ogni volta che ricevo una tuo messaggio tutte le mie varie personalità sorridono... da un po' di tempo sono a corto d'ispirazione quindi faccio remix di cose che ho scritto tempo fa, a volte lavoro di cesello come un artigiano fino ad ottenere solo una paginetta che è un po' lo scopo del percorso di meditazione ed esercizio di stile. In questi giorni sto riscrivendo "transurbanza", una transumanza urbana ed extraurbana... La mia vita è stata tutta una transurbanza, soprattutto gli ultimi venti anni. Infatti il mio scrittore preferito è Jack Kerouac e soprattutto ne "I vagabondi del dharma" libro fantastico, la prosa poetica di Kerouac mi manda in estasi.
In questo mio racconto tra paesaggi bioregionali e derive territoriali mi sono soffermato limitato sugli spostamenti spaziali gli incontri i treni, regionali e intercity, gli autobus; i disagi con sottopassaggi stazioni semi abbandonate biglietterie elettroniche scale vagoni scompartimenti aria condizionata gente distratta...
transurbanza (in scrittura di getto)
la cosa buffa di questo titolo è che un po' di tempo prima del viaggio, ero stato a sulmona, per un convegno incontro seminario sulla solina, un antica varietà di grano, nell’abbazia di celestino v. a casa di roberta, dove ero ospite, avevo trovato un libro di f. careri intitolato walkscapes: camminare come pratica estetica. in questo libro, un capitolo era dedicato proprio alla transurbanza, intesa come una transumanza urbana ed extra urbana e avevo intitolato il viaggio proprio come transurbanza e iniziato a definire i miei concerti con la chitarra come transurbanze sonore, tra tradizione e modernita. quando sono arrivato a roma con il movimento artistico walkscapes - stalker mi sono trovato davanti proprio lui, f. careri, l’autore del libro. la transurbanza si manifesta soprattutto attraverso l’erranza urbana, da una deriva all’altra, come le definiva guy de borde, teorico della psicogeografia. esplorazione urbana, anche di strutture architettoniche spesso in rovina, abbandonate o componenti poco visibili dell’ambiente urbano. la fotografia e la documentazione storica sono le componenti essenziali di questa attività. l’urban esploration (urbex) è anche comunemente indicata come infiltrazione. esempi di questa attività sono l’eplorazione di palazzi sia abbandonati che ancora abitati, di sistemi urbani di drenaggio delle acque di tunnel, di passaggi sotterranei e simili e soprattutto siti di archeologia industriale
storia di un viaggio tra tradizione e innovazione, viaggio libero e liberatorio, senza nessun tipo di vincolo materiale e temporale. il viaggiatore non ha limiti, guarda scopre il mondo da lontano e ci si avvicina pian piano, si sposta dal presente al passato dove affondano le sue radici culturali, spingendosi a una continua evoluzione verso il futuro. il viaggio ci esorta ad assistere a un grande spettacolo, quello della vita in cui sono messe in scena intricate vicende e trame altrettanto complesse sempre originali e creative.
transurbanza uno
dopo un lungo viaggio scopriamo che il vero miracolo è il ritorno dal quale nasce il racconto e attraverso la memoria, la narrazione. l’importante è che parte del viaggio sia condiviso ed è ciò che nel suono ipnotico delle parole (ritmo) rinnovano il significato unico del tempo, coltivando una filosofia di vita improntata sulla incorruttibilità dei sentimenti e la tenacia delle convinzioni sulla qualità della ricerca delle sopravvivenze e il valore delle competenze. fermamente convinti che ogni rincorsa del progresso, di fronte all’intreccio sapiente di musica natura memoria e sommerso culturale, prima o poi arretra, come davanti all’invalicabile e imprescindibile vita da pastore.
autobus da pescara ad avellino e altro pullman fino montemarano in irpinia dove mi sono trattenuto alcuni giorni per il carnevale.
avellino 24 febbraio: tutto vero! don chisciotte e sancio pancio che inseguono, una donna di spalle, fuita a dorso di un asino, credendo fosse dulcinea, invece era aldonza. quante parole, fra un po rimarrò senza! le sto liberando tutte nell’aria come colorate gocce di acqua piovana, puntini di stelle, sogni svaporati. mi nascondo al mondo per un giorno intero, in una stanza di vetro. unto bisunto, tanti lati, lati tanti, amante mendicante. come un vagabondo del dharma nel meraviglioso cammino verso il se.
