Uno studio scientifico pubblic ato qualche anno fa sul Corriere della Sera condotto dai ricercatori dell’Istituto di Biochimica e Biologia Molecolare I della Heinrich-Heine University di Düsseldorf e pubblicato .sul Journal of Alzheimer’s Disease dice che su 200 persone sane tra i 45 e i 102 anni quelle che assumono in media circa 400 grammi di frutta e verdura al giorno possiedono un livello maggiore di antiossidanti, livelli più bassi di radicali liberi e, soprattutto, sviluppano abilità cognitive più performanti rispetto a chi non raggiunge i 100 grammi quotidiani di cibo proveniente dal mondo vegetale.
Lo studio, inoltre, sottolinea che l’effetto benefico di frutta e verdura è assolutamente indipendente da tutti gli altri fattori, età, sesso, peso, altezza, istruzione, profilo lipidico e livello di albumina che normalmente influenzano la quantità di antiossidanti presenti nell’organismo e lo sviluppo cerebrale.
Oltre ai ricercatori dell’Università tedesca, l’analisi ha visto la collaborazione di numerosi scienziati di tutto il mondo, tra cui alcuni membri del Dipartimento di Geriatria dell’Università di Perugia coordinati dalla prof.ssa Patrizia Mecocci.
Inoltre la dottoressa Maria Cristina Polidori, del Dipartimento di Geriatrica dell’Università di Bochum, conferma le nuove conoscenze che i risultati dello studio hanno portato alla comunità scientifica: «Era risaputo che esistesse una forte connessione tra l’assunzione di frutta e verdura e le difese antiossidanti naturali del nostro organismo contro i radicali liberi. Si sapeva anche che cattive abitudini alimentari aumentano il rischio di un impoverimento cognitivo, e tendono a causare demenza. Questa ricerca mostra un legame multiplo tra frutta e verdura, difese antiossidanti e abilità cognitive. E’ vivamente consigliabile una consistente assunzione di questi elementi fin da bambini, per evitare il più possibile il rischio di demenza in età avanzata».
La presenza eccessiva di grassi di origine animale, di alimenti ricchi di zuccheri e di carboidrati raffinati, che contribuiscono a depositi di radicali liberi e di omocisteina, ha ripercussioni negative sulla salute del cervello. Mentre una dieta vegetariana sembra in grado di svolgere un’azione protettiva sulle malattie degenerative.
Franco Libero Manco
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