Credo che lo scopo dell’esistenza umana sia quello di arrivare ad essere liberi da condizionamenti mentali, culturali, da tradizioni sbagliate, da assurde superstizioni; liberi dall’egoismo, dal rancore, della critica disfattista, dalla maldicenza, dall’invidia, dal carattere impulsivo, dalle proprie stranezze e debolezze; insomma da tutto ciò che di inopportuno sfugge ad al controllo razionale ed emotivo.
Il fine è quello di rendere l’individuo padrone del proprio destino, del proprio bene, della propria felicità, consapevoli che finché il nostro equilibrio e la nostra serenità dipende dagli altri non si è veramente liberi e non si ha attuato lo scopo dell’esistenza. Insomma, quanti più vincoli e catene ha il nostro essere tanto meno siamo completi, realizzati e felici.
La libertà di se stessi non si ottiene dall’appagamento dei propri impulsi ma dal dominio degli stessi. L’incapacità di dominare un’offesa, un’accusa, un’ingiustizia, un torto subito, un desiderio sfrenato, ingiusto e dannoso, indica che non si è padroni della propria mente, del proprio cuore, delle proprie emozioni, del proprio corpo.
Ma nulla è più plasmabile dell’animo umano. La qualità dei pensieri dipende da ciò che si mangia e dalla volontà di lasciarli permeare dalla legge del cuore. Ragione e sentimento sono compenetrabili e la volontà è il mezzo attraverso cui è possibile plasmare la sfera del sentimento. Ed io rivendico la superiorità del sentimento sulla ragione. Dunque, la natura umana è modificabile spostando la volontà verso la dimensione del cuore.
La ragione, staccata dal sentimento è sterile, produce pensieri senz’anima, egoistici, predatori. Per questo, a mio avviso, è fondamentale promuovere la cultura del sentimento come ciò che è mancato e che ancora manca alla cultura umana; una cultura che consenta all’individuo di realizzare integralmente se stesso e, di conseguenza, rendere migliore questo mondo.
Franco Libero Manco
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