di nuovo autobus fino ad avellino, altro bus per salerno, vecchio cigolante e sobbalzante, treno regionale per diamante, luciana è venuta a prendermi alla stazione con una vecchia panda mezza scassata, odore di benzina nell’abitacolo, il portabagagli di legno fatto con un pallet riciclato.
oggi vento aria sole meridione luce mare all’orizzonte, asini, diamante calabria, restauro casetta in terra cruda, è vero che la vita va condivisa, evidentemente ora è un momento per viverla cosi improvvisata, senza raccontarla troppo, è quello che faccio da tempo: il cantastorie, il ritorno alla pura oralità, all’albero del canto originario, con il mago argillà la sabbia turchina e la fata paglierina
sono in calabria a diamante, a sud nel paese del sole che brilla come oggi e poi musicanti di brema con quattro asini un gallo tre galline due cani sette gatti
luciana mi ha accompagnato alla stazione di diamante con la vecchia panda bianca sbuffante con numerose spie accese sul quadrante del cruscotto.fatto il biglietto alla macchinetta, ho percorso il lungo scivolo per il sottopassaggio, altro lungo scivolo in senso opposto. è una delle poche stazioni che non ha solo le scale, fa caldo il treno scorre tranquillo sul mare. ho bisogno di alleggerire il mio bagaglio che pesa abbastanza. stazione di paola ore 14 e 43, 14 marzo; ho appena perso la coincidenza per lamezia e sono in attesa del prossimo treno per reggio calabria, regionale alle 15 e 09. sempre più a sud il sole di marzo riflette i suoi raggi sul mare pacato, amantea, annuncia il gracchiante megafono del treno.
Ieri abbiamo finito il lavoro di ristrutturazione della casetta di terra costruita anni fa. abbiamo messo in posa gli intonaci e acceso il fuoco nel forno camino. dalla finestra verso ovest penetrava la luce del tramonto, riflessa sul mare, assorbita dal pacato colore della terra rossiccia, di questa zona della calabria. ci siamo messi in cerchio e abbiamo eseguito un “om” per dare nuova vita alla piccola casa.
Seduto lungo la via, aspetto che l erba cresca.
fra un po sono a lamezia dove mi aspettano aligi e cecilia il treno era stato annunciato sul binario uno invece sta arrivando al binario due, cosi sono stato costretto a ripercorrere trafelato il sottopassaggio, due volte le scale, una in salita e una in discesa, con il pesante bagaglio. sono già a lamezia, qui in sala d’aspetto un ragazzo vestito elegantemente scrive con il cellulare sorseggiando una lattina di chinotto. ho appena preso un caffè.
la sospensione dell’essere nel tempo in uno stato di dimenticanza e d’illusione con aligi e Cecilia che sono venuti a prendermi alla stazione. siamo andati alle terme di caronte e fatto un bagno nella grande piscina naturale calda sulfurea. ora siamo nel borgo di san biagio a un incontro con i ragazzi di casarossa 40 collettivo autogestito: colonizzazione dell’immagine e contatto sociale. subito dopoil bagno alla pozza termale, di seguito questo interessante incontro sul diritto alla salute e pratiche di welfare dal basso. ali e ceci vivono in una bella casa dal gusto neo rurale dal design contemporaneo, un vecchio casale in pietra ristrutturato, in un grande orto giardino forest garden verde e colorato oliveto aranceto, viti piante officinali varie e profumate
nella loro casa su una grande lavagna appesa al muro cè scritto: oggi ho conosciuto un contadino che si chiama urbano.
siamo a soveria mannelli a prendere acqua dalla sorgente. un saluto da decollatura dove è pieno di segherie e di castagneti. l’energia va dove si concentra l’attenzione (atisha) cosi ho letto su un muro della grande casa di fabrizio, sulle alture che sovrastano lamezia, costruisce cupole geodetiche e strutture in legno e segue il calendario delle 13 lune di arguelles. il mondo è piccolo e io vado a cavallo. viaggio ad energia molecolare.
ricetta meridionale pomodori secchi mandorle aglio capperisucco di limone
da lamezia ho preso un regionale fino a catanzaro lido, un altro regionale mi ha portato fino a bovalino, lungo la costa ionica. appena arrivato ho conosciuto gisella che mi ha offerto, in un vicino bar, un ottimo gelato al pistacchio.
