Tempo e spazio sono osservazioni comparative, parziali e mutuamente correlate, di mutamenti.
Senza mutamento, niente tempo e niente spazio.
E’ sempre stato così, anche se prima di Einstein pochi lo avevano evidenziato.
Devo aggiungere, a onor di completezza, che la filosofia buddhista si è sempre mostrata ben consapevole di tutto ciò, fin dai tempi di Shakyamuni, Shariputra, Nagarjuna, e tutti gli altri suoi tradizionali maestri.
Il sistema spazio tempo viene definito un meccanismo che permette di registrare il movimento/mutamento dell’universo e dei singoli corpi contenuti nel suo insieme. Panta rei.
Ma anche la dizione “singoli corpi” è una utile convenzione intersoggettiva, comoda, ma in realtà infondata come suo senso ultimo. Naturalmente va benissimo usarla nel linguaggio comune, relativo all’esperienza ordinaria ed alla sua organizzazione mentale. Ma è una idea, non una “cosa”, cioè una caratteristica della rappresentazione, non del rappresentato. E’ sempre utile tenere a mente la distinzione tra mappa e territorio, tra rappresentazione e realtà complessiva, a parer mio.
Devo aggiungere che la filosofia buddhista si è sempre mostrata ben consapevole di tutto ciò, fin dai tempi di Shakyamuni, Shariputra, Nagarjuna, e tutti gli altri suoi tradizionali maestri.
Sarvamangalam
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