Gli antichi costruivano in armonia con le energie, con i ritmi e con i modelli geocosmici, tenendo a fare della loro città o del loro paese l’immagine vivente del cielo. Immerso nella natura perché elemento di essa, l’uomo antico ha sempre avuto un rapporto stretto con gli astri; con il Sole, principalmente, che dà calore e vita, e con la Luna che con la sua luce rischiara le notti e che con il mutare continuo ma periodico della sua forma può consentire il conteggio di lunghi periodi di tempo.
La regolarità dei cicli degli astri, il sorgere e tramontare del sole in punti diversi dell’orizzonte a seconda delle stagioni, l’evolversi delle fasi lunari, così come il movimento regolare e preciso della sfera celeste con tutte le sue splendenti stelle mirabilmente disposte a disegnare complesse costellazioni, ha fissato nella mente dell’uomo il concetto ciclico dello scorrere del tempo. Come le stagioni si ripetono con regolarità guidate dagli astri, così tutte le altre manifestazioni della natura e soprattutto quelle legate alla storia dell’uomo, si pensava, devono evolversi ciclicamente, ripetendo in ere successive il travaglio continuo degli individui e delle società.
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