Mater Felicia: è un progetto di ruralità partecipata che punta a dar vita a un insediamento in armonia con l’anima del luogo che lo ospita e genera persone idee bisogni e amore nel rispetto di se stessi degli altri e di ciò che lo circonda puntando al benessere collettivo.
qui a bovalino è veramente bello, facciamo un laboratorio di costruzione con la terra e stiamo costruendo un forno per il pane e una stufa neolitica pirolitica. TECNO MINIMAL.
oggi siamo stati al monte cappa vicino natile superiore, il monolite più grande d’Europa un po sfinge un po capa tonda, un po trasmettitore cosmico. mandorle pistacchi e liquirizie in tronchetti di radice di liquirizia, cioccolato fondente al mandarino e al sesamo e noci pekam sono i doni che ho ricevuto. siamo al musaba, centro di arte fondato dall'artista Nik Spatari e dalla moglie Hiske Maas nel 1969, il Musaba sorge nell'antico Complesso Monastico di Santa Barbara a Mammola, in provincia di Reggio Calabria. di seguito a vedere un vecchio casale, sopra un altura che alcuni amici vogliono acquistare. dopo il pranzo a polistena a casa di serena, piena di oggetti di ceramica, dipinti e sculture, di nuovo, in auto e fra un po saremo ancora a lamezia, alle terme, dove finalmente potremo fare un bagno caldo notturno.
stazione di lamezia, direzione taranto, Martina franca, cisternino valle ditria, se tutto bene arrivo in serata, verso le otto! sibari bella! lascio la calabria ora e dopo regionali vari, tre per la precisione, più un tratto in pullman, su una linea cìera una interruzione, arrivo alla stazione di martinafranca, trovo ad attendermi francesca e finalmente sono a cisternino, in un trullo.
in questi giorni costruiamo con donato e altri una rocket stowe in un trullo. tutte le mattine vado all’ashram a sentire le celebrazioni del navaratri di primavera tra suoni canti profumi, incenso, fumo e misticismo. ecoprimitivismo, il passato primitivo non è altro che la nostalgia di un futuro luminoso. energia molecolare. la condizione umana è un limite apparente. la circostanza è una stanza circolare dove sentire l’essenza della circonferenza in trascendenza. un bacio dalla pizzeria tritideum di loco rotondo. un saluto da la luna nera birreria artigianale di ceglie messapica
volevo dirvi che è cambiato l’orario e che dopo un lungo e lento viaggio sono arrivato in valle d’itria e ora sono all’ashram di babagi.i muretti a secco si specchiano nel sole del cielo terso del murgistan meridionale a bhole baba city in apulia mundi sentiero dell’anima.
la valle d’itria è un posto fantastico! dormo in untrullo e costruiamo una rocket stowe, anche l’ashram mi piace molto, per gli incontri più strani, le musiche e le celebrazioni in onore di shiva. navaratri di primavera oggi in onore di laksmi. ho conosciuto una donna che segue anche lei il calendario delle tredici lune, pratica agricoltura primordiale su base alveolare. viaggio guardo sento suono sonoin cerca di ispirazione sto scrivendo transurbanza. Navaratri, che significa letteralmente le "nove notti"è una festa induista che dura 9 notti e 10 giorni. Viene celebrata in diverse parti dell'India.
da cisternino sono partito con la multipla a metano, con la gio, sua madre e donato, a pranzo ci siamo fermati a corato e dopo aver fatto una passeggiata per le strette vie del borgo, abbiamo pranzato in una osteria: orecchiette con le rape, olive, pomodori secchi, formaggi. siamo arrivati nel pomeriggio nel grande cratere del vulcano spento di rocca monfina, una valle verdissima piena di castagneti e ci siamo fermatia casa di donato, nel paese che si trova al centro del cratere. in serata, arrivati al casale valle di vetere di la giò nella campagna di fondi, vicino alla via appia, una zona archeologica molto affascinante. il casale in pietra ben restaurato con una scala interna tutta in legno che quando si sale o si scende sembra di stare su una barca col rimbombo dei passi sui gradini inlegno.
mi sento molto pasthoral soprattutto quando sono in apulia mundi una moderna transumanza sorta di danza extra urbana tra treni autobus macchine scassate gipponie multiple. è la migliore vita che un essere umano possa scegliere. scrive valeria: l’hai scelta tu o sei stato scelto?
sono nel lazio, domani roma, stanotte ho dormito a fondi con amici di stufa pirolitica, abbiamo corazzato assieme per mezzo meridione
uff…! sono appena arrivato alla stazione termini, con il mio pesante bagaglio. ancora valeria: alfine giunto goditela la capitale!
