Uno degli aspetti più evidenti del ritorno alla spiritualità laica è il culto della natura, l’adorazione delle forze naturali identificate nella Madre Terra e le sue stagioni. In questa riscoperta si inserisce ad esempio la spiritualità centrata sul femminino sacro, il matrismo e lo shaktismo, e la venerazione degli aspetti femminili che rappresentano la creazione, il sostentamento e la trasformazione, insomma: morte e rinascita.
Questa spiritualità della natura in realtà tende alla rivalutazione del femminile in un mondo dominato dal patriarcato e dalla ragione, e ciò è anche un bene ma finché la sacralizzazione non coinvolge anche il mascolino restiamo nei termini di una dualità in cui una parte viene ad essere considerata migliore dell’altra. Occorre quindi riconoscere il sacro in entrambi i generi: maschile e femminile.
La nobiltà del maschile sovente è anch’essa collegata alla nascita ed alla morte, ad esempio il sangue versato dall’eroe rappresenta il sacrificio che conduce alla vita allo stesso modo del sangue mestruale femminile che significa fecondità.
Ad esempio a Calcata per molti secoli fu adorata una particolare reliquia, il prepuzio di Gesù, la pellicola asportata dal fallo del figlio di Dio veniva portata in processione e garantiva progenie e raccolti. Poi con l’avvento del razionalismo, del giustificabile e dell’utile, che entrò decisamente a far parte dei meccanismi religiosi, il prepuzio fu fatto sparire e addirittura c’è una scomunica vaticana per chi ne parla.
La sacralità dell’energia sessuale maschile, unita al femminile, è in realtà uno dei simboli orografici inequivocabili di Calcata, che è un acrocoro erto in una valle circondata dall’acqua.
In India questa immagine si definisce shivalingam-yoni e rappresenta l’incontro creativo del maschile e del femminile. Il lingam è il fallo di Shiva e la yoni umidificata dalle acque fecondanti è la vagina della madre divina.
Ma torniamo al tema della sacralità maschile.
In seguito ci fu la presentazione con dibattito del bellissimo romanzo di Maria Castronovo “Il silenzio del fauno” tutto centrato, come il titolo stesso lascia supporre, su una religiosità maschile che è rimasta in silenzio ma che chiede riconoscimento, questo romanzo secondo me è stato il primo vero tentativo di riscoperta della venerabilità maschile compiuto negli anni recenti.
Nel prosieguo ci furono anche dei bellissimi concerti di canto ed armonici vocali con letture orfiche, eseguite con grande carisma e magia nel tempio della spiritualità della natura da vari cantori e musicisti.
Ed ora, sempre sul tema, proponiamo, per la Festa dei Precursori 2023 che si tiene a Treia il 24 e 25 aprile, una sessione di canti dedicati a Shiva/Shakti ed una lettura di brani da vari testi che verranno recitati in cerchio, uno di questi testi è il saggio di Giorgio Vitali, Resurrezione del Dio Pan., di cui qui inserisco alcune brevi citazioni:
”La Resurrezione del Dio Pan, che non è mai morto nelle coscienze degli uomini delle grandi civiltà, è un modo per elaborare una “filosofia politica” intendendo con ciò una potenzialità culturale ed un percorso esistenziale capaci di amalgamare persone coscienti della crisi in atto per le quali il cambiamento sia condizione per l’esistenza”.
“Sulla base della teoria unitaria del mondo fisico e biologico proposta nel 1942 dal Fantappiè, in Natura esistono due opposte tendenze. Una entropica, verso la degradazione ed il livellamento, caratteristica dei fenomeni fisici, ed una opposta tendenza sintropica verso l’ organizzazione e la differenziazione, caratteristica dei fenomeni biologici. Tale doppia tendenza si manifesta a tutti i livelli, e dalla lotta tra l’ordine ed il disordine ha origine il divenire”.
Paolo D’Arpini
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