Essenzialmente l’argomento trattato parte da un metodo analogico di ricerca, incentrato sull’individuazione delle caratteristiche relative alla persona. Ognuno, con l’aiuto delle indicazioni contenute nel testo, potrà comporre il proprio autoritratto archetipale ed elementale. Una volta preso possesso della chiave sarà possibile penetrare nella stanza segreta del proprio “io”, scoprendo allo stesso tempo la vera identità che vi si cela. Seguendo passo passo questa mappa il lettore attento e discriminante potrà riconoscere il luogo ed il momento in cui si trova, non in forma ipotetica ma in “presenza”… Lo scopo del libro Chi sei tu? è quello di mettere in chiaro alcuni concetti base su ciò che chiamiamo “conoscenza di sé”. (da un abstract dell'autore)
Recensione di Morena Oro
La sala conferenze della Biblioteca Mozzi Borgetti m’incute la soggezione di un tempio, per via del soffitto altissimo sorretto da pareti interamente costipate, fino all’ultimo scaffale, di libri antichissimi, con i dorsi allineati a formare sezioni ben individuabili, con fattezze simili omogenee nei colori, nella tipologia di volumi. Il primi impulso che ho sempre entrandovi, se fosse possibile farlo, sarebbe quello di toccarli tutti quei volumi, estrarli con accuratezza rituale e sfogliare quelle pagine, che posso solo immaginare di grana ruvida, ingiallita dal tempo, sicuramente proverei un senso di inadeguatezza misto a fascino e rispetto, identificabile in un sentimento simile alla devozione nei confronti di un culto sentito. Sebbene da anni stia cercando di smarcarmi da qualsiasi forma di appartenenza a religioni o credo organizzati per dedicarmi alla ricerca spirituale libera e personale, ci sono cose che ancora instillano in me questo tipo di riverenza rispettosa, e una biblioteca mi fa sempre questo effetto. È un tempio del sapere, un santuario della parola. Già solo entrarci gonfia il mio spirito di quelle energie, forze ed elementi che nei secoli hanno accresciuto la coscienza umana facendo di quegli ominidi che si muovevano nelle caverne esseri più evoluti capaci ora di volare oltre l’atmosfera terrestre a bordo di razzi, uomini primitivi che scolpivano nella pietra rozzi utensili perfezionandosi nei millenni e scoprendo in se stessi quella tensione mistica tale da renderli capaci di cavare dal marmo una Pietà come quella di Michelangelo.
L’uomo da sempre, da quando sceso dagli alberi, ha alzato gli occhi al cielo rendendosi conto delle stelle pur non sapendo cosa fossero, che doveva esserci qualcosa d’altro che gli sfuggiva, che non si rivelava o egli non comprendeva. Forse fin da allora il disorientamento di capire se quella cosa fosse in lui o fuori da lui lo ha chiamato ricerca e ha riposto nella religione la soluzione al dilemma. Smettere di cercare risposte perché qualcuno ci ha dato quelle immutabili e preconfezionate.
Venerdì pomeriggio arrivo, con rammarico, un po’ in ritardo per la presentazione del libro “Chi sei tu?” dell’amico Paolo D’Arpini, trovo velocemente posto cercando di sintonizzarmi subito sul filo del discorso già dipanato nei primi interventi. I miei occhi fuggono solo qualche istante a carpire il fascino dei volumi arrampicati su per le pareti perché la mia mente è già attratta dalla tematica che il libro di Paolo tratta. I Ching, lo Zodiaco cinese e il sistema elementale indiano. Una ricerca comparata sugli aspetti archetipali e sulla conoscenza di sé.