ho preso un autobus che mi ha portato a campo de fiori, piena di turisti e del mercato mattutino, da li sono arrivato nella vicina via della poesia e incontro con mario il poeta, in un fondaco dove espone le sue opere e recita le poesie all’aperto, su un banchetto, a passanti e turisti. mangio una ottima pizza romana, arriva lorenzo che mi prende in consegna e che mi scorrazzerà anche lui, con la sua iq, tre giorni in lungo e in largo, anche di notte, a recuperare attrezzi e mattoni, per il laboratorio con la terra, all’interno dell’auditorium. siamo stati in una specie di centro sociale che si chiama il grande cocomero, ci hanno girato qualche scena del film con lo stesso titolo e ci hanno dato la terra e la paglia. serate a san lorenzo tra locali movida e anarchia
sono a roma all’auditorium citta della musica con un collettivo di artisti, bellissimo l’auditorium di renzo piano, ieri pieno di gente, in questi giorni abbiamo fatto mostra, esperienza fantastica sotto il cielo di roma antica e moderna. approfittando della vicinanza, sono andato pure al maxi dizaha hadid, era da tempo che lo volevo visitare.
l’auditorium parco della musica è un complesso multifunzionale progettato da renzo piano e realizzato per ospitare eventi musicali e culturali di varie tipologie, inaugurato il 21 aprile 2002. I volumi principali del complesso sono costituiti dalle tre sale da concerto, di diverse dimensioni, con una forma che richiama quella di uno scarabeo; le tre sale sono coperte con lastre di piombo e disposte a raggiera intorno a un teatro all'aperto, la cavea, che può accogliere circa 3.000 spettatori.
omnia mea mecum porto con me le vostre cose.
il mio treno parte solo alle 14 e 30 al binario 9 finalmente verso casa alla stazione di roma aspetto treno per pescara.
sono a casa, oggi medito e prendo il sole sul prato dell’orto urbano di via sacco, isola d’erba, di sole, di luce e di beatitudine, nell’aria suoni di uccelli galli insetti, un aeroplano che passa, un cane che abbaia, anche se non c’è la luna.
transurbanza due
luglio stazione di pescara, banchina binario uno, mezzogiorno, arriva il treno, rosso fiammante, salgo, nuovissimo, poltrone comodissime girevoli con display davanti, naturalmente aria condizionata! arriva il controllore guarda il biglietto e dice: signore lei ha sbagliato treno! faccio io: come due treni alla stessa ora sullo stesso binario? si il suo treno è in ritardo, comunque scenda alla prossima stazione, termoli! cosi ora sono sulla banchina della stazione di termoli e sta arrivando il mio treno, un intercity, salgo, e mi ricongiungo con la parte di me che ha viaggiato piu lentamente. il treno vecchio maleodorante, pieno di gente, con scompartimenti, per fortuna l’aria condizionata è rotta, faccio subito amicizia e inizio a parlare con alcune persone che stranamente non sono immerse nel cellulare. arrivo a san severo, scendo dal treno faccio le scale in discesa percorro il lungo sottopassaggio rifaccio le scale in salita, alla biglietteria mi dicono che i biglietti per le ferrovie del garganistan si fanno solo al bar nella piazza di fronte alla stazione. sotto al sole cocente attraverso tutta la grande piazza, entro nel bar, aria condizionata a manetta faccio il biglietto e fuggo. riattraverso la piazza rifaccio scale in salita e in discesa sottopassaggio con il mio carrello bagaglio e finalmente al sesto binario salgo sul treno delle ferrovie del gargano.
parte puntuale alla prima stazione apricena il treno si ferma e siamo invitati a scendere, in una galleria stanno facendo dei lavori e la linea è interrotta, arriva un vecchio autobus azzurro traballante e guidato da un ragazzo dai lunghi dreads che sembra fuggito dai fumetti di robert crumb the fabolous frick brothers e ci porta fino a sannicandro dove risaliamo su un altro treno che ci sta aspettando nella piccola e pittoresca stazione. il treno parte e si apre uno scenario fantastico davanti ai nostri occhi il lago di varano visto dall’alto in tutta la sua interezza, con la sottile striscia di sabbia il tombolo che lo separa dal mare. arrivo alla stazione di carpino scendo e siccome la stazione si trova a circa tre chilometri dal paese aspetto un bus navetta che mi porti finalmente nella piazza. rimango a carpino per una settimana durante il carpinofolkfestival. trascorro i pomeriggi nei bar giocando a carte e bevendo birra con i paesani e nel tardo pomeriggio ascolto i vari sound ceck di volta in volta sempre diversi e i concerti la sera fino a tarda notte. alcune sere il paese è stato veramente pieno di gente fino all inverosimile. i biglietti per ripartire autobus navetta e treno si fanno, strano anche se vero, dal barbiere nella piazza principale. sono gia alla stazione, nella sala d’attesa vuota luci accese aria condizionata accesa e porte aperte. siamo in attesa all’esterno sulla banchina io e alcuni ragazzi, arriva il treno, salgo.
