Controluce
Ancora una volta debbo ritornare sul tema della produzione energetica "pulita"….
Alcuni giorni fa mentre con Caterina facevamo un'ultima passeggiata per Treia, in procinto di partire per Spilamberto, ci siamo affacciati alla balaustra della piazza del Comune, pe ammirare le dolci colline e la pianura che scende sino al mare... Sarà stato l'incipiente autunno, sarà stato che forse i pannelli aumentano.. ma abbiamo notato come le chiazze nere degli impianti fotovoltaici a terra sono sempre più presenti e invadenti.. Insomma la campagna diventa di plastica e veramente non si capisce bene perché...
Energia pulita? Sembra tutta una scusa per distruggere l'habitat con impianti industriali eolici e fotovoltaici installati nelle nostre belle campagne, quando potrebbero essre installati nelle zone industriali e rivestire i capannoni oppure lungo le autostrade dove almeno si affiancherebbero al degrado esistente senza consumare nuovo territorio vergine....
Durante il viaggio, verso l'Emilia, ho notato ancora una volta come qui è lì le chiazze nere.. testimoniassero un'invasione senza pietà delle aree verdi.
Mi spiace doverlo fare ma ancora una volta debbo partire lancia in resta contro “le finte produzioni energetiche pulite”. In questo momento d’attesa sclerotica del picco del petrolio ed in cui l’opzione nucleare -fortunatamente- è spacciata assistiamo ad una spinta forsennata verso il sistema industriale e tecnologico “alternativo” che soddisfa invece gli investimenti economici su una produzione energetica "inquinamente"…
Vedasi il fiorire di mega torri eoliche nelle nostre campagne o la copertura di migliaia di ettari coltivabili con neri pannelli solari.
"Infatti bisogna smetterla -afferma il prof. Benito Castorina- di identificare le rinnovabili col fotovoltaico che sta invadendo le campagne con milioni di mc. di cemento armato, acciaio, silicio, per la produzione dei quali bisogna bruciare quantità enormi di petrolio, scavare gli inerti dalle montagne, inquinare l’aria e surriscaldarla per un beneficio illusorio se consideriamo che su un metro quadro di superficie il sole scarica più di un kw di energia che viene totalmente utilizzata dalle piante, cosa che i pannelli solari si sognano…”
“Poi va considerato il costo dello smaltimento successivo di questi impianti solari a terra… – conclude Castorina- domani sarà un problema demolire e buttare in discarica questi pannelli per ripristinare i campi di grano e le vigne e gli aranceti che oggi sono fatti abbandonare perché non rendono al contadino quanto un impianto fotovoltaico (grazie agli sproporzionati incentivi)”
L’Italia paga milioni di euro per l’inquinamento da gas serra ed è importante riuscire a spostare l’attenzione sulle fonti rinnovabili veramente pulite ed accessibili, come potrebbe essere la produzione energetica da biomassa.. Ma non quella con combustibili liquidi, come l’olio di colza o l’olio di palma, che richiedono una lavorazione industriale e una produzione agricola intensiva e inquinante. La biomassa è preferibile da colture dedicate che abbiano anche usi collaterali e non il solo scopo di produrre combustibile. Una biomassa che produca energia, etanolo biodiesel, biogas, syngas, carta, polimeri, mobili, medicine e chi più ne ha più ne metta, compreso l’eliminazione dei rifiuti, riciclaggio e tutte le cose che hanno senso per una fase transitoria nell’era del dopo petrolio. Ad esempio le coltivazioni adatte potrebbero essere quelle della canapa e del vetiver.
Evidenzio qui l'opinione di un altro ecologista profondo, Guido Dalla Casa, che afferma: “L’energia ‘pulita’ non esiste, se prima non ci rendiamo veramente conto che la crescita economica è una terribile patologia della Terra. L’eolico: consuma territorio, uccide esseri altamente senzienti, come gli uccelli, poi quelle pale non sono gradevoli. Bisogna limitarsi a qualche elica per estrarre acqua dal pozzo, o per i mulini a vento: i consumi devono restare sul posto. Il fotovoltaico: i campi di pannelli consumano territorio, poi bisogna trasportare l’energia con una rete, strade e trasporti. Per avere le quantità richieste dalla crescita continua bisognerebbe ricoprire ben presto superfici immense, impensabili. Va bene, ma solo sui tetti. Le centrali idroelettriche “grandi” sono anch’esse causa di problemi gravi: tolgono l’acqua per lunghi tratti, allagano bacini, consumano territorio. Restano i pannelli solari termici, e – per l’energia elettrica – qualche centralina mini-idro di potenza massima dell’ordine di 500-1000 kW con restituzione immediata dell’acqua e consumi sul posto…"
E’ perciò assolutamente necessario che la produzione energetica non sia una scusa per continuare ad utilizzare metodi che vanno a nocumento dell’ambiente e della salute. Decrescere, decrescere e prendere coscienza della comune appartenenza all’evento vita…
Paolo D’Arpini
Referente P.R. Rete Bioregionale Italiana
Presidente Circolo vegetariano VV.TT.
Via Mazzini, 27 – Treia (Macerata)
Tel. 0733/216293
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