Conosco l’autore da qualche anno per mia fortuna, ho avuto l’opportunità di frequentarlo in occasione di eventi culturali ma anche conviviali e perciò l’esperienza diretta che ho potuto avere sulla sua coerenza esistenziale è genuina. Non vi è nessuno sfalsamento fra l’uomo che si può incontrare a spasso per i vicoli di Treia, con le camicie colorate e il borsello etnico a tracolla, sempre intento a organizzare situazioni di condivisione e accrescimento di coscienza personale e sociale, e l’autore più defilato, forbito, colto, dalle conoscenze formidabili che si cela dietro alla mole di scritti prodotti in tanti anni di ricerca e studio. Sono queste due immagini che si sovrappongono e coincidono perfettamente in ogni loro parte che consentono a Paolo D’Arpini di potersi esprimere come persona perfettamente limpida, in altezza e profondità, perché ovunque lui intenda guidarci condividendo le sue ricerche e le sue conoscenze, che si sono fatte Coscienza, saranno sempre luoghi e dimensioni nei quali è già andato con tutto se stesso, dove non troveremo mai ombre di autoreferenzialità o monumenti all’ego. La levità dell’illustrazione dei suoi lunghi studi e la quieta autorevolezza delle comparazioni dei vari sistemi di autoconoscenza cui è giunto in questo lungo tempo di ricerca personale hanno tenuto incollata fino alla fine la platea, seppur non gremita ma attentissima e quasi irretita, ad eccezione di qualcuno che sembrava non essere mai d’accordo con quello che Paolo diceva, facendosi rappresentante di quella fastidiosa categoria dei contrari senza cognizione di causa, che spesso animano le congreghe umane. Probabilmente quasi tutte le persone presenti erano già inoltrate in un qualche cammino di ricerca spirituale o fortemente orientate alla consapevolezza che la cultura nutre la Coscienza, di fatti il numero contenuto di partecipanti rispecchiava forse tristemente la piega materialista che svilisce da tempo la società, ma se una cosa c’insegna D’Arpini è che gli elementi hanno forza inaudita e che la goccia d’acqua scava davvero la roccia più ostile e per questa ragione, chiunque abbia desiderio e volontà di vivere in un mondo migliore, fra persone più umane e compassionevoli, più empatiche e consapevoli, non deve mai arrendersi al nichilismo, mai cedere il passo alla bruttura che la parte brutale dell’uomo non riesce a perdere, mai retrocedere all’avanzare aggressivo dell’appiattimento delle idee, all’arroganza dell’omologazione forzata, mai svendere il grande potere della propria autodeterminazione. La necessità primaria è quella di essere svegli, centrati in noi stessi. Un centro che però va individuato e ricercato strenuamente, dopo essersi liberati dalle sovrastrutture ciclopiche che la società ingabbiata ci costruisce intorno dal giorno in cui veniamo al mondo. Come nei cicli stagionali, arriva puntuale il tempo di morire a noi stessi, senza paura ma anzi pieni di aspettativa per la rinascita che ci attende, un tempo che ci dà l’occasione per seppellire tutto ciò che è inutile e mendace, che ci fa prigionieri e schiavi accecati da menzogne eclatanti. Occorre lasciarsi andare con fiducia al processo di morte interiore di tutte le falsità manipolatorie con cui siamo stati allevati, sviluppare il distacco dell’osservatore esterno su noi stessi e su tutte le cose, in modo che placato l’impeto delle emozioni proprie che possono distorcere la percezione, si possa avere una visuale quanto più oggettiva e cristallina possibile degli eventi e degli esseri umani.Tutto questo non sarà mai possibile se non ci facciamo pellegrini e viandanti in noi stessi e nel mondo, come Paolo ci ha raccontato. Sconfiggere la paura della solitudine che comporta un siffatto cammino e affidarci pieni di stupore e meraviglia alla fiaccola della nostra lanterna, che passo dopo passo, pezzo dopo pezzo, getta una luce più vera su ogni cosa cui andiamo incontro. Che ci viene incontro.
Il libro di Paolo D’Arpini è un utilissimo tracciato per cominciare o per perseguire con maggiori strumenti a disposizione questo lungo viaggio che promette certamente di non finire mai ma è senz’altro quello irrinunciabile da compiere per stare a questo mondo come dei punti di luce e non dei buchi neri. Forse non sapremo mai davvero chi siamo, perché facciamo parte di qualcosa talmente grande e impenetrabile che la cognizione reale non può essere alla nostra portata, che siamo veramente piccoli al cospetto. Un buon punto di partenza per buttare già via subito l’illusione di pensare di essere chissà chi.
Morena Oro
Integrazione di Maurizio Angeletti:
Professo palesemente di essere (quasi del tutto) profano su ciò che riguarda ogni percorso, per l'auto-conoscenza, proposto dalle 'metodologie' orientali seppure, in merito all'I Ching ed alla filosofia indiana yoga, ne abbia lambito (di quando in quando), mosso da curiosità, i suoi aspetti essenziali. È stato così che a Macerata, alla presentazione del libro 'Chi sei tu?' di Paolo D'Arpini (autore della cui amicizia e stima vengo onorato), ho ascoltato con molto interesse la sintesi delle (sue) conoscenze (insite nell'opera) che quegli elementi propongono per un percorso, o forse più d'uno, da intraprendere per raggiungere una (personale) auto-consapevolezza. E, comunque, le affinità che mi accomunano a Paolo -per me fonte continua, in ogni nostro incontro, di arricchimento- sono dovute anche ad un assioma che, puntualmente, ritrovo in un (mio) cammino intrapreso, da quasi tre lustri, attraverso le fonti della sapienza antica di cui la filosofia greca -soprattutto nelle figure di Platone (e Socrate) e Aristotele- ne rappresenta la base. E talvolta sbalordisco (nei nostri dialoghi) quando riscontro concetti così specchiati fra due mondi (e modi) -Oriente e Occidente- all'apparenza così diversi. O forse Socrate, nei suoi insegnamenti ad Aristocle (Platone), aveva desunto le sue riflessioni sulla base degli influssi che venivano dall'Oriente... estremo! E d'altronde, le prime scuole di pensiero dell'Occidente' (oltre 25 secoli fa) non sono forse sorte sulle coste dell'Anatolia (Turchia)... con i primi insediamenti greci?
Maurizio Angeletti
Alcuni articoli collegati:
https://www.controluce.it/notizie/presentato-a-macerata-chi-sei-tu-di-paolo-darpini/
https://bioregionalismo.blogspot.com/2022/05/intervista-di-alvin-crescini-con-paolo.html
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