domenica 13 novembre 2016

Ambito bioregionale, osmosi ambientale e sistemi complessi


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Quando si parla di complessità non sempre le idee sono chiare. Mi pare quindi un’ottima idea quella di un minidizionario di poco meno di venti voci per capire bene di che si tratta quando abbiamo a che fare con la complessità. Di seguito alcuni spunti che spero possano stimolare ad andare a leggere il testo PROCESSO ALLA COMPLESSITA’, in particolare il contributo ad esso di Paolo Cervari.


La non-linearità implica incertezza, con numerose implicazioni, in linea di massima coerenti e congrue con le risultanze scientifiche e filosofiche che derivano dalle dimostrazioni di limitazione della conoscenza, come per esempio i celebri teoremi di Godel e Heisenberg.

Ciò comporta tra le altre cose che le conseguenze, specialmente a lungo termine, di un’azione, non sono prevedibili con certezza (principio a volte chiamato “dell’eterogenesi dei fini”) che è necessario gestire il trade-off tra rischio e precauzione; infine, che bisogna tenere sempre conto di variabili contestuali e più in generale, esteriori al confine del sistema.

Il sistema complesso aperto scambia energia e informazione con l’ambiente e poiché le variazioni introdotte dall’esterno influenzano l’andamento del sistema al suo interno in maniera che può rivelarsi anche molto rilevante, ne consegue che per comprendere e/o determinare il funzionamento del sistema è necessario riflettere o agire anche sugli elementi del suo esterno (ambiente - bioregione). 

Ciò è rilevante perché l’imprevedibilità del sistema è per l’appunto determinata e influenzata da questo continuo rapporto con l’ambiente. In sintesi ciò fa sì che il sistema complesso non sia isolabile in modo completo e totale dal proprio ambiente di riferimento. E pertanto, per gestire complessità sistemiche, sarà sempre necessario guardare anche cosa succede “fuori”.

Dal continuo scambio interno/esterno ) consegue che la definizione stessa dei confini del sistema non può essere “chiusa” una volta per tutte. 

Se è vero che i sistemi complessi hanno una propria forma di “chiusura organizzativa” , è anche vero che tali confini identitari sono in continuo movimento e ridefinizione, sia per movimenti di carattere incrementale all’interno di un complesso riconoscibile di vincoli stabili, sia per catastrofi, in cui vengono ridefiniti i vincoli di cui sopra. Nel primo caso abbiamo “evoluzioni”, per esempio di un sistema sociale o di una persona, nel secondo “rivoluzioni” al seguito delle quali il sistema si presenta come fortemente cambiato, e per certi versi, percepito dai suoi osservatori come “un altro” rispetto a com’era in precedenza.

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Notiziario A.K. N. 46

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