l’aria condizionata questa volta è veramente esagerata e mi copro con cappuccio felpa e tutto quello che mi posso mettere addosso, passa il controllore e mi guarda pure strano e gli chiedo se gentilmente si puo abbassare il livello dell’aria condizionata. arrivo a san severo scale in discesa sottopassaggio scale in salita, biglietto per fasano, ancora scale sottopassaggio scale, finalmente sulla banchina numero 3. arriva il treno per fasano intercity. aria condizionata accettabile mi copro ugualmente. i miei vicini di scompartimento stanno tutti sul tablet o con lo smart phonea digitare con l’indice scorrono leimmaginie con pollice e indice le allargano o restringono e cosi via di continuo, fanno cosi durante tutto il viaggio e mi viene pure da ridere.
finalmente all’ashram dove ci sono i monaci tibetani per il mandala om mani padme um e non ci posso credere anche loro con il tablet in mano. alla stazione di fasano sulla banchina numero 2 dopo che è partito il treno mi sono trovato sull’altra banchina di fronte a me la faccia sorridente di un amica di roma che mi chiede: che ci fai qui?
intanto scendo le scale sottopassaggio altre scale e finalmente ci possiamo salutare da vicino lei mentre sto salendo le scale con il mio carrello bagaglio mi fa pure una foto col suo cellulare che manda subito al giro di amici che mi conoscono quindi manda in diretta ai nostri amici il mio arrivo e il nostro incontro qui a fasano. visto che ci siamo incontrati e visto che andiamo nella stessa direzione mi danno un passaggio per cisterninofino a contrada cicerone dove sono ospite di amici in un grande trullo, al nostro arrivo inizia pure a piovere.
trascorro la settimana con i monaci tibetani cultura tibetana incontri bajan puje canti colori. ho conosciuto un gruppo di simpatici ragazzi che vivono in un gruppo di trulli destrutturato con le stanza circolari senza intonaci e si vedono tutti gli anelli di pietre che chiudono pian piano la cupola fino al colmo. sul pavimento tappeti e fiori e su una parete un altarino dedicato a babaji, pomeriggi trascorsi a meditare e a suonare strumenti indiani a cantare ballare ridere scherzare anche sull’aja dello splendido trullo che si apre verso sud e sulla fantastica campagna della valle ditria profumata di erbe e al tramonto. nel caldo sole del pomeriggio la luce penetra dall apertura della porta tra profumi di fiori e incenso. uno strano personaggio vestito da guru indiano con una lunga barba bianca chiamato baba rock che parla con la cadenza venet,a un lungo sari rosso collanine e braccialetti vari. sono arrivati michele giorgia con la loro piccola celeste e stiamo nello stesso grande trullo di francesca. passeggiate notturne assieme a loro per le campagne luna piena muretti a secco profumi colori e odori di una notte di fine agosto. mi danno un passaggio da contrada cicerone fino a cisternino hirina la scrittrice inglese di origine russe che vive in una lamia piena di libri oggetti e stoffe che usa per le sue opere e un suo amico con la multipla di francesca, prendo l’autobus che mi porta alla stazione di fasano una decina di chilometri circa mentre si scende dalla valle d’itria si vede gran parte della costa punteggiata delle costruzioni bianche che si espandono ormai a macchia d’olio. biglietto scale sottopassaggio scale treno aria condizionata pescara stazione ascensore finalmente a casa. la sera del mio arrivo mentre sono a letto ho sentito tremare tutto, terremoto amatrice 6.0 a ottobre un altra forte scossa.
a settembre sono andato quasi tutte le mattine con il treno regionale fino a tortoreto dove sono stato a costruire una casupola in terra e paglia nell’orto di una scuola steineriana. albe bellissime dal treno nel cielo luminoso d’autunno le pinete di pineto la casupola. bella esperienza bla bla bla
Ferdinando Renzetti
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